venerdì 19 novembre 2010

Il vescovo Pennisi tuona contro la gestione dei siti archeologici siciliani

«Da quasi tre anni è chiuso un breve tratto della strada provinciale che collega Valguarnera con Piazza Armerina e questo rende difficoltoso per i turisti raggiungere il sito archeologico. Anche la strada fra Mazzarino e Piazza Armerina è in stato disagevole». Commentando il crollo avvenuto a Pompei, il vescovo di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi denuncia - ai microfoni di one-o-five live, il canale in diretta della Radio Vaticana - l’abbandono e la fragilità dei siti archeologici siciliani. «A Selinunte - precisa - sono essenziali e urgenti degli interventi risolutivi, non solo delle toppe per arginare lo sbriciolamento dell’antico tempio greco. Anche la Villa di Sofiana (nell’itinerario Antonini) presenta delle difficoltà». Il vescovo siciliano si augura una veloce ripresa del turismo culturale nell’isola e lamenta il fatto che «molte chiese, di proprietà del FEC (Fondo Edifici di Culto) sono in stato di abbandono. In questi mesi - ricorda - dovrebbe tornare ad Alidone la Venere di Morgantina (che si trova a New York): bisognerebbe collocarla in una chiesa di proprietà dello Stato ma questa è chiusa al culto da moltissimi anni. Non si riesce a restaurarla. Finchè c’è una comunità viva che si fa carico della manutenzione ordinaria, va bene. Ma non tutto può pesare sui fedeli».