mercoledì 9 marzo 2011

STANNO IMPAZZENDO

Roma, 9 mar. (TMNews) - "Per fortuna abbiamo tantissimi uomini, e le armi le facciamo noi in Lombardia...". Umberto Bossi rispolvera l'antica storia dell'arsenale a disposizione del Carroccio per smentire l'intervista in cui Muammar Gheddafi aveva reso pubblica una richiesta di armi dalla Lega per favorire la secessione della Padania. E nei confronti di Gheddafi il ministro-segretario dei lumbard è stato dim poche ma sentite parole: "Gheddafi e' un gatto che sta affogando e si arrampica sui vetri. La storia insegna che chi spara sulla sua gente finisce male. Ricordate Umberto I, fu ucciso...", ha detto Bossi conversando alla Camera con i giornalisti. Le opposizioni, però, hanno preso sul serio le parole di Bossi non tanto per la smentitan a Gheddafi quanto per la nuova conferma da parte sua dell'esistenza di un'arsenale a disposizione della Lega. Il Pd, in particolare, ha chiesto al Governo, con una interrogazione al ministro della Difesa La Russa una formale "spiegazione" in Parlamento sulle " affermazioni molto gravi di Bossi" e una "assunzione di responsabilità, trattandosi di un ministro del Governo". "Sono affermazioni - ha detto il responsabile sicurezza Emanuele Fiano- incredibili. Non vogliamo credere siano vere: preferiamo pensare ad uno scherzo di Carnevale di cattivo gusto". Ma "se sono vere - ha aggiunto- c'è da preoccuparsi". Preoccupazione condivisa in toto dall'Udc.Sono "sconcertato dalle dichiarazioni del ministro Bossi sulle armi - ha affermato l'ex segretario Cisl Savino Pezzotta- perchè tentare di dare l'idea di una Lombardia in armi significa non conoscere i lombardi, offende i cittadini della nostra regione. I lombardi le armi le hanno prese solo per l'unità d'Italia e per la patria italiana o nelle resistenza contro il nazifascismo. Poi hanno solo pensato al lavoro e alle loro famiglie Vorrei capire cosa significano, ma di certo presentano una ambiguità che non può che turbare. Faccia chiarezza al più presto. Bossi la smetta e si comporti da ministro della Repubblica".