sabato 9 agosto 2014

“Maria SS. delle Vittorie di Piazza Armerina icona delle fede di un popolo”, è stato presentato il nuovo libro di Mario Zuccarello.

Nel 1090 nel ben munito fortilizio normanno di Piazza, dove sono insediati i seguaci del conte Ruggero I normanno che ha riportato la Sicilia alla cristianità dopo il dominio mussulmano, viene sistemata nella chiesa di S. Martino la custodia dell’icona della “Madre di Dio” affidata dal pontefice Nicolò II al conte Ruggero a segno del recupero cristiano dell’isola. Il percorso di ricostruzione storica e teologica individuato attraverso i vari momenti dello sviluppo della ricezione dell’icona dal sec. XII sino alla più recente tradizione di fede che, attraversando il sorgere della diocesi di Piazza Armerina il 3 luglio 1817, di cui l’icona è protettrice, è giunta all’attuale venerazione all’icona nella vita della chiesa armerina, è il contenuto narrato nel libro “Maria SS. delle Vittorie di Piazza Armerina icona della fede di un popolo”, del dott. Mario Zuccarello, pubblicato dalla editrice Terre Sommerse di Roma. Il libro, che è il terzo saggio dell’autore sulla religiosità del popolo armerino, è stato presentato venerdì 8 agosto presso il museo diocesano di Piazza Armerina.
Alla presenza di un attento pubblico il volume è stato introdotto da S.E. il vescovo della diocesi di Piazza mons. Rosario Gisana, dall’iconografo Tommaso Contarino e dal prof. Luigi di Franco. Dopo il saluto del sindaco dott. Filippo Miroddi, il vescovo mons. Rosario Gisana ha delineato la maternità divina, come via per intendere il ruolo di Maria nella vita dei credenti. Infatti la Madre di Dio è motivo di rifugio nelle avversità e mediatrice dell’aiuto di Dio nelle situazioni di bisogno. Al popolo cristiano viene pertanto dato un duplice compito: l’affidamento a Maria in quanto testimone dell’amorevolezza di Dio, essendo lei scrigno di misericordia derivante dalla sua singolare condizione dell’essere Theotokos, e sull’esempio di Maria la testimonianza a cui ogni fedele è chiamato nella misura in cui si sottomette ai criteri discepolari della madre di Dio. Il prof. Luigi Di Franco ha delineato sia il valore storico dell’icona ed il lungo percorso storiografico degli studi sull’icona della Theotokos custodita a Piazza, sia il significato teologico dell’icona racchiuso nel suo essere “luogo della presenza di Dio” e “finestra dell’Eternità” che si offre all’umano perché ciascuno possa vincere ogni forma di morte. La presenza del mistero dell’eternità di Dio presentata nella Theotòkos di Piazzaondo si raggiunge la consapevolezza che la vita è un prezioso dono di Dio essere superiore all're, ovvero la perfezi, con l’epifania dei significati spirituali fondanti il Cristianesimo, si offre al corso del tempo umano testimoniando nella kenosi dei suoi segni l’infinita disponibilità e il profondo ed avvincente valore dell’amore di Dio per la vita dell’uomo. L’icona della Madre di Dio di Piazza è pertanto, col suo essere un compendio dei dogmi della grazia, il segno simbolico del ruolo che ha la presenza cristiana nella storia. L’iconografo Tommaso Contarino ha brevemente presentato alcuni dei dati estetico-iconografici presenti nell’icona della Theotòkos di Piazza, sottolineando il legame tra la descrizione dei segni e la giustificazione dei simboli che permettono una lettura di teologia della Presenza del Mistero di Dio. L’incontro in conclusione ha anche avuto la partecipazione del poeta locale Pino Testa che ha recitato una sua poesia in vernacolo gallo-italico dedicata a Maria, dal titolo “Smarav’gghiosa” e l’intervento dell’autore che nel tracciare l’amore per la sua città ha delineato anche le ragioni del saggio presentato.



Nello scritto di Zuccarello, che è testimonianza della fede dall’autore, si alimenta una cultura mariana di tipo discepolare e si individuano intenzioni culturali che non soltanto qualificano l’opera, ma danno ai Piazzesi la possibilità di una riflessione sul modo come vivere il culto mariano non dimenticando le ragioni storiche dell’icona, il cui titolo non può che rammentare il monito di operare sempre per il bene vincendo ogni forma di male.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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