venerdì 2 marzo 2012

Angela Malvina L'Episcopo ricorda Lucio Dalla


CIAO  
Io c’ero. C’era tutta la città, quella sera. Ero arrivata tre ore prima del concerto. Non mi pesava, mi sentivo una libellula. L’adrenalina mi affrancava da tutto e tutti. La piazza si riempiva. E io ero lì, sotto il palco. Dio, che sera! Anche le stelle brillavano di più. Poi, eccolo! Commosso, commovente nello sguardo e nella voce, che emanavano vita. E avanti, bis su bis, la notte sorrideva. Abbiamo avuto il privilegio del suo dono. E ora sembra impossibile, innaturale, ingiusto. Ci dava poesia pura. Era generoso, umile, buono. Non a parole.
Amava lo sport, amava il mare, amava la natura. Amava il paradosso. Adorava Bologna, adorava Catania, adorava Milo. Nel suo “buen retiro” ai piedi dell’Etna, accanto all’amico Franco Battiato, trascorreva i giorni della quiete, in una casa antica, sospesa tra terra e cielo, gli occhi bevevano lo Ionio. Sulla targa all’ingresso, alla scritta “attenti al cane” qualche buontempone aveva aggiunto “Attenti al lupo”. Lui non ha mai cancellato quell’aggiunta: lui stava al gioco. Lui era unico. Lui, che aveva trovato l’amico Tenco riverso nel proprio sangue, a Sanremo, se ne è andato in silenzio, dopo l’ultimo Sanremo. Ci ha tolto il respiro, non ha offerto nulla al fagocitante business televisivo e giornalistico. Nulla, se non lo scacco.
Ciao, Lucio, riposa adesso. Che le stelle ti cullino, gentili. Ciao, grazie, disperato, erotico, dolcissimo Stomp.

Angela Malvina L’Episcopo