mercoledì 4 dicembre 2013

DonneInsieme conclude il III corso di formazione per conoscere e contrastare la violenza sulle donne.

Piazza Armerina. Sabato 30 novembre si è concluso il corso “Ti tengo per mano”, rivolto alle donne che vogliono conoscere gli aspetti della violenza intra ed extra-familiare contro le donne.
Il corso ha permesso alle partecipanti, 28 corsiste provenienti da tutto il territorio ennese, di individuare la corretta ed efficace modalità di aiuto alle donne che vogliono uscire dalla spirale della violenza di genere, e di diffondere la “cultura di genere”, che rifiuta il dominio maschile, presupposto della violenza stessa.
Gli incontri di 36 ore si sono svolti nell’ex Convento di s. Anna e sono stati svolti sia dalle relatrici interne del centro antiviolenza che da professionisti del settore, come la dott. Gaetana D’Agostino, psicologa e psicoterapeuta, la dott.ssa Luisella Madia, neuropsichiatra infantile dell’ASP di Enna, il dott. Vinicio Romano, psichiatra e psicoterapeuta dell’ASP di Enna, la dott.ssa Maria Cristina Passnanante, Referente della Regione Sicilia dell’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica.
Al termine del corso, le partecipanti hanno ricevuto l’attestato di partecipazione e si sono recate allo sportello antiviolenza ed antistalking del centro, sito nei locali del Comune di Piazza Armerina, per poter vedere da vicino il luogo in cui le volontarie di DonneInsieme svolgono i servizi di accoglienza e di primo colloquio con le vittime della violenza di genere.
“Anche questo III corso appena concluso è stato un “viaggio interiore” – ha dichiarato Maria Grasso, presidente del centro antiviolenza DonneInsieme “Sandra Crescimanno” - non solo per le nostre corsiste, ma anche per noi, che ogni giorno ci misuriamo con il fenomeno della violenza e siamo impegnate affinchè le donne che varcano la soglia del nostro Sportello trovino il sostegno di cui hanno bisogno e sentano di essere nel luogo giusto. Il nostro è un lavoro difficile; noi “maneggiamo materiale umano” che è fragile e delicatissimo, e la nostra parola d’ordine più importante è sempre una: “FORMAZIONE”, perchè non si può gestire un servizio di accoglienza alle vittime della violenza domestica improvvisando i saperi, le competenze ed il ruolo professionale che siamo chiamate a svolgere.”