domenica 9 agosto 2009

Continua il degrado vicino la guardia medica...

Gentile Dott. Sella,
qui la situazione dello spiazzo antistante i locali ASL 4 non è migliorata, anzi! Con le attuali feste agostane le scale sono giornalmente invase da ogni tipo di residuo alimentare.
Per non parlare dello spazio adiacente trasformato in latrina! Pertanto siamo privi di aprire le finestre perchè gli "odori" relativi ci accompagerebbero nelle attività lavorative. Abbiamo spesso contattato gli Enti preposti, ma le risposte sono state rassicuranti solo verbalmente. Piuttosto hanno ben pensato di far la ramanzina all'addetto alle pulizie dei nostri locali, inconsapevole capro espiatorio delle loro incompetenze (e che per inciso ha solo a disposizione 1 ora e mezza per pulire tutto lo stabile!). In fondo qualche soluzione, già suggerita, ci sarebbe: i cancelli chiusi, divieti o transenne davanti alla scala, telecamera a circuito chiuso (spesso i ragazzi ubriachi costituiscono una minaccia all'incolumità dei colleghi della guardia medica notturna, che si sono ritrovati intrusi anche all'interno), che anche se non risolutive, costituirebbero dei deterrenti.

Cosa possiamo fare? Da bravi siciliani, aspettiamo...ma non ancora pienamente rassegnati.




Firmato dagli operatori del servizio NPI

Vertice sui lavori alla villa. Tudisco, Meli e Oliva fanno il punto della situazione.

Piazza Armerina. Vertice sullo stato dei lavori alla villa romana del Casale. Ieri, per tutta la mattinata, dalle 9 del mattino fino alle 13, il direttore dei lavori Guido Meli, il responsabile unico del procedimento l’architetto Rosa Oliva, l’equipe di restauro e l’assessore al turismo della provincia di Enna Fabrizio Tudisco, seduti attorno al tavolo della mensa degli operai, hanno sviscerato insieme tutti i problemi e le prospettive del cantiere di restauro archeologico più grande del Mediterraneo. “Si è vero – ha detto Guido Meli – è il più grande cantiere di restauro di un bene archeologico di tutto il Mediterraneo. Anche per questo e per la natura dei lavori si tratta di una gestione complessa”. Guido Meli e Rosa Oliva hanno risposto punto per punto alla serie di domande che l’assessore provinciale al turismo Fabrizio Tudisco ha loro rivolto. “Sono molto soddisfatto – ha detto Tudisco alla fine della mattinata – per le puntigliose risposte che sono state fornite da Rosa Oliva e Guido Meli. Ho apprezzato molto non solo la loro l’illustrazione dettagliata ma anche il profondo impegno, la grande professionalità e la passione con la quale i tecnici stanno portando avanti il difficile restauro. Più che di lentezza dei lavori si deve parlare e tenere conto della cautela e della complessità che un cantiere di questo tipo comporta”. Il duo Meli – Oliva ha illustrato passo passo lo stato dei lavori. Ecco un breve riassunto. E’ quasi concluso il restauro di tutti i 3500 metri quadrati dei pavimenti musivi. Manca solamente il trattamento finale che consiste nell’applicazione di uno strato di ossalato di ammonio che verrà collocato solo dopo la sistemazione finale della copertura. E’ stata eliminata tutta l’umidità attraverso la collocazione di uno speciale materiale che evita le infiltrazioni di acqua all’interno della villa. “Sono tutti lavori che si vedono poco – ha detto il responsabile unico del procedimento Rosa Oliva – ma lo stato di avanzamento è consistente”. E’ quasi completo anche l’intervento sui muri perimetrali della villa. Alle vecchie murature realizzate da Franco Minissi ne sono state aggiunte delle altre realizzate dall’attuale cantiere che hanno permesso di livellare le pareti murarie e creare lo spazio dove devono essere collocate le passerelle. Peraltro, adesso, è facile per il turista comprendere tutte le fasi del restauro e la diversa epoca di collocazione dei muri. Andiamo alle coperture. Attualmente è quasi conclusa la tettoria che copre il tepidarium ed il calidarium. In questa zona si nota già la differenza di temperatura all’interno delle camere, notevolmente più bassa di almeno 5 gradi delle aree ancora coperte dalla struttura minissiana. Meli sulla copertura ha detto “il 40% è già pronta in cantiere. E’ inutile montarla a spezzoni. Abbiamo pensato di collocarla tutta insieme. Lo faremo appena il flusso turistico diminuisce. Quindi a settembre”. E’ già pronta tutta la copertura della Basilica che diventerà uno degli ambienti più rivoluzionati dal restauro. Infatti, la copertura del luogo dove Massimiliano Erculeo riceveva i suoi ospiti verrà rialzata di almeno un paio di metri. Verranno ricollocate le 5 finestre che esistevano in origine. L’innalzamento della copertura porterà le quote del monumento ad essere quelle che erano nel IV secolo avanti Cristo. Insomma i lavori procedono. Nella prossima primavera il 50% delle copertura sarà certamente collocata e i turisti potranno già ammirare le stanze padronali, con la famosa scena erotica e il vestibolo di Ulisse e Polifemo. “La villa una volta completata sarà splendida – ha concluso Tudisco – ho suggerito ai tecnici di attrezzare un’area per eventuali eventi e spettacoli nell’area adiacente al monumento. Sono certo che la realizzeranno”
Agostino Sella

La Venere cambierà nome. Da Venere di Morgantina a Venere di Palermo

di Angelo Gallotta
La Venere di Morgantina non tornerà a casa. In mancanza di una sede adatta ad ospitarla, il museo di Aidone è troppo piccolo, e per la disastrata condizione della rete viaria di collegamento intercomunale, il prezioso reperto finirà presso il museo archeologico di Palermo. L'allarme è lanciato dal deputato regionale Elio Galvagno, in occasione dell'incontro tenutosi nei giorni scorsi all'Università Kore di Enna con l'Assessore Regionale allo Sport e Turismo Nino Strano. Facendo tesoro del famoso detto napoletano secondo cui qui nisciuno è fesso, vediamo di chiarire i lati oscuri della vicenda e di capire perchè la Venere non approderà ai patrii lidi. Gli allarmi sono utili quando si possono mettere in moto i mezzi di difesa. Era utile l'allarme delle oche del Campidoglio quando i barbari cercavano di attaccare di sorpresa i romani. Nel nostro caso l'allarme più che tardivo sembra un preavviso a non farci illusioni. Mancano da otto a dieci mesi per il rientro della Venere, e solo adesso si accorgono che il museo di Aidone è troppo piccolo. Ma allora mettiamola nella ex chiesa di San Domenico, una struttura del quattrocento con una pregevole facciata in bugnato a punta di diamante, restaurata di recente e pronta per essere adibita a tale destinazione. Mancano le strade di collegamento? Ma se nessuno le ha mai fatte, per forza devono mancare e le strade non spuntano come funghi. Nonostante i tempi stretti non si evidenzia nessun preparativo; non si mettono in atto sistemi di sicurezza; non si parla di realizzazione di strade; anzi la cosa rimane avvolta nel più cupo silenzio tra l'indifferenza generalizzata. Va bene che per qualcuno meno se ne parla di queste cose e meglio è, ma la gente dovrebbe almeno avere elementi per potere fare le proprie riflessioni, così come avviene in una democrazia partecipata. E non mi riferisco solo alla comunità aidonese, ma mi riferisco soprattutto ai cittadini dei comuni viciniori tra cui Piazza Armerina, Valguarnera, Pergusa, Enna, che dispongono di strutture ricettive e di ristorazione e che quindi potrebbero trarre notevoli vantaggi in termini occupazionali e di sviluppo economico. Da non sottovalutare il fatto che l'evento potrebbe essere lo sponsor che potrebbe fare scoccare la scintilla per l'avvio di una attività turistica di cui da tempo se ne parla e mai si comincia. Secondo stime non ufficiali l'affluenza di turisti si dovrebbe aggirare, in un triennio, sui cinque milioni di presenze. Anche se il dato è poco attendibile, rimane il fatto che, a giudizio dello stesso Galvagno, il museo di Aidone non è abbastanza capiente; e la capienza ovviamente non si riferisce alla dimensione spaziale della statua, a cui bastano e avanzano pochi metri quadrati, ma per assorbire la massiccia affluenza di visitatori. In ogni caso il boccone è troppo ghiotto e qualcuno si è chiesto se valga la pena di lasciarlo nelle mani di chi ha sempre dato e mai ricevuto. La politica in Italia ci insegna che nessun accordo si fa e nessun accordo si distrugge se non c'è la volontà bipartisan; e la volontà è quella di trovare scuse per giustificare un provvedimento last minute per dirottare a Palermo la Venere. In poche parole les jeux sont fait. A conclusione delle mie considerazioni vorrei porre una domanda all''onorevole Galvagno e una all'assessore Strano. All'onorevole Galvagno vorrei chiedere quali iniziative politiche intende intraprendere per tutelare gli interessi della comunità ennese e per impedire lo scippo che sta per consumarsi ai danni della comunità di cui lo stesso è rappresentante. All'assessore Strano, noto per la sua pantagruelica abbuffata di mortadella, nella Camera del Senato, in occasione della caduta del governo Prodi, chiedo se veramente intende spostare un reperto di inestimabile valore storico, artistico, culturale come se fosse un prosciutto; o se ritiene invece che lo stesso debba essere collocato nel suo contesto storico, in armonia con l'ambito territoriale e culturale in cui è stato creato.

Teatri di pietra si conclude tra gli applausi.

Una serata, quella di ieri 7 agosto, dedicata alla più intima identità del popolo siciliano attraverso l'uso della sua lingua e che ha rappresentato il penultimo appuntamento della rassegna "Teatri di Pietra", presso la chiesa di S. Ippolito, aperta per la prima volta nella sua storia.
Carlo Muratori, un tempo collaboratore del più grande poeta in siciliano del Novecento, Ignazio Buttitta, attraverso i versi del poeta di Bagheria e quelli di altri poeti o di canzoni popolari ha tirato fuori nel pubblico presente, una memoria che sembrava scomparsa: quella della cultura siciliana fatta di grandi passioni, di amore e morte.
Muratori, canto, chitarre e voce recitante, accompagnato da Maria Teresa Arturia alla fisarmonica e da Francesco Bazzano alla batteria e percussioni ha saputo interpretare testi drammatici (oltre a quelli di buttitta, anche "U piscispata" di Domenico Modugno) e allegri testi popolari dei quali ha fatto l'esegesi conferendo loro una dignità che ai più sfugge.
Attraverso la sensibilità recitativa e la sanguigna interpretazione musicale di Muratori, sul palco è rinata la parola dei grandi poeti e cantori siciliani degli ultimi secoli.
Un incontro irripetibile che, modulato su vari registri artistici, ha restituito “alla piazza” l’incanto, la rabbia e il fascino di una terra unica e dei suoi più autentici interpreti.
Particolarmente toccante l'interpretazione di "Lu trenu di lu suli" poesia di Buttitta che racconta la storia di una famiglia di un minatore tra quelli morti nella tragedia di Marcinelle.
Finale della serata allegro con il pubblico a battere le mani e fare cori sulle note di alcune canzoni popolari tra le più note.
E in chiusura lunghi applausi come è successo per tutti gli spettacoli di questa riuscita rassegna che chiude domenica 9 alle 21.30 sempre nella chiesa di S. Ippolito con "Omaggio alla Sicilia", concerto spettacolo di Miriam Palma che coniuga la ricerca vocale alla tradizione orale della Sicilia

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI