lunedì 14 novembre 2011

Hanno tolto anche l'insegna di Ospedale! Il Chiello è morto!!!

Inutile continuare a prenderci in giro: ormai l’ospedale di Piazza è morto. Non sarà più un ospedale ma un PTA, ossia un semplice  presidio territoriale ospedaliero.
Tutti i vari provvedimenti degli organi regionali si sono rivelati utili solo a tamponare la situazione, come, ad esempio, il rinvio della chiusura dei punti nascita al 2012,  e servono solo a prolungare l’agonia del Chiello e degli altri piccoli ospedali siciliani.
Allora tutti si chiedono: di chi è la colpa?



Sarebbe facile fare demagogia e dire: è colpa alla politica, è colpa del sindaco di turno, è colpa dei medici, e chi più ne ha più ne metta.
La colpa, cari amici lettori, è del sistema. Di questo intollerabile sistema siciliano basato sulle clientele, sui favoritismi, sulle croniche inefficienze di chi non fa il proprio dovere e si pappa stipendi da favola.
Da cinquant’anni con la sanità hanno mangiato in molti: medici, imprenditori, professionisti ecc. a vantaggio di vari politici che sulla sanità hanno costruito le loro roccaforti elettorali. Basti pensare alle cliniche di Aiello e ai legami con Totò Cuffaro: quanti concorsi inulti li e spese folli per la gestione degli ospedali!!!
Il sistema è saltato e il Chiello è morto.
E’ inutile prendersela con Russo, con Nigrelli o con Lombardo. Adesso, cari piazzesi, l’unico obiettivo possibile è quello di ridurre i danni. Cercare di ottenere il massimo dal nuovo sistema sanitario ospedaliero.
Per questo occorre fare due cose:
UNO: evitare di piangersi addosso. Finiamola di screditare la classe medica piazzese. Utilizziamo al massimo, quello che rimane del Chiello.
DUE: autodeterminarsi. Per troppo tempo abbiamo avuto fiducia nella  classe politica ennese. Abbiamo litigato tra di noi, ci siamo fatti la guerra, e loro si “sono fottuti il babalucio”. Insomma,  abbiamo sempre fatto il loro gioco.
Adesso basta! Proviamo a fare da soli. Tanto peggio di così non può andare. Non è vero che occorre avere i riferimenti e i rappresentanti. Se si fa corpo comune e si comunica un’idea unitaria possiamo farcela lo stesso.
Dovremmo avere il coraggio di mandare a quel paese i deputati dell’ennese che non ci rappresentano e agire da soli. Corpo comune per un progetto comune. Alla prossima manifestazione lasciamoli fuori dalla città. Non facciamoli entrare. Vadano da qualche altra parte a combinare danno.

agostino sella
da arainews n. 18