
Il 2 ottobre, anniversario della  nascita del Mahatma Gandhi, è stato recentemente dichiarato dalle Nazioni  Unite Giornata Mondiale della  Nonviolenza. 
In un secolo come quello da poco  trascorso, più di ogni altro segnato dallo scatenarsi di terrificanti potenze  distruttive, la figura di Gandhi è un esempio luminoso di quanto può fare l’uomo  per amore della verità, della giustizia e della pace. Cittadino a pieno titolo  della comunità degli uomini giusti e santi, che in ogni tempo e cultura hanno  offerto se stessi in dono ai loro simili, egli ha dunque meritato di diventare  il simbolo di una via in cui l’umanità ripone le sue speranze più  profonde.
Anche il nuovo secolo si è aperto con l’incubo di nuove distruzioni, e tutt’oggi l’inquietudine si rinnova. In questi giorni in India, nella patria stessa di Gandhi, le violenze dei fondamentalisti indù contro i cristiani hanno fatto percepire il lato oscuro che ogni cultura porta in sé, contro il quale è chiamata a fare argine.
In un mondo sempre più interdipendente, le tensioni che lo scuotono mostrano dunque l’urgenza di riferimenti unificanti e condivisi, a cui le decisioni politiche possano ispirarsi. La nonviolenza, o meglio ciò che Gandhi intendeva con satyagraha, cioè forza della verità, può essere il primo di questi riferimenti.
Possa il riferimento a Gandhi essere fonte d’ispirazione per l’umanità odierna.
ps. Sarebbe opportuno che il consiglio comunale di oggi facesse un cenno alla giornata della non violenza.
Ma credo, i consiglieri, forse, pensano ad altro...

