lunedì 29 ottobre 2007

Il mio voto solo con le primarie. di Carmelo Nigrelli.

Nonostante Veltroni abbia affermato chiaramente che tutte le cariche del Partito Democratico saranno assegnate con il sistema delle primarie, il dispositivo finale votato a Milano tra le proteste di Bindi e Letta, prevede che «Il 24 novembre in ogni provincia gli eletti nelle assemblee costituenti regionale e nazionale eleggono il coordinatore provinciale e che si costituisce un coordinamento Provinciale, composto dai suddetti eletti nelle assemblee costituenti, nonché dai sindaci e dai capigruppo consiliari del Pd nei Comuni capoluogo, dai presidenti di Provincia e dai capigruppo provinciali del Pd, dai consiglieri regionali e dai parlamentari aderenti a gruppi del Pd».Un dispositivo-truffa - lo dico con chiarezza - che conferma le indiscrezioni di qualche giorno fa sull'organizzazione territoriale del PD in Sicilia.L'ennesima brutale presa per i fondelli per i tanti che abbiamo partecipato al rito del 14 ottobre, consapevoli delle incoerenze tra dichiarazioni di intenti e azioni concrete, ma fiduciosi in un miglioramento successivo sarebbe, secondo gli addetti ai lavori, ineluttabile.La spiegazione sarebbe che, dovendo eleggere i segretari entro dicembre, non ci sono i tempi tecnici per organizzare nuove primarie e poi non si può chiedere alla gente di recarsi nei gazebo ogni due mesi. Così i delegati all'assemblea nazionale e a quella regionale, eletti con una funzione, vengono investiti del compito di eleggere, tra loro, il segretario provinciale e diventano organismo dirigente. Uno pensa di votare un candidato da mandare a un'assemblea costituente e se lo ritrova segretario di partito nella provincia ovvero il contrario: alcuni non si sono candidati alle assemblee costituenti pensando poi di mettersi a disposizione per svolgere un ruolo organizzativo sul territorio e si trovano tagliati fuori.La realtà è che le primarie non garantirebbero la spartizione con manuale Cencelli delle segreterie provinciali tra Ds e Margherita (come si è fatto per quelle regionali) poiché a livelli così ristretti qualche "sfuso" potrebbe scardinare gli accordi tra le oligarchie (e dico, per evitare equivoci, che questo non sarebbe il caso della provoncia di Enna dove la forza degli aparati non può essere messa in discussione). Di questo passo, e con lo stesso principio, diventa difficile pensare che i candidati alle presidenze delle province per le quali si voterà in primavera e quelli da inserire nelle liste per i consigli provinciali possano essere scelti con lo stesso sistema. Niente più primarie, dunque? Purtroppo sembra questo l'andazzo. Che la truffa sia forse troppo sfacciata deve, però, essere stata una sensazione che ha colto anche i redattori delle 9 regole. E infatti la regole successiva a quella sulla modalità di indicazione del segretario provinciale, la sesta, lascia una porta aperta. «Entro il 23 dicembre saranno convocate dai Segretari regionali in accordo con i Coordinatori provinciali, assemblee di tutti i votanti alle primarie del 14 ottobre per costituire il Pd nei territori, secondo le modalità decise congiuntamente dal Segretario Nazionale e dai Segretari Regionali. Ai partecipanti alle Assemblee verrà consegnato un Certificato di "Fondatore del Partito Democratico».Potrebbe essere un'"americanata" per consegnare i diplomini (e magari con le delegate a fare da majorettes), ma potrebbe essere anche l'occasione, l'ultima, per recuperare la partecipazione democratica con la chiusura della fase provvisoria coordinata dai provinciali eletti secondo quanto stabilito a Milano e l'apertura di quella ordinaria con segretari provinciali e cittadini eletti atraverso le primarie.Io, per quel che mi riguarda, porterò questa istanza nelle assemblee del Pd che dovessero eventualmente essere organizzate, ma fin d'ora dichiaro che non voterò per candidati che non dovessero essere scelti con il sistema delle primarie, ad eccezione di quelli per il consiglio comunale. Su questo aspetto della strutturazione del Pd credo che si potrà organizzare anche una battaglia politica che potrebbe avere un respiro nazionale e che varrà la pena portare avanti.

Una sfiducia da avanspettacolo. di Carmelo Nigrelli.

A Parigi, nel quartiere latino, in rue de la Huchette, dal 1957 ininterrottamente si replica La cantatrice calva di Eugène Ionesco; decine di migliaia di repliche hanno fatto di questo piccolissimo, spoglio, teatro una meta quasi canonica per i turisti non per caso nella capitale francese.A Piazza, nel cuore del centro storico, tra l'ex convento dei Benedettini e l'ex Palazzo del Senato, tra la Sala delle Luci, alcova del sindaco, e la sala del Senato, tinello dei consiglieri, da tre anni si replica non una pièce del teatro d'avanguardia, ma un modestissimo avanspettacolo che non solo non attrae turisti, ma fa fuggire anche i concittadini dei protagonisti.Nelle ultime repliche si è assistito ad un nuovo protagonismo di personaggi che finora avevano lasciato il proscenio al sindaco e ai suoi seguaci. I consiglieri e i dirigenti (si fa per dire) del centro sinistra hanno avuto la rara capacità di risollevare un rassegnato sindaco che poche settimane fa sembrava accettare il destino della mozione di sfiducia e oggi, ringalluzzito, torna con consapevole arroganza a sfidare gli avversari certo di potere trasformare una possibile sconfitta in una sicura vittoria.È trascorso pochissimo tempo da quando nasceva il gruppo unico del Pd in Consiglio, quando sembrava che, superata la scadenza del 14 ottobre, la mozione voluta da sette consiglieri di centro sinistra e da quello di Forza Italia potesse essere portata in consiglio e votata anche dalla corazzata del MPA.Il Sindaco fiero e impavido, il petto in fuori verso i cannoni nemici, giurava che mai avrebbe cambiato la sua squadra di assessori, mentre gli assaltatori del MPA, il coltello tra i denti, dettavano fermi ultimatum: tre assessori e il vicesindaco a noi, entro l'estate, entro il 30 settembre, entro il 15 ottobre, entro entro o tutti a casa!Mentre la sceneggiata proseguiva sui binari soliti, ma pur sempre scivolosi, i due galletti di Renzo Tramaglino, Ds e Margherita, si sono dati una beccata davvero dura con la presentazione della mozione subito smentita dal capogruppo consiliare che si è successivamente dimessa dal ruolo.E intanto il sindaco, già resosi disponibile a candidarsi addirittura alla Presidenza della Provincia e prontamente eletto vice presidente dell'Ato rifiuti, ha riaperto la trattativa con i lombardiani facendo finta di sottomettersi ad eventuali accordi da stipulare a Enna.In tutta questa vicenda, come sempre negli ultimi tre anni, le questioni reali, che riguardano la città e i cittadini, sono del tutto scomparse.I cosiddetti politici locali, di destra, di centro, di sinistra, confusi, giocano a scimmiottare i politicismi che in televisione vedono come protagonisti le soubrettes della politica nazionale.Solo che mentre questi personaggi inconcludenti si divertono sul palco, la città soffre, va indietro, scivola lungo il piano inclinato del declino nel disincanto dei suoi cittadini.In questo quadro giorno 3 novembre si dovrebbe discutere in Consiglio la mozione, ma forse il Presidente Miroddi ha sbagliato a scrivere la data. Voleva indicare il 2 novembre, giorno di commemorazione dei defunti, cioè della speranza e del futuro ormai morti in questa città.
Carmelo Nigrelli

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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