giovedì 9 febbraio 2012

Mario Conti sul posto fisso: "La generazione che sognava il pubblico impiego si è "fottuta" il mio futuro e quello dei miei figli"

In merito al post "Il posto fisso è una noia" ho ritenuto di dover dire la mia riguardo la polemica sui dipendenti della pubblica amministrazione in Sicilia.
Il discorso che ho in mente è molto complesso e non intendo certamente scriverlo in poche righe, quindi esprimerò soltanto la mia personale opinione in breve.  
Nessuno più di un siciliano sa che questa è una regione martoriata da una piaga che le ha impedito di svilupparsi come avrebbe meritato date la posizione geografica, la cultura,la storia e, soprattutto, gli uomini e le donne che ha ospitato ed a cui ha dato i natali: si chiama MAFIA.

La nostra terra è sede di mille contraddizioni proprio perchè in tutti i suoi organi non esiste la meritocrazia. Tutto ciò che di buono si è tentato di fare negli anni è stato oggetto di scherno ed ostacolato in toto. Nessuno si sognerebbe più di spendere i suoi sacrifici nel tirar su un'azienda che dovrà pagare una tassa enorme come il pizzo (in tutte le sue sfaccettature). Ecco perchè l'unica "azienda" fiorente in Sicilia è quella pubblica. Essa non deve rendere conto ad alcuno se il suo personale è in sovrannumero, se non fà bene il suo lavoro, se le assunzioni sono assolutamente clientelari. I suoi finanziamenti rappresentano un ricatto nei nostri confronti, messo in atto dai politici che negli anni si sono susseguiti pensando solo ad ingrassare le loro tasche ed a noi è sempre andata bene così. Adesso che le cose vanno male anche per i burattinai, si fanno le manifestazioni in piazza. E' tardi! Negli ultimi 10 anni, per fare un esempio, Piazza Armerina ha visto partire verso il famigerato nord almeno il 50% dei suoi giovani abitanti. Se tutto ciò vi sembra normale non occorre più agitarsi, siamo già morti. La generazione che sognava il pubblico impiego si è "fottuta" il mio futuro e quello dei miei figli (se mai potrò permettermene). Concludo dicendo che è ora di assumerci le nostre responsabilità, cominciando a scegliere chi ci governa usando il cervello che è l'unica cosa che ancora possediamo e non è tassata.
Mario Conti