mercoledì 8 luglio 2009

La città dei morti viventi: Piazza Armerina

di Guglielmo Bongiovanni. “Vergognatevi per quello che avete lasciato” (vedi foto). Queste le poche ma significative parole scritte su uno striscione posto in piazza Santa Stefano. Credo che non ci sia nient’altro da aggiungere e commentare. La piazza chiamata “Piano Dulio” parla da se. In mezzo alla sabbia. Una delle piazze più importanti della città che dovrebbe aprire al turista uno degli scenari più belli con la chiesa della Commenda (peraltro soffocata da inutili palme), il settecentesco teatro comunale Garibaldi, la chiesa di Santo Stefano e il monumento ai Caduti. Oggi la piazza non esiste più. Da tempo che il Piano Duilio è lascato li, sotto gli occhi di tutti e nell’indifferenza. Oggi capita che i tecnici comunali decidono di iniziare dei lavori per poi fermarsi senza nessuna spiegazione. Accanto allo striscione si legge (sic!): “Lavori di riqualificazione urbana: Piazza Armerina, centro storico: il gioco della storia” (vedi foto). Il gioco della storia o il modo per distruggere la storia di questa città? Piazza Armerina è ormai avvolta da una nebbia fitta. L’oscurantismo e l’indifferenza la fanno da padrona, una città senza regole, senza controlli, una città dove il potere sembra godere dell’immunità. Dove sono le istituzioni di governo, dov’è il consiglio comunale? Una piazza che tra poco più di un mese dovrebbe essere protagonista della prima giornata del Palio dei Normanni ridotta a simbolo di una città virtuale: la città dei morti viventi.