venerdì 11 aprile 2008

Dopo 12 anni concluso (quasi) l'iter del PRG in consiglio comunale.

Piazza Armerina. “Abbiamo finalmente concluso l’iter del PRG. Manca solo la presa d’atto che altro non è che un atto puramente formale. Possiamo finalmente dire che c’è l’abbiamo fatta”. Filippo Miroddi, presidente del consiglio comunale è stanco ma soddisfatto dopo la maratona che ieri, fino a tarda serata, ha sancito la conclusione dell’iter del piano regolatore generale. I consiglieri comunali, hanno affrontato insieme al delegato del professore Giuseppe Dato, l’architetto Biagio Bisignani, l’ingegnere capo Mario Duminuco, tutte le controdeduzioni fatte dal tecnico alle osservazioni dei cittadini piazzesi. Un fatto storico per la città piazzese che vede, dopo 12 anni di attesa, concluso il ruolo del consiglio comunale. Ma, nonostante l’importanza dell’evento meno di una decina di persone erano presenti nell’aula, peraltro cittadini tutti direttamente interessante alle osservazioni. “Finalmente hanno concluso – dice Totò Bonanno – un cittadino al quale è stata accolta una osservazione, ma è stato un iter lunghissimo e pieno di tranelli”. La seduta è stata piuttosto lunga. A casa della normativa complessa, il presidente del consiglio Filippo Miroddi è stato costretto a leggere i lunghissimi testi delle osservazioni. Il presidente, durante la seduta, ha più volte bacchettato i consiglieri richiamandoli al silenzio ed all’ascolto delle sue letture. Adesso il piano dovrà tornare in consiglio comunale per la presa d’atto finale, probabilmente entro la prossima settimana. Grande risultato raggiunto, quindi per il consiglio comunale che tra poche settimane dovrà andare a casa per via delle amministrative del 15 e 16 giugno. Per l’adozione di questo piano sono serviti ben tre consigli comunali. “Speriamo che il CRU non faccia nessun problema – dice ancora il cittadino Totò Bonanno – altrimenti molti di noi avranno ancora tutto bloccato. Avevo i figli piccoli quando è scaduto il vecchio piano. Adesso sono grandi ed il piano ancora non è pronto”. Intanto la crisi nella città continua a persistere. Poco lavoro e molti giovani costretti ad emigrare. “Si sono mossi perché ci sono le elezioni – dice un cittadino fuori dall’aula e continua – per risolvere i problemi ci vorrebbe una elezione al mese ed in questo modo tutti i politici si darebbero da fare. Quando ci sono le elezioni sono tutti presenti ma poi – conclude il cittadino – una volta passate si scordano di tutto”.
Agostino Sella