domenica 3 giugno 2012

Un braccio di ferro tra Cittadini e “facchini”. Riprendiamoci la.città

di Santo Pecoraro
Sociologo e Criminologo



Introduzione

Sono passati ben tre anni dal mio ultimo intervento sul tema della diseducazione civica, che cresce più rapidamente della gramigna; comportamenti il cui focus è la mancanza reciproca del rispetto degli altri, specie dei più fragili come gli anziani o i portatori di handicap.
Episodi personali o accaduti a miei Amici mi inducono ad una nuova incursione sul tema dell’educazione civica; non con intenti moralizzatori, ma con lo scopo di rendere meno difficile la quotidianità di tutti noi!
Poiché la somma dei cattivi comportamenti di ciascuno di noi è quella che poi rende faticosa la nostra convivenza con la gente ed il territorio.
Ciò di cui scrivo non è ovviamente solo un problema di Piazza Armerina, ma anche di altre località più o meno metropolitane; siccome a Piazza viviamo di Piazza Armerina scriviamo!
Per rendere più comprensibile la motivazione che mi ha spinto a scrivere su questo tema racconterò in forma breve tre episodi.
Primo episodio
Qualche mese fa in Piazza Europa incontrai un mio amico che, nervoso, mi comunicava che doveva recarsi  in Ospedale per una visita importante, era agitato perché si trovava ad essere in ritardo.
 Mi misi a disposizione per accompagnarlo, ma Lui mi disse di avere la sua macchina, con dentro tutta la documentazione sanitaria, parcheggiata nei “micro”-stalli della piazza, ma che non era ancora andato perché davanti e dietro la sua auto due automobilisti  avevano “parcheggiato” la loro auto. Avendo anch’io fretta, mi offrii di accompagnarlo in Ospedale; ma lui rifiutò, dicendomi che suonando il clacson, come già faceva da qualche minuto, i  “signori “ autisti delle auto, che lo bloccavano, sarebbero sicuramente arrivati. Passai dalla Piazza dopo trenta minuti e trovai il mio amico con la sua auto ancora bloccati nel “micro”-stallo: le auto parcheggiate nella stessa identica situazione di prima e lui... “incavolato nero”.
Sul come sia andata a finire ve lo lascio immaginare …
Secondo Episodio
Esco dal salone da barba bello fresco e rasato, sento un motore d’auto ad alto regime e mi accosto istintivamente al marciapiede; ma non basta, un colpo di specchietto retrovisore destro di un fuoristrada mi colpisce con forza al braccio sinistro ( ancora mi duole il braccio ). Il “ signore autista” sente il colpo e guarda il retrovisore accorgendosi di me, ma, invece di fermarsi, l’irresponsabile accelera e se ne va! Leggo alcune lettere della targa…
Terzo Episodio
Mi trovavo qualche giorno fa  con degli amici  “al Cascino” e  vidi un signore, avanti con gli anni, che spingeva la carrozzina di una persona impossibilitata a deambulare. Dovendo scendere dal marciapiede, il poveretto trovò il relativo scivolo, riservato alle persone con difficoltà motorie, bloccato da un’auto parcheggiata. In difficoltà la persona ci chiese aiuto per far scendere l’alto marciapiede all’ammalato ed io, essendo stato pratico negli ultimi anni di movimentazione di carrozzine, mi prestai a togliere i manubri di mano al conduttore e, agevolmente, feci scendere il mezzo ruotato. D’un tratto, un Signore, a bordo della sua auto, suonò all’impazzata e pensai: “ E’ pazzo!?”; invece questi fu il nostro salvatore( mio e del signore sulla carrozzina), poiché un autista spericolato, nel parcheggiare l’auto, dove tra l’altro non si poteva parcheggiare, stava per travolgere me e l’ammalato che stavo aiutando.
L’intervento sonoro del primo autista e di un mio amico che si mise a battere sulla carrozzeria dell’auto del provetto parcheggiatore  ci ha salvato, il secondo autista( per intenderci  quello della parcheggiata bullesca) se n’è andato come se nulla fosse.
Ma non è finita qui … poiché mi riservai di aspettare la persona che, parcheggiando avanti allo scivolo riservato ai disabili, aveva attivato tutta questa serie di eventi pericolosi. Gli amici mi dissero di lasciar perdere, ma io non  lasciai perdere e quando è arrivò quel signore gli raccontai i fatti che stavano accadendo per sua colpa.
Com’ è finita?
Il signore si è rese conto d’aver rischiato corresponsabilità di tipo civile e penale e molto civilmente ha spostato la sua auto. Bravo!

  
Che dire dunque se non “Sustentat ne cadat!”
E’ una frase latina che fa mostra di sé in una delle più belle chiese di Piazza Armerina, ai curiosi il suggerimento di scoprire dove si trova la didascalia.
Quello, comunque, che più importa è l’immagine di sostegno alla quale la massima è legata.
E’ arrivato, infatti, il momento che le forze positive del paese riprendano in mano la situazione: che sostengano appunto l’impianto delle regole della convivenza civile che hanno sempre contraddistinto la nostra storica città normanna. Inciviltà e maleducazione imperversano?!
Questo sembra diventato il paese de “ Il mio diritto è mio e quello degli altri è pure mio!”; è questo quel filo rosso che collega in maniera poco apparente, ma sostanziale la mentalità balorda e criminogena di bulli, maleducati, delinquenti, incivili; tutte quelle persone, insomma, che credono di essere titolari solo di diritti e vedono gli altri titolari solo di doveri, quali altri? Gli altri: gli anziani, i disabili,i più deboli, le persone più educate, la brava gente, la società civile per l’appunto.
Da criminologo normocentrico ( La scuola criminologica del Prof. G.V. Pisapia n.d.r.) comincio ad allarmarmi dell’andazzo ir-regolare della convivenza sociale; tant’è che uno sparuto manipolo di devianti, una sparuta minoranza di gente problematica o vaistasa ( termine baariuoto n.d.a.) riescono a rendere fastidiosa la vita alla maggioranza dei cittadini.
Non ci si nasconda come gli struzzi poiché le cronache dei giornali non vanno dimenticate: l’attacco a luoghi e a persone simboliche dell’organizzazione sociale e a parti di essa non va sottovalutata, così come lo stato disordinato degli spazi collettivi della città.
Il senso della sregolatezza nel sistema della città tende ad aumentare il senso dell’insicurezza individuale e per conseguenza la temperatura dell’aggressività collettiva, e con questa frase abbiamo citato l’analisi sociologica sulle città di un grande antropologo come Corradini: sic!
La politica ed i politici li ho visti silenti,rispetto a questo subdolo sgretolarsi della convivenza civile, salvo che qualche nota mi sia sfuggita, essendo spesso per motivi di lavoro fuori sede, e in tale ipotesi mi scuso anticipatamente con cotali persone, associazioni, partiti, etc.
Ciò che non mi è sfuggito sicuramente è invece la grande sensibilità dimostrata, sul campo dell’ordine sociale, dagli uomini delle forze dell’ordine operanti nel territorio della città e dai loro Dirigenti, a questi va dato il merito di avere capito, forse più di altri deputati a farlo, il pericolo subdolo di questo modus vivendi che rischia di avvolgere la città in un bozzolo da cui non nascerà sicuramente una farfalla, ma un mostro collettivo. Il punto è che il loro impegno rischia di diventare quasi vano se li lasciamo soli, senza il grazie “espresso” della cosiddetta società civile e l’esercizio da parte di questa del controllo civico.
Occorre un grande progetto educativo, collettivo, condiviso e sinergico che lavori per il recupero di condotte civili e comportamenti eterocentrici; non possiamo lasciare questo compito titanico solo sulle spalle della Scuola, della Chiesa, delle Forze dell’Ordine e della Stampa. Sveglia: Sustentat ne cadat!
E’ necessario mettere i riflettori sull’imbarbarimento dei comportamenti individuali e collettivi palpabili nella nostra cittadina.
Qui non si parla di grandi eventi, dei grandi crimini, ma di piccoli comportamenti devianti, di pillole di quotidiana inciviltà, di squarci nel tessuto ordinato della convivenza, di maleducazione la quale è molto più contagiosa dell’influenza  A!
Gli squarci non vanno mai sottovalutati; lo squarcio nella vela va ricucito, lo squarcio nella chiglia può procurare un affondamento, uno squarcio nelle indagini può capovolgere il piano investigativo,insomma nel bene e nel male uno squarcio va sempre accuratamente valutato. Anche gli squarci nelle norme dei comportamenti collettivi non vanno sottovalutati, anzi, proprio questi, vanno attentamente tenuti sotto osservazione.
Gli squarci di cui mi voglio occupare in questo numero sono quelli provocati nella convivenza quotidiana del paese da quattro vastasi ( termine in uso nella città dò liotru) all’assalto delle regole della buona educazione e del rispetto del prossimo loro. In verità la categoria dellavastaseria è diffusa su tutto il territorio nazionale, ma qui vogliamo occuparci dei vastasi autoctoni o d’importazione, che rischiano di diventare un modello di comportamenti, specie tra i giovani!!!
Chi sono i vastasiani?
Uno dei segnali di riconoscimento del vastasiano è il suo modo di parcheggiare, infatti per l’imbecille la sua auto è come una supposta: la deve avere sempre a portata di …., sicchè se la parcheggia sempre a portata, diciamo,…. di mano: dovunque a destra o a sinistra, anche nelle strade strette; per gli altri automobilisti difficoltà di manovra? Ma che gliene frega, il territorio è suo, è segnato come fanno i cani di cantunera, lui ilvastaso parcheggia dove gli pare e come gli pare. E la Gente che aspetta l’ambulanza, il mezzo di soccorso? Si arrangino: troveranno loro una soluzione!
Diversa è la storia se un altro vastaso ha osato parcheggiare come lui fa normalmente, perché il vastaso 1 si ricorda immediatamente di essere titolare del diritto di passare con la sua supposta (.. pardon! Con la sua auto!) senza il rischio di aver danni o di faticare nella manovra a causa delvastaso 2.
Altro modo di parcheggio del vastaso 1/2 o della vastasa xx è quello di bloccare l’uscita di altre auto ferme in sosta, ma mossi sempre da motivi nobilissimi: come quello di comprare le sigarette, prendere un caffè “veloce” di venti minuti, comprare la scalora, salutare un amico che non vedeva da un sacco di tempo (.. almeno almeno da 2/3ore), comprare un gratta e vinci o ricaricare il telefonino per far buttare giù la pasta, e basta con gli esempi., anche perché chi legge potrebbe aggiungerne a iosa di motivazioni vastasiane udite con le proprie orecchie.
In sintesi il maleducato non parcheggia, ma… porcheggia! Tutti hanno presenti code interminabili di madri e padri di famiglia imbottigliati nelle auto a causa del maleducato/a di turno. Ma la cosa di sapore faunistico deibeoti 1 e 2 è il sorriso ebete e la voce garrula con i quali tornano sul luogo del misfatto, spinti da quel solo neurone che all’interno della scatola cranica si è attivato, e che grida sconsolato, come fa la particella di sodio della nota pubblicità dell’acqua minerale,:
 Scùùsaaatiii……!”
A parte va analizzato il comportamento del/la supervastaso/a il/la quale non si degna neanche di scusarsi con una stupidaggine, ma ti guarda come a dire: “ MaTU non sai chi sono io? …e noi? Ne conosciamo la risposta: “Sì, lo so chi è LEI… un/a maleducato/a!” Certo per evitare il comportamento scorretto di questi pochissimi vastasi dal parcheggio selvaggio un grande aiuto sarebbero gli stalli non i micro-stalli (molti di colore blu, e pochi di colore bianco, e che non scompaiano dopo pochi mesi dalla messa in opera..),
Insomma, per mettere i parcheggiatori maleducati in riga, ci vogliono anche le strisce bianche e bianchi passaggi pedonali!!
Ah… dimenticavo, ci sono anche alcuni giovani già apprendisti vastasiche scorazzano o parcheggiano sui marciapiedi i loro motorini,costringendo anziani, signore con le carrozzine ed i loro bimbi a scendere con grave rischio per la pubblica incolumità; ma sìì!!! Loro possono: hanno imparato che in branco possono: sporcare, offendere gli adulti, schiamazzare a qualsiasi ora ed altro…!
A… proposito suggerisco di partire PRIMA con una campagna di sensibilizzazione civica e solo POI… con il rigore!!
E’ più efficace un’azione morbida, ma rigorosa e costante nel tempo che azioni episodiche e drastiche, anche perché l’influenza di tipo M…(…aleducazione) a quanto pare è stata molto contagiosa e non ha discriminato né l’età né la condizione sociale, purtroppo!!
Specie di questi tempi “UNA CITTA’ PIU’ SERENA, PIU’ ORDINATA, PIU’ EDUCATA E TRANQUILLA FAREBBE BENE ALLA SALUTE DELLA CITTA’ E DI TUTTI!!!
Certo non è facile: code, imbottigliamenti, transito difficoltoso, confuso e quant’altro; la  mancanza di un piano traffico efficace per la mobilità veicolare complica la vita di noi cittadini , ma è altresì vero che il ruolo dei maleducati al volante è decisivo.
Infatti, quando la squadraccia dei maleducati al volante si muove, la prima regola che seguono è quella che la precedenza è sempre la loro, comunque.
Quando il/la bullo/a è al volante,ed ha fretta per le ragioni più diverse, guai a chi si frappone tra lui e la sua destinazione: bambini che attraversano la strada, anziani che si attardano sulla carreggiata, turisti rompiscatole che ammirano la città, gente che si attarda nella manovra di parcheggio, guai a loro perché, come minimo, il bullo si attacca al clacson come le mosche si attaccano sulla m….armellata.
Quando ad un incrocio, gentilmente, cedi la precedenza al/allavastasiano/a questi non ti ringrazia mai, insomma per lui/lei hai fatto il tuo dovere, perché al/alla vastasiano/a gli tocca e basta, sempre!
L’altro giorno ho assistito ad una scena singolare!
Siamo in esterno giorno, in una delle vie del centro, primo pomeriggio; un gruppo di turisti spagnoli ammirano i segni della nostra città normanna, dall’altra parte della via si sente un rumore assordante che la testa vuotache era alla guida dell’auto, probabilmente, riteneva “musica”, degna di essere ascoltata da tutto il paese, così da spararla a non so quante centinaia di Watt dentro la sua auto e le sue orecchie, sicuramente protette da un robusto strato di cerume. Quando Testa Vacante, alias Testa Léggia, si è avvicinato al gruppo dei Turisti, è successo un mezzo miracolo, poiché il conduttore della discoteca ambulante, vista l’espressione sbigottita degli ospiti spagnoli, ha abbassato di colpo il volume!! Ma il mezzo miracolo è durato poco, infatti poco dopo l’assordante defecata pentagrammata ha ripreso vigore, accompagnata dall’espressione pensierosa di Testa Vacante che si sarà chiesto, senza,peraltro, riuscire a darsi una risposta: “ Ma perché ho abbassato il volume? Perché questi stranieri mi guardavano? Come si sono permessi a farmi quella taliata di rimprovero? Loro che sono di fuori… a me…un paesano: il paese è mio non è loro!”.
Non oso riportare i commenti fatti dal gruppo dei turisti spagnoli: non farebbero piacere a nessun cittadino sentirli. Insomma, una grandissimamalafiura!
Un Bravoo!!” a Testa Vacante da parte di tutti i cittadini della Città dei Mosaici!

Numerosi sono  i consensi tra i cittadini di Piazza Armerina sul tema del comportamento civile , ma a questi amici, conoscenti ed anche sconosciuti,che hanno apprezzato l’appello ad attenzionare il rischio di un preoccupante imbarbarimento nella convivenza civile di questo paese, voglio dire che non è sufficiente condividere, ma necessario contribuire nel giorno per giorno a riattivare il controllo sociale: bisogna diventare educatori e modelli di comportamento, specie nei confronti dei più giovani, bisogna diventare un po’ tutti Difensori Civici, testimoni della Società Civile, perché sino ad ora i testimoni della società non civile sono stati più bravi!!!


Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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