martedì 23 ottobre 2012

Le motivazioni del voto (dedicato ai votanti)

di LUIGI RUSSO
A pochi giorni dalle elezioni ho fissato alcune riflessioni sulle motivazioni del voto e vorrei condividerle.
 Il voto , come tutti sanno, é un diritto-dovere ma una certa cultura politica, sempre più interessata al "non voto", lo ha trasformato in un fatto discrezionale che rischia di far salire al 50% l'astensionismo elettorale.
Escludendo ogni valutazione sulle posizioni di chi fa politica attiva o sul voto di scambio o sui pacchetti di voto manovrati e dirottati anche all'ultima ora per cambiare le sorti di un candidato, ritengo che oggi la scelta del voto sia determinata da queste motivazioni : convenienza o interesse personale, condivisione di valori e programmi, stima e fiducia nel candidato, adesione emotiva, , appartenenza ad una determinata categoria sociale e, infine , il voto di protesta. Ecco una breve analisi per ciascuna motivazione.
a)  Convenienza o interesse personale sono le motivazioni di chi fa parte della cerchia  di amici, parenti e più che conoscenti del candidato, di chi lo sostiene nella sottintesa certezza di poterne  avere vantaggi , certi o probabili comunque diretti e non intermediati ; in questo caso si fa parte del comitato elettorale allargato;  il candidato si vota indipendentemente dalla reale possibilità che venga eletto perché  col voto gli si dà forza contrattuale  all'interno del partito che lo ha schierato;   stesse motivazioni  quando si conosce   personalmente il candidato e si pensa che avendone  bisogno si può chiedergli di essere aiutati; o  quando si é  ricevuta  dal candidato la promessa di  favore ben preciso e individuato ;   o ancora quando si accetta l'indicazione di amici che si ritiene possono assicurare  un contatto col candidato  che,  sia pure indiretto ,  può essere all'occorrenza  utile;   ovviamente in questo contesto ritroviamo anche chi  é riconoscente  per  favori  già ricevuti e , per questo,  fa  parte del " parco clienti"  che é  sempre  aperto in entrata;  
b)   Condivisione di valori ,  ideali e   programmi  politici :
-  in questo caso difficilmente si esprimono preferenze per i candidati,  ammesso che sia  consentito farlo;  questo é il voto più disinteressato e più libero  e come tale può cambiare nel tempo ;    ritengo che  questo tipo di  voto si sia   rarefatto perché   valori,  ideali  e programmi  sono rimasti troppo spesso sulla carta o nei propositi dei partiti per essere invece  largamente   offuscati da  una malcelata  pratica di  sistemi illegali rivolti al conseguimento d' interessi personali e privati.  Succede così che questa scelta "per condivisione"  diventi sempre più  la scelta del male minore o  delle ennesime speranze mal riposte ( il famoso "mi turo il naso e voto DC " di Montanelli );
c) il voto per stima e fiducia personale  nel candidato ,  indipendentemente dalla sua appartenenza politica,  é una scelta che si  verifica  spesso nelle competizioni elettorali locali dove é più facile  la conoscenza  dei candidati; é un voto libero quando non é condizionato  da  interessi personali e  costituisce  un'alternativa per chi  normalmente vota  per condivisione di ideali e programmi ;   
d) per  adesione emotiva  costituisce forse la scelta più diffusa soprattutto a livello di elezioni politiche; é attivata dai meccanismi psicologici instaurati dai dibattiti televisivi   dove i rappresentanti dei vari partiti si confrontano e si propongono a milioni di elettori per attrarli a sostegno delle loro posizioni politiche ;  per semplificare é la scelta dell'elettore trasformato in tifoso di partiti che,  come squadre di calcio,     si affrontano , anziché in uno  stadio, in uno studio televisivo partecipando  con i propri  leader a quei  talk show dove  vince chi é più persuasivo , più capace di attivare nel  telespettatore processi d'identificazione  che costituiranno la molla principale delle  sue  future scelte elettorali. Trattandosi di un voto emotivo é   fortemente legato al carisma del leader di riferimento e alla sua  presenza sul proscenio politico ( si pensi al possibile dissolvimento del  PDL  semmai Berlusconi  decidesse di non candidarsi ) ;


c) l'appartenenza ad una categoria sociale  è stata, in passato,  la motivazione principale  dell'adesione di milioni di operai al partito comunista ;  oggi la classe operaia ha perso la sua connotazione ideologica e unitaria e si è trasformata nella classe dei lavoratori dipendenti e dei pensionati inps,  socialmente più vasta ma politicamente sgretolata e senza un peso politico unitario, quella che solitamente viene definita "la classe dei soliti noti" ; più compatto  é invece il senso di appartenenza delle classi sociali del lavoro autonomo (professionisti, industriali, imprenditori, commercianti e artigiani)  le cui scelte sono particolarmente orientate verso i partiti che garantiscono  maggiore tutela ai loro interessi di categoria . Molto consistente ma politicamente inesistente é , infine,  la categoria dei disoccupati, inoccupati, precari, lavoratori in nero, casalinghe e giovani senza futuro che da sempre costituisce un bacino di voti a cui i partiti attingono a piene mani con promesse sempre uguali e sempre puntualmente disattese.
Capitalisti, banchieri,  manager, alti  dirigenti di stato  e faccendieri costituiscono, infine,  una  categoria sociale  a sé che si diversifica nelle varie "cricche" legatissime  al Potere che sanno bene per chi votare o far votare. 
e) per finire c'é il voto per protesta o di protesta.
Quello che  si dà ai partiti o  ai movimenti che vogliono cambiare tutto e si propongono come alternativa assoluta e innovativa rispetto allo status quo.   
E' stato  spesso un voto  molto consistente  ma  anche  molto frazionato e  dispersivo;   per questo  é risultato quasi sempre   inefficace e inconcludente .
Storicamente in Italia esiste solo il caso della Lega come esempio di una forza politica che é riuscita a trasformarsi da movimento di protesta in partito di governo con risultati eccellenti soprattutto a livello territoriale . Vedremo con i prossimi test elettorali quanto i recenti scandali interni  che hanno investito la leadership di questo  partito possono averne deteriorato l'immagine e il consenso.   
Oggi,  il Movimento dei Grillini si muove in questo solco protestatario ed é tutto da verificare se saprà resistere alla prova  dei fatti o se la sua protesta e le sue proposte si scioglieranno nel fallimento delle prime esperienze di governo.  In ogni caso é auspicabile che l' eventuale  successo possa determinare,   come risultato collaterale,  uno scossone alle strutture dei partiti tradizionali producendo al loro interno prima un reset generalizzato e dopo una ricostruzione su nuovi pilastri di onestà, trasparenza e democraticità.  

A quanti hanno deciso  di  votare e forse sanno  già per chi votare  spero di avere dato qualche spunto di riflessione per cambiare o confermare la loro  scelta in una prospettiva di coerenza con i propri  interessi di cittadino e con le proprie  speranze in un futuro migliore per sé e per tutti i Siciliani.

    
Alla prossima, dedicata ai non Votanti.