martedì 10 febbraio 2009

Grazie Eluana...

Grazie Eluana.
Grazie per esserci stata.
Grazie per aver fatto parlare della vita senza aver detto una parola o aver mosso un dito.
Per qualche giorno non abbiamo parlato di Grande Fratello, di Amici o di calcio. Non abbiamo visto i titoli dei giornali sulla crisi economica o sui mutui subprime.
Questo grazie a te che sei rimasta in silenzio e immobile in un letto e proprio quando tutti si sono accorti di te sei andata via.

Grazie a te mi sono fermato anch'io. Sei riuscita a farmi prendere un "time out" per pensare al vero senso della vita piuttosto che scrivere le solite cose in preda alla routine quotidiana.

Certo qualche casino, lo hai combinato, pur senza aver detto nulla e senza aver mosso un dito e mandato una mail.
Hai fatto scambiare a qualcuno la vita come oggetto del contendere.
Come se qualcuno potesse mettere in discussione la vita.
Ma la vita è di tutti.
Non è ne destra ne di sinistra.
Non è né laica e neanche cattolica.
Purtoppo invece, qualcuno ha fatto anche i sondaggi. Per vedere come la pensavano gli italiani. E dopo ha preso una posizione...
Che pena...
Però nonostante la pena, almeno se ne è parlato.

Ed allora parliamone, non taciamo.
Dibattiamo su un tema così delicato.
E' giusto, cara Eluana, non lasciarti in pace...
Nemmeno adesso. Che non ci sei più.
Perchè, forse, grazie a te possiamo tornare a parlare di vita.
Possiamo tornare a parlare di cose serie, piuttosto che discutere sulle solite cavolate di tutti i giorni.

Io non lo so se era giusto o sbagliato farti morire.
Non lo so. Ti giuro.

Forse lo sapevo qualche mese fa.
Qualche mese fa, prima che mio zio morisse con la SLA.
Forse sarei stato con quelli che dicevano che dovevi stare in vita. Nonostante tutto. In vita ad otranza.
Poi, qualche mese fa ho visto gli occhi di mio zio passare in pochi mesi dalla gioia all'indifferenza, la sua bocca non parlare, il suo sorriso svanire, annullarsi.
Ho visto in poche settimane la sua energia trasformarsi in debolezza, apatia, incertezza, fiacchezza, monotonia...
Ho visto mio zio, che prima amava la vita, improvvisamente chiamare in silenzio la morte.
La morte che poi è arrivata.
Da allora non so più cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Non so se Dio ha ascoltato mio zio. O se mio zio ha ascoltato Dio.

Però grazie a mio zio credo che ogni caso ha una storia a se.
Credo che nessuno può dire assassino a tuo padre.
Chi lo fa si macchia di un grave peccato. Chi lo fa non ha capito nulla. Meglio che taccia.

Credo che tutti hanno diritto a lottare per le cose in cui credono.
Credo che la Chiesa debba dire la sua. Con forza.
Che i politici debbano dire la loro. Che i cittadini debbano dire la loro.

Ma credo, con forza, con grande forza, che nessuno in queste cose, può giudicare l'altro.
Giudicare, solo giudicare, non serve a nulla.

Semmai, occorre cercare di convincere.
E' così che si fa la democrazia. E' così che si rende onore alla vita.

Grazie Eluana.
Salutami mio zio.
Salutami Dio, tu adesso gli stai vicino. Certamente più di me.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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