mercoledì 12 settembre 2007

Tumori nel centro Sicilia. Molte domande, poche risposte

Solo a Piazza Armerina tre morti di tumore nell’ultima settimana. Un ragazzo di 17 anni per leucemia, un giovane di 30 anni ed un adulto di 57. A Enna si muore di cancro più che nelle altre province siciliane. 16 persone su 10.000. A Milano il dato è di 12 persone ogni 10 mila. A dirlo non sono io, è l’Istat. A Gela la situazione è ancora peggio. 1142 sono stati i casi di cancro tra il 2002 e il 2004. Sempre nel 2004 i casi accertati di tumore sarebbero stati 402: 248 uomini e 154 donne. La media nazionale è di 100 ammalati per 100 mila abitanti. A Gela gli ammalati di cancro sono 4 volte di più di qualsiasi altra città d’Italia. Ma c’è di peggio. A Gela dal 1992 al 2003, 520 bambini su 13.060 sono nati malformati. Una incidenza del 4%. Si tratta soprattutto di "ipospadie", una sorta di sviluppo anomalo dell’uretra. Bimbi condannati prima di nascere. A Gela sono venuti alla luce anche neonati con sei dita, senza palato, con un solo orecchio. Roba da non crederci nel terzo millennio. Una cosa è certa. Più si inquina più si muore. La chiesa, che in molti ritengono lontana da questi problemi, celebra ogni primo settembre la “giornata per la salvaguardia del creato” in cui invita tutti ad una seria riflessione sull’uso indiscriminato della natura. Solo dire l’ultima Benedetto XVI nell’ultima Agorà dei giovani di Loreto ha fatto utilizzare solo materiale biologico. Allora interroghiamoci. Se da noi si muore di tumore più che altrove quali sono i motivi? Non è facile rispondere, anzi forse è impossibile. Citiamo oggi solo tre questioni che riguardano il territorio tra Enna e Gela. Pasquasia, stabilimento dell’Enichem e sterco di vacca, si avete letto bene, sterco di vacca.

Partiamo dalla miniera di Pasquasia. Rappresentava una delle più importanti fonti occupazionali del centro Sicilia. Non si riescono a capire i veri motivi della chiusura. In molti dicono che il governo abbia fatto cessare l'attività estrattiva per depositare nei tunnel scorie nucleari. Alcune interrogazioni parlamentari hanno chiesto lumi sulla vicenda. In una di queste si legge “sarebbe stato notato il passaggio di mezzi pesanti, con targhe straniere, nella statale fra Enna bassa e Caltanissetta e che ciò rafforzerebbe l'ipotesi che la Sicilia potrebbe essere crocevia di un traffico internazionale di rifiuti tossici gestito dall'Ecomafia”. Alle interrogazioni dei parlamentari nessuna risposta concreta. Alcuni parlano di segreto di stato. Un altro attore della vicenda Pasquasia è boss mafioso Leonardo Messina. Lui u tunnel li conosceva bene. Ci lavorava. Ha raccontato, durante un interrogatorio, delle gallerie, delle scorie e dei suoi contatti con il Sisde i servizi segreti nazionali. Una cosa è certa: in tutta Europa quando seppelliscono fusti con scorie nucleari li coprono di sale. Dicono che evita i danni. A Pasquasia il sale non manca e da li partono tante falde acquifere. Risposte ancora aperte.

Passiamo allo stabilimento di Gela dell’Enichem. Forse ora inquina di meno, ma basta parlare con qualsiasi gelese per capire quanto abbia inquinato nel passato. L’Enichem cerca di farsi voler bene. Ha regalato al sindaco, ex dipendente dello stabilimento, una bella fontana all’ingresso della città. Crocetta ha annunciato che il comune si costituirà parte civile nei processi per i casi gravi di inquinamento ambientale ed ha previsto l’istituzione di un fondo di 300 mila euro per aiutare le famiglie povere di quei malati di tumore costretti ad affrontare spese insostenibili. Fino a poco tempo fa il polo industriale era una sorta di “grande manna dal cielo”. Dava occupazione a 12 mila operai. Molte famiglie hanno vissuto bene e con gli stipendi hanno costruito migliaia di case, quasi tutte abusive. Ancora oggi alcuni quartieri hanno strade sterrate. Alcuni operai sono stati costretti al prepensionamento per l’esposizione all’amianto. Nel 2002 la magistratura fece chiudere quattordici serbatoi e due depositi di carbone della raffineria perché inquinavano. Ma la storia della raffineria è una storia d’inquinamento perenne. Nel 1980 gli impianti degli scarichi industriale sono stati sequestrati perché violavano la legge Merli in maniera spropositata. Oggi l’Enichem è più attenta, dice di non inquinare e di essere dentro le norme, ma fino a qualche anno fa ha scaricato tutto ed il suo contrario nel cielo e nel mare gelese. Pure la fauna marina è sparita quasi del tutto. Quand’ero piccolo a Manfria riuscivo a prendere almeno una tellina dal mare raccogliendo un pugno di sabbia. Questa estate miei figli per prenderne una dovevano fare la cernita a 10 secchielli di sabbia. E non sempre gli andava bene.

Infine lo sterco dei bovini. Pochi ne parlano, ma incide parecchio. I bovini sono un miliardo e duecentottanta milioni. Un bovino per ogni 5 abitanti. Secondo il National Resarch Council della National Academy of Science, la carne bovina è al secondo posto fra gli alimenti che aggravano il rischio d'insorgenza di malattie degenerative a causa di contaminazione da erbicidi e insetticidi. Ogni manzo produce giornalmente circa 20 chili di sterco. Soprattutto nell’ennese gli allevamenti di bovini fioccano, ma i dati sulle emissioni dei “gas da sterco” non li sa nessuno. Forse non esistono. Forse non fanno notizia, ma ammazzano la gente.

Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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