Santiago Calatrava è un archistar decisamente sfortunato. Ieri il comune di Valencia in Spagna, la città dovenacque 62 anni fa, ha deciso di portarlo in tribunale per i guai di un teatro, il Palau de les Arts, una delle opere realizzate dal grande architetto all'interno della "Città delle arti e della scienza". Il casus belli è il di-stacco di una parte dei mosaici a piastrelle bianche delle ali del tetto e della facciata, che hanno costretto il comune a chiudere il teatro a tempo indeterminato per i lavori di ristrutturazione. Ma, quest'ultimo contrattempo, è solo uno dei tanti incidenti di percorso nella vicenda recente di uno degli architetti più famosi e, soprattutto, più ricercati del mondo.
Calatrava ha realizzato opere d'architettura ovunque: in Spagna comein Italia, negli Stati Uniti, in Israele, in Argentina, in Francia, in Irlanda, in Grecia. Quasi sempre con molte polemiche, errori, critiche, tanto che nel suo Paese gli hanno perfino dedicato un sito web (www. calatravatelaclava. com) dove lo prendono in giro per gli esosi costi e i "rovinosi progetti". Invidia del successo, si dirà. Ma non senza sostanza. Di Venezia si sa. L'avveniristico ponte che inaugurò nel 2008 sul Canal Grande s'è trasformato in un angoscioso disastro. Decine di ingenui passanti hanno denunciato il comune perché sono caduti, scivolati, rimbalzati, perdendo l'equilibrio lungo i suoi pericolosissimi scalini mentre l'attraversavano. E la nostra Corte dei Conti ha aperto una inchiesta, finita con una citazione in tribunale, per l'incredibile lievitazione delle spese di costruzione. Il doppio del preventivo pattuito al momento dell'assegnazione dell'opera. A Oviedo, nord della Spagna, l'anno scorso Calatrava è stato condannato per il crollo della scalinata del Palazzo dei Congressi. Lui si difende con la genialità delle idee e la bellezza delle soluzioni strutturali. "Il mio obiettivo - ha detto l'archistar - è sempre quello di creare qualcosa di eccezionale che migliora le città e arricchisce la vita delle persone che ci vivono e ci lavorano". Ma bisogna ammettere che ormai il numero dei suoi clienti infuriati e delusi si allunga. Non è solo la seccatura dell'aumento esponenziale dei costi dalla progettazione alla realizzazione a mettere in discussione i suoi lavori. Se sul ponte della Costituzione a Venezia si perde l'equilibrio con straordinaria facilità, quello realizzato a Gerusalemme - bellissimo, a forma di arpa - è diventato un simbolo di inutile futilità tanto che il nuovo sindaco ha pensato di demolirlo. Qualche mese fa, era settembre, il genio architettonico di Santiago Calatrava è finito anche sotto osservazione al New York Times che gli ha dedicato un articolo critico e beffardo. Così, se per i suoi numerosi ammiratori Calatrava è un architetto "delicato e potente", per i detrattori è un visionario molto costoso e spesso anche genialmente impreciso. La "Città delle arti e delle scienze" a Valencia è costata tre volte di più dei 300 milioni di euro del preventivo iniziale e ora il teatro perde pezzi e nell'Agora ci piove. A New York il progetto del nuovo World Trade Center ha avuto molti intoppi sia per i costi che per i problemi realizzativi.
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Calatrava ha realizzato opere d'architettura ovunque: in Spagna comein Italia, negli Stati Uniti, in Israele, in Argentina, in Francia, in Irlanda, in Grecia. Quasi sempre con molte polemiche, errori, critiche, tanto che nel suo Paese gli hanno perfino dedicato un sito web (www. calatravatelaclava. com) dove lo prendono in giro per gli esosi costi e i "rovinosi progetti". Invidia del successo, si dirà. Ma non senza sostanza. Di Venezia si sa. L'avveniristico ponte che inaugurò nel 2008 sul Canal Grande s'è trasformato in un angoscioso disastro. Decine di ingenui passanti hanno denunciato il comune perché sono caduti, scivolati, rimbalzati, perdendo l'equilibrio lungo i suoi pericolosissimi scalini mentre l'attraversavano. E la nostra Corte dei Conti ha aperto una inchiesta, finita con una citazione in tribunale, per l'incredibile lievitazione delle spese di costruzione. Il doppio del preventivo pattuito al momento dell'assegnazione dell'opera. A Oviedo, nord della Spagna, l'anno scorso Calatrava è stato condannato per il crollo della scalinata del Palazzo dei Congressi. Lui si difende con la genialità delle idee e la bellezza delle soluzioni strutturali. "Il mio obiettivo - ha detto l'archistar - è sempre quello di creare qualcosa di eccezionale che migliora le città e arricchisce la vita delle persone che ci vivono e ci lavorano". Ma bisogna ammettere che ormai il numero dei suoi clienti infuriati e delusi si allunga. Non è solo la seccatura dell'aumento esponenziale dei costi dalla progettazione alla realizzazione a mettere in discussione i suoi lavori. Se sul ponte della Costituzione a Venezia si perde l'equilibrio con straordinaria facilità, quello realizzato a Gerusalemme - bellissimo, a forma di arpa - è diventato un simbolo di inutile futilità tanto che il nuovo sindaco ha pensato di demolirlo. Qualche mese fa, era settembre, il genio architettonico di Santiago Calatrava è finito anche sotto osservazione al New York Times che gli ha dedicato un articolo critico e beffardo. Così, se per i suoi numerosi ammiratori Calatrava è un architetto "delicato e potente", per i detrattori è un visionario molto costoso e spesso anche genialmente impreciso. La "Città delle arti e delle scienze" a Valencia è costata tre volte di più dei 300 milioni di euro del preventivo iniziale e ora il teatro perde pezzi e nell'Agora ci piove. A New York il progetto del nuovo World Trade Center ha avuto molti intoppi sia per i costi che per i problemi realizzativi.
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