L’iniziativa sulle tracce dei Pellegrini, Cavalieri e Viaggiatori che si è svolta lo scorso fine settimana partendo dalla chiesa di Santa Cristina la Vetere nella via dei Pellegrini, strada antica e dimenticata di Palermo, per giungere al Gran Priorato di Sant’Andrea, porta di Piazza Armerina è stata un successo senza precedenti. A confermarcelo il responsabile dell’associazione Fiab I Vispi Siciliani.
“Questo viaggio cicloturistico – dice il presidente dell’associazione Totò Trumino - ci ha condotto come moderni “Pellegrini”, in sella alle nostre biciclette, alla “scoperta” di un percorso “insolito”, immersi nell’atmosfera dell’“itinerario culturale relazionale” che taglia la Sicilia sino a giungerne al cuore. I percorsi, trasformati ma riconoscibili, facenti capo alla “stagione” dei grandi pellegrinaggi del Medioevo (le vie Francigene, esistenti ma poco o per niente conosciute in Sicilia) sono stati il filo invisibile che abbiamo “pedalato” in questo viaggio. Insieme, e lentamente, la via ci ha raccontato storie e svelato le ragioni del suo essere attuale; abbiamo incontrato luoghi e simboli in cui la pietra “racconta”: castelli (come Misilmeri, Cefala Diana e Vicari), eremi e luoghi di sosta (Bilici o il feudo Friddani) ed una fittissima rete di casali e masserie che proprio come hanno fatto nel medioevo hanno offerto ospitalità, testimoni di un frammento della storia siciliana e dei suoi abitanti passati ed odierni (il casale di Riena tra Lercara freddi e Castronovo è uno di questi). Questo viaggio – conclude Trumino - è stato una esperienza di sensazioni fisiche ed emozionali pervasive, di quelle che restano dentro, che ci ha coinvolto a sentirci parte del territorio, non semplici osservatori, ma protagonisti della sua natura. Siamo partiti in 15 ed arrivati in 30, ma in 5 (Daniele, Sebastiano, Vincenzo, Clara e Totò) abbiamo percorso le tre tappe ognuno con uno spirito diverso, ma siamo tornati a casa con la medesima convinzione e pronti a ripartire per il prossimo “viaggio” e cioè che l’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze e nel condividerle anche con chi non si è mai conosciuto.”
“Questo viaggio cicloturistico – dice il presidente dell’associazione Totò Trumino - ci ha condotto come moderni “Pellegrini”, in sella alle nostre biciclette, alla “scoperta” di un percorso “insolito”, immersi nell’atmosfera dell’“itinerario culturale relazionale” che taglia la Sicilia sino a giungerne al cuore. I percorsi, trasformati ma riconoscibili, facenti capo alla “stagione” dei grandi pellegrinaggi del Medioevo (le vie Francigene, esistenti ma poco o per niente conosciute in Sicilia) sono stati il filo invisibile che abbiamo “pedalato” in questo viaggio. Insieme, e lentamente, la via ci ha raccontato storie e svelato le ragioni del suo essere attuale; abbiamo incontrato luoghi e simboli in cui la pietra “racconta”: castelli (come Misilmeri, Cefala Diana e Vicari), eremi e luoghi di sosta (Bilici o il feudo Friddani) ed una fittissima rete di casali e masserie che proprio come hanno fatto nel medioevo hanno offerto ospitalità, testimoni di un frammento della storia siciliana e dei suoi abitanti passati ed odierni (il casale di Riena tra Lercara freddi e Castronovo è uno di questi). Questo viaggio – conclude Trumino - è stato una esperienza di sensazioni fisiche ed emozionali pervasive, di quelle che restano dentro, che ci ha coinvolto a sentirci parte del territorio, non semplici osservatori, ma protagonisti della sua natura. Siamo partiti in 15 ed arrivati in 30, ma in 5 (Daniele, Sebastiano, Vincenzo, Clara e Totò) abbiamo percorso le tre tappe ognuno con uno spirito diverso, ma siamo tornati a casa con la medesima convinzione e pronti a ripartire per il prossimo “viaggio” e cioè che l’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze e nel condividerle anche con chi non si è mai conosciuto.”