Purtroppo il mio soggiorno all'Expo 2015 di Milano è terminato. In questa straordinaria esposizione mondiale si possono visitare tutte la nazioni del pianeta ormai globalizzato e vedere il loro piano di sviluppo negli anni a venire ottimizzando la tematica della nutrizione mondiale. Ho percepito da questa esperienza che il mondo è in continua ascesa, basandosi prevalentemente sulla tecnologia divenuta strumento indispensabile per lo sviluppo economico e sociale dei popoli. A malincuore ho lasciato il sito espositivo per tornare a casa sapendo che quello che mi aspettava era molto ben diverso dall'esperienza expo, infatti non mi sono sbagliato. Ho immediatamente percepito tra la gente il perfetto contrario dell'esperienza expo, ovvero l'involuzione della specie. Eppure malgrado ciò tutti si vantano che siamo una città d'arte, di cultura, qualcuno nell'esaltazione popolare la chiama "Urbs Opulentissima". Forse 500 anni fa Piazza Armerina lo era, ma non più nei nostri giorni. Io credo che è un fattore di mentalità, una tendenza all'involuzione e all'autodistruzione morale che porta di conseguenza alla piattezza e all'annullamento di nuove prospettive, una chiusura mentale che porta solamente chiacchiere da bar e lotte epiche tra popolo e amministrazioni (che non sono servite mai a nulla), lotte tra cittadini contro cittadini.Una mentalità provinciale basata sull'invidia e sull'arroganza, sui pregiudizi altrui,una piccola parte (per fortuna sta sparendo) sulla intolleranza razziale. Non ci sarà mai un futuro e uno sviluppo economico e sociale se si mantiene questa mentalità. Ma molti ne vanno fieri di essere piazzesi, amano la la Città, si ritengono persone di culto ed estremamente Cattoliche, ma è solamente una maschera buonista quella che indossano, perchè nel loro animo sono degli ipocriti che snobbano i migranti e quelli che stanno nel gradino più basso della scala sociale. Il futuro non esiste a Piazza Armerina e non ci sarà mai (almeno per i prossimi decenni). Mentre il Mondo avanza noi andiamo indietro, però fieri di appartenere ad una importante Città del passato che ormai non ha più nulla di questo.
Mario Noto