Fanno discutere le recenti
comunicazioni dell’alto commissario Vittorio Sgarbi che annuncia l’annullamento
per il 24 maggio dell’inaugurazione della Villa Romana del Casale in quanto i
lavori non saranno completati. “E’ la solita attestazione di superficialità e
mancanza di rispetto nei confronti della Città di Piazza Armerina, degli
operatori commerciali e dell’intero mondo culturale, che continueranno ad
essere privati di un importante patrimonio culturale che crea condizioni di
sviluppo per l’intero territorio”. – dichiara Riccardo Calamaio, presidente
della commissione cultura in seno al consiglio comunale – “Sgarbi non ha fornito
nessuna tempistica sul completamento dei lavori, dichiarando che non è suo
compito vigilare sui lavori, sottraendosi da qualsiasi responsabilità. E allora
per cosa viene pagato?
I cittadini sappiano che il suo ruolo è stato definito
dalla regione con Delibera G.R. dell'11 febbraio 2005 che, ai sensi dell’art.
80 della L.R. n. 17/2004 gli conferisce l’incarico di Alto Commissario affinchè
provveda a predisporre, promuovere e coordinare tutti gli interventi per la
conservazione, la tutela e la valorizzazione della Villa Romana del Casale di
Piazza Armerina, esercitando, altresì, le prerogative ed i poteri in ordine
agli interventi sul sito archeologico a valere sulla Misura 2.01 del POR
Sicilia 2000/2006 per un importo di 24 milioni di euro. E con delibera del 23
febbraio 2005 la regione lo ha equiparato ad un dirigente regionale determinandone
il compenso, il rimborso delle spese e di quant’altro si rendesse necessario
all’espletamento dei compiti d’ufficio. Con i poteri affidatigli avrebbe potuto
cambiare chi vuole, - continua Calamaio - e se i tecnici hanno lavorato male ne è corresponsabile.
È questo il destino dei dirigenti. È pagato per decidere ed ha i poteri per
spendere i soldi che gli sono stati affidati. Invece i lavori di restauro non
saranno completati, apprendiamo che sono necessari altri 5 milioni di euro, pertanto
bisognerà chiudere l’attuale cantiere, fare un nuovo progetto ed una nuova gara
d’appalto. Sgarbi dichiari con serenità che le cose non sono andate nel
rispetto dell’incarico affidatogli, prenda atto del fallimento e si dimetta o
rinunci al suo compenso, se proprio vuole portare a termine questa importante
opera. Uno stimato e rispettabile critico d’arte non sempre è adeguato per
assolvere impegni che richiedono competenze specifiche e costanza nel lavoro”.
Riccardo Calamaio