lunedì 28 gennaio 2008

PD. Eletto il direttivo. Adesso entro 15 giorni il segretario

Piazza Armerina. Domenica l’assemblea del Partito democratico ha votato i 110 componenti del direttivo della città dei Mosaici. Adesso, entro quindici giorni, i 110 delegati, dovranno scegliere al loro interno il segretario del partito. Una assemblea molto pacata, quella di domenica, dopo le schermaglie delle settimane precedenti. Un accordo tra le varie aree politiche ha infatti evitato lo scontro tra liste diverse con la formazione di un unico listone in cui sono state rappresentante tutte le anime del partito. “Il listone – dice Pino Venezia uno dei consiglieri del PD – è la dimostrazione che il buon senso è prevalso sulle mire personali di ognuno. Segno – continua Venezia – che se questo partito riesce a stare insieme valorizzando tutte le aree culturali che si trovano al suo interno può rappresentare una vera svolta per questa città”. Adesso si aprono le danze per la ricerca del segretario che dovrà essere eletto tra due settimane. In pole position c’è un uomo dell’area Veltroni, che possiede il 53% dei 110 delegati. Quest’area, per la verità, contiene al suo interno diverse componenti e da queste dovrebbe venire fuori il futuro leader del partito. Lo sforzo di chi proporrà il segretario dovrà essere quello di individuare un candidato venga accettato anche dalle due aree minoritarie del partito, quella che fa riferimento a Daniele La Delia, collegata a Rosi Bindi e quella che ha come leader Carmelo Tumino, sostenitore del ministro Enrico Letta. Intanto due sono le ipotesi più accreditate. Una è quella che il segretario venga fuori dall’area di fa parte lo zoccolo duro dei DS, di cui fanno parte i consiglieri, Ribilotta, Capizzi e l’ex segretario Ferrara, l’altra è che possa provenire dall’altra componente sempre legata al sindaco di Roma e di cui fanno parte il consigliere Venezia, Tanino Adamo, Enzo Giusto ed altre personalità. “Spero sia una donna il nuovo segretario del PD – dice il dottore Filippo Emma, un veltroniano – almeno riusciamo a dare un segnale veramente nuovo alla politica e di discontinuità con il passato”.
Agostino Sella

Lavoratori ex reddito minimo sul piede di guerra

Piazza Armerina. “Occuperemo le autostrade e tutti le sale dei sindaci dei comuni”. I lavoratori dei cantieri di servizio, ex reddito minimo, dei comuni dell’ennese sono sul piede di guerra. Non ricevono nessuna certezza sul loro futuro dalla regione siciliana e chiedono fatti concreti. Per il 2008 non hanno ancora garantito lo stipendio. A Piazza Armerina i lavoratori dei cantieri di servizio sono 69, a Barrafranca 268, 354 a Leonforte, 203 ad Enna e 151 ad Agira. In tutti i comuni di Enna e Caltanissetta sono circa 2000. Occorrerebbero 12 milioni di euro che la regione dovrebbe impegnare per il 2008 per pagare i loro stipendi. “Ci prendono in giro – dice una loro delegazione – siamo trattati come se fossimo nessuno. Non abbiamo diritto alla malattia, alle ferie ed ai contributi e neanche alla maternità. Noi, noi siamo lavoratori delle repubbliche africane ma lavoriamo in un paese europeo. Se una ragazza rimane in cinta non ha diritto alla maternità – continuano i lavoratori – tutto questo è scandaloso”. In effetti questi lavoratori sono in un status piuttosto strano, e non hanno un minimo di garanzie per tirare avanti la carrozza. “Il bello – continuano – è che tutti ci danno solidarietà. Abbiamo parlato con il Vescovo che ci ha dato ragione, con il prefetto e tutti hanno convenuto sulle nostre richieste. Invece – continuano – la regione siciliana ci prende i giro. Facciamo 80 ore mensili senza nessuna garanzia per noi e per le nostre famiglie. Abbiamo chiesto il minimo – continuano arrabbiati i lavoratori – ma non siamo equiparati neanche ai lavoratori socialmente utili. Ci sentiamo come se fossimo nessuno”. Questi lavoratori sono al servizio dei comuni dal 1998 e con varie modalità sono arrivati fino ad oggi. Lavorano con progetti comunali che vengono finanziati dalla regione. Se la regione, come in questo caso, chiude i rubinetti dei finanziamenti i lavoratori diventano disoccupati. “Chiediamo solo un po’ di dignità. Di avere riconosciuto il nostro status di lavoratori. Senza di noi i comuni non potrebbero lavorare. Ci sfruttano, ma non ci riconoscono con contratti adeguati”. In effetti anche gli stipendi sono esigui. Un lavoratore con un nucleo familiare di 4 persone arriva ad avere 578 euro al mese compresi anche i festivi”. Peraltro se qualcuno fa qualche altro lavoro gli viene decurtato dallo stipendio. Quindi molti, per tirare avanti, sono costretti loro malgrado a lavorare a nero. Storie di una Sicilia sempre meno europea.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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