Piazza Armerina. Samuel Oladeji Ademokun ha 43 anni, la  pelle nera ed è nigeriano. Ieri mattina, intorno alle ore 9.00, ha trovato per  terra in via Generale Ciancio, nel centro della città, una mazzetta in contanti  di 4350 euro. L'ha presa, ha chiamato una volante dei carabinieri ed ha  consegnato il denaro trovato per caso al personale dell'arma. I carabinieri  della caserma piazzese – guidati dal capitano Rosario Scotto Di Carlo - sono  rimasti felicemente sorpresi. In un momento in cui si fa a gara per parlare  male dei migranti assistere ad un gesto simile per loro è stato un gran  piacere. Dopo un'ora dal ritrovamento dei 4350 euro si è presentato in caserma  un cittadino palermitano che ha denunziato lo smarrimento del denaro. Dopo i  riconoscimenti di rito il personale dell'arma ha riconsegnato la somma al  proprietario che per ricompensa ha lasciato 50 euro al migrante nigeriano. "Una  storia piuttosto significativa, quella di Samuel – dice Kevin Falciglia, un suo  amico piazzese – in questo periodo, soprattutto dopo le vicende di Tor Sapienza  a Roma, i migranti in Italia spesso vengono presentati come nemici. 
Samuel ha  dimostrato che gli stranieri hanno molte cose da insegnarci – E' difficile  -  conclude Kevin - trovare qualcuno che  trova quella cifra per caso e decide di restituirla. Samuel, che spesso non ha  neanche i soldi per mangiare, invece, l'ha fatto". Samuel Oladeji Ademokun,  come tutti i migranti che arrivano dall'Africa, ha una terribile storia  raccontare. E' approdato un paio di anni addietro con un barcone fatiscente  nelle coste di Lampedusa dopo aver camminato per mesi nel deserto del Sahara.  Per qualche tempo ha alloggiato in una struttura di accoglienza della città dei  mosaici. Una volta sentito dalla Commissione Territoriale di Trapani ha ottenuto  la protezione internazionale ha lasciato la Sicilia per recarsi nel napoletano  dove per qualche tempo si è dato da fare raccogliendo pomodori e dormendo nei  vagoni delle stazioni. Qualche mese fa è tornato a Piazza Armerina dove aiutato  da un conoscente riesce a sbarcare il lunario con lavori a giornata. Samuel è  cristiano originario della zona di Akure nel sud ovest della Nigeria. Come  tanti suoi fratelli africani è dovuto scappare perché perseguitato. Migliaia  sono i cristiani nigeriani che sono costretti a lasciare il loro paese perché maltrattati  dai mussulmani del Boko Haram un'organizzazione terroristica Jihadista che  uccide chiunque si fa il segno della croce. In Nigeria ha lasciato tre figlie  femmine e la moglie con cui un giorno sogna di ricongiungersi. "E' il mio sogno  – dice – vorrei che mia moglie e le mie figlie fossero qui. Potrebbero vivere  in pace, andare a scuola senza problemi ed imparare l'italiano". Ma le  procedure internazionali per i ricongiungimenti familiari, seppur previsti  dalla normativa vigente, sono lunghissime. I ricongiungimenti sono uno dei  tanti paradossi della gestione della migrazione in Italia. Infatti, la stragrande  maggioranza dei migranti che arrivano nel vorrebbe raggiungere i paesi europei,  dove spesso hanno amici o familiari. Ma per effetto della convenzione di  Dublino devono far richiesta d'asilo nei paesi in cui arrivano. Dalla richiesta  di asilo al riconoscimento della protezione internazionale passano da 12 ai 18  mesi periodo in cui sono costretti a rimanere nei centri di accoglienza senza  poter raggiungere ne altre parti d'Italia e neanche d'Europa. Basterebbe  ridurre questo tempo, aumentare le commissioni territoriali, per abbassare la  pressione della migrazione nel nostro paese e lasciarli migranti libero di  raggiungere le altre terre d'Europa.
Agostino Sella

