mercoledì 8 ottobre 2008

Comunicato dell'AIAS "La provincia prende tempo... e il centro per disabili armerino resta chiuso"

Nonostante gli articoli apparsi recentemente  sui quotidiani la riapertura del centro rimane ancora in dubbio, non abbiamo alcuna conferma ufficiale da parte dell’Amministrazione provinciale.

Il centro armerino, ha sospeso l’attività il 01 settembre, sospensione che avrebbe dovuto essere temporanea in attesa di formale   rinnovo della convenzione da parte della Provincia Regionale di Enna.

I centri di Enna e Barrafranca hanno già ottenuto la firma di un protocollo d’intesa da parte del Presidente della Provincia e ricominceranno ad erogare servizi dal 15 ottobre p.v.

Il centro di Piazza Armerina, per riprendere l’attività, rimane in attesa di formale conferma da parte del Presidente Monaco, ma la conferma non arriva ed il centro rischia, dopo dieci anni, la chiusura definitiva.

Questo continuo procrastinare ha insospettito ed allarmato i genitori che hanno indetto una riunione urgente, presso i locali del CSR AIAS  di Piazza Armerina per stabilire le modalità di protesta da attuare immediatamente onde scongiurare la chiusura del centro che offre servizi ai disabili di Piazza Armerina ed Aidone.

 Il Responsabile Lorenzo Naso                   

Si può essere cattolici senza essere di destra?

Ciao, 
mi chiamo federico, ho 27 anni, sono di palermo e faccio il musicista. 
Ho scoperto per caso il tuo blog e sono rimasto piacevolmente colpito dalle tue idee, se non altro perchè sono simili alle mie e questi mi ha fatto sentire meno solo. ho da farti una domanda, una domanda retorica, di cui , credo, entrambi conosciamo la risposta, ma che ritengo cruciale.
Si può essere cattolici senza essere di destra? 
Secondo l'opinione che si vuol fare passare sembrerebbe di no.
E ancora: come giudichi l'atteggiamento di quasi totale indulgenza di buona parte del mondo cattolico nei riguardi di tutto ciò che dicono e fanno i politici di centrodestra?
Lieto di conoscerti, 
Federico Brigantino

Ecco il documento dell'osservatorio sanitario permanente e del comune di Piazza sulla rimodulazione della rete ospedaliera in provincia di Enna

            Siamo perfettamente consapevoli che i recenti provvedimenti regionali derivano dalle condizioni che la Legge Finanziaria 2007 (L. n° 296/2006) ha imposto alle Regioni con elevati disavanzi per mettere a disposizione un apposito nuovo fondo a cui poter accedere per il triennio 2007 – 2009 e che queste condizioni prevedono anche l’adozione di un Piano di Rientro dai disavanzi con il quale, in sostanza, si impongono alle Regioni scelte gestionali che prevedano “misure di riequilibrio del profilo erogativo dei LEA per renderlo conforme a quello desumibile dal vigente PSN e dal vigente DPCM di fissazione dei medesimi livelli” (ved. art. 1, c. 796, lettera b).

            Le imposizioni che provengono dall’alto finiscono con il presentare una occasione, che possiamo definire storica, per una rimodulazione dell’offerta di servizi sulla base della domanda effettiva di salute che proviene dalla comunità; offerta che può essere tanto più efficace quanto più è progettata (e nel nostro caso c’è l’occasione che sia riprogettata) a livello periferico, stante la comprovata difficoltà di preventivare a livello statale e in modo plausibile il fabbisogno sanitario.

E’ convinzione diffusa che il livello regionale, e più ancora il livello locale, è in condizione di meglio rispondere alla responsabilità di garantire a tutti i cittadini l’accesso effettivo ad un’assistenza efficace, efficiente ed economicamente sostenibile.

            Alla luce di quanto sopra, l’esame di quanto contenuto nel documento della U.S.L. intitolato “Note sulla Sanità nell’Ennese: i Numeri, i Problemi. E le Soluzioni?” e di quanto descritto e previsto per la provincia di Enna dallo “Schema di Decreto Regionale sulla rimodulazione della Rete Ospedaliera ed il riordino della Rete Territoriale” e della “Metodologia adottata per l’analisi della domanda e la riprogettazione dell’offerta” fa sorgere la necessità di esprimere delle considerazioni e, di conseguenza, avanzare delle proposte.

 

 

CONSIDERAZIONI

 

            Nel conteggio del numero dei posti letto per acuti da prevedere, in provincia di Enna sono stati inopportunamente calcolati, i 352 p. l. dell’IRCCS di Troina, la cui tipologia di assistenza non può essere assimilata a quella degli altri presidi ospedalieri del territorio sia per intensità di cure (prevenzione, ricerca e riabilitazione) e sia per utenza (prevalentemente se non esclusivamente il mondo dell’handicap). Pertanto il numero complessivo dei p. l. per acuti nella Provincia di Enna deve essere ricalcolato.

            Con la prevista dotazione di p. l. per acuti (soltanto 365 senza quelli dell’IRCCS) in provincia di Enna si avrebbe soltanto (177.599 ab./365 p. l.) 1 p. l. ogni 486,57 abitanti.

            Come è evidente, l’offerta di posti letto nella provincia di Enna non risulta omogenea poiché è molto al di sotto della media regionale calcolata sulla sommatoria pubblico-privato. Per adeguarsi alla media regionale l’offerta di p.l. dovrebbe prevedere almeno (177.599 ab./ 326) 545 p. l.

            Anche a voler calcolare una dotazione di 3,5 p. l. per 1000 abitanti secondo la media nazionale, il risultato comporterebbe una previsione di (177.699 x 3,5/1000) 621,9 p. l. per acuti.

            Per quanto precede, quale dei due criteri di omogeneità si voglia adottare, la dotazione prevista di 365 p. l. per acuti in provincia di Enna risulta molto penalizzante per la domanda di salute della popolazione residente.

            Inoltre, come si evince in modo evidente dai documenti analizzati, risulta carente in provincia l’offerta che riguarda alcune discipline che soddisfano bisogni primari e per i quali l’utenza è costretta a fare ricorso a strutture fuori provincia: nel campo dell’ortopedia-traumatologia, della chirurgia generale e vascolare, della cardiologia, della pneumologia, dell’oncologia e dell’emergenza, almeno nella fase di primo soccorso e di stabilizzazione del paziente.

 

 

PROPOSTE

 

            La rideterminazione, secondo uno dei criteri sopra riportati, della dotazione provinciale di posti letto ospedalieri (545 oppure 621) consentirebbe alla Direzione Strategica di riorganizzare in modo adeguato su tutta la provincia l’offerta di servizi, garantendo agli assistiti il trattamento della fase di acuzie (emergenza e degenza) del percorso assistenziale, soddisfacendo i criteri previsti dalla metodologia di rimodulazione dell’offerta che accompagna il Piano di rientro.

            Nell’ottica delle direttive regionali la riprogettazione a livello provinciale dovrà, a nostro parere, prevedere quanto segue:

Ø      Adeguare al fabbisogno espresso in termini di cause di ricovero l’offerta di posti letto per le patologie di peso e complessità non elevata e riguardanti la riabilitazione ortopedica e gli interventi per il tunnel carpale, la chirurgia generale e vascolare, l’oncologia e la pneumologia;

Ø      Organizzare in modo funzionale su tutto il territorio provinciale il primo intervento dell’emergenza, predisponendo strutture e servizi capaci di garantire almeno la stabilizzazione del paziente acuto (in strutture di Pronto Soccorso e di Osservazione Breve con posti letto tecnici che non rientrano nel novero di quelli di degenza per acuti) ed il suo eventuale trasferimento protetto nelle strutture di secondo e terzo livello: almeno una di secondo livello è ragionevolmente possibile che sia prevista e attrezzata in provincia;

Ø      Riservare le attività di Ginecologia in una struttura centralizzata attrezzandola in modo idoneo a farne un punto di riferimento almeno provinciale ed invece garantire assistenza di Ostetricia con punti nascita, seguendo criteri basati sulla domanda di assistenza e cioè sulla media annuale delle nascite nei Comuni che gravitano attorno ad un ospedale per il quale è dimostrato un indice di attrazione significativo.

 

è evidente che le osservazioni e le proposte di cui sopra sono parziali e non intendono esaurire le problematiche che vanno affrontate in questo momento storico ma vogliono rappresentare un contributo alla ricerca di soluzioni per la popolazione di questa provincia.

Poiché il piano prevede l’integrazione della rete ospedaliera con quella territoriale ci  riserviamo di produrre un documento che valuti la fattibilità delle proposte regionali previste nel piano stesso.

  Per l’Osservatorio Sanitario Permanente dott. Sebastiano Arena  

Assessore alla Sanità  Dott. Innocenzo Di Carlo                                           

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI