Oggi parte la terza missione dell’associazione Don Bosco
2000 per realizzare progetti di sviluppo nei paesi da cui partono i migranti.
Realizzeremo nella regione di Tambacounda, nel cuore dell’Africa nera all’interno
del Senegal, un progetto di sviluppo locale composto da due corsi compatti e
successive start-up d’impresa. Si realizzeranno orti attraverso metodi moderni
e percorsi di turismo sostenibile. Il progetto sarà concretamente gestito dai
ragazzi potenziali migranti. A coordinare il progetto è Seny Diallo, un
migrante venuto dal Senegal, accolto presso l’associazione per cui poi ha
lavorato come mediatore presso il centro di Aidone. Ora Seny torna nel suo
villaggio perché crede che partire oggi dal Senegal significhi morire nel
deserto o in Libia. L’azione è portata avanti dall’Associazione Don Bosco 2000
in partnership con la ONG Coopermondo, all’interno di un progetto finanziato da
un progetto del Ministero dell’Interno denominato PONTI. Inoltre l’azione verrà
svolta in concomitanza con i progetti del VIS (Volontariato Internazionale per
lo Sviluppo) che recentemente proprio nella regione di Tambacounda ha svolto un
progetto finanziato dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo).
Le sinergie tra le varie associazioni che si occupano di cooperazione allo
sviluppo nei paesi di provenienza dei migranti rappresenta la vera forza di
progetti che realmente sostengono i giovani nei paesi di origine.
“Nel primo viaggio in Senegal nel 2016 – dichiara il presidente
dell’associazione Arch Agostino Sella - è stata una missione esplorativa in cui
abbiamo preso contatto con le realtà imprenditoriali del territorio di
Tambacounda. Abbiamo siglato accordi di partenariato e protocolli d’intesa e
parallelamente abbiamo conosciuto le esigenze del territorio. Abbiamo parlato
con i giovani in procinto di partire per l’Europa”. Nel secondo viaggio di
qualche settimana fa, si sono concretizzati interventi per individuare una sede
operativa e per avviare i corsi di formazione che partiranno questa settimana.
Ora è tutto pronto per questa ulteriore sfida dell’associazione, che non solo
avvierà attività imprenditoriali in Senegal, in una delle regioni da cui
partono moltissimi dei migranti, ma svolgerà azioni concrete di
sensibilizzazione sui rischi e pericoli del viaggio per l’Europa.