giovedì 6 ottobre 2011

Piazza: simulazione di reato. Denunciato

TITOLO: “Segnala al 113, spacciandosi con un nome di fantasia, che un signore – fornendo proprio le sue vere generalità – aveva accoltellato l’anziana vicina; intervenuti i poliziotti armerini intervenuti, accertando le condizioni di saluti della signora, appuravano trattarsi di una simulazione di reato: piazzese denunciato.”

Nei giorni scorsi, gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – hanno proceduto alla denuncia in stato di un piazzase, P.W., classe 1968, indagato, in stato di libertà, per il reato di cui agli art. 81 c.p.v. c.p., 369 c.p. (autocalunnia), e  658 c.p. (procurato allarme) per avere una notte di qualche settimana addietro, spacciandosi per un’altra persona – di fatto inesistente – denunciava sulla linea 113 che proprio lui, ovvero l’odierno denunciato, aveva ucciso a coltellate la vicina, una signora anziana, con ciò accusando se stesso di un delitto che sapeva essere inesistente.

In particolare, nella nottata in argomento, un sedicente signore, ebbe a segnalare la commissione di un accoltellamento ai danni di un’anziana signora, sulla linea 113, indicando come aggressore, proprio se stesso, il P.W..



Intervenuti tempestivamente i poliziotti armerini, accertavano che la signora in argomento stava bene, e che non era stata vittima di alcuna aggressione. Nel contempo, in relazione alla zona dove abitava la signora, i sospetti si appuntavano, immediatamente, su qualche vicino di casa, in relazione anche al fatto che il nome del denunciante, non corrispondeva a nessuna persona realmente esistente.

Attraverso l’esame del traffico telefonico di interesse, gli investigatori armerini, risalivano all’utenza telefonica di una parente dell’odierno indagato. 

I successivi accertamenti, appuravano che il numero in argomento, risultava nella esclusiva disponibilità del P.W.. Pertanto, la responsabilità dell’indagato appariva pacifica in ordine ai reati contestati, anche con riguardo all’autocalunnia che nella fattispecie veniva fatta sotto falso nome.

Sulla scorta di quanto acquisito dai poliziotti armerini, Il P.W.., veniva, pertanto, denunciato in stato libertà alla Procura della repubblica presso il Tribunale di Enna, per gli indicati reati di autocalunnia e procurato allarme.