lunedì 8 novembre 2010

Il nuovo corso del PD a Piazza Armerina

di Luigi Russo

Scusate, posso chiedere perché il nuovo segretario del locale PD abbia o debba avere il potere di pretendere che il Sindaco azzeri la sua Giunta per poi rinnovarla secondo le direttive del partito ?
Penso che un ripasso della normativa sull’ elezione del Sindaco possa esserci utile per rispondere a questa domanda.
• Il Sindaco è stato scelto direttamente dagli elettori.
• E’ vero che la sua candidatura è stata resa possibile dal sostegno del PD ma non si può dire che il PD a Piazza Armerina possa vantare una forza elettorale corrispondente ai voti espressi in favore del Sindaco.

• La legge impone al Sindaco di indicare , in sede di candidatura, il programma che intende realizzare e almeno la metà dei nominativi che entreranno a far parte della Giunta in caso di elezioni; tale scelta , sul piano formale, rimane di sua esclusiva prerogativa e discrezionalità.
• Per altro, l’attuale Sindaco, prima della votazione in ballottaggio, ha indicato interamente la compagine di Giunta che intendeva nominare in caso di elezione; pertanto gli attuali Assessori hanno ricevuto, indirettamente, il consenso del corpo elettorale che ha votato il Sindaco.
• I partiti, nel presentare le loro liste, devono indicare il candidato a Sindaco che intendono sostenere e il programma da attuare; ovviamente , questo programma è lo stesso presentato dal “loro” candidato e si presume, pertanto, concertato e condiviso.
• Al sindaco, una volta eletto, viene garantita una solida maggioranza (60%) in Consiglio comunale attraverso un premio in favore delle liste che lo hanno sostenuto.
• Il sindaco può essere sfiduciato dal 65% dei consiglieri comunali e in tal caso si va a nuove elezioni.

Se questa, in sintesi, è la legge che regola l’elezione del Sindaco e della sua Giunta, si può convenire che i punti di forza innovativi e pervasivi di questa normativa siano:
• dare agli elettori la possibilità di scegliere direttamente il Sindaco;
• dare al Sindaco la possibilità di amministrare senza rimanere ostaggio dei singoli Consiglieri comunali ( governabilità collegata al premio di maggioranza ), essendo prevalente la volontà manifestata dal corpo elettorale ;
• subordinare la volontà dei Consiglieri alla volontà degli elettori, in quanto sfiduciato il sindaco , si va tutti a casa per nuove elezioni.
In poche parole, la democrazia è attuata assegnando ai partiti un ruolo di canalizzazione della volontà elettorale e lasciando il primato ai cittadini ( popolo) in quanto elettori.
A questo punto vorrei capire a che titolo il Segretario locale di un partito può sfiduciare un Sindaco e una Giunta che hanno avuto il consenso della maggioranza degli elettori?
La risposta potrebbe essere che il Sindaco si è presentato per la realizzazione di un programma condiviso con il partito che lo ha sostenuto e, se lui o i suoi assessori ne hanno fatto carta straccia, il partito è legittimato ad intervenire per pretendere la coerente realizzazione del programma concordato. Giusto.
Ma , a parte che i programmi si devono adattare agli accadimenti (eventi naturali, leggi, entrate finanziarie, fatti ambientali , crisi economiche etc..) che si verificano nel tempo e quindi un’attività amministrativa non può essere paragonata allo svolgimento di un tema o alla soluzione di un problema in classe ( dove non puoi andare fuori tema o non puoi trovare un risultato diverso da quello previsto), ci sarebbero altre considerazioni da fare e per farla breve, ne proporrò una per tutte , a titolo esemplificativo.
Andate a leggerVi da una parte la mozione congressuale presentata dall’attuale Segretario del PD locale ( sito dell’associazione “Legalità&Sviluppo”) e dall’altra la relazione annuale presentata dal Sindaco ai sensi della L.R. 7/92 ( sito ufficiale del Comune ).
La prima, mi sembra, si possa sintetizzare in due parti :
- l’una è costituita da pesanti ma generiche accuse all’attività del Sindaco e della sua Giunta che non sarebbe stata coerente con il programma concordato; in particolare nel metodo, perché sui risultati la critica evapora e non è mai circostanziata ;
- l’altra parte è un concentrato di idee, teorie , proposte, utopie e slogan, ben formulato e avvincente, sul modo di fare politica e sui principi , assolutamente condivisibili, da adottare come inderogabili linee guida nell’esercizio dell’attività amministrativa. Il tutto espresso con impareggiabile abilità stilistica e, immagino, declamato con altrettanta capacità oratoria.
. La relazione del Sindaco si articola in una pedissequa elencazione di fatti e atti eseguiti o predisposti per fronteggiare le svariate e complesse esigenze della nostra comunità cittadina. Lo stile non è pindarico e , per quanto non può sottrarsi alla rigidità del linguaggio burocratico, la lunga relazione si fa leggere d’un fiato per l’interesse dei suoi contenuti.
Certo non ci si può aspettare che un Sindaco rassegni più di tanto le incapacità manifestate o le sconfitte subite nel corso della sua amministrazione ma , complessivamente, si coglie l’impegno profuso per un’attività dove si è cercato di non lasciarsi appiattire nel tran tran dell’ordinaria amministrazione.
Una menzione particolare merita la frequente segnalazione ( in rosso nel corso della relazione ) del fatto che talune attività siano state la puntuale e compiuta attuazione di quanto “promesso” nel programma elettorale.
Comunque e chiudo, tra il dire ( Segreteria PD ) e il fare (Amministrazione Comunale ) credo che sia veramente legittimo aspettare la fine della legislatura per rassegnare agli ELETTORI il giudizio sull’operato del Sindaco, ammesso che voglia ripresentarsi per essere rieletto.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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