di Gioacchino Giunta
.........il senso cristiano del voto all'ubbidienza è l'ubbidienza
della vita, alla gioia di vivere.
Il senso cristiano del voto della
povertà è il non essere ossessionati dai desideri, quello di fare ciò
che sappiamo fare dove possiamo farlo, di fare il nostro dovere e usare
le nostre doti con sincerità e tranquillità.
Il senso cristiano del
voto della castità è di restare con coscienza nei propri limiti: non
possiamo desiderare di volare se non abbiamo le ali, abbiamo le gambe e
ci accontentiamo di camminare.
E invece ci hanno insegnato a
rassegnarci alla tristezza e abbiamo ubbidito.
Ci hanno mandato a fare
la guerra, e abbiamo ubbidito, privandoci della gioia di essere mogli,
madri e fratelli.
Hanno imbavagliato la nostra creatività col giogo del
lavoro salariato, e abbiamo ubbidito, privandoci della gioia di essere
protagonisti del nostro lavoro.
Hanno castrato la nostra sessualità
privandoci della gioia di essere uomini e donne appagati e abbiamo
ubbidito.
Ci hanno ammazzati davanti alla televisione gestendo i nostri
pensieri e togliendoci il calore della famiglia, del dialogo e
dell'amore, e abbiamo ubbidito.
Ci hanno costretti a diventare
completamente dipendenti dai supermercati e dai cibi artificiali,
togliendoci la gioia del gusto e minando la nostra salute, e abbiamo
ubbidito.
Ci hanno creato desideri artificiali ed inutili
sprofondandoci in un terribile senso di perenne frustrazione, e abbiamo
ubbidito.
Ci hanno indotto a creare un'infanzia e una gioventù
arrogante, fannullona e vuota togliendoci la gioia di essere figli, e
abbiamo ubbidito.
Ci hanno costretti ad avere rapporti nevrotici e
vuoti con i nostri figli togliendoci la gioia di essere genitori e
abbiamo ubbidito.
Ci hanno allontanato dal rapporto con la terra, con
la natura, con il cibo, con il fuoco, con tutte le cose vere
imprigionandoci in un mondo feticcio tutto artificiale.
Ci hanno tolto
la gioia di essere uomini, hanno annichilito la spiritualità, ai nostri
cuori che altro non anelano che all'amore, e invece che all'amore
abbiamo, nostro malgrado, imparato ad essere violenti in ogni gesto
quotidiano della nostra vita.
Questo è un momento favorevole perché
l'umanità incominci a risollevarsi da questa secolare umiliazione: noi
possiamo smettere di ubbidire, ne abbiamo la forza e dobbiamo
acquisirne la coscienza.
Buona parte della nostra energia vitale e
lavorativa va sperperata in inutili mansioni che servono a mantenere
ancora più inutili carrozzoni e centri di potere, finendo noi stessi
per alimentare tutto ciò che non vogliamo e a cui non crediamo,
rendendocene complici.
Basterebbero pochi gesti simbolici per
incominciare a dichiarare guerra, una guerra di pace, ad un sistema
folle e distruttivo, e dare un segno forte verso la costruzione di una
riappacificazione con la vita e con la terra.