giovedì 22 dicembre 2011

Rendite finanziarie, in Italia le tasse minori d'Europa

di VALENTINA CONTE

euro Le rendite finanziarie sono tutti i proventi e gli interessi, ovvero i guadagni, che un prodotto finanziario può generare a chi investe (persone fisiche o giuridiche). Prodotti che consistono in azioni o titoli di Stato (come i Bot e i Btp). Ma anche in depositi di conto corrente, obbligazioni, pronti contro termine, quote di fondi di investimento.

La manovra di agosto 2011 ha aumentato, per la prima volta in Italia, la tassazione sulle rendite finanziarie. Portandola per tutte (a partire da gennaio 2012) al 20%, con la significativa eccezione dei titoli di Stato.

Prima le rendite in Italia erano tassate con aliquote variabili, dal 12,5 al 27%. Il 12,5% si applicava alle plusvalenze generate sulle cessioni di Bot e titoli di Stato, azioni di società quotate sui mercati, obbligazioni, quote di fondi comuni di investimento. Il 27% colpiva, invece, gli interessi sui depositi di conto corrente e postali.

L’armonizzazione recente - fermo restando il prelievo del 12,5% sui titoli di Stato - ha portato l’aliquota al 20% per tutte le altre rendite. Un vantaggio per i conti correnti. Uno svantaggio per azioni e obbligazioni.
Nel resto d’Europa la tassazione delle rendite finanziarie è mediamente più alta di quella italiana e intorno al 20%. In alcuni Paesi sono previste franchigie, con una tassazione più bassa per importi minori, a tutela dei piccoli risparmiatori.