
Piazza Armerina. Labri in azione all’ospedale piazzese Chiello. Ieri notte, alcuni ladri, hanno distrutto le macchinette del caffè che si trovavano nei locali del nosocomio e prelevato i soldi che c’erano all’interno dei macchinari. Un situazione che si è ripetuta più volte negli ultimi tempi e che indice sfiducia ai cittadini. Ieri, peraltro, è stato tentato di forzare lo sportello bancomat dell’ospedale che però non è riuscito. Il Chiello è preso d’assalto facilmente, quindi , durante le ore notturne. Ore i cui i pazienti sono all’interno dei reparti. In molti, dentro il nosocomio, si lamentano della mancata sorveglianza che invece, fino a qualche tempo addietro, era assicurata dall’Asl. Ieri in mattinata sul posto si sono recati i carabinieri guidati dal commissario Michele Cannizzaro che hanno avviato una serie di indagini per scoprire i ladri che spaventano l’ospedale. Nel pomeriggio di ieri arriva un duro intervento di Sebastiano Arena, coordinatore dell’osservatorio della sanità permanente. La situazione è esplosiva – dice Arena - e la Direzione è lontana. L’ospedale di Piazza Armerina è in balia da tempo di facinorosi, delinquenti, ladri, bravi che, nottetempo e senza ritegno, entrano nella struttura, sicuri di farla franca, e manomettono, scassinano, rubano. é accaduto perfino che, con atteggiamento malavitoso, hanno minacciato più o meno larvatamente il personale in diverse occasioni. Malviventi sconosciuti, s’introducono, impunemente e non visti, nei locali dell’ospedale e devastano i distributori delle bevande, l’edicola dei giornali, attaccano il bancomat, rubano le elemosine della cappella e mettono in preoccupazione il personale per la possibile escalation criminale. Per questo oggi è avvenuta una riunione dei dirigenti i quali hanno esaminato lo stato dell’ospedale e hanno stilato un comunicato da consegnare alla direzione sanitaria esprimendo vive preoccupazioni e chiedendo la giusta attenzione per la messa in sicurezza del nosocomio. L’Osservatorio Sanitario Permanente intende intervenire presso il Sindaco e denunciare la situazione al Prefetto”