lunedì 28 gennaio 2008

Lavoratori ex reddito minimo sul piede di guerra

Piazza Armerina. “Occuperemo le autostrade e tutti le sale dei sindaci dei comuni”. I lavoratori dei cantieri di servizio, ex reddito minimo, dei comuni dell’ennese sono sul piede di guerra. Non ricevono nessuna certezza sul loro futuro dalla regione siciliana e chiedono fatti concreti. Per il 2008 non hanno ancora garantito lo stipendio. A Piazza Armerina i lavoratori dei cantieri di servizio sono 69, a Barrafranca 268, 354 a Leonforte, 203 ad Enna e 151 ad Agira. In tutti i comuni di Enna e Caltanissetta sono circa 2000. Occorrerebbero 12 milioni di euro che la regione dovrebbe impegnare per il 2008 per pagare i loro stipendi. “Ci prendono in giro – dice una loro delegazione – siamo trattati come se fossimo nessuno. Non abbiamo diritto alla malattia, alle ferie ed ai contributi e neanche alla maternità. Noi, noi siamo lavoratori delle repubbliche africane ma lavoriamo in un paese europeo. Se una ragazza rimane in cinta non ha diritto alla maternità – continuano i lavoratori – tutto questo è scandaloso”. In effetti questi lavoratori sono in un status piuttosto strano, e non hanno un minimo di garanzie per tirare avanti la carrozza. “Il bello – continuano – è che tutti ci danno solidarietà. Abbiamo parlato con il Vescovo che ci ha dato ragione, con il prefetto e tutti hanno convenuto sulle nostre richieste. Invece – continuano – la regione siciliana ci prende i giro. Facciamo 80 ore mensili senza nessuna garanzia per noi e per le nostre famiglie. Abbiamo chiesto il minimo – continuano arrabbiati i lavoratori – ma non siamo equiparati neanche ai lavoratori socialmente utili. Ci sentiamo come se fossimo nessuno”. Questi lavoratori sono al servizio dei comuni dal 1998 e con varie modalità sono arrivati fino ad oggi. Lavorano con progetti comunali che vengono finanziati dalla regione. Se la regione, come in questo caso, chiude i rubinetti dei finanziamenti i lavoratori diventano disoccupati. “Chiediamo solo un po’ di dignità. Di avere riconosciuto il nostro status di lavoratori. Senza di noi i comuni non potrebbero lavorare. Ci sfruttano, ma non ci riconoscono con contratti adeguati”. In effetti anche gli stipendi sono esigui. Un lavoratore con un nucleo familiare di 4 persone arriva ad avere 578 euro al mese compresi anche i festivi”. Peraltro se qualcuno fa qualche altro lavoro gli viene decurtato dallo stipendio. Quindi molti, per tirare avanti, sono costretti loro malgrado a lavorare a nero. Storie di una Sicilia sempre meno europea.
Agostino Sella