venerdì 7 agosto 2009

Giorgio Scordi sul Palio dei Normanni e sulle selezioni

Farò l'arciere. I plotoni costituiti solo da 15enni.

Avevo detto che avrei fatto un figurante dei plotoni. Farò l'arciere. Veramente volevo fare l'alabardiere (plotone delle insegne). Oggi pomeriggio però, nel sorteggio, al plotone che rappresentavo insieme ai ragazzi dell'oratorio, è stato assegnato di rappresentare gli arcieri.
Sono deluso per tutti i quarantenni piazzesi, i politici e tutti quelli che dicono di amare il palio.
Lo amano solo a parole.
Ho trovato molta solidarietà sulla scelta di costituire un plotone ma nessuna adesione concreta, se non dai ragazzi tra i 15 e i 20 anni.
Eppure, come al solito, c'è stata la corsa a fare i notabili ecc. ecc. Insomma tutti senza palle, compresi quasi tutti i politici di destra e sinistra, che invece di sfilare al palio passano il tempo a giocare al salto della quaglia. Nei plotoni solo 15enni che ancora una volta faranno dire ai turisti che ci sono troppi bambini tra le truppe. Ma a qualcuno, piuttosto che migliorare il palio, interessa solo fare sfilate di moda. Oppure crede che fare il notabile significa far parte della casta...
Negli anni c'è stato una progressiva perdita di identità del palio
Moltiplicazione di figuranti e tamburisti che nulla hanno a che fare con i Normanni.
Moltiplicazione delle caste.

Totò Lo Tennero sarà in Conte Ruggero. Edoardo Lotario il Gran Magistrato

Ecco le principali figure scelte per il palio dei Normanni
Conte Ruggero Totò Lo Tennero
Grand Dama Concetta Cavolo
Banditore Totò Conti
Gran Magistrato Edoardo Lotario
Cerimoniere Carmelo Lo Presti

Don Luigi Sturzo meridionalista militante

di Mons. Michele Pennisi
Cinquant'anni fa moriva don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano, partito con forte impronta meridionalista, con il quale i cattolici si inserirono nella vita politica nazionale. In don Luigi, meridionalista militante fin dalla prima ora , lo sviluppo del Sud occupa una posizione centrale nel suo impegno pastorale e politico. Egli analizzò la questione meridionale non con paraocchi ideologici, ma inserita nel suo quadro storico . Sturzo cominciò ad affermarsi come meridionalista con un articolo che prese il titolo dal noto libro di Nitti «Nord e Sud». Egli nel Congresso cattolico di Bologna del 1903 collegò «la questione cattolica» con la «questione meridionale» intesa come una «questione nazionale». Lo sviluppo del Sud fu al centro del discorso pronunciato da Sturzo a Napoli nel 1917, in occasione del convegno «per gli interessi del Mezzogiorno». Egli sostenne che le «le libere e forti energie» delle popolazioni meridionali dovevano rendersi protagoniste del proprio riscatto attraverso la partecipazione attiva alla vita politica e al processo produttivo. Il culmine della esperienza meridionalista di Sturzo è costituito dal discorso di Napoli del 18 gennaio 1923 nel quale egli illustra in modo organico la sua interpretazione della questione meridionale. Egli prende le distanze da un certo meridionalismo «piagnone», sostenendo che i problemi del Sud non possono essere risolti con un assistenzialismo governativo piovuto dall'alto e con una politica clientelare che tende a dare risposte parziali e contraddittorie, ma vanno risolti collegando il problema del Mezzogiorno ai più generali problemi della comunità nazionale e internazionale. Mentre il Nord doveva gravitare verso l' Europa centro-orientale, lo sviluppo del Mezzogiorno doveva basarsi su una politica “orientata al bacino mediterraneo, cioè atta a creare al Mezzogiorno un hinterland che va dall'Africa del Nord all'Albania, dalla Spagna all'Asia Minore”. Per il sacerdote calatino il problema del Mezzogiorno è un problema complesso di natura non solo economica e politica, ma anche culturale e morale che deve investire, in una visione di largo respiro e a lunga scadenza, tutte le energie delle popolazioni meridionali e della «nazione» italiana in una prospettiva aperta alla speranza. Sturzo riprese la sua battaglia meridionalista dopo il lungo esilio . Per la soluzione della questione meridionale egli auspicava che, nell’ambito di una economia nazionale “una e solidale”, nella programmazione economica si partisse da premesse storiche, antropologiche e sociologiche basate su un’analisi attenta del territorio che tenesse conto della società civile e che collegasse l’agricoltura ai commerci, l’industria all’artigianato, la pesca al turismo.
A don Luigi Sturzo, non ostante alcuni limiti della sua impostazione, andrebbe riconosciuto il merito di avere fra i primi, profeta inascoltato, gridato in difesa dell'ambiente , di avere denunciato il pericolo di creare mega impianti industriali inquinanti come “cattedrali nel deserto” e di avere lottato contro quelle che , con una reminiscenza dantesca, egli chiama le tre «male bestie» che inquinavano anche l'ambiente umano : lo statalismo, la partitocrazia, l’abuso del denaro pubblico. Don Sturzo , che già agli inizi del secolo scorso aveva denunciato la presenza negativa del fenomeno mafioso, alla fine degli anni ’50 sostiene che per combattere le varie mafie non basta superare il sottosviluppo economico , ma è necessario anche uno sviluppo culturale, morale e religioso. Nel marzo 1959, alcuni mesi prima della morte , in un “Appello ai Siciliani” scriveva che per un autentico sviluppo bisognava puntare sull'educazione delle nuove generazioni con “scuole serie, scuole importanti, scuole numerose, scuole che insegnano anche senza dare diplomi, al posto di scuole che danno diplomi e certificati fasulli a ragazzi senza cultura”. Nello stesso articolo mette in evidenza anche i difetti dell’ambiente nel quale il ”provincialismo, la limitatezza dei mezzi, la sfiducia reciproca, la critica dei fannulloni, l’oppressione dei mafiosi, l’intrigo dei profittatori rendono difficili le iniziative e contestabili i piani audaci e generosi”. Certo il suo progetto per lo sviluppo del Mezzogiorno fondato sul protagonismo delle popolazioni meridionali disposte a rischiare, in un mondo globalizzato e in un contesto stocico-culturale in cui ha dominato una politica assistenzialistica e clientelare e lo scetticismo sulle possibilità di una ripresa autopropulsiva del Mezzogiorno, il progetto sturziano di “un nuovo Risorgimento” sembra difficile. Ma la centralità che sta riprendendo l'area mediterranea nell’economia mondiale con lo spostamento del baricentro dagli USA a paesi come l’India e la Cina e con il ruolo che nel terzo millennio giocherà l’Africa, la necessità di nuove regole etiche nell’economia dopo la crisi finanziaria dei nostri giorni e la ripresa in Italia del dibattito sul federalismo fiscale nell’ambito di una solidarietà nazionale, ci dicono che alcune intuizioni di Sturzo rimangono ancora valide. Riconoscere la validità del contributo di don Luigi Sturzo alla soluzione delle questioni meridionali, non significa riproporle meccanicamente , ma ispirarsi al suo insegnamento per trovarne di nuove . Il meridionalismo di don Luigi Sturzo, attento al territorio, si inserisce nella sua concezione autonomistica concepita non solo in chiave economico-politica in funzione di motivazioni contingenti. Esso scaturisce da una profonda esigenza etico-religiosa basata su un’antropologia sociale ispirata ai principi della sussidiarietà, della solidarietà e del bene comune propugnati dalla dottrina sociale della Chiesa e ripresi anche nell'ultima enciclica“Caritas in Veritate” su uno sviluppo umano integrale.
Michele Pennisi
Vescovo di Piazza Armerina, Presidente della Commissione storica per la beatificazione di don Luigi Sturzo

Nigrelli su Incardona. "La sua uscita dalla maggioranza diventa solo elemento di chiarezza"

"L'amministrazione comunale finora ha affrontato la questione delle attività commerciali nei pressi della Villa romana applicando - come in tutte le altre attività - il principio di legalità.
Da troppi anni in quell'area ci sono situazioni poco chiare che, nel passato, hanno creato anche problemi che sono stati posti sotto l'attenzione delle forze dell'ordine.
La tutela del diritto al lavoro deve andare di pari passo con il rispetto della legalità e in questa ottica l'amministrazione comunale, con il pieno accordo del Presidente della Provincia e della Soprintendenza di Enna, ha individuato la soluzione al problema che si era creato.
Se qualcuno ritiene che al principio di legalità si possa derogare per un qualunque motivo, la sua uscita dalla maggioranza diventa solo elemento di chiarezza"

I politici piazzesi disertano il palio dei Normanni.

Piazza Armerina. I politici disertano il Palio. Ancora nessun consigliere comunale, infatti, si è iscritto per partecipare in veste di figurante alla più grande manifestazione della città dei mosaici. A sollecitare una loro presenza era stato nelle scorse settimane l’assessore alle feste e tradizione Lillo Cimino che aveva preso carta e penna e scritto una lettera ai venti consiglieri comunali invitandoli a dare l’esempio e costituire un plotone del corteo che raffigura l’ingresso delle truppe normanne durante il periodo medievale. “E’ un vero peccato – dice Calogero Cimino – la classe politica piazzese poteva dare l’esempio e costituire un plotone per partecipare al corteo. La gente piazzese l’avrebbe sicuramente apprezzato. Invece nessuno ancora si è fatto vivo. I plotoni sono l’essenza del palio. Dare loro una importanza significa anche rivalutare tutto il corteo. Spero che il prossimo anno i consiglieri comunali partecipano e mettano da parte tutte le loro titubanze”. In effetti i politici piazzesi hanno pensato ad approvare la manovra di bilancio ma non ne vogliono sentire di vestirsi da Normanni. Magari qualche politico farà il cavalieri o altre figure più ambite del palio. Negli ultimi anni si è, infatti, assistito ad una perdita di identità storica del corteo. Ai plotoni, che meglio di tutti rappresentano l’ingresso delle truppe nella città, si sono man mano sostituiti Dame e Cavalieri dei quartieri e decine di squadre di tamburi. Il corteo, in alcune sue parti, più che una rappresentazione storica è diventato una sorta di sfilata. Quindi, tutti a voler impersonare dame e cavalieri e solo ragazzi poco più che 15enni indossare i vestiti dei plotoni. “Per evitare la ulteriore perdita di identità – ha detto Cimino – avevo proposto che i consiglieri comunali, che rappresentano tutta la città potessero essere i protagonisti di un plotone. Ma probabilmente – conclude l’assessore alle feste e tradizioni della giunta guidata da Carmelo Nigrelli – nessuno ha capito la mia proposta”. Intanto ieri si sono concluse le selezioni per i figuranti. A sfilare per le vie della città il 13-14 agosto saranno in circa 500 vestiti da normanni.
Agostino Sella

Nuovo parco giochi alla Villa Roma

Sono state avviate le procedure per acquistare giochi per bambini da sistemare nei due giardini comunali, il Giardino Garibaldi e la Villa Roma.
-Si creerà dove non c’ere mai stato, all’interno della Villa Roma, un piccolo angolo giochi per bambini con scivoli, altalene e dondoli. Realizzando ciò, la Villa Roma già oggi frequentata da tanti bambini offrirà loro un divertimento in più. Anche alla Villa Garibaldi saranno rimossi i giochi rovinati dai vandali ed installati i nuovi.-
-Con questa prima piccola fornitura di 8.000,00 €, daremo una prima risposta alle esigenze dei bambini e delle famiglie che volevano un posto dove poter giocare. -
-Il prossimo intervento riguarderà invece i giardinetti di P.za Trigona, Via Floresta, e Via T.Tasso.-A giorni si effettuerà la gara per la fornitura e appena consegnati si installeranno subito nei due giardini

Giuseppe Di Prima

Renato Incardona chiede le dimissioni del sindaco Nigrelli: "Un sindaco che non difende i posti di lavoro che vadi a casa"

“Se il Sindaco non è in grado di difendere i posti di lavoro che se ne vada a casa” queste sono le parole che alle 18.45 vengono pronunciate in aula dal consigliere Renato Incardona (nella foto) che dai banchi del centro sinistra ha chiesto le dimissioni di Carmelo Nigrelli. Il consigliere Incardona, in sintesi, accusa il Sindaco di aver privato del lavoro due operatori commerciali che operano alla Villa Romana del Casale da parecchi anni. Che nell’aria si respirasse qualcosa di grosso ieri era prevedibile ma nessuno dei protagonisti della vita politica locale si aspettava che il consigliere arrivasse a chiedere le dimissioni del Primo Cittadino a poco più di anno dall’insediamento alla Sala delle Luci. Momenti di tensione che alla fine hanno portato i consiglieri comunali a chiedere la sospensione della seduta e l’immediata convocazione di una conferenza dei capigruppo allargata per capire più a fondo le ragioni del consigliere Incardona e sopratutto conoscere più nei dettagli gli atti che hanno determinato la rottura con un consigliere eletto nelle liste del Pd che da ieri ha preso posto nei banchi dell’opposizione. Le accuse mosse alla giunta Nigrelli sono quelle di calpestare un protocollo d’intesa che disciplina il settore commerciale alla Villa Romana del Casale privando, di fatto, due operatori commerciali a continuare l’esercizio del proprio lavoro. La seduta è ripresa dopo più di un’ora e si è chiusa con la votazione di documento di indirizzo che l’aula consegna alla giunta con il quale si chiede il pieno rispetto del protocollo d’intesa del 2006 che prevede l’assegnazione di 30 stalli con la precisazione che vanno garantiti tutti i firmatari di quell’atto (che vede anche i due operatori commerciali oggetto della controversia) che fu voluto d’intesa tra Comune, Provincia, Sovrintendenza e Prefettura. La seduta è stata rinviata a stasera alle ore 18.30 con all’ordine del giorno le interrogazioni del centro destra, peraltro presente ieri con solo 5 consiglieri comunali, che vedrà al centro del dibattito il biglietto unico tra Villa Romana del Casale e Villa Tellaro di Noto e le modalità che hanno indotto la giunta Nigrelli all’acquisto del Palazzo della Cultura sito in via Garibaldi. Il Sindaco, presente in aula, ha ribadito che la posizione dei due operatori commerciali è stata presa con la dovuta attenzione ed è all’oggetto di studio degli organi competenti a cominciare dal Comune d’intesa con la Provincia nell’ambito, ha precisato il Sindaco, del pieno rispetto della legalità.

Una vittoria di tutti. Una vittoria per tutti

Una vittoria straordinaria. Non ci sono altre parole per definire l’accordo raggiunto fra i partecipanti alla riunione del 03/08/2009, promossa per il raffreddamento del conflitto sindacale fra il Comune di Piazza Armerina e i rappresentanti dei lavoratori della Polizia Municipale. Per capire le ragioni di questa esultanza, è bene ripercorrere le motivazioni che hanno portato il SULPM a proclamare lo sciopero della Polizia Locale per la giornata del 04/08/2009. Come è noto a chiunque non faccia disinformazione, da anni i lavoratori della Polizia Municipale di Piazza Armerina sono stati emarginati nel loro ghetto di dipendenti comunali di serie B, e di fatto privati di diritti sanciti in loro favore da importanti accordi quadro.
E valga il vero.
i dipendenti comunali turnisti (e quindi non solo quelli della Polizia Municipale) hanno diritto, in base all’art. 22 del C. C. N. L.1/4/1999, ad avere riconosciuto l’istituto delle 35 ore settimanali. In questi anni, a causa della mancata contrattazione decentrata, i predetti lavoratori hanno perduto 50 ore annue di straordinario, per un totale di 500 ore di straordinario in dieci anni!
i contrattisti del Comando di P. M., figura su cui gravano tanti e delicati compiti, sono stati fino ad oggi impiegati con un regime orario stringatissimo ed inadeguato per i loro carichi di lavoro (18 o 24 ore settimanali), con stipendi al limite dell’indigenza;
nei mesi pregressi sono stati messi in reperibilità solo due operatori di P. M., ossia un Agente ed un ufficiale. In questo modo si è dato il via alla composizione di pattuglie….. con un unico agente! Non è difficile pensare a cosa può succedere nel caso di un solo Agente costretto a fare un TSO, ovvero a rilevare un incidente stradale, ecc.
fino a qualche settimana fa era in dubbio persino il pagamento del salario accessorio dovuto ai lavoratori per i mesi di Agosto e Settembre dell’anno 2008.
Per queste valide e documentate ragioni, l’inesauribile segretario regionale del SULPM Franco Spadaro ha deciso di proclamare lo sciopero degli operatori di P. M. per il 04/08/2009.
Dico subito che sono rimasto colpito dal clima positivo che si è creato fra i lavoratori piazzesi, ed in particolare dalla loro ferrea volontà di coniugare le legittime ambizioni personali con le esigenze più vaste della utilità collettiva.
Ho visto in questi giorni una grande coesione fra le varie figure professionali, senza barriere e senza individualismi, che per certi aspetti mi ha ricordato gli anni trascorsi sul fronte sindacale ancora più caldo di un conflitto con un altro Comune siciliano.
Dopo mesi di attesa, l’Amministrazione ci ha infine convocati il giorno precedente lo sciopero nell’aula della Sala delle luci, per una riunione a cui, oltre allo scrivente, hanno partecipato l’Assessore alle politiche sociali Lina Grillo, il Segretario Generale del Comune Carla Ferro, la Responsabile del Personale Assunta Parlascino, il rappresentante FIADEL Giovanni Velardita e la rappresentante territoriale SULPM Rita Sanalitro.
Nel corso di questa riunione, l’Amministrazione ha accolto con grande favore tutte le nostre richieste, racchiudendole in un verbale che sarà senz’altro oggetto di altre e successive valutazioni, ma che segna – lo speriamo fortemente - l’inizio di un percorso di tutela e di reciproco rispetto. Per non dilungarmi troppo, e volendo sintetizzare il contenuto dell’accordo, posso senz’altro riferire che: 1) l’Amministrazione si è impegnata a mandare in contrattazione, entro il 15/10/2009, la riduzione dell’orario a 35 ore settimanali per i lavoratori turnisti con l’istituzione della banca delle ore; 2) con il bilancio del 2010 saranno incrementate le ore aggiuntive per i lavoratori contrattisti fino a raggiungere l’orario pieno, dando priorità ai lavoratori impegnati nella difesa della sicurezza dei cittadini; 3) il numero dei soggetti da assegnare al servizio di pronta reperibilità sarà rimesso alla valutazione del Comandante, ma non sarà ridotto sotto il limite necessario per la sicurezza degli stessi lavoratori; 4) il salario accessorio del 2008 sarà liquidato mediante il riconoscimento di un debito fuori bilancio.
Il fatto positivo di questo verbale, come si evince da quanto sopra detto, è rinvenibile non solo nell’indicazione di precise linee programmatiche, ma anche nell’individuazione di tempi cadenzati di attuazione degli istituti che dovranno essere contrattati.
E proprio questo rappresenta un aspetto fortemente positivo, che ha lasciato contenti tutti i lavoratori, i quali sentono oggi di poter programmare con più serenità e con maggiore certezza il proprio futuro, rendendo a mio giudizio più forte anche l’ente locale presso cui lavorano.

Filippo Andrea Di Giorgio
Segretario Provinciale F. F. SULPM

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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