lunedì 11 febbraio 2008

La mafia minaccia Pennisi ma lui ribadisce "incompatibilità tra mafia e vita cristiana"

Piazza Armerina. Un volantino con minacce ed ingiurie contro il vescovo Michele Pennisi e frasi inneggianti ai boss mafiosi è stato distribuito a Gela nei giorni scorsi. Il volantino, in cui è ritratta anche una foto del vescovo, è stato riprodotto in fotocopie e fatto circolare in alcuni ambienti della città del golfo. Il contenuto è pieno di minacce ed ingiurie al vescovo Pennisi ed alle forze dell’ordine, e contiene alcune frasi che lodano ai boss mafiosi. La vicenda è da collegare alle sorti del boss Daniele Emmanuello numero uno della mafia gelese e, fino alla cattura, tra i 30 latitanti più pericolosi della penisola, ucciso in uno scontro a fuoco dalle forze dell’ordine durante la cattura in una cittadina vicino Enna. Gli ambienti mafiosi, come si evince dal volantino, non hanno preso bene il divieto di far celebrare il funerale del boss mafioso nella chiesa Madre gelese, cosa peraltro vietata non dal vescovo ma dagli organi della magistratura. “Non abbiamo fatto mancare la necessaria assistenza spirituale ai familiari di Emmanuello – dicono dalla Curia - con la celebrazione del rito nella cappella del cimitero da parte di un padre francescano”. Intanto la procura di Caltanissetta ha aperto un’inchiesta sull’accaduto per cercare di scoprire gli autori dei volantini ed ha messo sotto tutela il vescovo piazzese. Tutto rientra nel clima arroventato di questi giorni che hanno visto le minacce anche al sindaco di Gela Rosario Crocetta. Non appena saputo delle minacce il vescovo è stato oggetto di numerose telefonate di solidarietà, comprese quella di Monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della stessa Conferenza Episcopale Italiana. Ma nonostante le minacce il Vescovo non abbassa la guardia contro la mafia e ribadisce “l'incompatibilità di mafia e vita cristiana accompagnata dalla esigenza di prevenire i fenomeni criminosi ed aiutare i mafiosi a pentirsi, a riparare il male fatto e a diventare persone nuove”. Forte anche la presa di posizione di Pennisi contro il pizzo. ““In questo momento storico in cui vari imprenditori hanno avuto il coraggio di denunziare "il pizzo" e in cui vari appartenenti alla mafia sono stati catturati o uccisi – dice Monsignor Pennisi - la Chiesa rivolge a tutti i mafiosi l’invito a cambiare vita. I fenomeni del racket e dell'usura - continua Pennisi - sono dei mali sommersi ma anche diffusi nella nostra società, che non bisogna ignorare con l'indifferenza ma lottare e prevenire attraverso una adeguata educazione morale e civile”. Infine conclude “Il Signore ci liberi dal pizzo e dalla mafia”.
Agostino Sella
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Comunicato stampa della diocesi
A seguito del tentativo di intimidazione rivolto a Mons. Michele Pennisi attraverso un volantino fatto circolare in poche copie a Gela e pervenuto alla Polizia della città, il vescovo si mostra sereno e consapevole di avere operato per il bene, coerentemente con il suo compito di pastore. La sua azione contro l’illegalità è in sintonia con la linea della chiesa italiana, recentemente espressa dal Card. Bagnasco nell’ultimo Consiglio permanente della Cei e nella recente sessione della Conferenza Episcopale siciliana.
Intervenendo l’8 febbraio scorso a Gela ad un convegno sul tema “Il pizzo industria del male” al quale avevano partecipato tra gli altri l'on. Giuseppe Lumia, vice presidente della Commissione Nazionale Antimafia; il dr. Nicolò Marino, Sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta; il dr. Lirio Conti, gip del tribunale di Gela; Renzo Caponetti, presidente dell’associazione antiracket e il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, Mons. Pennisi ha detto: “La nostra Diocesi è stata tra i promotori dell'Associazione antiracket e antiusura della provincia di Enna costituita nel 2002 e ha sottoscritto una convenzione con la Fondazione Antiusura ‘Padre Pino Puglisi’ di Messina promossa in collaborazione con la Caritas di Messina e quella regionale. Questa Fondazione è intervenuta in alcuni casi di usura anche a Gela.
I fenomeni del racket e dell'usura, che secondo il Catechismo degli adulti della CEI ‘provoca gravissime sofferenze alle famiglie e umilia la dignità e i diritti delle persone’, sono dei mali sommersi ma anche diffusi nella nostra società, che non bisogna ignorare con l'indifferenza ma lottare e prevenire attraverso una adeguata educazione morale e civile.
In base alla mia esperienza debbo confessare la difficoltà a muoversi in questi campi che richiedono interventi specifici e diversificati. Ho riscontrato molta diffidenza e omertà nelle persone vittime dell’usura e del racket con la conseguente difficoltà da parte delle forze dell’ordine e dei magistrati a trovare prove certe che portino alla individuazione e alla condanna dei colpevoli. Ma ritengo che bisogna sensibilizzare ed incoraggiare le vittime di questi tristi fenomeni a collaborare ed aver fiducia nelle istituzioni preposte alla loro prevenzione e repressione.
La Chiesa di Piazza Armerina intente impegnarsi a fare la sua parte sia dal punto di vista della catechesi e dell'educazione morale al rispetto della legalità, sia nell'aiutare la prevenzione di questi tristi fenomeni attraverso interventi concreti in campo caritativo e sociale. Siamo quindi pronti a collaborare, attraverso la Caritas diocesana, con l’Associazione antiracket e antiusura sorta a Gela.
Ribadisco quanto ho scritto in un editoriale del Settimanale ‘Settegiorni dagli Erei al Golfo’ circa l'incompatibilità di mafia e vita cristiana accompagnata dalla esigenza di prevenire i fenomeni criminosi ed aiutare i mafiosi a pentirsi, a riparare il male fatto e a diventare persone nuove”.
Quanto al risentimento per non aver consentito la celebrazione delle esequie di Daniele Emanuello nella Chiesa Madre, così come richiesto dai familiari, il vescovo si è attenuto alle disposizioni dell’autorità competente, ricordando però di non aver fatto mancare la necessaria assistenta spirituale ai familiari con la celebrazione del rito nella cappella del cimitero da parte di un padre francescano.
Mons. Pennisi ringrazia il segretario della Cei, Mons. Giuseppe Betori e tutti coloro che gli hanno espresso la propria solidarietà e ribadisce con forza il grido: “Il Signore ci liberi dal pizzo e dalla mafia”.

Il direttore
Giuseppe Rabita

Ferrara PD: "l'area Veltroni non proporrà nomi per la segreteria"

Piazza Armerina. “Come area Veltroni, nonostante siamo quella maggioritaria non proporremo un nome per la segreteria ma ci limiteremo a valutare insieme agli altri il segretario migliore per il Partito Democratico”. La dichiarazione è quella di Ranieri Ferrara, leader dell’area Veltroni piazzese, cerca di portare serenità dentro la nuova forza della sinistra. “E’ un periodo delicato – dice il giovane imprenditore piazzese – pertanto occorre dare serenità e costruire un progetto comune per il futuro del partito e del nostro territorio. Adesso si susseguiranno 3 o 4 elezioni che decideranno il destino dei prossimi anni. Noi vogliamo solo unire il partito pur avendo il 33%. Per questo – continua Ferrara – ci rimettiamo nelle mani del partito ed appoggeremo il segretario che insieme agli altri riterremo più opportuno”. La mossa di Ferrara e dei suoi uomini può essere letta come una sorta di “marcia indietro”. L’area Veltroni, ha infatti, fino ad oggi rivendicato la massima carica del partito. Le questioni potrebbero essere almeno un paio: o i leader dei 110 delegati che compongono il direttivo piazzese del PD hanno trovato un accordo, cosa piuttosto difficile visti i rapporti tra le correnti, oppure la mossa dell’area Veltroni serve a spiazzare le altre aree, quella di Bindi, Letta e soprattutto la seconda area Veltroni capitanata dal consigliere comunale Giuseppe Venezia e dell’ex segretario ds Angelo Bonavetura. Oppure ancora, cosa probabile, l’area Ferrara potrebbe aver chiuso un accordo con l’area Letta, guidata dal deputato piazzese Carmelo Tumin, che peraltro potrebbe essere candidato al Senato con cui insieme raggiunge il oltre il 65% dei delegati. Un accordo del genere metterebbe fuori gioco gli uomini di Venezia che, paradossalmente, sono stati quelli che hanno di più osteggiato gli uomini di Ferrara pur appartenendo alla stessa area. Insomma, occorre aspettare fino a giovedì, giorni in cui i 110 delegati del PD dovranno eleggere il loro segretario. Fino ad allora tutto è ancora possibile nella magmatica palude del PD che nella città dei mosaici conta molte adesioni. Intanto domenica prossima, i delegati all’assemblea nazionale Ferrara, Caliota, Consiglio, La Delia e Calcagno si remeranno a Roma per l’incontro con Veltroni che darà il via alla campagna elettorale.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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