lunedì 18 agosto 2008

Camerino è sceso... finalmente. Nigrelli. "Non ha ottenuto nulla di più di quello che gli spetta"

Piazza Armerina. Alla fine Giuseppe Camerino, disoccupato già noto per essersi candidato alle scorse elezioni provinciali a Presidente della provincia con il Partito Comunista dei Lavoratori, dopo sette giorni di protesta, è sceso dal tetto di Palazzo di Città. Camerino, che nella protesta è stato affiancato dal collega disoccupato Michelangelo Perla, chiedeva un posto di lavoro a tempo indeterminato. Poi ieri, verso le due del pomeriggio, il colpo di scena. Camerino, dopo una continua opera di persuasione, è sceso dal tetto. Alla fine non ha ottenuto nessun posto di lavoro a tempo indeterminato ed è stato anche costretto a dimettersi dal dai Cobas, per evitare l’espulsione dal sindacato. Camerino, ha così rotto la sua alleanza con Luigi Bascetta, lo storico sindacalista piazzese che ha avuto parole dure nei confronti del suo ex compagno di viaggio. Dopo essere sceso dal tetto, Camerino, è stato subito condotto in caserma dalle forze dell’ordine che gli hanno contestato una serie di reati tra i quali la “messa in pericolo dell’ordine pubblico”, il “disturbo della quiete pubblica”, ed il “danneggiamento di immobili”. Non è stato possibile però procedere a misure di custodia cautelare. Nei sette giorni di protesta in cui Camerino si è trasferito sul tetto del comune i disagi provocati alla città sia in termini di ordine pubblico che di immagine sono state notevolissime. A causa della sua protesta è stato deviato più volte il corteo del Palio dei Normanni, la più importante manifestazione turistica della città dei Mosaici. Solo per un intervento deciso del Vescovo non è invece stato modificato il percorso della processione della patrona della città, Maria Santissima delle Vittorie. Sollevato, dopo la notizia del termine della protesta il sindaco Carmelo Nigrelli. “Sono contento che la protesta sia cessata. Spero – dice Nigrelli – che Camerino capisca che i gesti plateali noi aiutano a risolvere i suoi problemi. Posso essere d’accordo con lui che bisogna combattere le forme di precariato, ma bisogna essere realisti e cogliere le opportunità. A Camerino – precisa il sindaco - non abbiamo promesso nulla di più di quanto gli avevamo detto prima dell’inizio della sua protesta quando lo avevamo invitato a recarsi ai servizi sociali per partecipare alle attività lavorative previste dal piano di zona. Lui è autista e potrebbe essere inserito nelle attività che partono a settembre. E’ lo stesso percorso che possono seguire tutte le persone disoccupare che vogliono lavorare. Camerino – conclude Nigrelli – con la protesta non ha ottenuto nulla di più. Avrebbe avuto gli stessi diritti anche senza il suo gesto”.

Agostino Sella

Finite le vacanze. Si riparte...

"Arridateci il Palio!" de "il lumbard"

Arridateci il Palio.

Quello che è stato “il palio del 2008” è sotto gli occhi di tutti:

1) organizzazione scadente (nonostante gli organizzatori siano ormai in numero superiore ai figuranti stessi);

2) i figuranti dei plotoni fatti da dodicenni ( bel risultato dopo le tante decantate selezioni);

3) corteo notabili con soliti noti (evidentemente si presentano solo loro?);

4) i cortei dei quartieri ,in alcuni casi erano addirittura senza bandiere e quindi di difficile interpretazione ;

5) l’ingresso al campo S.Ippolito è stato caotico, si è addirittura rischiato l’incidente avendo dato il via ai cavalieri della Castellina, mentre dal lato opposto partiva il calesse per spianare il terreno;

Ma ci voleva tanto a capire che:

--tante modifiche avrebbero snaturato il palio (vedi il punteggio della giostra dove lo scudo così proposto dà vantaggi ai giostranti meno veloci che hanno più tempo per colpire il settore con punteggio più alto );

-- le selezioni organizzate dai quattro comitati insieme ha rotto il legame quartiere-giostranti ( vedi la mancata sfilata dei giostranti del quartiere Castellina che non si sono presentati alla partenza dalla chiesa di S Andrea, e le stesse lance le hanno dovute portare le ancelle);

--in alcuni casi è guerra tra giostranti,regolamento e comitato di quartiere ( vedi la contestazione del quartiere Monte);

--le figure a cavallo vengono scelte senza controllare il binomio cavallo-cavaliere (senza parlare poi del non considerare l’età adatta ai ruoli: si nota, infatti,la mancanza della figura del tipo signor Parasole che era diventata storica del palio stesso;

sarebbe il caso di valutare :

-- la formazione di un gruppo di lavoro ,associazione o altro ( lasciando però fuori chi negli ultimi si è appropriato di ruoli che non gli appartengono)

-- le modalità di svolgimento della giostra e i relativi regolamenti;

-- rivedere i i ruoli dei comitati di quartiere che dovrebbero occuparsi di imbandierare i quartieri

motivare la partecipazione ai plotoni ecc e non di avere ruoli decisivi nell’organizzazione, anche se ciò dà più visibilità

Il lumbard

Storia e ‘mbràculi d’ Ciazza. di Tanino Platania

Alla cortese attenzione di Agostino Sella.

L’alternarsi di giorni di politica a giorni di rievocazioni storiche, di ritrovamenti e di ricerche per sollevare le sorti della nostra città, mi ha suggerito questa poesia in lingua gallo-italica .

Storia e ‘mbràculi d’ Ciazza (Storia e miracoli di Piazza Armerina). La invio senza traduzione perché fortemente contrario. Confido nella sonorità della poesia e in quelli che “masticano” un po’ questa antica parlata …e poi credo che se non dovesse essere compresa non cambierà molto il risultato, così, come, anche per quelli che l’avranno compresa… Una poesia, tanto per cantare…

…Chiaramente quell”Attia” non è rivolto a te, ma all’ipotetica Musa ispiratrice …insomma, della serie…Cantami o Diva …e così via.

Sicuro che saprai farne buon uso

Tanino Platania

Storia e ‘mbràculi d’ Ciazza

Attia!

Döna a da mì a vösg dû poèta

e örb’m l’arma segrèta

p’ cantè dami, cavalèri

e p‘nzina pupi neri,

d’ quànn Ogghièrm u Màu

cu a rasgiöngh’, nî mës sötta sàu.

L’auccìs n’ fes spustè cu a forza d’ l’armi

döi anni ciù avanti e abéstra d’ döi saumi

e cuscì avöma a part dû 1163

ch’ d’ s’cùr avèa ess d’ venerdì

p’rchì par scritt nû testamént

ch’ ntî vini, avöma u trad’mént.

…Öra iè dì: malanni e dragunèri

s’ ponu dd’vè senza viè ‘nterra cantunèri

basta ess ciù s’nzèri

a cum’nzè dî sinn’chi a f’nì nt’ l’urt’mi uscèri.

…U cönt dî dami e d’ Ruggèru

è scritt nî ddibri e a storia a da ess vèru.

L’avöma ddezz e s’a da passè a vösg ed ê frustèri

ch’ Ciazza è figghia dî nobi guerrèri.

Cö ch m’ ddascia na vicetta frasturnà

è còm fu fertunà

u canòn’ch Candilia a purtè ancöra ‘ngloria

u st’nnàrd Madonna dâ V’ttorìa.

…Fòrs cöst è u prim ‘mbràcu dâ nostra storia.

U secönn è còm nan murì d’ fam a pòv’ra gènt

ch campava d’ stenti e d’ nènt.

Scalza, a viè sudöri còm a ‘n mù

e sèmpr cu i pezzi ntò cù.

Féngh’, spii e pagghia brönna

e u z’rè d’ na giuménta u frumént suma.

Zira, ‘mpuru, a rota dî mul’nèri

cu i sacchetti cini d’ d’nèri:

l’eterna storia dî patröi cunténti

e dî p’staöri sèmpr scunténti.

R’met’chi tra vigni scauzàdi

e guasteddi d’allöra sfurnàdi,

p’ sfamè patri, matri, nanni

e maniàdi d’ carösgi ‘nsùb’t ranni,

‘nsömma gènt senza scoli e d’ gnurànza

ma cu tanta d’ criànza.

Processiöi ‘mp’rp’t’cchiàdi,

na taliàda e fuitìni cunzàdi

Semenàri cini di parrì,

ancöra ràsti di B’n’d’ttì.

Centu crèsgi e v’scuvàdi

p’ matrimoni d’amör e cum’dàdi.

M’naöri gialli e nèri

patröi dî p’rtùsgi e z’m’tèri.

Öra p’ sgav’tè d’löri e p’n’tenzi

ggh’sù i giörni di spartenzi:

figghi dduntani

e patri e matri, zzà söli, annadi sani,

accuscì i giörni d’ventanu s’màni.

…Ma Attia !

Öra nan canti cosi növi!

Cösti ‘mp’dugghi sù d’aöi,

tant ch ‘mpuru iè î söi!

Scì !...

Iè nan pozz fer turnè dami e cavalèri

e fer sp’rì p’nzeri néri,

iè t’ pozz fè scrìv a poesia…

…pî ‘mbraculi ggh’è sèmpr Maria!

Tanino Platania

Ago 2008

L'omelia del Vescovo per il pontificale di Maria SS delle Vittorie

Carissimi confratelli, distinte autorità civili e militari, Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Rappresentanti del Magistrato dei quartieri, cavalieri dei quartieri Casalotto, Canali, Castellina e Monte ,sorelle e fratelli amati dal Signore,

la festa di Maria SS. delle Vittorie , patrona della città e della Diocesi di Piazza Armerina, costituisce uno dei momenti più espressivi della identità storica, culturale e religiosa di questa città .

Oggi non è facile gestire una città per una serie di difficoltà di natura culturale, sociale, economica che sembrano indurre ad un senso di sgomento chi è stato chiamato a prestare il proprio servizio alla comunità dei cittadini

La città è un patrimonio importante per ogni uomo e ogni donna perché serve a dare loro una identità civile e culturale. Nella città il cittadino è chiamato ad educarsi alla fedeltà alla tradizione, alla legalità, alla responsabilità, all'accoglienza, alla partecipazione, alla solidarietà, al bene comune, in una parola ad una cittadinanza attiva e responsabile.

I cristiani nella città , hanno il compito di creare un tessuto comune di valori per la costruzione di una città a servizio di ogni uomini e soprattutto dei più deboli a partire dai quali si misura la civiltà di una città.

I cristiani in collaborazione con tutti gli altri uomini di buona volontà sono chiamati a testimoniare che una vita rispettosa delle leggi ed estranea alle furberie , ai ricatti e alle prepotenze non è un atteggiamento proprio degli imbelli, ma delle persone libere e forti, oneste e sensibili al bene comune.

Non basta produrre maggior benessere economico a vantaggio di tutti è necessario che ognuno trovi un senso positivo alla propria vita.

La cartina al tornasole di una vera civiltà è la modalità con cui un popolo vive, in se stessi e nella loro stretta interconnessione, gli affetti, il lavoro ed il riposo, che sono le manifestazioni essenziali dell’universale esperienza umana.

La Chiesa desidera offrire a tutti – credenti e non credenti – il suo contributo alla concordia e alla pace, accompagnando i suoi figli, rigenerati dalla grazia sacramentale, in famiglia, sul lavoro e nel riposo per dare un significato pieno alla propria esistenza, che ultimamente può scaturire dalla certezza della nostra vittoria sul male e sulla morte.

Non si vive senza una ricerca anche se confusa e una speranza in questa vittoria, certamente più importante delle tante vittorie effimere , rese amare dalla certezza di una inesorabile definitiva sconfitta.

Per questo non c’è male più grande che concepire la vita come una partita truccata, un teatro dell’assurdo , in cui nulla ha senso.

La festa della nostra patrona Maria SS. delle Vittorie , che coincide con la solennità dell'Assunzione , ci dice invece che la nostra vita ha un senso ed è degna di essere vissuta perché questa vittoria più importante di tutte sulla morte si è già verificata in Gesù Cristo Risorto ed in Maria SS.

Maria assunta in corpo e anima in cielo ci dice che anche per il corpo c’è posto in Dio. Il cielo non è più per noi una sfera molto lontana e sconosciuta , ma è aperto, ha un cuore perché nel cielo abbiamo una madre.

Questa donna é il segno più luminoso della vittoria di Dio sul male e sulla morte, é la prima creatura del mondo nuovo inaugurato da Cristo risorto, Signore della vita. Questa vittoria è frutto di una lotta.

Sant’Agostino nella sua opera "La Città di Dio", dice che tutta la storia umana è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino al dono di se stesso, e l’amore di sé fino al disprezzo di Dio e all’odio degli altri.

Questa interpretazione della storia come lotta tra due amori, tra l’amore e l’egoismo, si basa sulla lettura dall’Apocalisse, che abbiamo ascoltato .

Questi due amori appaiono in due grandi figure.

La prima figura è il dragone rosso simbolo dell’egoismo assoluto e di un potere dittatoriale senza amore che si manifesta attraverso la sopraffazione , il terrore e la violenza.

La seconda figura è la “donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi, circondata da dodici stelle”. Questa donna è simbolo della Madonna, vestita di sole totalmente, circondata e penetrata dalla luce di Dio. Circondata dalle dodici stelle, da tutto il Popolo di Dio, da tutta la comunione dei santi, che ha ai suoi piedi la luna, immagine della morte e della mortalità.

Maria SS. è totalmente vestita di vita, è posta nella gloria, avendo superato la morte, è segno della vittoria dell’amore, che è benigno, paziente, rispettoso , umile ,disinteressato, gratuito.

Questa donna che soffre, che deve fuggire, che partorisce con un grido di dolore, è anche la Chiesa pellegrina di tutti i tempi che vive nel deserto del mondo perseguitata dal dragone. In tutte le generazioni di nuovo essa deve partorire Cristo con grande dolore , ma nutrita del pane di vita essa soffrendo vince contro tutte le ideologie fondate sull’odio e sull’egoismo.

Oggi noi facciamo festa perché celebriamo il destino glorioso di una donna che , in una vita umile e nascosta, ha realizzato pienamente sé stessa ed è capace di venirci in aiuto. Francesco Petrarca esclama, nell'ultima canzone del suo Canzoniere (CCCLXVI):

"Vergine santa, d'ogni gratia piena, / che per vera et altissima humiltate /salisti al ciel onde miei preghi ascolti".

Nel Vangelo abbiamo sentito il cantico di Maria che comincia con la parola “Magnificat”: la mia anima “magnifica” il Signore, cioè “proclama grande” il Signore. Maria desidera che Dio sia grande nel mondo, sia grande nella sua vita, sia presente tra tutti noi. Non ha paura che Dio possa essere un “concorrente” nella nostra vita, che possa toglierci qualcosa della nostra libertà, del nostro spazio vitale con la sua grandezza. Ella sa che, se Dio è grande, anche noi siamo grandi. La nostra vita non viene oppressa, ma viene elevata e allargata: proprio allora diventa grande nello splendore di Dio. Solo se Dio è grande, anche l’uomo è grande. Soltanto attraverso l'incontro con il Dio vivente , sorgente di quella speranza che ci cambia di dentro e che non delude (Rm 5,5), è possibile ritrovare una forte e sicura fiducia nella vita e dare consistenza e vigore ai nostri progetti di bene.

Maria profetizza “tutte le generazioni mi chiameranno beata” .

In comunione profonda con tutte le generazioni cristiane del passato e con quelle che verranno, noi oggi - attuando il suo annuncio profetico - proclamiamo beata Maria e facciamo nostro il suo cantico di lode.

Il canto di Maria, pone in bocca della Vergine espressioni forti e rivoluzionarie. Vi si parla dell'intervento di Dio nella storia.

La Madonna ci dice che l'avvenire non sarà dei prepotenti, ma di coloro che vorranno attuare il regno di Dio che è regno di santità e di grazia, di giustizia, di pace e di amore.

Per noi cristiani spesso sfiduciati e scoraggiati per l'apparente prevalere del male Cristo risorto ed asceso al cielo e la Madonna assunta sono fonte di speranza e di impegno per costruire una società più fraterna, più giusta, più riconciliata.

La speranza cristiana , che ha in Maria come dice Dante “una fontana vivace”, non è solo un pio desiderio: è una realtà già presente che plasma la nostra esistenza quotidiana, riportando le attese degli uomini e delle donne a contatto con l’origine stessa della vita e della giustizia, dell’amore e della pace.

Per questo noi pur guardando il cielo non possiamo dimenticare la terra.

E in questa festa non possiamo dimenticare i problemi della nostra città e diocesi: la diminuita fiducia nel futuro accompagnata dalla crescita del senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie e per il disordine sociale, la disoccupazione e la mancanza di una cultura del lavoro e della cooperazione, l’emigrazione forzata di tanti giovani, la morte di tanti immigrati che trovano nel Mediterraneo la loro tomba, gli atti di illegalità e di violenza da parte di pochi che danneggiano tutta la comunità, la presenza dei tristi fenomeni dalla mafia, dell’usura e del pizzo, lo sfruttamento dei lavoratori, le varie forme di abuso sui minori e il turpe fenomeno della pedofilia, l’emergenza educativa che coinvolge le famiglie, le scuole e le parrocchie, la diffusione di alcol e droghe che interessano anche gli adolescenti, l’abuso del denaro pubblico e i carrozzoni clientelari che gestiscono alcuni servizi pubblici facendo lievitare i costi per i cittadini che vi trovano un troppo comodo alibi per non pagare le giuste tasse, le divisioni e le contrapposizioni sterili che non guardano al bene comune, le lungaggini burocratiche che ostacolano un ordinato sviluppo, i gesti demagogici di chi strumentalizza i bisogni della gente per i propri interessi meschini, la situazione di crisi della casa di riposo “San Giuseppe” già da me denunziata lo scorso anno e i cui dipendenti non hanno ricevuto lo stipendio da molti mesi..

Noi cristiani , non ostante questi fenomeni negativi , siamo chiamati ad essere testimoni della speranza guardando a Maria SS. che per noi, popolo di Dio pellegrinante verso la patria eterna, è “segno di sicura speranza e di consolazione”. A noi cristiani è chiesto attraverso la nostra testimonianza di essere portatori di speranza ad un mondo disperato ed annoiato, ad essere costruttori di pace e di riconciliazione in un mondo dove continuano ad essere presenti guerre e assurdi atti di terrorismo e di violenza, e collaboratori della civiltà dell'amore ad un mondo egoista e tornacontista, mostrando con i fatti la bellezza e la bontà che l'incontro con Cristo e l'imitazione della fede di Maria possono realizzare oggi nella nostra vita terrena.

Affidiamo alla Madonna, che veneriamo sotto il titolo di Maria Ss. delle Vittorie la nostra città i suoi abitanti , perché viva nella concordia e nella pace, preghiamo per coloro che sono chiamati a vario titolo al servizio di questa città , dei comuni della nostra diocesi perché orientino ogni loro sforzo nella ricerca del bene comune.

Affidiamo alla Madonna la Regina della Pace le sorti della nostra patria, del mondo intero perché ci aiuti per la vittoria di una pace fondata sulla giustizia , sul dialogo e sulla cooperazione internazionale nella quale siano rispettati la dignità e i diritti di ciascuno .

L`intercessione di Maria SS. delle Vittorie corrobori la nostra fede illanguidita che ci rende certi della vittoria del Bene, sostenga la nostra debole speranza sulla via che porta alla gloria del cielo , ci rafforzi nel nostro impegno quotidiano animato dall’amore verso Dio e il prossimo .

Il fannullone si nutre di caffé e cappuccini. di Mauro Mirci


Letto il post di Giulio Mozzi sul suo blog, in merito agli otto licenziati dalla FF.S., ho letto anche l’intervento di Giovanardi su Libero. Poi ho fatto un veloce giro proprio sul sito di Libero.
Ecco che ne è venuto fuori.
Giovanardi, in buona sostanza, scrive: “Non mi piace l’Italia dei fannulloni, ma ancor meno un’Italia da caserma, dove si può trovare sempre qualche zelante sottufficiale che ti sibilia il famigerato ’stai proccupato’, che da sempre ha ottenuto effetti contrari a quelli sperati.”
E perché lo scrive? Perchè, a quanto pare, la sanzione del licenziamento per giusta causa è stata comminata senza giusta causa, visto che i sanzionati avevano terminato il turno di lavoro e nessuna retribuzione avrebbero ricevuto per la loro permanenza falsamente attestata sul posto di lavoro.
(per chi volesse conoscere meglio i fatti, il link è questo. Sarò grato a chi mi segnalerà il link alla lettera di Giovanardi).
Ma cosa spinge il ministro Giovanardi a spezzare una lancia a favore dei fannulloni?
Forse la spiegazione sta in queste parole scritte da lui.
Trenitalia ha ai suoi vertici due uomini notoriamente schierati a sinistra“.
Quindi, riepilogando:
1) Il governo (di destra) sta con i lavoratori, anche se forse ingiustamente accusati di essere fannulloni. Quindi non esiste un pregiudizio contro i pubblici dipendenti.
1bis) Ciò, a maggior ragione, giustifica la caccia al fannullone, poiché, come dimostrato prima, il governo sa ben distinguere il fannullone verace da quello taroccato.
1ter) Se la questione non fosse finita sui giornali, Giovanardi non si sarebbe mai posto il problema se gli otto di Trenitalia fossero fannulloni veraci oppure no.
2) Ai vertici di Trenitalia stanno “due uomini notoriamente schierati a sinistra”.
2bis) Anche gli uomini della sinistra ce l’hanno coi fannulloni: al punto che non riescono a distinguere tra fannulloni veri e fannulloni taroccati.
2ter) A differenza degli uomini di destra, quelli di sinistra licenziano al volo, senza porsi dubbi esistenziali.
2quater) Gli uomini di sinistra sono molto più intransigenti e radicali di quelli di destra. Stanno, in altre parole, più a destra degli uomini di destra. Che quindi si ricollocherebbero a sinistra.
2quinquies) Quindi, smettiamola di dire che la manovra “anti fannulloni” di Brunetta è fascista.

Incidentalmente, ecco come, sempre Libero (in un articolo che trovate qui), ricostruisce i fatti: “Un dipendente di Trenitalia andava al lavoro e timbrava sia per sé sia per altri sette colleghi che, nel frattempo, se ne stavano a casa, andavano a fare la spesa o a bersi il caffè al bar.
La versione nota a Giovanardi (che, mi pare, la trova pure attendibile) è questa.
“…due squadre di motoristi, otto uomini in tutto, cinque tra i 45 e i 52 anni e tre giovani apprendisti fra i 23 e i 28 anni, si fermano oltre il loro orario di lavoro che terminerebbe alle 16. Fanno due ore di straordinario per riparare due locomotori. Secondo la ricostruzione del sindacato finiscono il lavoro alle 18.02, come da relazione di servizio. Sette devono prendere il treno per tornare a casa: vanno a fare la doccia e per guadagnare tempo danno i cartellini all’ ottavo che abita in zona. Questi timbra per tutti alle 18.33.

Quindi niente caffé e cappuccini, a quanto pare.
Allora, chi ha riferito a Libero dei sollazzi di questi otto degenerati?
O esiste un pregiudizio in base al quale qualsiasi dipendente pubblico, in quanto tale, ambisce solo ad assentarsi dal lavoro per compiere nefandezze?
Secondo me esiste. Come credo attesti questa vicenda.

Ale, impiegata pubblica che s’è rotta un dito del piede. Certifica l’infortunio e rimane a casa. Ma scopre che, in virtu delle nuove norme introdotte dal Decreto Legge 112/2008, è obbligata a rimanere in casa dalle 8 alle 13, e dalle 14 alla 20. Praticamente, uso parole sue, agli “arresti domiciliari“.
Norma giusta, norma sbagliata? Se ne può discutere. Personalmente ritengo sia da rivedere.
Di diverso avviso sono i commentatori del blog di Libero, che alle lamentele di Ale, ribattono (stralcio qua e là, ma i commenti sono oltyre 90)
“Ridicola lamentela. Qualunque lavoratore autonomo avendo funzioni amministrative, con un dito del piede rotto, lavorerebbe. La nostra amica statale puo’ ringraziare pertanto di essere statale e potersene stare a casa!!! “
“Se uno può andare a spasso, può andare anche al lavoro. A casa mia lo si è sempre fatto, gamba o caviglia ingessata…..mio marito, mio figlio ed io. Capita nelle migliori famiglie.
Bene ha fatto Brunetta a mettervi in riga speriamo che continui su questa strada,la festa speriamo che sia finita.
Ti piacerebbe fare una passeggiata? Se sei in grado di farla, passeggia fino al tuo posto di lavoro!
E così, via, grossomodo sullo stesso tenore, in moltissimi dei 90 e più commenti.

Sulla protesta di Camerino

Gentile redazione

Mi chiamo Salvatore Valenti, abito ad Enna, ho 37 anni
desidero continuare ad informarvi sulla protesta messa in atto da due disoccupati nel comune di Piazza Armerina in provincia di Enna
siamo arrivati ormai al 5° giorno di protesta e la situazione sembra in drammatico stallo
i due disperati sono arroccati sui tetti di un edificio comunale in piazza Garibaldi a Piazza Armerina, e stanno affrontando un altro duro giorno sotto il cocente sole siciliano
rivendicano una collocazione lavorativa a tempo indeterminato nella pianta organica del comune ai sensi dell'articolo 16 della legge 56/1987 ( il sindaco Nigrelli sostiene ignorantemente che questa legge non è più in vigore e comunque non ha mai fatto menzione ufficiale della mancanza della legge in questione)
dopo ripetute missive spedite negli ultimi anni dai due disperati alle amministrazioni comunali, al prefetto, al presidente della repubblica, al vescovo e financo al papa, tutte rimaste inascoltate, hanno deciso di rivendicare i propri diritti e di fare sentire la propria voce occupando i tetti
vista la vergognosa inerzia delle istituzioni, hanno deciso di attuare uno sciopero della fame, questa decisione rischia di aggravare la situazione considerato che se alle condizione già estreme si dovesse aggiungere anche la debolezza per inedia è facile immaginare che un momento di malore, una perdita di equilibrio rischia di trasformarsi in tragedia, considerato che il tetto è inclinato e con vecchie tegole.
il disinteresse del neoeletto sindaco Carmelo Nigrelli (DS) e degli assessori è palese e pateticamente confermato ieri 16 agosto quando dopo le mie mail recapitate in tante redazioni regionali e nazionali dove denunciavo la semi-latitanza dell'ambulanza e di personale di sicurezza, miracolosamente iniziavano a stazionare in maniera continuativa nella piazza della protesta.
Evidentemente al primo cittadino interessa più l'opinione della stampa che le istanze della povera gente, ed è per questo motivo che spero anche la vostra redazione possa dare spazio a questa vicenda.
Ritengo di dovere sottolineare che nessun movimento politico, nè sindacale, nè religioso ha preso posizione nè favorevole nè contrario, dimostrando lo sfacelo, l'abbandono e l'arrendevolezza delle organizzazioni sociali e civili che spopola nel meridione.
Allego alcuni link di alcuni articoli pubblicati ieri nel web, fra cui sottolineo le notizie Ansa
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_736423227.html
http://www.altratrapani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=861&Itemid=102
http://fai.informazione.it/p/3b742811-9137-44f6-9350-f3ed60e18e75/PIAZZA-ARMERINA-PROTESTA-PER-UN-LAVORO-DISOCCUPATO-GIUSEPPE-CAMERINO-SALE-SUL-TETTO-DEL-COMUNE?v
http://radiomosaici.blogspot.com/2008/08/ferragosto-sul-tetto-per-protesta.html
http://www.wikio.it/article/67977026
http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/sicilia/news/2008-08-16_116260370.html
http://temporeale.libero.it/libero/news/2008-08-16_116260370.html
http://www.fainotizia.it/2008/08/17/enna-occupato-tetto-del-comune
http://www.fainotizia.it/latest?terms=disoccupato
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronaca/sicilia/26454/disoccupati-occupano-cinque-giorni-tetto-municipio-piazza-armerine.htm
http://www.vivienna.it/notizie/notizia.php?id_news=24916&&&titolo=Piazza%20Armerina.%20Due%20disoccupati%20protestano%20da%203%20giorni%20sul%20tetto%20del%20Comune
Io ed altri compagni abbiamo deciso di solidarizzare con i protestanti nella piazza Garibaldi, e per questo è stata fatta comunicazione alle autorità competenti per una manifestazione per oggi 17 agosto dalle 17 alle 22, attendiamo la conferma dalle forze di sicurezza, cosa che potrebbe non avvenire per il giorno e l'ora prefissata, in tal caso ci atterremo alle indicazioni che dovrebbero pervenirci.
Avrò cura di informarvi tempestivamente sulla data della manifestazione quando ci verrà accordata.
Se voleste intervistare i compagni sul tetto questo è il numero di telefono: 333 8997070

Ringrazio per la vostra preziosa attenzione.


Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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