venerdì 5 agosto 2016

Piazza Armerina candidata al titolo “Capitale della Cultura per il 2018”

Il Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo ha pubblicato l’elenco delle città candidate per avviare la procedura di valutazione che si concluderà entro il 31 gennaio 2017. Tra gli altri Alghero, Aliano, Altamura, Aquileia, Caserta, Comacchio, Cosenza, Ercolano, Iglesias, Montebelluna, La Spezia, Ostuni, Recanati, Settimo Torinese, Spoleto, Trento, Unione dei Comuni Elimo Ericini, Vittorio Veneto, Candidatura congiunta (Viterbo – Orvieto – Chiusi).
La comunicazione prevede un premio di un milione di euro alla Città vincitrice finalizzato alla realizzazione del progetto presentato. .
Il conferimento del titolo “Capitale Italiana della Cultura”, in linea con l’Azione UE “Capitale Europea della Cultura 2007-2019”, si propone i seguenti obiettivi: il miglioramento dell’offerta culturale; il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica; l’incremento dell’attrattività turistica; l’utilizzo delle nuove tecnologie; la promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi; il conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale.

Continua la lotta per l'adesione all'area metropolitana di Catania

Continua l'azione dei comitati contro la bocciatura del DDL di variazione territoriale. Ecco a seguire il comunicato dei Comitati per i Liberi Consorzi e Città Metropolitane di Piazza Armerina, Gela e Niscemi: 


Riforma? Una vera e propria telenovelas a puntate, in salsa siciliana. Ieri, l’ARS ha disposto il rinvio delle elezioni dell’ente intermedio, appena indette per l'11 settembre nel caso dei Liberi Consorzi e per il 25 settembre nel caso del Consiglio Metropolitano, procrastinando i termini dal 1 ottobre al 30 novembre del corrente anno.

Con quest’ultimo passaggio in aula a Sala d'Ercole, salgono a 7 gli interventi legislativi in materia di Liberi Consorzi e Città Metropolitane sfoggiati dall'Assemblea regionale siciliana. Non appena si tenta di mettere una “pezza” a questa pseudo-riforma, puntualmente si apre una nuova falla. Succede così che dai 1.200 giorni occorsi sino ad oggi, se ne aggiungeranno presto altri 90, sempre se bastano!