giovedì 7 ottobre 2004

Basilio Fioriglio sulla relazione del sindaco

Siamo riuniti a dibattere sulla prima relazione annuale del Suo insediamento Luglio 2008 – Luglio 2009, voluta dalla Legge Regionale n. 7/92, art. 17, presentata non per sua volontà, ma perché richiesta ai sensi dell’art. 29 comma 5° dello Statuto Comunale da n. 9 Consiglieri Comunali il 10.08.2009, al fine di valutarne la corrispondenza operativa al documento programmatico proposto al momento della Sua candidatura.
Mi sarei trovato d’accordo, quando nella presentazione della relazione scrive: “che sarebbe stato più logico presentare la relazione alla fine del 2009“, cosa che si sarebbe potuta realizzare se avesse ciò concordato preventivamente con le forze politiche sedenti in Consiglio Comunale.
Il fatto di per sé rileva che il programma appare come attuato, avendo il Sindaco, disinvoltamente e sapientemente, indicato le cose sin qui fatte come realizzate dalla Sua
Amministrazione, riferendosi a programmi già avviati in tempi precedenti alla sua elezione.
Il programma è stato quasi completamente disatteso.
La relazione spazia su argomentazioni di carattere socio-economico della Città e su impegni di ordine generale, indica tentativi di soluzioni sui problemi più importanti, non entra nel loro merito, tralascia la soluzione finale. Quanto in essa è indicato è una analisi delle cose in atto o di quelle che potrebbero essere fatte. Potremmo considerarlo un nuovo programma, sempre sperando che anch’esso trovi applicazione ed esecuzione.
Non mi soffermo nel dettaglio sui problemi insoluti; è doveroso solo indicarli nella considerazione di massima, non potendo, almeno in questa fase iniziale, assorbire tanto spazio e desiderando ascoltare gli altri colleghi.
Desidero analizzare la problematica relativa alla riapertura della Villa Romana del Casale, ci comunica che dalle “ultime notizie avute dal responsabile del cantiere l’apertura prevista per la primavera 2009 non potrà avvenire e viene rinviata al giugno 2010, grossomodo in concomitanza con il rientro della Venere di Morgantina “; non ci spiega i motivi e le iniziative intraprese o da intraprendere per abbreviare i tempi della riapertura, che comunque si preavvisano non ultimati alla data indicata. La Città continua ad essere danneggiata dal punto di vista di immagine ed economico che i ritardi del completamento dei lavori, determinano. Il 30% dell’entrate della vendita dei biglietti è diventato quasi inesistente.
Mentre sottolinea l’attenzione personale e tutti gli sforzi dell’intera Amministrazione che
sono stati concentrati, sul turismo e sulla realizzazione di alcuni “nuovi attrattori”, vedi il centro espositivo Monte Prestami, il Museo Diocesano, enfatizzando obiettivi raggiunti e dimenticando che il centro Espositivo Monte Prestami, era stato voluto dalla Precedente Amministrazione ed il Museo Diocesano, già realizzato da qualche anno a cura della Curia Vescovile.
Riscontriamo che ripetutamente ci ricorda quello che ha programmato durante la Sua esperienza Assessoriale con l’Amm. Velardita, dimenticando che non stiamo esprimendo le valutazioni sul programma di attuazione di altre Amministrazioni, ma di quella odierna. Non entro nel merito della Sua esperienza Assessoriale, di breve durata , non tralasciando la valutazione delle dimissioni, senza averne spiegati i motivi politici. Se durante la Sua esperienza Assessoriale ha avviato progettualità per investimenti futuri dobbiamo ricordare che quello che si riesce a produrre durante l’incarico di Governo, i frutti si raccolgono successivamente , perché spesso o l’interruzione anticipata della legislatura o perché la durata del quinquennio non basta a concludere il finanziamento si verifica una sorta di beneficio che diventa una ruota che gira in continuazione, e gratifica chi in quel momento si trova alla guida della Città. La ripetuta affermazione degli obiettivi raggiunti con la Sua esperienza Assessoriale, contrasta con la intestazione personale di quanto prodotto, ed anzi imputa alle Amministrazioni precedenti ritardi ed inadempienze.
Se c’era un argomento che non andava toccato con tanta fretta, e che richiedeva estrema
ponderazione, era quello del recupero del centro storico e del turismo. Una questione delicata, complicata. Secondo il mio modesto avviso si può tentare di risolverla soltanto con un programma serio, profondo e ben studiato. Un “orizzonte di sviluppo così importante” è stato affrontato con tanta leggerezza e fretta.
Sottolinea l’attenzione al personale e all’organizzazione burocratica dei servizi, non riferisce sul risanamento economico. Se dovessimo esprimere un giudizio di merito su tale
sforzo dell’Amm.ne credo che il risultato sarebbe poco lusinghiero. Basterebbe ricordare la crisi occupazionale nel campo edile dove l’emigrazione è notevole, la crisi economica nel settore commerciale, artigianale ecc…
Inutile parlare della organizzazione burocratica dei servizi dove esistono settori ingolfati di personale ed altri sguarniti come il comando VV.UU. Non spiega perché il concorso per comandante dei VV.UU. ancora non è stato avviato. Le ricordo che su mia sollecitazione aveva assicurato all’aula in occasione del dibattito sul concorso del responsabile finanze, che entro pochi giorni sarebbe stato pubblicato.
Vogliamo parlare del risanamento economico? Sono state solo aumentate le tasse,
spazzatura, acqua, con aggravio delle risorse economiche dei cittadini, soprattutto di quelli che già pagano perché gli evasori continueranno a non pagare.
Per quanto attiene l’aumento della tassa smaltimento rifiuti le ricordo Sig.Sindaco che su questa vicenda il Consiglio Comunale ha votato atti di indirizzo per l’estensione del servizio nelle zone non servite dove i cittadini pagano senza ancora avere il servizio. Forse è pure il caso di rilevare che, quando più, quando meno, i vari quartieri sono connotati da una situazione igienica non tollerabile, che non fa onore ad una Città che, pretende di esercitare un ruolo insostituibile nel campo dell’arte, della cultura e del turismo.
Correttamente Le do il merito per l’iniziativa della raccolta dei rifiuti con orari prestabiliti.
In riferimento alla dichiarazione del principio di rotazione negli incarichi esterni, questa Amm.ne, diversamente di quanto dichiarato “ ha affidato incarichi legali anche ad Avvocati diversi dal foro di Piazza, anche quando poteva avvalersi di professionisti locali, esperienti e capaci di difendere egregiamente gli interessi del Comune.

Per quanto attiene poi gli altri punti: Ambiente, Commercio, Turismo, Viabilità ecc…
Ribadisco l’assenza degli interventi risolutori dei problemi con la semplice dichiarazione di rinvio a data non stabilita della loro soluzione.
E’ stato trattato con sufficienza il turismo, che, unitamente all’artigianato, è la naturale ricchezza locale che, sapientemente valorizzate, potrebbero rilanciare l’asfittica economia.
Le do il merito altresì per l’inizio del corso di Archeologia del Mediterraneo dell’Università Kore nella nostra Città. Parimenti le ricordo che la nostra Città nell’istituzione del Consorzio Universitario partecipa con n. 6 quote, con una spesa in termini economici di circa €. 160.000,00. Mentre non abbiamo nessun rappresentante nel Consiglio di Amministrazione della Università Kore. Per quella credibilità sottolineata, dal Rettore e dal Presidente che hanno verso la nostra Città, sarebbe positivo un atto di riconoscenza facendo rappresentare la Città con un componente nel Consiglio di Amministrazione della Kore.
Ho voluto tracciare con semplicità e brevità i diversi argomenti perché altrimenti su ognuno potremmo dilungarci a piacimento tanto sono le cose da dire, per quello che per sua stessa ammissione non si è fatto.
Sul piano strettamente politico desidero puntualizzare che la relazione non fa alcun cenno dei recenti avvenimenti che, il Consigliere Vitali si è dichiarato indipendente, parimenti il Consigliere Incardona che dichiarandosi indipendente a lasciato anche il P.D. , ed altri consiglieri della sua stessa coalizione di centrosinistra, sono in contrapposizione alla Sua politica votando contro in Consiglio Comunale su atti importanti . Le ricordo che il Presidente del Consiglio è stato eletto con i voti del Centrodestra. L’eventuale contrarietà alla sua azione politica – amministrativa è scritta nelle regole della democrazia e, comunque, non può invocarla, quando i suoi Consiglieri le votano contro.
Le ricordo che il sottoscritto e tutto il centro destra, pur potendola contrastare, su diversi atti portati in Consiglio, con senso di responsabilità politica hanno sempre garantito l’esecuzione di tutti i più importanti provvedimenti, che riguardano l’oggettivo interesse della Città.
Quando, di contro, si sono astenuti, ne hanno avuto ben ragione, soprattutto su atti discutibili, mai preventivamente concertate. Ciò è stato sempre il limite della sua capacità politica, negare alla minoranza il confronto preventivo disdegnando il contributo, pretendendo assai presuntuosamente che i numeri della sua maggioranza sono sempre presenti.
La concertazione è un altro dei suoi punti deboli. Non perché Lei non capisca l’importanza della ragioni di fondo, ma perché la sua politica è la condizione che può amministrare senza bisogno dell’altra parte politica, mi creda, che nutrivo la speranza che con la sua Amministrazione, potesse essere messa in atto la tanta attesa dialettica, propria di una democrazia compiuta, fra chi è al governo e chi è all’opposizione.
Sig. Sindaco mi stranizza, ritenuto che Lei, essendo stato Consigliere Comunale, non accetta il ruolo che il Consiglio Comunale è chiamato per legge ad esercitare. E’ in atto un’azione per la delegittimazione . Le ricordo solo alcuni fatti recenti: il diniego di consegnare gli atti deliberati dalla G.M. ai Capigruppo Consiliari, spogliandoli di fatto del diritto - dovere di controllo. Non è stata sottoposta all’organo consiliare la delibera di G.M. N. 135 del 24.11.2008, riguardante il regolamento per la raccolta della legna. Su quest’ultimo fatto, ci riserviamo di intervenire con apposito ordine del giorno, in successiva convocazione. Il lungo dibattito sulla proposta di gemellare la Villa Romana del Casale con la Villa Romana del Tellaro; l’avere voluto cambiare la delibera per il concorso del Responsabile Finanze, impedendo di fatto a tanti giovani di partecipare al Concorso; avere voluto deliberare i posteggi a pagamento, come al solito senza la preventiva concertazione. Non entro nel merito delle competenze, tanto è stato abbondantemente dibattuto in C.C., ma in ogni caso, era doveroso partecipare all’aula l’iniziativa, ritenuto che, trattasi di cambiamento anche dal modo di vivere dei Cittadini;
Questo periodo poteva essere meglio gestito se fosse stato speso insieme nella ricerca di migliore soluzioni dei problemi cittadini, senza presunzioni di primogeniture.
La relazione non fa alcuno cenno su importanti atti, che avrebbero dato un pò di sollievo all’economia, vedi l’esito del controllo del P.R.G. da parte del C.R.U.; la costruzione dei parcheggi in Piazza Falcone Borsellino, l’esito della riassunzione della Causa davanti alla Corte di Appello di Catania per rientrare in possesso della proprietà dell’ex area Siace, ecc. , mentre contrariamente al silenzio nella relazione, nei mesi scorsi si è enfatizzato come cose fatte.
Sottolinea con enfasi l’obbiettivo raggiunto “rendendo attivo e funzionante il depuratore”, (per quanto mi è dato sapere ad oggi il depuratore non è funzionante). A tal proposito non parla, se ai Cittadini spetta il rimborso della tassa fognaria e di depurazione, ritenuto che, la recente sentenza della Corte Costituzionale n.335 del 10.10.2008 ha ritenuto che deve considerarsi illecita ed illegittima, anzi enfatizzando l’ottimo lavoro svolto di Acqua Enna, nei lavori di sostituzione della rete idrica, nel centro storico, addirittura sottolineando i ripristini fatti a regola d’arte. Se è positivo per i lavori di posa della nuova rete idrica e per la futura distribuzione, di contro ha ignorato i guasti prodotti alla nostre strade che in aggiunta all’attuale dissesto viario, allorquando dovrà provvedersi al ripristino, impegneranno costi elevati per il Comune. Ha ignorato tutti i rilievi che sono state fatte da parte dell’Ufficio Tecnico. Dimentica che lo sportello da AcquaEnna, è stato
aperto , per la forte spinta del Consiglio Comunale che ha dato a seguito della chiusura di quello esistente in contrada Bellia. Relativamente al problema acqua, sono ancora in attesa di conoscere l’esito del parere legale che V.S. , doveva assumere per verificare se era possibile rientrare dei Pozzi in uso dalle Città di Caltagirone e Mazzarino a seguito di mia interrogazione
Nella Sua relazione, relativamente all’oggetto problema del traffico, dichiara che è stata attuata quella parte del Piano Urbano del traffico redatta dall’Ing. Grillo e che le precedenti amministrazioni non erano state capaci di porre in essere,….ignorando con sapienza che per dare attuazione al piano del traffico non basta attuare i sensi unici nei quartieri ottenendo vantaggi nella fluidificazione del traffico, ma intervenire subito per riparare l’attuale dissesto viario. Dimentica di comunicarci che dall’1.07.2008 ad oggi sono stati denunciati n.74 sinistri, ( per buche ed altro) , più altri 100 sono in attesa di definizione e che quello dei sinistri per R.C. per la nostra Città è diventata una piaga sociale. A cosa si riferisce quando dice che la sua Amministrazione è intervenuta subito. Non ho potuto quantificare quante somme L’Ente ha pagato per la franchigia sulla Polizza R.C.T. (mi riservo il diritto di farlo successivamente). Parimenti non conosco la quantificazione di sinistri che devono essere pagati, e quanto l’Ente deve pagare per la franchigia alla compagnia di Assicurazione. Se le somme spese per il pagamento della franchigia alla Compagnia di Assicurazioni e del premio assicurativo per la polizza, venissero utilizzate per migliorare le strade, si otterrebbe il doppio beneficio con un costo minore. Bisogna intervenire subito per migliorare la viabilità.
Quindi si rileva il ritardo nell’applicazione del Piano Urbano del traffico, ma come filo conduttore della relazione il tutto è rinviato al futuro.
Le considerazioni finali del Sindaco sulla relazione sono realisticamente pessimiste per il futuro della Città alla quale dobbiamo esercitare il possibile delle nostre forze per mantenere il ruolo e l’importanza che merita e per dovere a chi nel tempo l’ha resa orgogliosa della sua bellezza.
La relazione è priva di contenuto politico di un organico progetto Amm.vo e la sua azione Amm.na non indica alcun riferimento “politico“ che possa sostenere nelle sedi appropriate i progetti in itinere o da elaborare.
Si può arguire quindi che quanto non è stato fatto è parimenti imputabile alla sua carente forza Amm.va -, all’evanescente progetto politico ed all’assenza di referenti istituzionali della coalizione da lei Presieduta.
Non ha tenuto conto che la relazione è direttamente collegata al programma presentato nel tempo in cui la composizione della coalizione del centrosinistra era diversa dall’attuale.
Infatti è venuta meno, come ricordato, la Sua maggioranza in C.C.
La mia viva aspirazione è quella che finalmente si possa dar vita ad una fase nella quale i problemi della Città vengano affrontati, pur nelle diverse prospettive politiche, con rigore tecnico e concettuale. ispirandoci a quel principio per il quale si porta a conoscenza dei Cittadini e si ritorna al loro cospetto enunciando ciò che si è fatto e la coerenza tra ciò che si è fatto e ciò che si era detto di volere fare. Questo nelle democrazie occidentali, si chiama principio di responsabilità.
Dalle considerazioni politiche negative prima espresse sulla relazione e dalla necessità di verificare se V.S. gode ancora della maggioranza politica e numerica in C.C., ritengo che debba esaminare l’opportunità di accertare se può continuare ad amministrare la Città.

martedì 5 ottobre 2004

Il vescovo Pennisi. Intervista integrale. Oggi su La Sicilia un estratto.

La tragedia di Messina dimostra il mancato rispetto della natura provoca disastri. La Sicilia è ancora un territorio dove si costruiscono “cattedrali nel deserto”.
Se si fosse evitato il dissennato abusivismo edilizio e si fosse tenuto conto di quello che don Luigi Sturzo aveva detto sulla tutela dell'ambiente la tragedia del messinese si poteva evitare.
Luigi Sturzo si può considerare un precursore della cultura ambientalista. Fra i tanti interventi politici di Sturzo, va citata la sua difesa delle foreste, che era dettata dalla convinzione che esiste un rapporto stretto fra rispetto, tutela, promozione ambientale e vita dell'uomo.
Per Sturzo la questione meridionale come questione nazionale implica una attenzione particolare alla tutela dell'ambiente attraverso una politica economica che favorisca tutta una serie di interventi attivi dell'uomo: «II più grave problema da affrontare, e non solamente problema meridionale, ma di speciale urgenza per le regioni del sud, isole comprese, è quello della sistemazione montana, rinsaldamento del suolo, imbrigliamento, rimboschimento, regolarizzazione delle acque, in una parola ricordarsi che l'agricoltura comincia dalla montagna per arrivare alla pianura e viceversa». Sturzo ritiene che bisognava rovesciare il modello basalo sulle bonifiche e sulle eliminazione delle aree paludose in pianura e puntare sulla bonifica montana. Dimenticando la montagna «bastava un alluvione a far perdere gran parte dei lavori fatti e delle piantagioni iniziate. È un lavoro di Sisifo, nel quale si perde fatica e denaro»
Il capo dello stato ha detto ieri che il problema del mezzogiorno è un problema nazionale. Sturzo lo diceva già nel 1903.
Don Luigi Sturzo è stato un meridionalista militante che non solo ha analizzato dal punto di vista teorico la questione meridionale , ma si è impegnato a risolverla puntando sulla formazione culturale del clero, sulla organizzazione di cooperative. Il suo progetto per lo sviluppo del Mezzogiorno era fondato non su un meridionalismo piagnone, ma sul protagonismo delle popolazioni meridionali disposte a rischiare e non a pietire contributi di natura assistenzailistica da parte dello Stato.
Riconoscere la validità e l'attualità del contributo di don Luigi Sturzo alla soluzione della questione meridionale (anzi delle questioni meridionali), non significa riproporre meccanicamente le sue soluzioni, ma ispirarsi al suo insegnamento per trovare noi le soluzioni nel nostro tempo.
Uno degli insegnamenti di Sturzo, valido ed attuale oggi in un momento di caduta di valori etici comunemente condivisi, è che la soluzione della questione meridionale, come questione nazionale, è innanzitutto una soluzione etica, che si serve dell'economia e della politica come importanti e necessari strumenti, ma che trova il suo fulcro in una collaborazione tra Stato ed energie umane, economiche e sociali dei meridionali, cementate da una comune tensione morale e religiosa.
Oggi il “meridionale” ha le stesse caratteristiche di quello di un secolo fa? Che cosa è cambiato ?
Oggi in un mondo globalizzato e in un contesto storico-culturale in cui ha dominato una politica assistenzialistica e clientelare e lo scetticismo sulle possibilità di una ripresa autopropulsiva del Mezzogiorno, il progetto sturziano di un risorgimento sociale ed economico sembra difficile. Ma la centralità che sta riprendendo l'area mediterranea nell’economia mondiale con lo spostamento del baricentro dagli USA a paesi come l’India e la Cina e con il ruolo che nel terzo millennio giocherà l’Africa, la necessità di nuove regole di natura morale nell’economia dopo la crisi finanziaria dei nostri giorni e la ripresa in Italia del dibattito sul federalismo fiscale nell’ambito di una solidarietà nazionale, ci dicono che alcune intuizioni di Sturzo rimangono ancora valide.
L’autonomia di cui si parla oggi in Sicilia ha le stesse caratteristiche di quella di cui parlava Sturzo?
Il meridionalismo di don Luigi Sturzo attento al territorio si inserisce nella sua concezione autonomistica concepita non solo in chiave economico-politica in funzione di motivazioni contingenti, ma scaturisce da una profonda esigenza etico-religiosa basata su un’antropologia sociale ispirata ai valori cristiani e ai principi della sussidiarietà, della solidarietà e del bene comune propugnati dalla dottrina sociale della Chiesa.Che rapporto ci sia tra il federalismo solidale di Sturzo e quello di oggi e come poi sia stata usata per esempio in Sicilia l’autonomia regionale dopo la morte di Sturzo è un altro discorso.
L’ autonomia regionale si realizza per Sturzo in uno Stato delle autonomie, cioè che non solo le consente, ma si realizza in esse.
Le autonomia locali per Sturzo non sono i cavalli di Troia da introdurre nella cittadella dello Stato moderno per scardinarlo dall'interno, ma il luogo della partecipazione responsabile delle persone alla vita sociale.Sturzo condanna non solo lo statalismo dello Stato ma anche la mentalità statalista presente nella gestione degli enti locali, regionali, provinciali e comunali. Le condizioni di tale autonomia - quali sono desumibili dall'opera di Sturzo - siano essenzialmente tre: - la modificazione della struttura dello Stato,- la consapevole partecipazione dei cittadini,- la moralizzazione della vita pubblica (e privata).
A 90 anni dall’appello “ai liberi e forti” (18/01/ 1919) e a 50 anni dalla morte, quale attualità/eredità ideale hanno oggi, di fronte alla crisi morale della politica, il pensiero e l’opera di don Sturzo?
A distanza di cinquant'anni dalla morte di don Luigi Sturzo il suo tentativo di realizzare un impegno sociale e politico , rispettoso sia di una ben intesa integralità del cristianesimo che di una sana laicità della politica, riveste ancora una sua attualità, che rimanda però ad un impegno creativo e responsabile dei cristiani presenti nei vari schieramenti per realizzare una prassi politica vissuta come atto di amore a servizio del bene comune.
Un elemento della eredità spirituale e morale di don Luigi Sturzo è il concepire l'impegno politico dei cristiani come apostolato sociale nutrito da una profonda riflessione culturale.
In rapporto all'impegno socio - politico egli mostra una concezione profondamente morale della vita politica e sociale ispirata ai valori cristiani . La moralizzazione della vita pubblica è legata per Sturzo soprattutto ad una concezione religiosa della vita da cui deriva il senso della responsabilità morale e della solidarietà sociale.
Per don Sturzo il perseguimento del bene pubblico non può essere separato dalle virtù individuali. Tra le virtù dei politici egli cita la franchezza, la sincerità, la fermezza nel sapere dire anche i no, l'umiltà da cui scaturisce il senso del limite, il non attaccamento al denaro e alla fama, la competenza, la progettualità politica , la capacità di programmazione nel discernere i tempi politici, quelli parlamentari, quelli burocratici e quelli tecnici.
Oggi un tema caldo è quello del bene comune: come declinarlo?
Sturzo sostiene che il bene comune, del quale sono elementi integranti la cultura, la moralità e la religiosità oltre che l'economia, è un bene che deve puntare ad uno sviluppo integrale delle persone. Oggi per la realtà italiana è importante fare tesoro delle conclusioni della Settimana sociale dei cattolici Italiani del 2007 riprendendo la nozione di bene comune secondo la declinazione che ne offre la dottrina sociale della Chiesa tenendo conto delle nuove emergenze della nostra società. Una priorità mi sembra la riscoperta della vocazione educativa delle comunità cristiane attivando una larga alleanza educativa con le famiglie, la scuola e tutta la società civile nelle sue diverse componenti. Un'altra priorità è l'educazione ad una cultura del lavoro e non dell'impiego con un posto fisso per uno sviluppo locale che superi il divario fra Nord e Sud e tra centro e periferie nella grandi città anche del Nord.
“Passione per la libertà e per il Vangelo” è stato detto di lui : quella libertà che in ambito pubblico conduce ad apprezzare il valore della presenza della Chiesa nella sfera pubblica, una presenza importante – a volte anche di supplenza – pur se c’è chi la vorrebbe imbavagliare…
Sturzo ha sempre sostenuto strenuamente la libertà in tutti gli ambiti a quello economico a quello scolastico ed in modo particolare la libertà della Chiesa la quale riveste un ruolo pubblico e civile importante nel rispetto della legittima autonomia dello Stato. Sturzo, in considerazione dell’universale validità del Cristianesimo, rivendica alla chiesa, quale depositaria dei principi evangelici, il diritto-dovere di intervento per esprimere la propria opinione su questioni relative alla cultura e all’educazione e ad altri settori, a cui, in ogni modo, va riconosciuta una loro autonomia.
Cercare di imbavagliare la voce della Chiesa significa aprire la porta al totalitarismo culturale e politico. Questo rischio è sempre in agguato.
Che cosa, dell’attualità del pensiero di don Sturzo è secondo Lei realmente/concretamente attuabile oggi?
Alcuni elementi dell'attualità del pensiero e dell'azione di don Luigi Sturzo sono senso del diritto-dovere della partecipazione alla cosa pubblica al servizio della verità e dei più deboli, la difesa delle libertà civile a partire da quella per una scuola libera delle libertà civili” Don Sturzo, non ostante il carattere anticipatore di alcune sue intuizioni piuttosto che fornire delle ricette pronte all'uso rimanda ad un impegno dei cristiani di interpretare i “segni dei tempi” alla luce del vangelo, per un impegno sociale e politico vissuto come atto di amore verso il prossimo in dialogo con gli uomini del nostro tempo.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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