martedì 5 novembre 2013

In memoria di chi perde la vita in mare. Dal 2011ad oggi morte oltre 2600 persone.


L’UNHCR stima che dal 2011 ad oggi oltre 2.600 persone hanno perso la vita in mare nel tentativo di raggiungere le coste italiane, un numero impressionante e non esaustivo della tragedia che si consuma nei nostri mari, non un'emergenza ma un fenomeno prevedibile e prevenibile, da affrontare non esclusivamente con misure di Polizia di frontiera.


Mi chiamo Tareke, sono eritreo e sono arrivato in Sicilia nel 2005, anche io attraversando il mare dopo aver affrontato prigione libica, viaggi rischiosi ed estenuanti e respingimenti. Ho poi lavorato come mediatore culturale per "Save the children" e "Medici senza Frontiere". 
Ora con il Comitato 3 ottobre, stiamo chiedendo che si istituisca una giornata di memoria, il 3 ottobre per l'appunto, con lo scopo di ricordare tutte le vittime dei viaggi migratori nel mare Mediterraneo. 
Abbiamo già elaborato una bozza di legge e contiamo sull'appoggio di tantissime persone e organizzazioni: il Sindaco del Comune di Lampedusa Giusi Nicolini, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Save the Children, Emergency, Terres des Hommes Italia ONLUS, Legambiente, Centro Astalli, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), ARCI, UsigRai, MeltingPot., LIBERA!, Croce Rossa Italiana, Rete Comuni, Medici senza Frontiere.

Il riconoscimento della “Giornata della Memoria e dell'Accoglienza” potrà darci occasione di affrontare e discutere del fenomeno migratorio nei Comuni, nelle comunità locali, nelle Scuole e in modo capillare su tutto il territorio, al fine di diffondere la cultura dell’informazione e dell’accoglienza. 
Un percorso che ci consentirà di mantenere aperto un tema fondamentale per la convivenza e la pace: quello dei “diritti umani”.
Spero che sosterrai la nostra iniziativa firmando la petizione.
Grazie,

Tareke Brhane via Change.org