Caro Agostino,
il lungo rapporto di amicizia che ci lega non mi esime dall’inviarti questa mia nota relativa ai tuoi commenti circa le dimissioni di Pino Grillo dal Consiglio comunale.
Più volte in questi anni abbiamo polemizzato tra noi non condividendo per nulla il tuo pregiudiziale atteggiamento nei confronti di Lina Grillo, assessore alle Politiche sociali della mia Giunta che ha condiviso con me la scommessa delle elezioni del 2008, fin dal preciso momento in cui io accettai la proposta di candidatura invitandola a fare parte della squadra e gli oltre tre anni e mezzo di lunga e proficua attività a servizio della nostra comunità.
il lungo rapporto di amicizia che ci lega non mi esime dall’inviarti questa mia nota relativa ai tuoi commenti circa le dimissioni di Pino Grillo dal Consiglio comunale.
Più volte in questi anni abbiamo polemizzato tra noi non condividendo per nulla il tuo pregiudiziale atteggiamento nei confronti di Lina Grillo, assessore alle Politiche sociali della mia Giunta che ha condiviso con me la scommessa delle elezioni del 2008, fin dal preciso momento in cui io accettai la proposta di candidatura invitandola a fare parte della squadra e gli oltre tre anni e mezzo di lunga e proficua attività a servizio della nostra comunità.
Tu scrivi: “Lina Grillo rimane assessore. Hanno fatto dimettere Pino Grillo eletto dal popolo. L'avevo detto. Peccato, brutto segno. Poteva essere l'inizio di una svolta vera. La politica piazzese proprio non va. Vecchie logiche la fanno da padrona.”
Tutto ciò è palesemente falso. Nessuno ha fatto dimettere Pino che, valutando la situazione creatasi con l’entrata in vigore della legge regionale 6/2001 ha ritenuto liberamente e, secondo me, generosamente e lealmente, di ritirarsi dalla scena, come ha scritto nella nota inviata al Presidente del Consiglio e, per conoscenza al Sindaco, per consentire a Lina di continuare ad operare in un settore così delicato, in particolare in una fase di crisi come quella che il Paese e la nostra città stanno attraversando.
La legge che sicuramente tu non hai letto afferma (art. 4, comma 6): “Non possono fare parte della giunta il coniuge, gli ascendenti ed i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della giunta e dei consiglieri comunali”.
Ciò significa che, laddove c’erano di tali incompatibilità sopraggiunte, si doveva procedere alla loro eliminazione, in uno dei modi possibili. Se Pino Grillo fosse stato fratello del Sindaco, si sarebbe dovuto dimettere il primo cittadino? Né vale il fatto che Lina fosse stata designata da me e non direttemente eletta, perché insieme ci siamo presentati fin dal primo turno e insieme siamo stati eletti.
Tu, dunque, consideri “vecchie logiche” o “brutto segno” il rispetto della legge, dando la stura a commenti, come sempre anonimanente velenosi, che si basano sulla inesatta informazione che hai fornito e sulla tua interpretazione pregiudiziale e capziosa della vicenda. Al contario, gli amministratori che in molti comuni si sono “autosospesi” (che amministrativamente non significa nulla) nella speranza che l’ARS modifichi la legge sono semmai coloro che non stanno rispettando la legge vigente.
Con immutata amicizia e affetto
Carmelo
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