giovedì 31 gennaio 2008

Tavola rotonda. I giovani a Piazza tra presente e futuro

Il video che ha dato inizio alla tavola rotonda.

Puglisi di Italiani nel mondo."il berlusca presto sarà ad Enna"

Piazza Armerina. "Presto Silvio Berlusconi sarà nella nostra provincia". L'annuncio della visita nell'ennese del cavaliere è di Guglielmo Puglisi, segretario provinciali del partito “Italiani nel mondo”, che ieri è tornato dal congresso nazionale, svoltosi a Napoli, della nuova formazione politica. "Insieme a Berlusconi ed al il nostro leader De Gregorio - dice un raggiante Puglisi - abbiamo vagliato la possibilità della presenza del cavaliere tra di noi. Sono certo che il popolo dell'ennese lo accoglierà nel miglior modo possibile". Poi Puglisi parla del congresso di Italiani nel Mondo. "Sono andato a Napoli - dice Puglisi - ed ho capito che il partito della quale mi onoro di essere segretario ha sempre maggiore radicamento nel territorio. Anche noi in provincia di Enna stiamo cercando di strutturarci in tutte le città della provincia. Sono convinto - continua Puglisi - che nelle prossime competizioni elettorali diremo la nostra e saremo di grande supporto alla al centro destra". Con la delegazione presieduta da Guglielmo Puglisi al congresso nazionale c'era anche il vice coordinatore del partito Totò Bonanno. Poi l’attenzione di Puglisi si sposta sulle imminenti elezioni regionali e provinciali. “con quello che è successo ci troviamo di fronte ad un terremoto politico. In pochi mesi avremmo almeno tre competizioni elettorali. Per quanto ci riguarda – continua Puglisi – cercheremo di dare in nostro apporto, ma soprattutto facciamo appello al centro destra perché possa andare unito soprattutto alle provinciali. Abbiamo la possibilità dopo anni di dominino del centro sinistra di poter conquistare la provincia. Sono certo – continua Puglisi – che un cambiamento al vertice provinciale ed un presidente del centro destra sarebbe sinonimo di maggiore sviluppo nella nostra provincia. Uno sviluppo che metterebbe in azione una serie di forze finora costrette a stare in disparte della politica e soprattutto dell’economia, che porterebbero nuovi posti di lavoro e nuova occupazione. Invece – questo dominio incontrastato della sinistra – conclude il 48enne leader di Italiani nel Mondo – ha solo portato bene ad una parte dei cittadini ennesi, quelli legati ad un certo sistema di potere politico. Adesso è il momento di agire lavorando in sinergia per creare un programma di sviluppo e di crescita di questa provincia che non può più permettersi di essere agli ultimi posti nelle classifiche italiane”.
Agostino Sella

Il comitato degli evacuati: "Vogliamo cambiare il bando sugli affitti". Il sindaco "vedremo"

Piazza Armerina. “Vogliamo subito una modifica del bando per gli affitti emanato dal comune”. A sostenerlo è il comitato dei cittadini evacuati a causa dei crolli di via Itria nelle scorse settimane che ha protocollata una lettera indirizzata al primo cittadino, Maurizio Prestifilippo, ed al presidente del Consiglio Comunale Filippo Miroddi. Dal canto suo Prestifilippo, fa sapere di essere disponibile ad andare incontro alle richieste dei cittadini. “Il comitato degli evacuati – dice la lettera - dopo un’attenta analisi della drammatica situazione nella quale le nostre famiglie sono costrette a vivere chiedono alla Sindaco di prendere in considerazione la nostra di rivisitazione e parziale modifica del bando pubblicato sugli affitti, in particolare nella parte relativa al contratto eventualmente stipulato tra comune e affittuario. Secondo il comitato – continua la lettera - si e’ riscontrata una oggettiva difficoltà legata in primo luogo alle lungaggini burocratiche e al netto rifiuto di molti proprietari di immobili contattati per un’eventuale stipula di un contratto di locazione che veda l’Ente comune impegnato in prima persona”. Pare che le famiglie evacuate vorrebbero una procedura più semplice per quanto riguarda le procedure di affitto. Il comitato invita il sindaco ad una immediata riunione. “Per questo – dice la lettera – chiediamo una immediata riunione con il primo cittadino per analizzare e discutere la questione in oggetto e trovare all’unisono eventuali soluzioni alternative. Il comitato – conclude la lettera - pur apprezzando la disponibilità e la sensibilità del sindaco e’ pronto ad intraprendere iniziative forti finalizzate ad un solo obiettivo di riavere una normale e dignitosa vita che si sposa nella richiesta di una unità abitativa”. Dal primo cittadino però arrivano assicurazioni. “Affronteremo quanto richiesto nelle lettera – dice il sindaco – nella prossima riunione del COC. Per quanto possibile terremo conto delle richieste. Devo dire – dice il Sindaco – che abbiamo già ricevuto numerose offerte di immobili. Se ci sono alcuni problemi burocratici l’ufficio tecnico saprà come risolverli”.
Agostino Sella

mercoledì 30 gennaio 2008

Hanno demolito l'asso di bastoni. Bravo sindaco!













Ecco una nostra sollecitazione del 10 ottobre 2007

Tina Caliota del PD: "impera il pensiero gattopardiano: cambiare tutto per non cambiare niente"

Amiche e compagne, Compagni e amici, non posso che felicitarmi per il risultato ottenuto, e complimentarmi con tutti coloro che hanno contribuito al suo raggiungimento, che di fatto era stato richiesto e auspicato dall’assemblea tenutasi la scorsa domenica e felice per avervi contribuito, ed è senz’altro, un buon auspicio per il partito democratico, iniziare il suo cammino con un doveroso rispetto delle istanze della propria base.
L’agognata unità si confà alle esigenze scaturite dagli ultimi eventi, entro tre mesi dovremo votare per le elezioni dei componenti l’assemblea regionale e quelle le provinciali arrivati alla loro scadenza naturale e forse anche per la Camera e il Senato della Repubblica cosa che non è auspicabile per gli scenari politici non proprio coincidenti (vedi dichiarazioni di Veltroni sul correre da soli); Considerato che auspicabilmente dovranno farsi le primarie per il PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA sarebbe augurabile che la raggiunta armonia si manifesti concretamente con la designazione del segretario in piena concordanza fra le diverse componenti per affrontare il triplice appuntamento elettorale con maggiore unità e coscienza di far parte di un unico partito le cui ragioni stanno nei valori e nelle radici comuni già individuate e riconosciute da Enrico Berlinguer e Aldo Moro a cui oggi va il mio pensiero, e di dover lavorare per il cambiamento della politica economica e sociale della nostra città, della nostra provincia e della nostra regione senza spreco di energie in sterili lotte intestine e clandestine.
In questa mia esperienza di canditata, che mi ha portato fra la gente a chiedere consensi per il nascente Partito Democratico, ho dovuto registrare con amarezza, che il pensiero gattopardiano del tutto cambia per non cambiare niente impera sovrano e con profonda rassegnazione.
Sta a noi dimostrare il contrario attraverso i nostri comportamenti, il nostro impegno e un rinnovato modo di stare in mezzo alla gente, vicino ai loro problemi e alle loro esigenze e dando voce a chi non ne ha mai avuto, ai giovani e alle donne, che devono rappresentare la vera novità del nostro partito.
Tina Caliota

lunedì 28 gennaio 2008

PD. Eletto il direttivo. Adesso entro 15 giorni il segretario

Piazza Armerina. Domenica l’assemblea del Partito democratico ha votato i 110 componenti del direttivo della città dei Mosaici. Adesso, entro quindici giorni, i 110 delegati, dovranno scegliere al loro interno il segretario del partito. Una assemblea molto pacata, quella di domenica, dopo le schermaglie delle settimane precedenti. Un accordo tra le varie aree politiche ha infatti evitato lo scontro tra liste diverse con la formazione di un unico listone in cui sono state rappresentante tutte le anime del partito. “Il listone – dice Pino Venezia uno dei consiglieri del PD – è la dimostrazione che il buon senso è prevalso sulle mire personali di ognuno. Segno – continua Venezia – che se questo partito riesce a stare insieme valorizzando tutte le aree culturali che si trovano al suo interno può rappresentare una vera svolta per questa città”. Adesso si aprono le danze per la ricerca del segretario che dovrà essere eletto tra due settimane. In pole position c’è un uomo dell’area Veltroni, che possiede il 53% dei 110 delegati. Quest’area, per la verità, contiene al suo interno diverse componenti e da queste dovrebbe venire fuori il futuro leader del partito. Lo sforzo di chi proporrà il segretario dovrà essere quello di individuare un candidato venga accettato anche dalle due aree minoritarie del partito, quella che fa riferimento a Daniele La Delia, collegata a Rosi Bindi e quella che ha come leader Carmelo Tumino, sostenitore del ministro Enrico Letta. Intanto due sono le ipotesi più accreditate. Una è quella che il segretario venga fuori dall’area di fa parte lo zoccolo duro dei DS, di cui fanno parte i consiglieri, Ribilotta, Capizzi e l’ex segretario Ferrara, l’altra è che possa provenire dall’altra componente sempre legata al sindaco di Roma e di cui fanno parte il consigliere Venezia, Tanino Adamo, Enzo Giusto ed altre personalità. “Spero sia una donna il nuovo segretario del PD – dice il dottore Filippo Emma, un veltroniano – almeno riusciamo a dare un segnale veramente nuovo alla politica e di discontinuità con il passato”.
Agostino Sella

Lavoratori ex reddito minimo sul piede di guerra

Piazza Armerina. “Occuperemo le autostrade e tutti le sale dei sindaci dei comuni”. I lavoratori dei cantieri di servizio, ex reddito minimo, dei comuni dell’ennese sono sul piede di guerra. Non ricevono nessuna certezza sul loro futuro dalla regione siciliana e chiedono fatti concreti. Per il 2008 non hanno ancora garantito lo stipendio. A Piazza Armerina i lavoratori dei cantieri di servizio sono 69, a Barrafranca 268, 354 a Leonforte, 203 ad Enna e 151 ad Agira. In tutti i comuni di Enna e Caltanissetta sono circa 2000. Occorrerebbero 12 milioni di euro che la regione dovrebbe impegnare per il 2008 per pagare i loro stipendi. “Ci prendono in giro – dice una loro delegazione – siamo trattati come se fossimo nessuno. Non abbiamo diritto alla malattia, alle ferie ed ai contributi e neanche alla maternità. Noi, noi siamo lavoratori delle repubbliche africane ma lavoriamo in un paese europeo. Se una ragazza rimane in cinta non ha diritto alla maternità – continuano i lavoratori – tutto questo è scandaloso”. In effetti questi lavoratori sono in un status piuttosto strano, e non hanno un minimo di garanzie per tirare avanti la carrozza. “Il bello – continuano – è che tutti ci danno solidarietà. Abbiamo parlato con il Vescovo che ci ha dato ragione, con il prefetto e tutti hanno convenuto sulle nostre richieste. Invece – continuano – la regione siciliana ci prende i giro. Facciamo 80 ore mensili senza nessuna garanzia per noi e per le nostre famiglie. Abbiamo chiesto il minimo – continuano arrabbiati i lavoratori – ma non siamo equiparati neanche ai lavoratori socialmente utili. Ci sentiamo come se fossimo nessuno”. Questi lavoratori sono al servizio dei comuni dal 1998 e con varie modalità sono arrivati fino ad oggi. Lavorano con progetti comunali che vengono finanziati dalla regione. Se la regione, come in questo caso, chiude i rubinetti dei finanziamenti i lavoratori diventano disoccupati. “Chiediamo solo un po’ di dignità. Di avere riconosciuto il nostro status di lavoratori. Senza di noi i comuni non potrebbero lavorare. Ci sfruttano, ma non ci riconoscono con contratti adeguati”. In effetti anche gli stipendi sono esigui. Un lavoratore con un nucleo familiare di 4 persone arriva ad avere 578 euro al mese compresi anche i festivi”. Peraltro se qualcuno fa qualche altro lavoro gli viene decurtato dallo stipendio. Quindi molti, per tirare avanti, sono costretti loro malgrado a lavorare a nero. Storie di una Sicilia sempre meno europea.
Agostino Sella

venerdì 25 gennaio 2008

Michelangelo Trebastoni neo vice direttore della Villa Romana del Casale

Il PD trova l'accordo. Tutti insieme con un mega-listone da 110 componenti

Piazza Armerina. Un “megalistone” di 110 componenti. E’ il risultato dell’intesa raggiunta tra le aree del partito democratico per le primarie di domani. Nel “megalistone” saranno rappresentate tutte le aree, quella legata a Veltroni, quella bindiana e quella di Letta. Tra i 110 faranno parte di diritto i 5 consiglieri comunali del PD ed i delegati eletti nelle primarie del 14 ottobre. Per il resto il 56% saranno componenti veltroniani, di cui il 30% appartenenti al gruppo di Ranieri Ferrara ed il 26% al resto dell’area del sindaco romano di cui fanno parte tra gli altri l’ex sindaco Velardita, il consigliere Venezia e l’ex assessore Amore. Il 32% dei componenti del “megalistone” sarà rappresentato dell’area Letta, guidata da Carmelo Tumino mentre il 12% dei componenti saranno uomini bindiani, guidati da Daniele La Delia. Insomma una riedizione delle percentuali ottenute dai gruppi nelle primarie del 14 ottobre. Ecco alcune reazioni. “Visto il delicato momento della vita politica nazionale abbiamo preferito dare un segnale di unità” dice Ranieri Ferrara, leader dei veltroniani. “Alla fine l’idea della lista unitaria ha trovato un ampio consenso” dice invece il bindiano Daniele La Delia. Per il deputato regionale Carmelo Tumino invece “la saggezza è prevalsa sui pur legittimi aspetti personalistici e di parte. Un segno di grande prospettiva politica”. “Dopo i momenti di forte tensione – dice Angelo Bonaventura veltroniano spurio – ritrovarsi in una lista unitaria è significativo”. In verità tutte le aree erano pronte per confrontarsi con liste autonome. Fino a qualche minuto prima della scadenza per la presentazione delle liste, sembrava che dovevano farsi la lotta ben 4 liste. Due dei veltroniani, una dei bindiani ed una dei lettiani. Addirittura, in alcuni frangenti, gli uomini di Bindi e Letta minacciavano di non recarsi alla urne. Poi, invece, in zona Cesarini è invece prevalsa la voglia di unità anche per evitare battaglie elettorali che certamente avrebbero lasciato strascichi nel futuro. Si andrà quindi al voto senza nessuna indicazione di segretario, che verrà eletto successivamente dalla cordata dei 110. Capolista del “megalistone” è Maria Grasso, ex diessina. La Grasso è seguita da Carmelo Nigrelli, rappresentante della società civile. Il nome di Nigrelli era circolato in maniera insistente nei giorni scorsi e su di lui sembravano in molti a convergere superando la logica delle correnti. Ma Nigrelli ha fatto sapere di non essere disponibile per la segreteria dichiarandosi invece pronto a far parte del direttivo. Domani nel pomeriggio si apriranno le urne. A votare potranno essere i 918 elettori che il 14 ottobre hanno votato per il primo giro delle primarie. Allora avevano la possibilità di scegliere il segretario del partito. Domani, invece quei 918 elettori non avranno possibilità di scelta. Dovranno votare per forza il “megalistone” dei 110. “E’ come votare per nessuno – dice uno dei 918 – così hanno tradito lo spirito delle primarie”.Agostino Sella

giovedì 24 gennaio 2008

Roccaverde a tutto campo. Da Cuffaro al PD piazzese

In questi giorni, le notizie che stanno agitando il mondo politico italiano ( sentenza su Cuffaro, caso Mastella, il mancato intervento del Papa all’ Università di Roma, tanto per citare le più rilevanti, non dimenticando quello rilevantissimo dell’ immondizia napoletana), mi rimbombano nella mente in maniera molto fragorosa, tanto da mettere in sordina i piccoli problemi della nostra comunità cittadina. Mi riferisco non tanto al grave pericolo che riguarda la “ tenuta” del nostro Centro Storico ( che è simbolicamente l’emblema della decadenza complessiva della nostra Città), quanto piuttosto al dibattito in corso nel nascente PD sulla individuazione del nuovo segretario. Problema di cui stiamo discutendo anche oggi e che è strettamente correlato agli eventi più rilevanti sopra citati, poiché i dirigenti che andremo ad eleggere il 27 gennaio, avranno il compito di interpretare al meglio le istanze di rinnovamento, di pulizia morale che il nostro Paese reclama a gran voce dalla Politica.
Provo a delineare quindi in maniera sintetica, il profilo del nuovo segretario locale del PD, sapendo benissimo che quello che io vorrei non si sposa molto bene con le logiche di tanti di noi, un po’ avvezzi alle vecchie logiche e anche assuefatti alle cattive pratiche che vogliono l’elezione di questa figura come il risultato di un bilanciamento di forze tra le varie aree culturali, che sappiamo bene rappresentano più che altro, anche legittimamente, aree di potere. Peccato che i cittadini fuori dai palazzi della politica ( quelli che devono fare i conti con i magri stipendi e salari - quando ci sono- che l’insana politica di questi ultimi decenni somministra e con un sistema di servizi a dir poco indecente), non apprezzano questo modo di fare politica e non stimano assolutamente i politici abbarbicati alle loro ricche poltrone, costi quel che costi, senza pudore e vergogna.
Prendiamo, per esempio, il caso attualissimo dell’ on. Cuffaro che a dispetto di una pesantissima condanna a 5 anni e all’ interdizione dai pubblici uffici, rimangiandosi anche il reiterato impegno a dimettersi , in caso di condanna, ha deciso di restare al suo posto. A dispetto anche di tantissimi esponenti di forze politiche e sociali ( e non solo di opposizione al suo governo) che gli chiedono un atto di responsabilità verso i Siciliani.
Ciò che meraviglia e preoccupa, tuttavia, non è solo il comportamento di Cuffaro, ma anche le opinioni di gente del nostro Partito, come l’on. Crisafulli e il Presidente della provincia Salerno, riportate nel sito Web ViviEnna. it .
Riporto testualmente quelle di Crisafulli, omaggiato da tanti personaggi della sinistra, ma molto apprezzato anche a destra:
“Le sentenze dei giudici non si commentano.Il Presidente Cuffaro rimarrà in carica…Certo per lui sarà difficile operare… ma speriamo che ci riesca, con la sua grande vitalità, a concretizzare iniziative che possano fare crescere l’Isola”. Affermazioni incredibili sulla bocca di un politico di sinistra, considerato il leader della nostra Provincia ! Eppure, pensandoci bene, cosa ci si poteva aspettare da chi, come lui, è stato sorpreso a parlare, affabilmente, di politica e appalti con personaggi di spicco del nostro panorama mafioso, come sappiamo tutti e come riassume bene il giornalista Lirio Abbate nel suo recente libro “ I complici” nel capitolo dedicato a questa storia, da pag 141 a pag. 145 ?
Salerno, invece, meno brutalmente e più diplomaticamente, dice: “ Personalmente come amministratore locale, non mi auguro una crisi istituzionale della Regione…Sul piano umano, essendo stato escluso il favoreggiamento della mafia, credo che Cuffaro meriti la solidarietà di tutti per il modo sereno con cui ha affrontato il giudizio” Bravo anche il nostro Presidente. Ma, in fondo, sul piano dei rapporti tra etica-legalità-politica, cosa ci si poteva aspettare anche da lui che recentemente, nell’ editoriale della rivista della Provincia- numero di dicembre – (dopo avere magnificato i progressi della nostra provincia sul piano dello sviluppo sociale ed economico, essendo risalita di qualche punto dal fondo di ogni classifica), ha ricordato un titolo della cronaca di Caltanissetta che diceva” Dateci Crisafulli, vi diamo in cambio sette parlamentari”! Io sarei pronto a fare il cambio, dando magari gratis anche Salerno, sempre per continuare l’esilarante citazione del Presidente ! Ma, visto, che purtroppo ce li dovremo tenere non si sa per quanto tempo ancora, evitiamo almeno una loro clonazione, replicandoli a livello locale.
In fondo, il segretario del PD che vorrei, ma potrebbe starci bene, forse anche meglio, una segretaria, non dovrebbe somigliare ai personaggi sopra citati. E avere altre caratteristiche che ne facciano un riferimento credibile per tutta la cittadinanza. Per esempio:
Scaturire da un confronto democratico, trasparente tra le varie anime del partito, a livello locale, e non a tavolino, tra gruppi ristretti di dirigenti, con accordi poco chiari e il manuale Cencelli in mano;
Non aspettare, sui candidati individuati a livello locale, l’ approvazione preventiva da parte dei dirigenti provinciali, o peggio, tollerare eventuali veti;
No a candidati che pensassero di essere gli “ unti del Signore”, ma a persone umili e oneste intellettualmente, capaci anche di presentarsi agli altri, prima dell’assemblea conclusiva, con la loro faccia e loro idee;
Sì a candidati che sappiano dialogare con le varie componenti interne, con gli altri partiti e con la Città nelle sue varie espressioni.
Forse è un profilo utopistico quello che ho delineato, e incompleto sicuramente, ma sarebbe opportuno muoversi in questa direzione.
Saremo capaci di farlo ? Ancora lo spero.
Salvatore Roccaverde

mercoledì 23 gennaio 2008

Sicilia irredimibile.

“Sicilia irredimibile”. Le parole di Leonardo Sciascia tornano nella mia mente pensando alla vicenda che condanna Totò Cuffaro a 5 anni di galera per favoreggiamento ad alcuni uomini mafiosi. “Sicilia irredimibile” non tanto per la sentenza, ma per le reazioni del presidente della regione che, nonostante la condanna, si sente “sollevato”, dice lui, da quello che hanno sentenziato i giudici. In un paese normale, in tutti i paesi d’Europa, qualsiasi uomo politico, condannato per molto meno di quello per cui è stato accusato il presidente della regione, avrebbe fatto le valige e se ne sarebbe andato a casa di sua spontanea volontà, altrimenti sarebbe stata “sollevazione popolare”. Invece lui, Totò Cuffaro, no. E’ rimasto saldo al suo posto, nonostante sia stato condannato in primo grado a 5 anni di reclusione nel processo per le 'talpe' alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo per favoreggiamento semplice e violazione dei segreti d'ufficio. La terza sezione penale del tribunale, presieduta da Vittorio Alcamo, lo ha pure interdetto dai pubblici uffici. Secondo il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso "è rimasto provato il favoreggiamento da parte di Cuffaro a singoli mafiosi come Guttadauro, Aragona, Greco, Aiello e Miceli, ma tutto ciò non è stato ritenuto sufficiente a integrare l'aggravante contestata di avere agevolato l'associazione mafiosa Cosa Nostra nel suo complesso". Cuffaro è stato condannato tra l'altro per aver passato notizie riservate al medico condannato per mafia Giuseppe Guttadauro, con il quale avrebbe pure pattuito candidature alle elezioni comunali e regionali. In molti dicono: “si però il presidente non è stato indagato per mafia, ma per favoreggiamento semplice ad un mafioso, quindi ha ragione di essere sollevato e sereno”. Ma insomma, siamo scherzando!? Mi dite dov’è la differenza?! Forse sarà giuridica ma non è certo sostanziale. Mi dite che differenza passa tra favorire la mafia e favorire i singoli mafiosi?! Peraltro non si tratta, di un sospetto, e neanche di un “rinvio a giudizio”. Si tratta di una sentenza di condanna primo grado con tutti i crismi del caso. In nessun altro paese europeo potrebbe esistere una vicenda simile. Siamo ai livelli delle repubbliche africane e di quelle del centro America. Però, la cosa che più mi ferisce, è la facilità con la quale sta passando, ancora una volta in Sicilia, questo messaggio: “favorire un mafioso è una cosa normale, una cosa che ha fatto un politico come il presidente regione, e che quindi è una cosa che possono fare tutti”. Se Cuffaro non ha favorito la mafia ha certamente, con il suo comportamento dopo la sentenza, fatto un elogio alla “cultura mafiosa”. Ed è questa “cultura” il vero cancro della nostra terra. Si possono catturare i boss come Lo Piccolo, Riina e Provenzano, ma se non si combatte la “cultura mafiosa” questa terra, rimarrà sempre la “irredimibile” terra di Leonardo Sciascia. Rimarrà perennemente la terra delle raccomandazioni, dei favoritismi, della politica clientelare. La terra in cui chi vuole andare avanti per meritocrazia sarà relegato sempre dietro le quinte e si vedrà costretto ad andare altrove. La terra dove ciò che spetta per “diritto” si dovrà sempre chiedere come un “favore”. Una terra, che in alcuni momenti come questo, vorrei non fosse la mia.
Agostino Sella

lunedì 21 gennaio 2008

PD. Forse un unico listone. L'appello: "Convergiamo tutti su Monica Bellucci"

Piazza Armerina. Un centinaio di attivisti all’assemblea che precede le primarie di domenica prossima del partito Democratico. Le tre aree del partito, quella legata a Rosy, quella che fa riferimento a Enrico Letta e quella veltroniana hanno cercato per oltre tre ore di trovare un accordo comune per le modalità di elezione dei delegati che domenica prossima saranno eletti da circa un migliaio di elettori democratici. Anche se tutti auspicano una lista unitaria, un vero accordo, sembra ancora in alto mare e tutte le correnti, aldilà delle formalità, si preparano a presentare liste autonome. Se si presenterà una lista unitaria, il tema su cui le aree si confronteranno sarà se indicare o no il segretario prima delle primarie. C’è chi è d’accordo ad individuare prima il leader del partito, c’è, invece, chi vuole farlo eleggere, come da regolamento, dai delegati che dovranno essere eletti domenica. In queste ore i delegati delle tre aree si incontreranno. Secondo l’accordo raggiunto se si presenterà una lista comune ogni area verrà rappresentata in percentuale dai risultati ottenuti il 14 ottobre. In un ipotetico listone, quindi, faranno parte il 56% di delegati veltroniani, l’12% bindiani ed il 32% lettiani. Per essere più chiari, considerato che i delegati saranno 92, 52 saranno dell’area Veltroni, 29 dell’area Letta e 11 dell’area Bindi. Tutti le aree comunque sono caratterizzare dalla comune ricerca di donne da mettere nelle liste. Infatti secondo lo statuto la metà delle liste deve essere formata da donne. E trovare 46 donne impegnare nel PD non è un impresa facile.
Agostino Sella

La proposta
Nel pd si parla del segretario solo nei corridoi, tutti si bisticciano e non si trova una figura che mette d'accordo tutti. Per uscire da questo pantano, proponiamo ufficialmente di candidare alla segreteria una fugura super parters, che certamente, elimina le differenze e mette tutti d'accordo. Per questo proponiamo Monica Bellucci alla guida del partito piazzese. La Bellucci è disponibile, e potrebbe mettere tutti con due piedi in una scarpa...
W LA BELLUCCI!!!
Se non siete d'accordo con la proposta della Bellucci indicate voi il segretario postando un commento....almeno usciamo allo scoperto!!!

Comune: entro il 29 le istanze per il contributo affitto.

Piazza Armerina. E’ stato emanato il bando per richiedere il contributo affitto al comune per le famiglie in difficoltà economica. Entro il prossimo 29 febbraio, chi ha un reddito familiare inferiore ad 11.500 euro, può presentare l’istanza per accedere al contributo per l’anno 2006. L’Assessorato alle Politiche Sociali del comune, diretto dall’assessore Carmelo Gagliano, ha provveduto a pubblicare il bando per la concessione del contributo economico integrativo all’affitto come previsto dall’art. 11 della legge 431/98. Per l’anno 2004 erano state accontentate 12 famiglie, mentre per il 2005 la regione siciliana ha erogato solamente l’esile contributo di 7.500 euro. “Sono molto deluso delle somme che la regione manda se pensiamo che fino a qualche anno addietro riuscivano a dare contributi intorno a 50 mila euro l’anno – dice l’assessore Carmelo Gagliano – per i contributi attivati per l’anno 2005 cercheremo di accontentare quante più famiglie possibili dando a chi ha reddito zero un contributo di circa 700 euro. Abbiamo ricevuto assicurazioni dall’assessorato alla famiglia – conclude Gagliano – che il prossimo anno i contributi saranno più cospicui. Potremmo così accontentare più famiglie. Speriamo che la regione mantenga fede alle promesse”. Intanto per il 2006 i cittadini residenti nel Comune di Piazza Armerina, in possesso dei requisiti minimi per beneficiare dei contributi, possono presentare all’ufficio Protocollo del Comune apposita istanza in carta semplice. E’ comunque fondamentale che il contratto di affitto sia registrato.
Agostino Sella

venerdì 18 gennaio 2008

Cuffaro condannato a 5 anni per favoreggiamento alla mafia. Rimane Presidente della Regione W l'Italia e la Sicilia. VERGOGNAMOCI

PALERMO (Reuters) - I giudici del Tribunale di Palermo hanno condannato a 5 anni di reclusione il presidente della regione Sicilia Salvatore Cuffaro nel processo sulla presunta infiltrazione di alcune "talpe" nella Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo siciliano.
Cuffaro, presente in aula, è stato condannato per i reati di favoreggiamento, ma senza l'aggravante della mafia e per violazione del segreto istruttorio, secondo il dispositivo della sentenza letto in aula dal presidente del collegio.
Cuffaro è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici.
"Da domani alle 8.torno a lavorare a pieno regime per la Sicilia". Questo il primo commento a caldo di Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Siciliana, dopo la lettura della sentenza che lo ha condannato a 5 anni ma senza l'aggravante di aver favorito Cosa nostra. "Il mio pensiero - precisa Cuffaro - è quello che mi sento un pò più confortato, perché sapevo che non ero colluso con la mafia" e questa sentenza "da stasera chiarisce che non ho favorito la mafia". Cuffaro, infine, annuncia "Ricorreremo in appello per i residui dei capi d'accusa rimasti pendenti".

Partito democratico. Giorni di grandi manovre.

Piazza Armerina. Giorni frenetici nel nuovo partito democratico piazzese. Domenica, alle 19, il comitato promotore del partito ha indetto una assemblea pubblica invitando i 918 votanti delle primarie del 14 ottobre che il 27 gennaio dovranno ritornare alle urne per eleggere i quadri che nomineranno il nuovo segretario. In vista dell’incontro, in queste ore, continue riunioni si stanno succedendo tra le componenti del variegato partito, quella legata a Rosi Bindi, quella che fa riferimento a Letta e quella che fa capo a Veltroni. Oggi, peraltro, si incontreranno i delegati regionali Daniele La Delia, Tina Calioto, Carla Calcagno, Ethel Consiglio e Ranieri Ferrara per trovare dei punti di incontro. Quasi tutte le riunioni hanno come oggetto l’individuazione del nuovo segretario. In dirittura d’arrivo pare un accordo tra l’area Bindi, guidata da Daniele La Delia, che alcuni vedono come segretario, e quella Letta dell’onorevole Tumino, che dovrebbero presentare una unica proposta, quella cioè, di confluire su una lista unitaria per evitare divisioni. Ieri bindiani e lettiani si sono visti per preparare un progetto comune. Domani alle 19 è invece la volta dei veltroniani che si preparano, anche loro, a presentare una proposta. L’area che fa riferimento al sindaco di Roma è quella che nelle primarie del 14 ottobre ha avuto il maggior numero di consensi, circa il 62%. Nell’area, a cui appartengono i tre consiglieri comunali provenienti dai DS, non tutti, però, la pensano allo stesso modo. C’è chi non disdegnerebbe la presentazione di liste autonome dalle altre aree, che chi, invece, vorrebbe una lista unitaria con i bindiani ed i lettiani. In verità, tutta la partita si gioca sul nome del segretario, che alcuni vorrebbero che si indicasse prima delle primarie del 27 gennaio. A questo proposito si toglie qualche sassolino dalle scarpe Giuseppe Venezia, consigliere comunale della Quercia che pare su una linea diversa dagli ex compagni di partito, Ferrara, Ribilotta e Capizzi. Dice Venezia: “occorre una figura di segretario che non abbia ricoperto ruoli politici per dare un concreto segnale di rinnovamento. Ci vuole un candidato che rappresenti l’unitarietà e che potrebbe anche provenire dalla società civile”. Sulla linea di Venezia potrebbero esserci altri “veltroniani” come l’ex segretario Bonaventura e l’ex assessore Enzo Giusto. La posizione di Venezia e compagni non è condivisa da tutta l’area veltroniana dove si profila un accordo che dovrebbe spiazzare molti tra l’ex sindaco della Margherita, Ivan Velardita, i consiglieri Ribilotta, Ferrara e Capizzi e un parte del gruppo dirigente proviene dall’ex Quercia.
Agostino Sella

Pennisi: “L’università è stata tradita a seguito di una indegna gazzarra organizzata da uno sparuto gruppo di giovani istigati da “cattivi maestri”.

Piazza Armerina. “L’università è stata tradita a seguito di una indegna gazzarra organizzata da uno sparuto gruppo di giovani istigati da “cattivi maestri”. Il vescovo della diocesi piazzese, Michele Pennisi membro della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della CEI, prende carta e penne ed interviene con parole forti sulla querelle legata alla visita di Benedetto XVI all’università romana della Sapienza. “La visita di Papa Benedetto XVI°, che era stato invitato a presenziare all’inaugurazione all’Università la Sapienza, fondata per volontà di un Papa, è stata annullata – dice Pennisi - in seguito alla indegna gazzarra organizzata da uno sparuto gruppo di giovani contestatori istigati da alcuni "cattivi maestri" come li ha definiti il rettore dell’Ateneo, che si sono trasformati in apprendisti stregoni. Costoro, in nome di una falsa concezione ideologica della scienza di stampo ottocentesco, hanno imbastito un processo al pensiero di Benedetto XVI° basato sul fanatismo e sul pregiudizio frutto di miopia culturale. Con la loro intolleranza antidemocratica – continua il Vescovo - hanno dimostrato lo stato di desolazione presente in alcune università e la debolezza culturale di certi laicisti che hanno paura del confronto. Si tratta di un evento grave, anche se non isolato, che crea un precedente pericoloso per il dialogo fra cattolici e laici all’interno dell’università, in quanto tende ad alzare barriere che rendano inconciliabili la fede e ragione, la scienza e l’etica e a relegare i cattolici dentro le sagrestie. Aver impedito al Papa teologo di parlare è stato una atto di arroganza che è contro la libertà di tutti ed è sintomo di un vuoto culturale inquietante, proprio mentre l’Europa dedica l’anno 2008 al dialogo interculturale”. Poi il vescovo manifesta la solidarietà al Pontefice “In consonanza con la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana esprimo a nome della comunità diocesana la nostra affettuosa e incondizionata vicinanza a Benedetto XVI ,difensore della ragione a partire dalla fede. Questo gravissimo episodio – continua il Vescovo - deve essere l’occasione per riflettere sulla funzione educativa dell’Università, che mediante l’opera dei docenti e la responsabile partecipazione degli studenti, possa recuperare la tensione a ricercare e a insegnare nella prospettiva di un servizio a tutto l'uomo e a tutti gli uomini. Questo tristissimo episodio – conclude Pennisi - che ha fatto fare una pessima figura non solo al più antico Ateneo romano ma anche a tutta l’Italia, deve spinge ancora di più i cattolici italiani a continuare l’impegno sereno e fermo della fede amica della ragione, in dialogo con i tanti laici disponibili all’ascolto e al confronto reciproco”
Agostino Sella

Stanta Chiara. Evacuate due aule per la pioggia

Piazza Armerina. Ancora pioggia per tutta la giornata e centro storico in ginocchio. Adesso ad avere problemi è la scuola di Santa Chiara, dove due aule sono state evacuate a causa dei alcune piccola lesione nel paramento esterno dell’edificio, con gli alunni trasferite in alcune aule interne fuori pericolo. Un segno di prudenza che però non deve suscitare inutili allarmismi. Alta comunque l’attenzione del comune che ha recentemente visitato la struttura con i tecnici dell’ufficio comunale. “Abbiamo riscontrato una piccola lesione. Faremo subito mettere dei vetrini per vedere se ci sono cedimenti – dice il sindaco – Ma non ci sono problemi. I locali sono sotto costante vigilanza da parte dei tecnici preposti a farlo. Ognuno deve stare tranquillo e non sostituirsi al lavoro degli altri”. In effetti i crolli della chiesa dell’Itria e le piogge persistenti possono provocare inutili stati d’allerta tra i cittadini. “Ho dato a dicembre – dice ancora il sindaco – incarico all’ingegnere Sutera per la verifica sismica della zona e presto sapremo molte cose”. Intanto ieri qualche isolato genitore ha portato a casa il proprio figlio per paura del crollo della struttura. “Sono allarmi ingiustificati – dice Prestifilippo – annoiamo per un eccesso di prudenza fatto sgomberare le aule vicine alla muro in questione”. Il sindaco poi fa appello ai genitori. “Li invito a fare andare i bambini a scuola, il nostro ingegnere capo tiene tutto sotto controllo. Non possiamo svuotare la scuola per qualche capriccio”. Intanto la maggior parte dei genitori, si è riunita ieri per vagliare la situazione, ma senza fare inutili allarmismi, sta aspettando gli interventi del comune. Ieri per tutta la mattinata ha continuato a piovere nella città dei mosaici. Quindi dopo il quartiere Canali, anche altre parti del centro storico, sono colpite da infiltrazioni di acqua. La pioggia caduta in questi giorni non ha eguali nei ricordi dei cittadini. Peraltro, il centro storico piazzese, si caratterizza per la sua ampiezza. Se la legge speciale promessa nei giorni scorsi dalla commissione cultura avrà un esito positivo, molti problemi dei vecchi ma preziosi edifici potrebbero essere risolti.
Agostino Sella

giovedì 17 gennaio 2008

Mauro Farina sulle accuse della Di Giorgio "La cecità dell’odio impedisce di vedere obiettivamente le cose"

Caro Agostino, ho avuto molte resistenze, ho riflettuto a lungo prima di scrivere queste righe perché non volevo entrare in questo sterile ed improduttivo dibattito virtuale, ma alla fine ho deciso di intervenire, distaccandomi da ogni sorta di polemica ma cercando solo di riportare la discussione sui binari della verità, lavandola possibilmente dall’acredine e dalla contrapposizione politica alla nostra amministrazione. Io non conosco la signora Alessia Di Giorgio, né la sua associazione, né gli uomini che la compongono. Conosco però l’orientamento politico della stessa, anche se non occorre necessariamente conoscere, basta semplicemente leggere i contenuti dei loro interventi puntuali. Conosco invece personalmente il presidente della suddetta, nella persona dell’avv. Andrea Filippo Di Giorgio, uomo molto vicino al consigliere comunale Giuseppe Falcone, sua musa ispiratrice, suo consigliere e suo consulente; per cui non è difficile leggere le acide posizioni di opposizione e di attacco del Di Giorgio nelle poche parole e negli scritti del consigliere Falcone. Non sapevo finora che la sorella dell’avvocato facesse parte della stessa associazione: ne prendo atto, anche se la notizia non suscita in me particolare interesse. Neanche l’attività dell’Associazione dal nome così altisonante riesce ad attirare la mia attenzione e mai mi sarei occupato di essa se non per fermare un graffiante, irriverente ed astioso attacco al Sindaco Maurizio Prestifilippo ed a chiunque abbia osato sostenerlo e difenderlo. La cecità dell’odio impedisce di vedere obiettivamente le cose e si sfoga con un attacco violento ad una parte dei consiglieri comunali che non la pensano come la signora Alessia, come il fratello Filippo, come il consigliere provinciale Mattia , come il consigliere comunale Falcone… Come se solo loro fossero i detentori assoluti della Verità, come se la Strada Maestra fosse solo quella che loro indicano, come se loro fossero stati investiti al ruolo di strenui difensori della Democrazia e della Libertà. Passi il puntuale attacco ed il livore al Sindaco ed alla sua Amministrazione, i cui veri motivi conosciamo perfettamente io, l’avvocato Di Giorgio, il sig. Umberto Pisano ed il Consigliere Falcone, ma mi sembra davvero inopportuno ed altamente ingiusto sferrare questo gratuito affondo al consigliere comunale Rosario Paternicò, uomo di grande onestà intellettuale e di assoluta abnegazione al suo ruolo istituzionale.
Affermazioni del tipo «ritengo la sua esperienza politica priva di ogni incisività, tanto che se lei non si fosse mai seduto su quelle poltrone che ha menzionato nessuno, e sottolineo nessuno, si sarebbe accorto della sua assenza» suonano come insulti gratuiti ed ingenerosi e sottolineano un accanimento personale contro chi in questi anni ha sempre e realmente apportato un contributo costante alla crescita ed allo sviluppo della nostra Città. Non voglio certo prendere io le difese di Rosario Paternicò che è indubbiamente molto bravo ed ha ottimi argomenti per difendersi da solo, ma non posso tollerare l’alterazione della verità, la mistificazione dei fatti e la faziosità del ragionamento portato avanti dalla giovane Di Giorgio. Ella, in uno dei passaggi più alti della sua enunciazione teo-politica, chiede al consigliere Paternicò «non crede che in realtà a fare scattare il suo seggio abbiano contribuito anche altri elettori che avevano suffragato la stessa lista, votando per altri candidati o addirittura solo per il partito UDEUR? In altri termini, anche ammesso che tutti i cittadini che l’hanno votata siano d’accordo con lei, come si pone in relazione agli altri elettori dell’UDEUR i quali, facendo ancora parte della coalizione di centrosinistra, avrebbero voluto la sfiducia al Sindaco Prestifilippo?». Questo è il trionfo dell’ipocrisia, della cecità politica, della faziosità che si spinge oltre ad ogni logica razionale. Il membro dell’Associazione Notarbartolo dà di fioretto al consigliere Paternicò accusandolo di aver tradito le ideologie e le aspettative del suo elettorato di centro sinistra, che non avevano voluto Prestifilippo sindaco e, ragionevolmente, non lo vorrebbero nemmeno adesso. Ma la nostra dimentica però di crocifiggere allo stesso modo il suo amico, e forse membro della stessa Associazione, Giuseppe Falcone che, tradendo palesemente il voto dei suoi elettori, le indicazioni del suo partito, le elementari logiche della politica, è diventato consigliere comunale grazie alla rinuncia al seggio in prima battuta dell’eletto Fabrizio Tudisco e, non prendendo in alcuna considerazione il fatto che il suo elettorato è sicuramente alternativo alla sinistra, stringe strane, ripetute ed anomale alleanze con il centro sinistra fino a spingersi a firmare e votare la sfiducia al Sindaco appartenente al suo stesso partito ed alla coalizione grazie alla quale lui è stato eletto consigliere comunale. Gli elettori che gli hanno consentito di essere eletto non erano quelli che hanno voluto Maurizio Prestifilippo Sindaco di questa Città? Votare la sfiducia non è un atto di tradimento nei loro confronti? O le regole valgono solo per gli altri? Alla faccia della coerenza, signora Di Giorgio. Le sue affermazioni mi fanno ricordare quanto attuale siano ancor oggi i Vangeli. In un passo di essi infatti Gesù diceva:«Non guardare la pagliuzza nell’occhio del fratello, quando nel tuo c’è una trave»! Se mi permette di darle un consiglio, non sforzi la sua vista a cercare la pagliuzza nell’occhio del consigliere Paternicò, ma prenda coscienza della trave che impedisce lucidità visiva al suo occhio ed a quello del consigliere Falcone. Per completare il mio intervento vorrei solo fare un accenno alle sue arti divinatorie, di cassandrica memoria: non disturbi gli uragani americani per pronosticare lo spazzamento della Giunta Prestifilippo. Se lei non fosse offuscata da cotanto accanimento si accorgerebbe di quanto lavoro sta producendo la nostra Amministrazione e credo che lei, la sua associazione, il suo candidato a sindaco correte seriamente il rischio di essere schiacciati dalla verità e potreste scoprire quanto è difficile essere credibili usando solo le chiacchiere, le bugie e la violenza dialettica.
Assessore Mauro Farina

martedì 15 gennaio 2008

La commissione cultura al Vescovo ed al Sindaco: "presto una legge speciale per Piazza"

Piazza Armerina. Ci sarà presto una legge per il centro storico piazzese. E’ questo il risultato portato a casa dal Vescovo Michele Pennisi e dal sindaco Maurizio Prestifippo insieme ascoltati dalla commissione Cultura dell’Assemblea Regionale Siciliana presieduta dall’onorevole Pippo Gianni. Una mattinata dedicata alla cittadina piazzese in cui il Vescovo, accompagnato da padre Paci ed il sindaco insieme all’assessore Paola Di Vita hanno spiegato alla commissione i gravi disagi ed gli ingenti danno che il centro storico della città dei mosaici ha subito. “Siamo contenti della prontezza della commissione che ha acconto le nostre proposte – dice il Vescovo Michele Pennisi – Abbiamo illustrato i reali problemi del centro storico. Entro 48 ore la protezione civile presenterà alla segreteria della presidenza una relazione per dichiarare lo stato di emergenza”. Oltre ai danni alle chiese dell’Itria e di Santa Veneranda, altri monumenti come ad esempio la chiesa della Neve versano in condizioni pessime, con il serio rischio di poter crollare da un momento all’altro. Contento anche il sindaco Prestifilippo “Il presidente della commissione sta mantenendo fede agli impegni presi. E’ importante che la commissione abbia adottato una risoluzione che impegna il governo alla salvaguardia del centro storico. Se otterremo il risultato di una legge speciale saranno risolti molti problemi delle nostre strutture e Piazza Armerina avrà una opportunità senza pari anche per la vivacità che ne conseguirà nel tessuto economico”. Della commissione fa parte anche il deputato Edoardo Leanza e Alessandro Pagano. “Piazza Armerina merita una legge speciale –dice Leanza – ci siamo impegnati a preparare un disegno di legge da portare in assemblea. Quando vengo nella città dei Mosaici penso sempre alla chiesa della Neve, uno straordinario esempio di architettura barocca che ha bisogno di un restauro urgente”. Insomma, qualcosa si muove. Enti civili e religiosi sono uniti per un progetto che dovrebbe dare una svolta al centro storico piazzese. “Ho visto il Vescovo molto impegnato – dice Leanza – lavorando insieme riusciremo ad avere una legge speciale”.
Agostino Sella

Che bella sinistra!!! A Enna l'Ato in Campania Bassolino. Ed i cittadini pagano!!!

Rifiuti, sinonimo di affari e n’drangheta. Almeno così è in Campania. Ad Enna la n’drangeta non c’entra, la mafia, forse neanche, però possiamo dire, senza passare per dissennati, che nell’ennese “rifiuti” sono sinonimo di “casta politica”, sprechi e clientela. Da qualche anno, da quanto poi sono state inventate le Ato, ossia le società territoriali che gestiscono i rifiuti, il rapporto tra rifiuti e politica, intesa non come servizio ma come gestione del potere per fini personali, è diventato molto più stretto. Insomma da quanto la politica è entrata in maniera preponderante nella gestione dei rifiuti sono aumentati gli sprechi. Adesso ci spieghiamo meglio. Fino a qualche anno addietro, erano i comuni a gestire la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Davano in appalto il servizio a ditte private e pagavano ogni anno il conto. Magari qualche politico tirava la giacca all’impresa di turno, però non vedevamo strade sommerse dai rifiuti, come spesso avviene adesso. Poi la politica ha inventato le Ato. Niente più ditte, ma una grande società pubblico-privato che gestisce i rifiuti. Ecco i risultati. Pessimi per i cittadini: bollette raddoppiate, servizio carente, strade sporche. Ottimi per la politica: creazione di posti di sottogoverno e di lavoro, pagati con i soldi delle bollette raddoppiante cittadini. Alcune cifre: Ad Enna tra Ato e Sicilia Ambiente, una società parallela all’Ato, lavorano ben 552 dipendenti. Significa che per smaltire i rifiuti in provincia di Enna occorre in media 1 persona ogni 320 cittadini. Insomma… non poco. Peraltro, ai vertici dell’Ato, fino a qualche settimana addietro c’erano i nostri amati deputati, nazionali e regionali Crisafulli, Tumino, Grimaldi e compagnia bella. Dopo aver amministrato peggio di un condominio l’ente hanno lasciato il testimone ai sindaci che se la devono vedere con un debito già contratto di oltre 60 milioni di euro (pari a circa 116 miliardi di vecchie lire). Pare che entro la fine del 2008 si dovrebbe arrivare a 80 milioni di euro. Debiti che sono sulla pelle dei circa 180 mila abitanti della provincia ennese, che a fine anno si ritroveranno ad avere circa 450 euro a testa di debito per la spazzatura. Debiti contratti, però, non tanto e non solo per il costo del servizio che occorre svolgere per tenere pulite le strade ma piuttosto dalla necessità di garantire i livelli occupazionali. E i livelli occupazionali di chi?!? Ma dei partiti, di centro destra e di centro sinistra, che hanno messo negli uffici i loro “amici più fedeli” con lauti stipendi e rimborsi. Qualche mese addietro in un convegno organizzato da un partito è emerso che dibattito è emerso chiaramente che l'organico dell'ATO è sovradimensionato, ed è venuto fuori altrettanto chiaramente che le assunzioni sono state fatte senza alcun criterio di evidenza pubblica ma solo ed esclusivamente in base a bieche logiche clientelari. Niente concorsi pubblici, ma solo chiamate dirette. Tutto alla faccia dei cittadini poveretti che pagano le bollette. Ma insomma ci rendiamo conto! Ma miei cari politici alzate le testa e volate alti!!! Se si guardano con attenzione i dipendenti della grosso carrozzone si vede come quasi tutti siano riconducibili, per legami di parentela, di partito o di altro tipo, ad esponenti politici, in particolare dell’amministrazione provinciale. Così questa provincia non va avanti. Sarà un provincia con l’università, ma che avrà poco a vedere con la dignità politica. Poi ci sarebbe tanto da dire sul versante della qualità della raccolta, in cui i dati per fortuna non sono quelli della Campania. La produzione di rifiuti ad Enna nel 2006 ha registrato un incremento pari allo 0,1 %, passando dalle 13.937 tonnellate del 2005 alle 13.948 tonnellate del 2006. Nel 2006 sono state raccolte in modo differenziato 1.208 tonnellate, pari all’8%. Certamente si potrebbe fare di più. La produzione media nazionale di rifiuti è di 1,5 kg/giorno/ab. Ad Enna è di 1,35 kg per abitante pari a circa 494,6 chilogrammi abitante all’anno; 1,35 chilogrammi abitante al giorno. Per raggiungere gli obiettivi di legge sarebbe necessario aumentare la raccolta differenziata a 0,5 kg/ab/giorno. Ogni famiglia di 4 persone dovrebbe raccogliere separatamente circa 2 chili di rifiuti al giorno. Ci si può riuscire anche con qualche “raccomandato” in meno che negli uffici dell’Ato con i soldi dei cittadini sbriga le faccende del suo politico di riferimento.
Agostino Sella

lunedì 14 gennaio 2008

Ancora su Libertà di coscienza e libertà di mandato.

Di Alessia Di Giorgio. Ringrazio il consigliere Paternicò per la replica alle mie riflessioni sul rapporto fra la libertà di mandato e la libertà di coscienza, in quanto mi offre l’occasione per ritornare su un così delicato problema e, al tempo stesso, promuove un dialogo che spero possa avere l’effetto di iniziare un dibattito civile e costruttivo.
In questa esigenza io credo risieda l’essenza stessa della democrazia: nel confronto libero e rispettoso delle opinioni, e nella crescita umana, sociale e culturale che inevitabilmente ne consegue.
Mi auguro, anzi, che anche gli altri consiglieri comunali chiamati in causa possano aderire a questa discussione, che in tal caso sarebbe sicuramente ricca di altri fruttuosi sviluppi.
Esaurita questa doverosa premessa, però, non posso non rilevare senza rammarico che la reazione del Consigliere Paternicò è stata sin troppo risentita, manifestando un’acredine personale che non pensavo lui covasse nei miei confronti e della mia famiglia.
Io e la mia famiglia, invece, continueremo a rispettarlo profondamente sul piano umano e a tutelarlo in ogni sede, ove possibile, quali che siano le sue scelte professionali e politiche.

Entrando nel merito delle accuse lanciatemi, e rivolgendomi direttamente al Consigliere Paternicò, ritengo che neanche questa volta egli sia riuscito a chiarire né le ragioni dell’ennesima fuoriuscita da un partito, né, soprattutto, le motivazioni dell’appoggio ad un Sindaco che non era quello che aveva sostenuto nel 2004.


Non ha senso, a mio modesto parere, dire alla scrivente di essere disposto a spiegare le ragioni del dissenso dall’UDEUR “previo appuntamento” e cioè privatamente, e non farlo, invece, pubblicamente, affinchè l’opinione pubblica sappia e possa giudicare.
Ma c’è un’altra circostanza che mi ha colpito.


In un singolare passaggio delle sue riflessioni lei, caro sig. Paternicò, ha affermato che se oggi è consigliere comunale “…debbo dire grazie ai miei concittadini che mi hanno votato…..”.
Un’affermazione del genere pone un rilevante problema di fondo: crede davvero di essere divenuto consigliere comunale solo grazie alle preferenze individuali?
Piuttosto, non crede che in realtà a fare scattare il suo seggio abbiano contribuito anche altri elettori che avevano suffragato la stessa lista, votando per altri candidati o addirittura solo per il partito UDEUR?
In altri termini, anche ammesso che tutti i cittadini che l’hanno votata siano d’accordo con lei, come si pone in relazione agli altri elettori dell’UDEUR i quali, facendo ancora parte della coalizione di centrosinistra, avrebbero voluto la sfiducia al Sindaco Prestifilippo?
Per queste ragioni era nata la mia riflessione, come chiunque può constatare leggendo il mio intervento sui siti web, e non certo per stigmatizzare la sua persona ovvero per lanciare inutili invettive contro le istituzioni.
Quanto poi alla mia critica sul fatto di non avere constatato, durante questi 13 anni della sua attività politica, un atto amministrativo che possa aver risolto i problemi della città, nella sua replica lei stesso ha confermato implicitamente la veridicità delle mie convinzioni.


Ed infatti, nell’esibire il suo curriculum, ha affermato di essere stato eletto per due volte al civico consesso, di esserne divenuto vicepresidente, di avere composto numerose commissioni consiliari, ma non ha indicato, nemmeno questa volta, un solo provvedimento concreto che abbia risolto uno dei tanti problemi del Paese.


Per tale ragione vorrei oggi chiederle: cosa ha fatto lei per la comunità piazzese quando è stata vessata con delle tariffe dei rifiuti illegittime ed esose, che hanno messo in ginocchio i bilanci familiari di pensionati ed operai?


Ma ancora, visto che lei è in carica dal 1999, e considerato inoltre che fa parte di un sindacato che tutela i lavoratori, cosa ha fatto di concreto per promuovere in favore dei dipendenti comunali turnisti le 35 ore settimanali in luogo delle attuali 36 ore, un diritto riconosciuto proprio fin dal mese di Aprile del 1999?


Questi sono solo alcuni (e nemmeno i più gravi) dei tanti motivi che mi spingono a ritenere la sua esperienza politica priva di ogni incisività, tanto che se lei non si fosse mai seduto su quelle poltrone che ha menzionato nessuno, e sottolineo nessuno, si sarebbe accorto della sua assenza.
Invece la sottoscritta, ed i membri dell’Associazione Notarbartolo, hanno già agito in difesa di quelle istituzioni e di quei diritti che qualche rappresentante della comunità armerina omette costantemente di tutelare.


Se la mozione di sfiducia fosse passata, caro consigliere Paternicò, contrariamente a quanto lei crede, si sarebbe aperta una nuova fase amministrativa, grazie alla quale la nostra comunità avrebbe potuto recitare un ruolo da protagonista nella dinamiche politiche regionali.
Ma sappia, e non so se ciò la potrà consolare, che i rappresentanti di questa associazione hanno tante volte anticipato eventi e attività poi concretamente verificatesi, e non certo perché in possesso di doti divinatorie, quanto piuttosto per un attenta valutazione delle esigenze e dei bisogni dell’opinione pubblica armerina.
Per questa ragione, da un lato la voglio rassicurare, essendo pronta sin da adesso a scommettere qualsiasi cifra sul fatto che, nel Giugno del 2009, lei siederà nuovamente sugli scranni di Palazzo di Città.
Ma sono altrettanto sicura di un’altra circostanza, che avrà rilevanza ben più grande della sua elezione, e che non credo le farà un grande piacere: nel mese di Maggio del 2009 la Giunta Prestifilippo sarà spazzata via dagli elettori, alla stessa stregua delle palme frantumate dagli uragani che si abbattono sulla Florida.


Questo fatto costituirà, in re ipsa, un notevole miglioramento per la vita dei cittadini.


Infine mi permetto di cogliere l’occasione per rivolgerle un invito: credo lei sappia che l’Associazione cui mi onoro di appartenere ha indirizzato, in data 02/01/2008, mediante deposito protocollare, una proposta al Sindaco con la quale ha chiesto il riconoscimento delle 35 ore in favore dei dipendenti comunali turnisti, nonché il pagamento di tutte le ore di straordinario pregresso non retribuito.


Non sarebbe male se anche lei chiedesse al Sindaco Prestifilippo, che con il suo voto ha salvato dalla sfiducia e con il quale ha sottoscritto un programma di fine (in tutti i sensi!) mandato, di riconoscere un diritto sacrosanto a questi lavoratori.


Se lo facesse, avrebbe finalmente compiuto un atto concreto per ripristinare la legalità tante volte violata in questi anni dalla Giunta in carica.
Questa è la politica che vogliamo, questa è la Piazza Armerina che continuiamo a sognare.




Alessia Di Giorgio
Associazione “Emanuele e Leopoldo Notarbartolo”

sabato 12 gennaio 2008

Rosario Paternicò replica ad Alessia Di Giorgio

Informato da un amico,che quotidianamente si collega al sito internet in questione,mi ha riferito della riflessione pubblicata attraverso una pagina web,della Sig.na Alessia Di Giorgio, che tra l’altro cosi’come lei scrive,risulto io essere vincolato da legami di parentela,ma non certo di simpatia,a causa di comportamenti personali e familiari,che certamente non intendo evidenziare attraverso questa mia missiva, ed in altri luoghi. Perche’ se fossi stato considerato un parente simpatico, certe riflessioni fatte dalla Di Giorgio,non sarebbero stati oggetto di attacchi personali e politici. Il sottoscritto e’ stato sempre abituato ad affrontare civilmente le persone per chiarire, risolvere, aiutare,anche nella mia vita politica/amministrativa, tutti coloro i quali si sono rivolti a me,senza mai nascondermi anche dietro una lettera, poiche’ per mia natura accettare il confronto,fa crescere la personalita’ dell’interessato. Ritengo che le riflessioni poste in essere dalla Di Giorgio,risultano essere inopportune per alcuni motivi:

1) Riflessione politica di parte;
2) Riflessione politica/amministrativa mancante di valide ed opportune conoscenze degli atti.
Vengo attaccato su questioni politiche che sino ad oggi non riesce a comprendere,vedi la fuoriuscita dai DS e dall’UDEUR.
Pur non essendo costretto a replicare poiche’ le due delicate fasi della mia vita politica, meritano una piu’ ampia riflessione, che sono disponibile ad approfondire con ulteriore confronto con la richiedente, ma non costretto, essendo la stessa e l’intero nucleo familiare,non facente parte del mio elettorato. Sono disponibile al confronto previo un appuntamento, visto i miei impegni lavorativi ed amministrativi. Per quanto riguarda l’attacco politico/amministrativo, nella fase in cui dichiara che non ho prodotto nessun atto in favore dei cittadini, aggiungo “TUTTI“.
La invito a visionare tutti gli atti amministrativi del Consiglio Comunale e delle Commissioni consiliari, che ho contribuito a portare avanti sin dal 1999 ad oggi.
Ad ogni buon fine le comunico che sono stato eletto nel 11/1999, riletto nel 2004,componente rispettivamente negli anni di attivita’ politica amministrativa delle Commissioni consiliari Bilancio;Lavori pubblici; Regolamenti,Convenzioni e Statuti,Vice Presidente del Consiglio Comunale. La coerenza politica e’ stata dimostrata nel momento in cui mi sono dimesso da Vice/Pres. del C.C.,in quota al partito dell’UDEUR ( Cons. Comunale eletto da indipendente ),per il fatto che la carica politica mi era stata riconosciuta attraverso il partito, senza nessun ripensamento non essendo attaccato alle poltrone. La mia posizione in politica deriva dall’impegno assunto con il mio elettorato, che e’ quello moderato, composto da cittadini che non mi hanno chiesto ne io ho mai fatto nessuna promessa di posti di lavoro,ho solo dato la mi disponibilita’ nel cercare di risolvere i problemi della collettivita’ armerina e non, che lei con il suo intervento inopportuno ed irrazionale contribuisce a non risolvere. Se oggi sono Consigliere comunale, debbo dire grazie ai miei concittadini che mi hanno votato, certamente non a lei ed al suo nucleo familiare a cui non ho chiesto il consenso. Per non essere pesante e monotono nella missiva, per chiarirle meglio le idee le comunico che quando decidero‘ di aderire ad una nuova forza politica lo apprenderai mezzo stampa, cosi’ come sempre ho fatto. Sappia sin da adesso che sono stato contattato politicamente prima durante e dopo la mozione di sfiducia, e come vede sono ancora qua da indipendente.
Una cosa e’ certa che con il centro/sinistra piazzese ho finito di fare questo tipo di politica, ma qualora decidessi di aderire al centro/destra, una selezione di alcuni uomini andrebbe fatta.
Parte di quegli uomini condividono il suo stesso modo di porsi in politica, che a mio parere e’ distruttivo per la citta’ e non costruttivo.
Pensi se la mozione di sfiducia sarebbe passata,cosa sarebbe successo a Piazza Armerina…….. .
A lei una riflessione piu’ ampia ed articolata dei veri problemi che affligge tutta la cittadinanza armerina, e non i problemi personali di alcuni uomini politici, che attraverso la mozione hanno cercato di portare avanti a discapito della nostra bella, amata, gloriosa, citta’ di Piazza Armerina.
Saluti.
Rosario Paternico’

La Delia. "PD, basta con le correnti"

Piazza Armerina. Giorni caldi nel PD piazzese. In vista delle primarie del 27 gennaio tutti i gruppi hanno acceso i motori per arrivare preparati all’appuntamento che eleggerà il direttivo del partito piazzese chiamato poi ad esprimere il segretario. A prendere l’iniziativa è Danile La Delia, uno degli eletti nelle primarie del 14 ottobre, capofila dell’area di Rosi Bindi, che dirama un appello all’unità “Superiamo le logiche di apparato e quelle correntizie – dice La Delia – dobbiamo in questa fase guardare le cose che ci uniscono e non quelle che ci dividono. Facciamo parte tutti di un unico progetto politico e guardare al proprio orticello non serve a costruire un grande partito”. Poi La Delia, che è anche uno dei possibili candidati alla segreteria, lancia una proposta. “Occorre discutere di politica del partito nelle assemblee altrimenti rischiamo di dividerci sempre di più”. Dalle notizie di corridoio, nonostante gli appelli dei bindiani, pare però sempre più serrata la lotta tra la corrente legata ad Enrico Letta, guidata da Carmelo Tumino e quella veltroniana a cui appartengono gli ex diessini, ed alcuni volti noti della ex Margherita come l’ex sindaco Ivan Velardita. Se le due aree non troveranno un accordo si dovrebbe arrivare alla presentazione di almeno due liste contrapposte. “Per quanto ci riguarda – fanno sapere dall’area lettiana – faremo un progetto che presenteremo e proporremo a tutti”. La stessa cosa dovrebbe fare l’area veltroni, che si incontrerà in queste ore, per definire modalità ed orientamenti delle sue strategie. L’area che fa capo al sindaco di Roma è la più numerosa avendo avuto il 62% dei voti alle primarie a cui hanno preso parte circa 950 elettori piazzesi. Oltre all’ex sindaco Velardita ci sono l’ex assessore provinciale Tanino Adamo, i consiglieri comunali, Ribilotta, Venezia e Capizzi, l’ex consigliere della Margherita Incardona. Fanno parte di questa componente anche l’ex assessore Renzo Amore. Molti personaggi politici però, come l’ex segretario dei DS Angelo Bonaventura e il leader di Piazza Grande Nigrelli, pur avendo votato per Veltroni non si sentono legati a nessuna strategia di corrente. Proprio per questo, secondo La Delia, “a nessuno conviene fare la guerra perché i numeri del 14 ottobre non saranno quelli del 27 gennaio”.
Agostino Sella

Che prezzo ha la nostra salute di Siciliani e Italiani?

di Carmelo Parrinelli. Circa 100 mila tonnellate di spazzatura da "regalare" a tutte le Regioni dello stivale che ne facciano richiesta...o meno. Tra queste, ovviamente, ecco la Sicilia del redivivo Cuffaro che lancia un bacetto tenerissimo alla Iervolino e al suo pari qualifica Bassolino, accogliendo ancora una volta i rifiuti prodotti dai campani, nella nostra cara ma tormentata terra di Trinacria. Lombardia e Piemonte hanno detto invece no, da Regioni intelligenti e industriose, sebbene abbiano strutture adeguate a smaltire questo e quest'altro. Perchè? Semplice! Quello che i politici, gli addetti ai lavori non dicono, è che la spazzatura prodotta dai campani non è stata accuratamente smistata, non essendoci alcuna raccolta differenziata. Da siciliano in Lombardia, posso affermare con assoluta certezza che qui le cose vanno diversamente: i rifiuti sono perfettamente scelti e differenziati; umido con umido, plastica con plastica, medicinali con medicinali, pile con pile...etc..etc.. A Napoli no! a Napoli li raggruppano e aspettano.Non me ne vogliano i bravi cittadini campani, vere vittime di una gestione assolutamente disastrosa da parte dei loro governatori...ma in Sicilia non devono nemmeno portarle queste "balle" di monnezza. Giusto l'allarme lanciato dal nostro Sindaco, Piero Nocilla, ormai snervato per i problemi che già Valguarnera e l'intera Provincia hanno per conto loro. Rischiamo il collasso per colpa di chi anzichè curare il nostro cuore, ce ne impianta uno ancora più malato? Il Governatore della Sardegna, Renato Soru, ha subito accettato l'idea di sporcare ancora di più la splendida isola che si trova a governare, senza pensare al parere della sua gente; Infatti è costretto con le spalle al muro da un gruppo di attivisti sardi capeggiati da Gavino Sale, un signore orgoglioso delle sue origini e che non ci sta a questa italietta che calpesta la dignità delle persone. Ma la Sicilia non è la Sardegna e nemmeno la Lombardia o il Piemonte. La Sicilia è il paese dei "ficurinie" e delle "pale ri ficurinie"; se siamo amministrati da pale ri ficurinie il risultato è proprio quello: "il collasso". Queste cose Cuffaro le conosce ma ha già detto che si prenderà carico delle eco-balle in cambio di una promessa da parte di Prodi; i finanziamenti per la costruzione di termovalorizzatori in Sicilia. Una mossa che ritengo stupida per svariati motivi: 1) Prodi è più propenso a costruire e finanziare dei termovalorizzatori in Campania che è già in crisi nera rispetto alla Sicilia.2) Prodi non ascolta o riverisce Cuffaro perchè è uno dell'opposizione.3) Quanto mai Prodi ha mantenuto il patto con gli Italiani? figuriamoci con i Siciliani.4) Dove li prenderà poi questi soldini? ma semplice, dai Siciliani. Lui dirà: Caro Totò, vuoi i termovalorizzatori? aumenta le tasse Regionali! sei o no a statuto speciale? Ma intanto prepariamoci allo sbarco di Messina; ai camion che ci invadono di spazzatura in attesa che arrivino i fondi per costruirci dei termovalorizzatori (entro e non oltre il 2090),
Carmelo Parrinelli
Ti saluto con amicizia, Carmelo

Macerie, sassi e pietre miliari.

di Filippo Di Giorgio

In occasione del recente dibattito sulla mozione di sfiducia al Sindaco Prestifilippo, il consigliere Fioriglio, in un apprezzabile quanto inascoltato passaggio del suo discorso, invitava tutti i componenti del civico consesso ad operare per apporre pietre miliari nella storia politica comunale, e non limitarsi a lanciare sassi.
Dopo aver visto le macerie che ricoprono le due chiese del nostro sventurato (e sventrato) centro storico, credo che l’invito del consigliere Fioriglio acquisti un pregio particolare, soprattutto se si considera che il cedimento delle strutture murarie delle parrocchie dell’Itria e di Santa Veneranda non è un evento eccezionale ed imprevedibile, ma si inserisce piuttosto in un contesto di incuria oramai cristallizzato.
Pur tuttavia, per spirito di obiettività, non posso esimermi dal rilevare che ogni azione critica scadrebbe nella più inutile delle pedanterie se si accusasse l’attuale amministrazione di essere la causa esclusiva di questi incredibili disastri.
Certo, chi scrive aveva già previsto che al termine della Giunta Prestifilippo il nostro Paese sarebbe divenuto un cumulo di macerie (basti leggere la riflessione dal titolo “Maurizio Prestifilippo: ritratto di un prestigiatore”, dove peraltro era stata preconizzata, con largo anticipo, anche la battuta d’arresto della mozione di sfiducia), ma il processo di degrado di Piazza Armerina non si è certo determinato solo in questi (quasi) quattro anni di non - governo.
Piuttosto, esso affonda le radici in tempi più remoti.
Ed infatti, non credo di essere lontano dal vero se affermo che le origini di questo disastro si collegano all’inerzia di quei celebrati politici degli “anni 80”, i quali non solo non si posero affatto il problema del recupero del centro storico, ma anzi si disinteressarono apertamente della tutela delle nostre bellezze paesaggistiche ed architettoniche, preferendo piuttosto la cementificazione selvaggia e, con essa, anche lo scempio più feroce della città d’arte per eccellenza.
Tanto per citare qualche esempio, non credo che durante quegli anni occorresse uno studio scientifico complesso per rendersi conto che l’acquedotto nel centro storico era un colabrodo; che la stabilità dei molti importanti monumenti era non poco precaria; che la costruzione di edifici attorno alla bellissima chiesa di S. Andrea aveva determinato un terrificante impatto ambientale; che persino le opere di decoro urbano progettate (prima fra tutte Piazza Marescalchi) avrebbero reso orripilante la parte moderna della nostra città; che orde di predoni stavano rubando, e continuano a rubare indisturbati, i pezzi più pregiati del nostro patrimonio artistico.
La Giunta Prestifilippo però, pur avendo delle responsabilità tutto sommato marginali in questo processo insostenibile di decadenza, non è destinata ad aprire una nuova fase di tutela e di recupero del nostro patrimonio artistico, ma piuttosto a chiuderne, disastrosamente, un’altra: quella della gestione velleitaria della contingenza.
In altri termini, trovo che sia assai scadente un’azione di governo che si nutre – solo ed esclusivamente - della speranza dell’approvazione di una legge speciale per il recupero del centro storico, facendo leva, volta per volta, sull’onda emotiva determinata dai crolli o dai furti delle opere d’arte.
Ma ancora, e più in generale, ritengo che sia non poco fallace una prospettiva politica che si affida al misericordioso aiuto dell’alta (si fa per dire) politica di Roma o Palermo, senza curarsi del fatto che la legislazione finanziaria ha già messo nelle mani degli stessi Comuni delle risorse da utilizzare per il recupero dell’arte.
Non nutro dubbi, invece, sul fatto che ogni cittadino non si opporrebbe a pagare delle nuove imposte per finanziare delle attività di consolidamento delle Chiese nel centro storico, per recuperare le decine di opere d’arte cadute nell’oblio, per rendere le opere di arredo urbano continuazione e sviluppo del nostro grande passato, e non più espressione di un presente miserabile e di un futuro ancora indefinibile.
La finanziaria dell’anno 2007 aveva concesso questa possibilità ai Comuni, come già diverso tempo fa chi scrive si permise di ricordare (vedasi Report, periodico siciliano di informazione, n. 31 del 04/08/2007, dove si accennava all’imposta di scopo), sperando che la classe politica potesse raccogliere un utile invito; a distanza di mesi nulla è stato fatto e ritengo che nulla potrà essere fatto anche nell’immediato futuro.
Dovremo attendere pazientemente questi 14 mesi che passano invano, con i problemi perniciosi di sempre e con il primo cittadino che continuerà ad esibire i suoi divertenti ma inutili giochi di prestigio, che costituiscono la somma manifestazione dell’impotenza amministrativa che ha messo in ginocchio la nostra economia.
Malgrado tutto, però, iniziamo ad essere ottimisti.
E affermiamo ciò in quanto iniziamo ad intravedere nella gente un nuovo e vigoroso spirito di iniziativa, cui si affianca una consapevolezza delle potenzialità creative della nostra terra che non si nutre più del falso mito della misericordia palermitana o romana, ovvero degli improduttivi richiami mediatici di Vittorio Sgarbi.
La gente ha voglia di investire sé stessa nel territorio, di pianificare il proprio futuro, di rendersi pienamente artefice del proprio destino, e per questo invoca a gran voce delle scelte coraggiose che questa amministrazione non può fare, ma non per cattiveria o cinismo politico, ma per scarsa consapevolezza degli strumenti gestionali che l’ordinamento giuridico le ha affidato.
Perciò ben venga una legge speciale per il recupero del centro storico di Piazza Armerina.
Ma nell’attesa che ciò avvenga – se mai avverrà - la comunità piazzese non può che invitare le istituzioni locali ad attivare quegli istituti giuridici che consentono già oggi di iniziare ad invertire questo trend negativo, e posare piuttosto sulla nostra terra quelle pietre miliari cui faceva riferimento, nel suo saggio discorso del 21/12/2007, il Consigliere Basilio Fioriglio.
Piazza Armerina, 07/01/2007
Filippo Andrea Di Giorgio
Associazione “Emanuele e Leopoldo Notarbartolo”


giovedì 10 gennaio 2008

Prestifilippo partorisce "politicamente" finalmente il settimo assessore: E' Totuccio Martello

Dopo tre anni di lungo travaglio Maurizio Prestifilippo, ha "partorito", politicamente s'intende, il settimo assessore. E' un altro suo uomo di fiducia, Totuccio Martello (nella foto), a lui vicino sin dalla campagna elettorale. Nel comunicato dell'amministrazione pubblicato sul sito del comune si sottolinea come Martello sia "vicinissimo al consigliere di area Mpa" Giovanni Scollo, che come ricorderete, ha salvato Prestifilippo dalla sfiducia, mettendosi contro il partito che però lo ha buttato fuori. Insomma il "prestigiatore", alla fine ha messo tutti nel sacco, compresi i suoi. Addirittura ha fatto pure passare Martello come un uomo di Scollo. Non avrà la maggioranza in consiglio ma i suoi uomini sono tutti uniti e compatti su di lui e questo rafforza non poco il sindaco. Nessuno dei suoi assessori si è sognato finora di contraddirlo. Sembrano tutti aver fatto voto di "obbedienza", come quello che fanno i preti. Chi non ha "obbedito", come Roberto Rossitto, ha avuto legnate senza pietà, è stato messo fuori dalla "congregazione politica" ed è sparito dalla scena politica. E non contraddirà il sindaco neanche il buon Totuccio, chiamato a dirigere in nostro tanto odiato traffico cittadino e la pulizia municipale. Intanto pare che l'Mpa voglia fare un altro favore al sindaco ripresentando un'altra mozione di sfiducia, ma ormai nessuno ci crede. Sarebbe però una telenovela degna di questo nome. Tornando a Martello ecco la nota ufficiale dell'amministrazione: «Totuccio Martello è un uomo di notevole esperienza nel campo della motorizzazione e dei trasporti - ha osservato il Sindaco - è animato da grande volontà di affrontare la cronica difficoltà del traffico nella nostra città. Sono sicuro che, insieme agli altri componenti della Giunta, darà un importante contributo per l'attuazione del Programma e per l'ammodernamento dei sistemi di mobilità urbana a Piazza Armerina». Tra le deleghe di martello ci sono la Mobilità urbana, Trasporti, Viabilità e Traffico, Polizia Municipale. Martello ha giurato stamattina ed ha voluto con se il suo amico, il Presidente della Commissione Cultura dell'Assemblea Regionale Siciliana, on. Pippo Gianni, venuto al giuramento, con una nuova e fiammante auto blu giudata da un autista, per rendere omaggio al nuovo assessore della comunità piazzese, alla faccia dei costi della politica.
Agostino Sella

Assemblea del PD. Molte polemiche e nessuna decisione.

Piazza Armerina. Assemblea del PD in vista delle primarie del 27 gennaio per l’elezione del segretario tra le polemiche. Una cinquantina di attivisti hanno discusso fino a tarda sera delle modalità dell’elezione del nuovo segretario. Presenti il coordinatore provinciale Giuseppe Arena, Ethel Consiglio responsabile regionali del partito per gli Enti Locali Ethel Consiglio, i deputati Tumino, Termine e Crisafulli. La scopo della riunione era quello di spiegare le modalità previste dal regolamento per l’elezione degli organi direttivi del partito che prevedono l’elezione di un coordinamento che al suo interno eleggerà il segretario. Il coordinamento dovrebbe essere eletto nelle primarie del 27 gennaio ed ad avere diritto al voto saranno i 914 elettori che si sono recati alle urne lo scorso 14 ottobre per l’elezione del segretario nazionale. Insomma, niente elezione diretta del capo del partito, come invece sembrava all’inizio ma solo l’elezione di un coordinamento che poi dovrebbe addirittura a scrutinio segreto eleggere il leader. Molte schermaglie in assemblea con interventi a volti anche nervosi e tanto lavoro di corridoio per trovare alcune proposte comuni tra le diverse anime del partito veltroniano. A Piazza, infatti, il partito pur essendo vivo come dimostrano le presenza di ieri, è lacerato dalla lotta tra le varie componenti. La più numerosa è quella che fa capo a Veltroni composta dagli ex diessini di Stazzanti e Andamo e dall’ex sindaco della Margherita Ivan Velardita. Meno numerosa, almeno secondo il dato delle primarie, quella legata all’onorevole Tumino, che ha tra le sue fila la consigliera Lina Grillo ed il consigliere provinciale Massimiliano La Malfa. Poi ci sono altre componenti autonome come quella legata all’ex segretario dei DS Angelo Bonaventura. Durante l’assemblea, nonostante i molti interventi non si è deciso su come proseguire il percorso che porta al 27 gennaio. L’unica cosa certa è che sabato la componente Veltroni, a cui appartiene anche l’ex segretario diessina Ranieri Ferrara, si deve riunire per definire gli uomini da proporre e le proprie strategie. A breve, la stessa cosa dovrebbe fare anche la componente guidata da Carmelo Tumino. Infine si dovrebbero, prima del 27, fare alcune assemblee per decidere il numero e le modalità delle liste. Comunque in molti si auspicano una scelta condivisa anche se ad oggi, soprattutto a causa delle lacerazione per la mozione di sfiducia a Prestifilippo, l’incomunicabilità è alta. “Speriamo che si facciano queste benedette assemblee – dice in tono polemico Angelo Bonaventura – ci sono stati tre mesi e tutti sono stati immobili. Prima di dire qualcosa aspetto con ansia le assemblee”. “E’ necessario convocare subito assemblee pubbliche – dice Salvatore Roccaverde – per evitare che le scelte importanti vengano affidate ai “ soliti noti “, magari davanti ad un bar”. Quasi tutti comunque hanno le bocche cucite. Qualcuno però si aspetta che il nuovo segretario sia una donna. “Non vedo perché non potrebbe essere una donna il nuovo segretario – dice qualcuno nei corridori – sarebbe un vero segnale di rinnovamento della politica”.
Agostino Sella

Il comune anticipa un mese ai lavoratori dei contieri di servizio

Piazza Armerina. “Abbiamo deliberato una spesa di 45 mila euro per coprire le mensilità dei 69 lavoratori piazzesi del cantiere di servizio”. Lo annuncia l’assessore alla solidarietà sociale del comune piazzese Carmelo Gagliano. “In attesa che il governo regionale approvi la finanziaria abbiamo messo noi le somme nella speranza di averle rimborsate – dice Gagliano – ma non potevamo lasciare senza stipendio le famiglie”. Alla decisione della giunta ha dato anche l’assenso la conferenza dei capigruppo convocata d’urgenza dal presidente del consiglio Filippo Miroddi. Adesso i lavoratori sono a posto per un mese, ma persiste ancora un punto interrogativo sul loro futuro. Infatti, difficilmente il comune potra, farsi carico di coprire la spesa di 45 mila euro al mese per coprire le altre mensilità. “I lavoratori – dice ancora Carmelo Gagliano – rappresentano figure importanti per la città. Lavorano nel settore del verde pubblico, nel trasporto dei disabili ed in altre attività della città. Faremo di tutto per andare incontro alle loro esigenze, ma speriamo che la regione al più presto approvi la finanziaria per evitare problemi alle famiglie”
Agostino Sella

Niente stipendi per i lavoratori dei cantieri di servizio.

Piazza Armerina. Guai in vista per i 1456 lavoratori dei cantieri di servizio della provincia Ennese. Un decreto di ieri dell’assessore regionale al lavoro ed alla previdenza sociale Formica ha di fatto tagliato le gambe ai lavoratori che si vedono senza la sicurezza delle somme che dovrebbero coprire il loro stipendio. I lavoratori sono da un paio di settimane in stato di agitazione. Nei giorni scorsi hanno incontrato prima il prefetto di Enna e poi il vescovo piazzese Michele Pennisi. Entrambi si sono ripromessi di fare quanto nelle loro facoltà per risolvere la questione. A Piazza i lavoratori impegnati con i cantieri di servizio sono circa una quarantina. “Lotteremo ad oltranza – dice Michele Billeci, uno dei lavoratori – fino a quando non avremo assicurato la continuità dei progetti per sostenere e portare avanti le nostra famiglie. Siamo stati ad Enna, abbiamo incontrato il Vescovo, ma se non ci assicurano lo stipendio ed il lavoro per almeno un anno andremo anche a Palermo”. L’arrivo del decreto per i lavoratori è stata una doccia fredda. La regione, attualmente, non è in grado di assicurare la sostenibilità per loro, anche a causa delle vicende che riguardano da vicino il presidente Cuffaro, legato alla sentenza che lo riguarda da vicino per concorso in associazione mafiosa. Se infatti i giudici dovessero confermare la sentenza, Cuffaro potrebbe dimettersi paralizzando l’attività legislativa dell’assemblea regionale ed i lavoratori dovrebbero aspettare almeno altri 5 mesi prima che l’assemblea torni a legiferare. Il problema riguarda tantissime famiglie della provincia ennese. A Barrafranca i lavoratori interessati sono 268, 354 a Leonforte, 203 ad Enna e 151 ad Agira. Adesso, secondo la circolare emanata dalla regione dovrebbero essere i comuni, a pensare agli stipendi dei lavoratori. Dice infatti la circolare: “I comuni, sulla base delle rispettive situazioni locali, potranno valutare l’opportunità o meno di pubblicare un apposito bando, per invitare i soggetti destinatari a produrre istanza di ammissione”. Insomma, secondo la circolare, i comuni se hanno somme disponibile, possono continuare i progetti con i loro fondi, in attesa che la regione provveda a rimborsare i soldi. “Non possono fare finta di niente – continua Michele Billeci – la crisi avanza e noi siamo i più colpiti. Siamo precari da 10 anni ed adesso con un colpo di spugna vogliono cancellarci, ma noi non glielo permetteremo. Vogliamo risolvere questo problema non per uno due mesi ma vogliamo una stabilizzazione sicura. Contiamo nel buon senso dei nostri amministratori”.
Agostino Sella

PD: lavori in corso per l’elezione del segretario cittadino

di Salvatore Roccaverde
Ho partecipato ieri sera alla riunione del Partito Democratico, indetta dal coordinamento provinciale per illustrare il regolamento per lo svolgimento delle Assemblee di Circolo, per l’ elezione dei segretari e dei coordinamenti cittadini e dei delegati alle Assemblee provinciali, previste per il 27 gennaio p.v. Una riunione molto attesa, ricca di partecipanti, presieduta dal coordinatore provinciale avv. Arena, con la presenza dei leader massimi del nascente partito. E’ stata una riunione molto vivace, ricca di spunti di riflessione, a tratti anche nervosa. Ma sostanzialmente corretta, anche se il lungo periodo di “vacatio” organizzativa e di direzione politica antecedente e successiva alla primarie del 14 ottobre, ha determinato uno stato di disagio, e in alcuni momenti anche di tensione, in molti partecipanti che sicuramente avevano tante cose da dire sullo stato attuale di costruzione del partito e sulle sue prospettive politiche nella nostra Città. E vorrei fermarmi qui, perché la riunione si è conclusa senza alcun calendario di nuovi incontri, prima del 27 gennaio, con delusione di tutti i partecipanti che aspettavano e si aspettano ancora nuove riunioni politiche prima di arrivare a scegliere in maniera democratica e trasparente i nuovi dirigenti del PD di Piazza Armerina. Fatta questa doverosa premessa, vi propongo a caldo qualche mia riflessione, in parte riprendendo argomenti emersi nel corso del dibattito.
· Le regole. Quelle contenute nel regolamento, emanato dal PD regionale, sono in gran parte condivisibili, ma alcune sono a mio avviso assolutamente in controtendenza rispetto al principio delle primarie . Mi riferisco in particolare all’elezione dei segretari cittadini che dovrebbe scaturire direttamente dall’assemblea e non dal coordinamento, e che va quindi fatalmente a riproporre logiche spartitorie e di potere ben lontane dallo spirito con cui si è votato il 14 ottobre. Il segretario cittadino dovrà avere una forte autorevolezza politica e morale che solo una elezione ampia di primo grado può assicurare, attraverso la presentazione di una o più candidature autorevoli proposte dalle varie anime del partito. Si potrebbe obiettare che il nuovo regolamento prevede una procedura diversa, ma ieri sera è stato pure detto che alcune regole saranno modificate ( come quella sulla presentazione delle liste che dovranno essere presentate tre giorni prima e non mezz’ ora dopo l’inizio dell’ Assemblea). Perché quindi non modificare anche le regole relative all’ elezione del segretario cittadino?
Mi auguro quindi che il coordinamento provinciale valuti attentamente la questione, oltre a stabilire, come previsto da regolamento, il numero esatto dei componenti del Coordinamento Cittadino. Francamente, 94 componenti
( un decimo degli elettori del 14 ottobre), mi sembrano un po’ troppi per la nostra Città. Ne basterebbero al massimo una cinquantina, se non si vogliono paralizzare e svilire per il futuro i nuovi organismi.
· Come arrivare al 27 gennaio. E’ assolutamente indispensabile che qualcuno legittimato a farlo fissi un calendario di incontri per arrivare preparati e in maniera democratica all’elezione del 27 gennaio. Il dibattito appena cominciato ieri sera deve necessariamente continuare per approfondire strategie politiche e programmi politici a breve e media scadenza. Con un confronto serrato sui problemi concreti della nostra Città e della nostra Provincia, con la partecipazione più ampia possibile degli elettori del 14 ottobre, e la presenza dei possibili candidati alla segreteria che dovranno manifestare in maniera chiara la loro disponibilità ed esporre in maniera anche più convincente i loro progetti.
L’ organizzazione e la gestione di tali incontri potrebbero essere legittimamente assunte dal Comitato Promotore Cittadino istituito per le primarie di ottobre, o dagli eletti alla Costituente regionale e nazionale o dal deputato locale o dagli ex segretari DS e Margherita. Chiunque di loro o tutti insieme.Purchè ci si riunisca in maniera pubblica, aperta a tutti gli elettori del 14 ottobre. E subito. In tal modo, come è stato opportunamente sostenuto ieri sera da tanti, il problema se presentare una sola lista o più liste, si risolverebbe più facilmente e in maniera unitaria. Evitando, come purtroppo è avvenuto in questi mesi di “ vacatio”, che le scelte importanti per la nostra Città vengano affidate ai “ soliti noti “, magari davanti ad un bar, o al caso.
Questa non è democrazia.
Salvatore Roccaverde

martedì 8 gennaio 2008

I ragazzi della Comunità Frontiera raccolgono l'appello del Vescovo Pennisi contro la mafia.

“La mafia è una tomba, la mafia uccide”. Si conclude così la lettera che i giovani della Comunità Frontiera hanno scritto al vescovo Michele Pennisi che nei giorni scorsi è stato protagonista di un forte grido d’allarme contro il fenomeno mafioso. I ragazzi della comunità dopo aver ringraziato Pennisi per “il richiamo alla conversione, e l’invito ad essere continuatori della lotta alla magia, non solo a parole, ma con i fatti della vita” hanno scritto: “Conosciamo tutti come la mafia sia nell’economia, come intacchi il bene comune sociale politico-amministrativo e come sia capace di presentarsi con il “volto di agnello ma dentro sono lupi rapaci”. Conosciamo – continuano i ragazzi della comunità - i meccanismi non solo di clientelismo, ma anche di scambi di voti, di creazione ad hoc di associazioni, cooperative ed altre forme di pseudo-imprenditoria che nascondono i soliti volti, i soliti intrecci, il solito stile e che invece di creare società civile, sperperano denaro pubblico e creano sempre più poveri, sempre più schiavi e sudditi, sempre più diseducazione nei giovani e sfiducia nello Stato. Ed il risultato, per loro, è ottenuto. Tutto ciò affossa l’entusiasmo, fiacca la genialità dei giovani di questa terra, fa arrendere anche i più temerari: ma noi abbiamo Gesù, nostra forza! E con Lui faremo cose grandi!”. Poi i ragazzi nella lettera al Vescovo prendono il loro personale impegno: “Anche quando la mafia tornerà a bussare alla nostra porta offrendoci favori, ripeteremo il nostro no! Anche quando lo stile mafioso continuerà ad ostacolarci e contrastarci, noi ripeteremo il nostro Si a Gesù, il quale ci chiede di essere “sale della terra e luce del mondo”! Anche attorno a noi lo stile mafioso è chiaro: non si distinguono bene le persone che lo incarnano, perché il camaleontismo è una tattica, ma le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: povertà, alcool, droga, micro e macro criminalità, pizzo, incapacità o impossibilità produttiva del territorio, balletti della politica con rimpasti frequenti che rendono impossibile programmare azioni significative sul territorio, rapporto con le istituzioni fondato su parentele e conoscenze, ed altro. Noi – concludono i ragazzi - portiamo lo stile cristiano della vita, capace di annunciare e denunciare, senza voler fare guerre sante o ideologiche, ma solo perché vogliamo vivere il Vangelo, Buona novella per tutti e testimoniare Gesù Salvatore del mondo, Colui che ci salva dalla schiavitù del peccato e della morte e che ci invita ad essere risorti con lui, nei pensieri, nei sentimenti, nelle opere”.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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