mercoledì 6 gennaio 2010

Un bellissimo commento arai di un settantenne partigiano che vive a Milano figlio di emigrati piazzesi.

CARO AGOSTINO, IL TUO BLOG HA UN'IMPORTANZA RILEVANTE PER PIAZZA ;NON FARLO CHIUDERE.
A Benito che non conosco e di cui non so l'età vorrei far conoscere alcuni miei ricordi , che sono rimasti impressi col fuoco nella mia memoria.
Sono nato e vivo a Milano, figlio di emigranti piazzesi.
Amo Piazza come la mia città.
Ho superato i settantanni e gli anni della guerra che da noi è finita due anni dopo, li ho vissuti in prima persona.
Al mattino si salutava papà non sapendo se sarebbe più tornato a casa (frequenti i rastrellamenti di uomini che caricati su camionette, venivano deportati nei campi di concentamento )la giornata a scuola trascorsa con la paura di un bombardamento e la corsa nei rifugi.
Non parliamo delle privazioni:niente sale , olio farina e cosi' via.
E la sera l'attesa del padre che ,spesso rientrava solo dopo un paio di giorni.
La sera ,col coprifuoco l'impossibilità di uscire ,anche per necessità urgenti come un parto.
Le ronde fasciste sparavano su chiunque e perpetravano delitti orrendi.
Le sevizie erano le piu' raffinate. Si strappavano le unghie di mani e piedi, si metteva il malcapitato di turno , in botti piene d'acqua gelata e poi portate all'esterno con temperature sotto zero.
Non voglio menzionare altre torture perchè il solo ricordo mi fa male.
Anche se ragazzino, ascoltavo e interiorizzavo assieme ai racconti delle azioni partigiane che alcuni parenti siciliani, combattenti sulle montagne.
Alcuni partigiani siciliani scendevano dalle montagne e da noi trovavano un pò di calore umano ed io ascoltavo affascinato ed inorridito le loro azioni di guerriglia che comportavano sempre la perdita di giovani vite.
Non nego che anche gli italiani , alla fine della guerra, non abbiano compiuto azioni forti contro i fascisti.
Ma non si può paragonare al tremendo periodo fascista.
L'Italia, nel dopoguerra è rinata ed ora, lo affermo con dolore, speriamo che non ricada in un periodo buio come quello del ventennio fascista.
Piazza Armerina, da buon milanese, è nel mio cuore.
Aiutatela nel suo progresso, sostenendo chi lavora per Lei.

Il comunismo non è uguale al fascismo

di Daria De Luca Rinaldini

Cari amici del blog,
in questo dibattito mi sento obbligata a salvare la parola "comunista e comunismo" .
In un momento di rigurgiti reazionari e revisionisti, mi sembra doveroso fare un atto politico e culturale nel sovvertire l'assunto fascismo=comunismo.
Tutto il male e le stragi commesse in nome di queste ideologie, come d'altronde dal cristianesimo, non ne sollevano nessuna; ma non ha senso considerare le storture ideologiche, fuori dai loro valori ideali.
Così come non ha senso commemorare tutti i morti ugualmente.
Si considererà giusto fra un po' onorare insieme talebani e americani?
Prendiamo i testi dei propugnatori del fascismo e del nazismo: Hitler e Evola, e del comunismo: il manifesto di Marx; qui si rimarcano le differenze e i valori ideali.
Mentre il "manifesto del partito comunista" di Marx è una via al riscatto e l'emancipazione verso la libertà delle classi sfruttate, la dottrina del "Mein Kampf" è l'asservimento alla razza e al potere di uomini considerati superiori: la vera negazione della giustizia e della liberà.
Equiparereste il fascismo al cristianesimo?
I valori ideali sono diversi: c'è una grande differenza tra chi vede nell'altro uomo un fratello oppure uno sfruttatore o uno sfruttato e chi invece un "diverso", un inferiore, da annientare.
Poi una notazione: il fascismo non è solo un movimento politico, ma è anche una condizione psicologica arcaica; una regressione infantile che ci impedisce di crescere, ci spinge a cercare un papà "duce"; è la forza, che sotto i più diversi colori, ci tiene legati alla tribù, al sangue e a quella fame che si trasforma in ingordigia e crudeltà.

Sebi Arena. Spostiamo le palme Washington dal giardino del monumento del Generale Cascino

Caro Agostino,
qualche anno addietro, durante l'Amministrazione Velardita, mi accorsi che, per errore, era stata piantata nell'aiuola di sinistra del monumento al Gen. Cascino (guardando il monumento dalla parte anteriore), una palma Washington insieme a diversi gruppi di palma nana.
Me ne accorsi perchè questa palma, che all'inizio appariva simile alle altre, cominciava ad emergere dal gruppo. Orbene, la fotografai e mandai per email la foto all'assessore al ramo con un breve appello affinché fosse spiantata la palma nel timore che potesse, crescendo, apportare danni al monumento stesso. Non ebbi risposta. In atto la palma washington è cresciuta a dismisura ed ha raggiunto ed oscurato alla vista il bassorilievo bronzeo con la citazione del noto frammento del De Bello Gallico di Cesare (Et celeritate et copiis docuit quid populi romani disciplina atque opes possent). Fin qui poco male poichè non credo che l'oscuramento di tali citazioni possa recare danno all'istruzione del popolo, specialmente quella del lato opposto che nient'altro è che una citazione non condivisibile di Mussolini alla quale ipocritamente fu sotratta la firma dopo la caduta del fascismo. Il problema è un altro: il monumento risulta occultato nella sua interezza, ma soprattutto si può temere per la sua stabilità, dato che le radici, ormai imponenti della palma, si saranno infiltrate nella compagine stessa del monumento. Visto che il tuo blog è sentito e soprattutto visitato anche dalle istituzioni, ti prego di fare appello per lo spostamento o il taglio di detta palma finchè siamo in tempo.
Ti allego la foto di prima e la foto di ora.
Sebi Arena

Piazza Armerina, restauri infiniti. Su "La Stampa" di oggi.

L’articolo sotto riportato è tratto dal quotidiano ”La Stampa” di oggi 6/1/2010
Potrebbe essere interessante pubblicarlo… se vuoi!
Uno che ti segue da Torino.
Claudio

I mosaici dovevano essere pronti questo mese, ma i lavori non sono ancora completati. Ancora un anno e un milione e mezzo in più: la procura apre un’inchiesta
Restauratori al lavoro
LAURA ANELLO

PIAZZA ARMERINA (Enna)
Il direttore tecnico del cantiere, Roberta Bianchini, ha preso casa qui, con mamma ottantenne al seguito e due giovani restauratori che ormai fanno parte del paesaggio. Mimetizzati con i cacciatori, i fauni, gli animali che da 1.700 anni continuano a inseguirsi e a giocare sui pavimenti in mosaico, 3.600 metri quadrati realizzati con 120 milioni di tessere. L’anonimo ricconeQui, nella Villa romana del Casale che è patrimonio mondiale dell’Umanità, residenza di un riccone senza nome che nel 300 dopo Cristo si dilettava tra terme e triclini, i gruppi di turisti di mezzo mondo si aggirano tra gru, transenne, scavi, calcinacci. I lavori dovevano concludersi entro questo mese, ma se va bene ci vorranno ancora un anno e un milione e mezzo di euro, mentre sul cantiere piomba l’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Enna a seguito della denuncia sui restauri-lumaca presentata da Confesercenti. Il culmine di due anni di montagne russe, con i bancarellari abusivi a rifiutare di liberare la strada d’accesso ai camion (tanto che la consegna dei lavori all’impresa, nel marzo 2007, avvenne sotto riserve di legge), con un ponte su un fiume costruito per aggirare il problema e mai utilizzato, con il responsabile unico del procedimento Rosa Oliva sottoposta a scorta di polizia nei momenti più caldi, con un progetto avveniristico da condurre in porto. E con un braccio di ferro, ancora in corso, sulla gestione dei visitatori, ammessi dallo scorso novembre soltanto nei fine settimana: il direttore dei lavori Guido Meli dice, a malincuore, che dal 10 gennaio fino a fine marzo bisognerà chiudere del tutto per permettere di accelerare sui lavori, l’Alto commissario per la Villa, Vittorio Sgarbi, risponde che non se ne parla neanche e che almeno nei weekend i cancelli dovranno restare aperti. L’officina distanteNon è la prima, si fa per dire, differenza di vedute: se Sgarbi voleva piazzare sui mosaici una piramide di vetro alta trenta metri, se i puristi volevano restaurare e mantenere le coperture Anni Cinquanta firmate da Marco Minissi, grande nome della museografia, Meli (che dirige il Centro di restauro della Regione siciliana) alla fine l’ha spuntata con la sua «terza via». L’obiettivo, completato il consolidamento dei mosaici che erano a pezzi, è quello di rimuovere le vecchie tettoie e di collocare capriate di legno e rame che riproducano i volumi delle stanze: un sito archeologico all’aria aperta diventerà insomma un luogo chiuso, illuminato da luci artificiali, che intende suggerire le atmosfere e gli spazi del tempo. Peccato che realizzare coperture precise al decimo di millimetro e collocarle su mura vecchie di secoli non sia proprio un gioco da ragazzi. Tanto più se l’officina che li realizza si trova a duecento chilometri di distanza (a Favara, in provincia di Agrigento) e se dopo il primo rilievo manuale ne è servito un secondo fatto con il laser e una terza ricostruzione tridimensionale, con i disegni a fare su e giù tra cantiere e officina. «Non esiste al mondo alcun precedente raffrontabile al nostro progetto - dice Meli - ci sono molte coperture stile hangar ma nessun esempio di ricostruzione dei volumi originali». E per fortuna che il gong dei finanziamenti, diciotto milioni di euro arrivati dall’Europa, non è suonato - come era previsto - il 31 dicembre del 2008, altrimenti si rischiava di restituire i soldi a Strasburgo. I soldi sono finiti nelle cosiddette «somme liberate», senza più una scadenza perentoria. Ma se le redini della burocrazia sono diventate più morbide, i visitatori si aggirano in un cantiere, in mano le immagini patinate di riviste e depliant. «Davvero deludente - dice una famiglia romana - i pavimenti sono bellissimi ma il contesto è deprimente». Le tessere non brillano, aspettano la patina di lucidatura. E anche le fanciulle in bikini, superstar dei mosaici, sembrano sorridere un po’ meno.

Benito dice...

Adoro coloro che criticano interamente il fascismo...

perchè penso alla loro ignoranza, parlano a vanvera.. criticano, giudicano, insultano persone che oramai sono morte da decenni e quando dici loro guarda che tu lavori 8 ore, percepisci malattia percepisci tante altre cose (ci sarebbe un lungo elenco), non grazie alla DC e al PCI ma grazie a quei tanti odiati fasci...cosi rozzi e ignoranti...ma si sa il fascismo è il male assoluto!

Benito

Bilancio della A.S.D. Atletica Armerina nei GP 2009 di Corsa e di Maratonine

Si sono svolte domenica scorsa nella splendida Sala Convegni del ristorante Garden di Pergusa le premiazioni finali dei due Grand Prix 2009 di corsa su strada e di mezza maratona, relativi al settore amatoriale, ed anche quest’anno l’A.S.D. Atletica Armerina Amatori di Pino Di Giorgio si è contraddistinta come una tra le migliori realtà sportive di tutta la Sicilia.
La società nel Campionato di Corsa su strada ha infatti ottenuto con la squadra maschile l’ottava posizione assoluta su circa 60 società siciliane partecipanti, dimostrando di essere attualmente la terza squadra ennese, alle spalle della A.S.D. Tempo Libero Enna (3^ classificata) e della A.S.D. Atletica Amatori Regalbuto (4^ classificata), ma davanti a società “storiche” di questa specialità nella provincia come l’A.S.D. Libertas Atletica Bellia (13^ classificata) e la A.S.D. S.C. Olimpia Villarosa (14^ classificata). La squadra femminile, invece ha concluso il Campionato al 15° posto assoluto in Sicilia e al 4° posto fra le società ennesi, dietro alla A.S.D. Tempo Libero Enna (5^ classificata), alla A.S.D. Atletica Amatori Regalbuto (12^ classificata)e alla A.S.D. S.C. Olimpia Villarosa (13^ classificata). Per quanto riguarda le posizioni individuali, ecco qui di seguito elencati gli atleti di Pino Di Giorgio che si sono distinti nel GP Sicilia 2009: Roberto La Mattina (vicecampione regionale di categoria), Filippo Arena (3° TM), Attilio Alessandro (vicecampione regionale di categoria), Alberto Ficarra (11° M40), Giuseppe Farinato (5° M45), Angelo Grasso (vicecampione regionale di categoria) e Vanessa Cirrone (3^TF).
L’Atletica Armerina ha ottenuto grandi soddisfazioni anche nel Campionato di Mezza Maratona, classificando la squadra maschile all’11° posto assoluto, seconda squadra ennese alle spalle della A.S.D. Tempo Libero Enna (9^ classificata) e davanti alla A.S.D. Atletica Amatori Regalbuto (16^ classificata) alla A.S.D. Libertas Atletica Bellia (21^ classificata) e alla A.S.D. Marathon Club Haenna (38^ classificata). Grandi risultati sono stati ottenuti anche a livello individuale, vanno infatti evidenziati i piazzamenti nel GP di Mezza Maratona 2009 di Filippo Arena (vicecampione regionale di categoria), Roberto La Mattina (3° TM), Ugo Valerio Muscarà (9° TM), Attilio Alessandro (campione regionale di categoria) e Alberto Ficarra (13° M40).

Giuseppe Falcone chiede l'annullamento in autotutela di tutti verbali sulle strisce blu elevati fino alla corrente data.

Il sottoscritto, Giuseppe Falcone, nella qualità di consigliere comunale del Comune di Piazza Armerina, con la presente, premesso che:
- l’art. 17, comma 132, della l. 127/97 prevede che la funzioni di addetto alla sosta per la prevenzione e l’accertamento delle infrazioni nelle strisce blu devono essere conferite mediante determina del Sindaco territorialmente competente;
- a seguito della presentazione di una istanza di accesso lo scrivente ha constatato che tale provvedimento non è mai stato emanato in favore dei soggetti che attualmente stanno elevando i verbali per le violazioni nelle zone di sosta a pagamento;
- pertanto, tutte le sanzioni elevate fino alla corrente data dagli addetti alla sosta sono inesistenti giuridicamente, mancando un provvedimento che deleghi la pubblica potestà sanzionatoria;
quanto premesso e considerato
CHIEDE
1) la sospensione in via immediata dell’attività di accertamento nelle zone contrassegnate dalle strisce blu;
2) l’annullamento in autotutela di tutti i verbali fin qui redatti dagli addetti alla sosta, e la restituzione delle some eventualmente introitate, in quanto costituenti proventi indebiti.
Si chiede altresì al Presidente del Consiglio comunale di volere procedere a convocare il civico consesso, affinché il Sindaco venga a riferire in aula sulle modalità anomale con le quali è stata avviata l’attività di accertamento sulle strisce blu nel Comune di Piazza Armerina.
Piazza Armerina, 03/01/2010.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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