giovedì 7 ottobre 2004

Basilio Fioriglio sulla relazione del sindaco

Siamo riuniti a dibattere sulla prima relazione annuale del Suo insediamento Luglio 2008 – Luglio 2009, voluta dalla Legge Regionale n. 7/92, art. 17, presentata non per sua volontà, ma perché richiesta ai sensi dell’art. 29 comma 5° dello Statuto Comunale da n. 9 Consiglieri Comunali il 10.08.2009, al fine di valutarne la corrispondenza operativa al documento programmatico proposto al momento della Sua candidatura.
Mi sarei trovato d’accordo, quando nella presentazione della relazione scrive: “che sarebbe stato più logico presentare la relazione alla fine del 2009“, cosa che si sarebbe potuta realizzare se avesse ciò concordato preventivamente con le forze politiche sedenti in Consiglio Comunale.
Il fatto di per sé rileva che il programma appare come attuato, avendo il Sindaco, disinvoltamente e sapientemente, indicato le cose sin qui fatte come realizzate dalla Sua
Amministrazione, riferendosi a programmi già avviati in tempi precedenti alla sua elezione.
Il programma è stato quasi completamente disatteso.
La relazione spazia su argomentazioni di carattere socio-economico della Città e su impegni di ordine generale, indica tentativi di soluzioni sui problemi più importanti, non entra nel loro merito, tralascia la soluzione finale. Quanto in essa è indicato è una analisi delle cose in atto o di quelle che potrebbero essere fatte. Potremmo considerarlo un nuovo programma, sempre sperando che anch’esso trovi applicazione ed esecuzione.
Non mi soffermo nel dettaglio sui problemi insoluti; è doveroso solo indicarli nella considerazione di massima, non potendo, almeno in questa fase iniziale, assorbire tanto spazio e desiderando ascoltare gli altri colleghi.
Desidero analizzare la problematica relativa alla riapertura della Villa Romana del Casale, ci comunica che dalle “ultime notizie avute dal responsabile del cantiere l’apertura prevista per la primavera 2009 non potrà avvenire e viene rinviata al giugno 2010, grossomodo in concomitanza con il rientro della Venere di Morgantina “; non ci spiega i motivi e le iniziative intraprese o da intraprendere per abbreviare i tempi della riapertura, che comunque si preavvisano non ultimati alla data indicata. La Città continua ad essere danneggiata dal punto di vista di immagine ed economico che i ritardi del completamento dei lavori, determinano. Il 30% dell’entrate della vendita dei biglietti è diventato quasi inesistente.
Mentre sottolinea l’attenzione personale e tutti gli sforzi dell’intera Amministrazione che
sono stati concentrati, sul turismo e sulla realizzazione di alcuni “nuovi attrattori”, vedi il centro espositivo Monte Prestami, il Museo Diocesano, enfatizzando obiettivi raggiunti e dimenticando che il centro Espositivo Monte Prestami, era stato voluto dalla Precedente Amministrazione ed il Museo Diocesano, già realizzato da qualche anno a cura della Curia Vescovile.
Riscontriamo che ripetutamente ci ricorda quello che ha programmato durante la Sua esperienza Assessoriale con l’Amm. Velardita, dimenticando che non stiamo esprimendo le valutazioni sul programma di attuazione di altre Amministrazioni, ma di quella odierna. Non entro nel merito della Sua esperienza Assessoriale, di breve durata , non tralasciando la valutazione delle dimissioni, senza averne spiegati i motivi politici. Se durante la Sua esperienza Assessoriale ha avviato progettualità per investimenti futuri dobbiamo ricordare che quello che si riesce a produrre durante l’incarico di Governo, i frutti si raccolgono successivamente , perché spesso o l’interruzione anticipata della legislatura o perché la durata del quinquennio non basta a concludere il finanziamento si verifica una sorta di beneficio che diventa una ruota che gira in continuazione, e gratifica chi in quel momento si trova alla guida della Città. La ripetuta affermazione degli obiettivi raggiunti con la Sua esperienza Assessoriale, contrasta con la intestazione personale di quanto prodotto, ed anzi imputa alle Amministrazioni precedenti ritardi ed inadempienze.
Se c’era un argomento che non andava toccato con tanta fretta, e che richiedeva estrema
ponderazione, era quello del recupero del centro storico e del turismo. Una questione delicata, complicata. Secondo il mio modesto avviso si può tentare di risolverla soltanto con un programma serio, profondo e ben studiato. Un “orizzonte di sviluppo così importante” è stato affrontato con tanta leggerezza e fretta.
Sottolinea l’attenzione al personale e all’organizzazione burocratica dei servizi, non riferisce sul risanamento economico. Se dovessimo esprimere un giudizio di merito su tale
sforzo dell’Amm.ne credo che il risultato sarebbe poco lusinghiero. Basterebbe ricordare la crisi occupazionale nel campo edile dove l’emigrazione è notevole, la crisi economica nel settore commerciale, artigianale ecc…
Inutile parlare della organizzazione burocratica dei servizi dove esistono settori ingolfati di personale ed altri sguarniti come il comando VV.UU. Non spiega perché il concorso per comandante dei VV.UU. ancora non è stato avviato. Le ricordo che su mia sollecitazione aveva assicurato all’aula in occasione del dibattito sul concorso del responsabile finanze, che entro pochi giorni sarebbe stato pubblicato.
Vogliamo parlare del risanamento economico? Sono state solo aumentate le tasse,
spazzatura, acqua, con aggravio delle risorse economiche dei cittadini, soprattutto di quelli che già pagano perché gli evasori continueranno a non pagare.
Per quanto attiene l’aumento della tassa smaltimento rifiuti le ricordo Sig.Sindaco che su questa vicenda il Consiglio Comunale ha votato atti di indirizzo per l’estensione del servizio nelle zone non servite dove i cittadini pagano senza ancora avere il servizio. Forse è pure il caso di rilevare che, quando più, quando meno, i vari quartieri sono connotati da una situazione igienica non tollerabile, che non fa onore ad una Città che, pretende di esercitare un ruolo insostituibile nel campo dell’arte, della cultura e del turismo.
Correttamente Le do il merito per l’iniziativa della raccolta dei rifiuti con orari prestabiliti.
In riferimento alla dichiarazione del principio di rotazione negli incarichi esterni, questa Amm.ne, diversamente di quanto dichiarato “ ha affidato incarichi legali anche ad Avvocati diversi dal foro di Piazza, anche quando poteva avvalersi di professionisti locali, esperienti e capaci di difendere egregiamente gli interessi del Comune.

Per quanto attiene poi gli altri punti: Ambiente, Commercio, Turismo, Viabilità ecc…
Ribadisco l’assenza degli interventi risolutori dei problemi con la semplice dichiarazione di rinvio a data non stabilita della loro soluzione.
E’ stato trattato con sufficienza il turismo, che, unitamente all’artigianato, è la naturale ricchezza locale che, sapientemente valorizzate, potrebbero rilanciare l’asfittica economia.
Le do il merito altresì per l’inizio del corso di Archeologia del Mediterraneo dell’Università Kore nella nostra Città. Parimenti le ricordo che la nostra Città nell’istituzione del Consorzio Universitario partecipa con n. 6 quote, con una spesa in termini economici di circa €. 160.000,00. Mentre non abbiamo nessun rappresentante nel Consiglio di Amministrazione della Università Kore. Per quella credibilità sottolineata, dal Rettore e dal Presidente che hanno verso la nostra Città, sarebbe positivo un atto di riconoscenza facendo rappresentare la Città con un componente nel Consiglio di Amministrazione della Kore.
Ho voluto tracciare con semplicità e brevità i diversi argomenti perché altrimenti su ognuno potremmo dilungarci a piacimento tanto sono le cose da dire, per quello che per sua stessa ammissione non si è fatto.
Sul piano strettamente politico desidero puntualizzare che la relazione non fa alcun cenno dei recenti avvenimenti che, il Consigliere Vitali si è dichiarato indipendente, parimenti il Consigliere Incardona che dichiarandosi indipendente a lasciato anche il P.D. , ed altri consiglieri della sua stessa coalizione di centrosinistra, sono in contrapposizione alla Sua politica votando contro in Consiglio Comunale su atti importanti . Le ricordo che il Presidente del Consiglio è stato eletto con i voti del Centrodestra. L’eventuale contrarietà alla sua azione politica – amministrativa è scritta nelle regole della democrazia e, comunque, non può invocarla, quando i suoi Consiglieri le votano contro.
Le ricordo che il sottoscritto e tutto il centro destra, pur potendola contrastare, su diversi atti portati in Consiglio, con senso di responsabilità politica hanno sempre garantito l’esecuzione di tutti i più importanti provvedimenti, che riguardano l’oggettivo interesse della Città.
Quando, di contro, si sono astenuti, ne hanno avuto ben ragione, soprattutto su atti discutibili, mai preventivamente concertate. Ciò è stato sempre il limite della sua capacità politica, negare alla minoranza il confronto preventivo disdegnando il contributo, pretendendo assai presuntuosamente che i numeri della sua maggioranza sono sempre presenti.
La concertazione è un altro dei suoi punti deboli. Non perché Lei non capisca l’importanza della ragioni di fondo, ma perché la sua politica è la condizione che può amministrare senza bisogno dell’altra parte politica, mi creda, che nutrivo la speranza che con la sua Amministrazione, potesse essere messa in atto la tanta attesa dialettica, propria di una democrazia compiuta, fra chi è al governo e chi è all’opposizione.
Sig. Sindaco mi stranizza, ritenuto che Lei, essendo stato Consigliere Comunale, non accetta il ruolo che il Consiglio Comunale è chiamato per legge ad esercitare. E’ in atto un’azione per la delegittimazione . Le ricordo solo alcuni fatti recenti: il diniego di consegnare gli atti deliberati dalla G.M. ai Capigruppo Consiliari, spogliandoli di fatto del diritto - dovere di controllo. Non è stata sottoposta all’organo consiliare la delibera di G.M. N. 135 del 24.11.2008, riguardante il regolamento per la raccolta della legna. Su quest’ultimo fatto, ci riserviamo di intervenire con apposito ordine del giorno, in successiva convocazione. Il lungo dibattito sulla proposta di gemellare la Villa Romana del Casale con la Villa Romana del Tellaro; l’avere voluto cambiare la delibera per il concorso del Responsabile Finanze, impedendo di fatto a tanti giovani di partecipare al Concorso; avere voluto deliberare i posteggi a pagamento, come al solito senza la preventiva concertazione. Non entro nel merito delle competenze, tanto è stato abbondantemente dibattuto in C.C., ma in ogni caso, era doveroso partecipare all’aula l’iniziativa, ritenuto che, trattasi di cambiamento anche dal modo di vivere dei Cittadini;
Questo periodo poteva essere meglio gestito se fosse stato speso insieme nella ricerca di migliore soluzioni dei problemi cittadini, senza presunzioni di primogeniture.
La relazione non fa alcuno cenno su importanti atti, che avrebbero dato un pò di sollievo all’economia, vedi l’esito del controllo del P.R.G. da parte del C.R.U.; la costruzione dei parcheggi in Piazza Falcone Borsellino, l’esito della riassunzione della Causa davanti alla Corte di Appello di Catania per rientrare in possesso della proprietà dell’ex area Siace, ecc. , mentre contrariamente al silenzio nella relazione, nei mesi scorsi si è enfatizzato come cose fatte.
Sottolinea con enfasi l’obbiettivo raggiunto “rendendo attivo e funzionante il depuratore”, (per quanto mi è dato sapere ad oggi il depuratore non è funzionante). A tal proposito non parla, se ai Cittadini spetta il rimborso della tassa fognaria e di depurazione, ritenuto che, la recente sentenza della Corte Costituzionale n.335 del 10.10.2008 ha ritenuto che deve considerarsi illecita ed illegittima, anzi enfatizzando l’ottimo lavoro svolto di Acqua Enna, nei lavori di sostituzione della rete idrica, nel centro storico, addirittura sottolineando i ripristini fatti a regola d’arte. Se è positivo per i lavori di posa della nuova rete idrica e per la futura distribuzione, di contro ha ignorato i guasti prodotti alla nostre strade che in aggiunta all’attuale dissesto viario, allorquando dovrà provvedersi al ripristino, impegneranno costi elevati per il Comune. Ha ignorato tutti i rilievi che sono state fatte da parte dell’Ufficio Tecnico. Dimentica che lo sportello da AcquaEnna, è stato
aperto , per la forte spinta del Consiglio Comunale che ha dato a seguito della chiusura di quello esistente in contrada Bellia. Relativamente al problema acqua, sono ancora in attesa di conoscere l’esito del parere legale che V.S. , doveva assumere per verificare se era possibile rientrare dei Pozzi in uso dalle Città di Caltagirone e Mazzarino a seguito di mia interrogazione
Nella Sua relazione, relativamente all’oggetto problema del traffico, dichiara che è stata attuata quella parte del Piano Urbano del traffico redatta dall’Ing. Grillo e che le precedenti amministrazioni non erano state capaci di porre in essere,….ignorando con sapienza che per dare attuazione al piano del traffico non basta attuare i sensi unici nei quartieri ottenendo vantaggi nella fluidificazione del traffico, ma intervenire subito per riparare l’attuale dissesto viario. Dimentica di comunicarci che dall’1.07.2008 ad oggi sono stati denunciati n.74 sinistri, ( per buche ed altro) , più altri 100 sono in attesa di definizione e che quello dei sinistri per R.C. per la nostra Città è diventata una piaga sociale. A cosa si riferisce quando dice che la sua Amministrazione è intervenuta subito. Non ho potuto quantificare quante somme L’Ente ha pagato per la franchigia sulla Polizza R.C.T. (mi riservo il diritto di farlo successivamente). Parimenti non conosco la quantificazione di sinistri che devono essere pagati, e quanto l’Ente deve pagare per la franchigia alla compagnia di Assicurazione. Se le somme spese per il pagamento della franchigia alla Compagnia di Assicurazioni e del premio assicurativo per la polizza, venissero utilizzate per migliorare le strade, si otterrebbe il doppio beneficio con un costo minore. Bisogna intervenire subito per migliorare la viabilità.
Quindi si rileva il ritardo nell’applicazione del Piano Urbano del traffico, ma come filo conduttore della relazione il tutto è rinviato al futuro.
Le considerazioni finali del Sindaco sulla relazione sono realisticamente pessimiste per il futuro della Città alla quale dobbiamo esercitare il possibile delle nostre forze per mantenere il ruolo e l’importanza che merita e per dovere a chi nel tempo l’ha resa orgogliosa della sua bellezza.
La relazione è priva di contenuto politico di un organico progetto Amm.vo e la sua azione Amm.na non indica alcun riferimento “politico“ che possa sostenere nelle sedi appropriate i progetti in itinere o da elaborare.
Si può arguire quindi che quanto non è stato fatto è parimenti imputabile alla sua carente forza Amm.va -, all’evanescente progetto politico ed all’assenza di referenti istituzionali della coalizione da lei Presieduta.
Non ha tenuto conto che la relazione è direttamente collegata al programma presentato nel tempo in cui la composizione della coalizione del centrosinistra era diversa dall’attuale.
Infatti è venuta meno, come ricordato, la Sua maggioranza in C.C.
La mia viva aspirazione è quella che finalmente si possa dar vita ad una fase nella quale i problemi della Città vengano affrontati, pur nelle diverse prospettive politiche, con rigore tecnico e concettuale. ispirandoci a quel principio per il quale si porta a conoscenza dei Cittadini e si ritorna al loro cospetto enunciando ciò che si è fatto e la coerenza tra ciò che si è fatto e ciò che si era detto di volere fare. Questo nelle democrazie occidentali, si chiama principio di responsabilità.
Dalle considerazioni politiche negative prima espresse sulla relazione e dalla necessità di verificare se V.S. gode ancora della maggioranza politica e numerica in C.C., ritengo che debba esaminare l’opportunità di accertare se può continuare ad amministrare la Città.

martedì 5 ottobre 2004

Il vescovo Pennisi. Intervista integrale. Oggi su La Sicilia un estratto.

La tragedia di Messina dimostra il mancato rispetto della natura provoca disastri. La Sicilia è ancora un territorio dove si costruiscono “cattedrali nel deserto”.
Se si fosse evitato il dissennato abusivismo edilizio e si fosse tenuto conto di quello che don Luigi Sturzo aveva detto sulla tutela dell'ambiente la tragedia del messinese si poteva evitare.
Luigi Sturzo si può considerare un precursore della cultura ambientalista. Fra i tanti interventi politici di Sturzo, va citata la sua difesa delle foreste, che era dettata dalla convinzione che esiste un rapporto stretto fra rispetto, tutela, promozione ambientale e vita dell'uomo.
Per Sturzo la questione meridionale come questione nazionale implica una attenzione particolare alla tutela dell'ambiente attraverso una politica economica che favorisca tutta una serie di interventi attivi dell'uomo: «II più grave problema da affrontare, e non solamente problema meridionale, ma di speciale urgenza per le regioni del sud, isole comprese, è quello della sistemazione montana, rinsaldamento del suolo, imbrigliamento, rimboschimento, regolarizzazione delle acque, in una parola ricordarsi che l'agricoltura comincia dalla montagna per arrivare alla pianura e viceversa». Sturzo ritiene che bisognava rovesciare il modello basalo sulle bonifiche e sulle eliminazione delle aree paludose in pianura e puntare sulla bonifica montana. Dimenticando la montagna «bastava un alluvione a far perdere gran parte dei lavori fatti e delle piantagioni iniziate. È un lavoro di Sisifo, nel quale si perde fatica e denaro»
Il capo dello stato ha detto ieri che il problema del mezzogiorno è un problema nazionale. Sturzo lo diceva già nel 1903.
Don Luigi Sturzo è stato un meridionalista militante che non solo ha analizzato dal punto di vista teorico la questione meridionale , ma si è impegnato a risolverla puntando sulla formazione culturale del clero, sulla organizzazione di cooperative. Il suo progetto per lo sviluppo del Mezzogiorno era fondato non su un meridionalismo piagnone, ma sul protagonismo delle popolazioni meridionali disposte a rischiare e non a pietire contributi di natura assistenzailistica da parte dello Stato.
Riconoscere la validità e l'attualità del contributo di don Luigi Sturzo alla soluzione della questione meridionale (anzi delle questioni meridionali), non significa riproporre meccanicamente le sue soluzioni, ma ispirarsi al suo insegnamento per trovare noi le soluzioni nel nostro tempo.
Uno degli insegnamenti di Sturzo, valido ed attuale oggi in un momento di caduta di valori etici comunemente condivisi, è che la soluzione della questione meridionale, come questione nazionale, è innanzitutto una soluzione etica, che si serve dell'economia e della politica come importanti e necessari strumenti, ma che trova il suo fulcro in una collaborazione tra Stato ed energie umane, economiche e sociali dei meridionali, cementate da una comune tensione morale e religiosa.
Oggi il “meridionale” ha le stesse caratteristiche di quello di un secolo fa? Che cosa è cambiato ?
Oggi in un mondo globalizzato e in un contesto storico-culturale in cui ha dominato una politica assistenzialistica e clientelare e lo scetticismo sulle possibilità di una ripresa autopropulsiva del Mezzogiorno, il progetto sturziano di un risorgimento sociale ed economico sembra difficile. Ma la centralità che sta riprendendo l'area mediterranea nell’economia mondiale con lo spostamento del baricentro dagli USA a paesi come l’India e la Cina e con il ruolo che nel terzo millennio giocherà l’Africa, la necessità di nuove regole di natura morale nell’economia dopo la crisi finanziaria dei nostri giorni e la ripresa in Italia del dibattito sul federalismo fiscale nell’ambito di una solidarietà nazionale, ci dicono che alcune intuizioni di Sturzo rimangono ancora valide.
L’autonomia di cui si parla oggi in Sicilia ha le stesse caratteristiche di quella di cui parlava Sturzo?
Il meridionalismo di don Luigi Sturzo attento al territorio si inserisce nella sua concezione autonomistica concepita non solo in chiave economico-politica in funzione di motivazioni contingenti, ma scaturisce da una profonda esigenza etico-religiosa basata su un’antropologia sociale ispirata ai valori cristiani e ai principi della sussidiarietà, della solidarietà e del bene comune propugnati dalla dottrina sociale della Chiesa.Che rapporto ci sia tra il federalismo solidale di Sturzo e quello di oggi e come poi sia stata usata per esempio in Sicilia l’autonomia regionale dopo la morte di Sturzo è un altro discorso.
L’ autonomia regionale si realizza per Sturzo in uno Stato delle autonomie, cioè che non solo le consente, ma si realizza in esse.
Le autonomia locali per Sturzo non sono i cavalli di Troia da introdurre nella cittadella dello Stato moderno per scardinarlo dall'interno, ma il luogo della partecipazione responsabile delle persone alla vita sociale.Sturzo condanna non solo lo statalismo dello Stato ma anche la mentalità statalista presente nella gestione degli enti locali, regionali, provinciali e comunali. Le condizioni di tale autonomia - quali sono desumibili dall'opera di Sturzo - siano essenzialmente tre: - la modificazione della struttura dello Stato,- la consapevole partecipazione dei cittadini,- la moralizzazione della vita pubblica (e privata).
A 90 anni dall’appello “ai liberi e forti” (18/01/ 1919) e a 50 anni dalla morte, quale attualità/eredità ideale hanno oggi, di fronte alla crisi morale della politica, il pensiero e l’opera di don Sturzo?
A distanza di cinquant'anni dalla morte di don Luigi Sturzo il suo tentativo di realizzare un impegno sociale e politico , rispettoso sia di una ben intesa integralità del cristianesimo che di una sana laicità della politica, riveste ancora una sua attualità, che rimanda però ad un impegno creativo e responsabile dei cristiani presenti nei vari schieramenti per realizzare una prassi politica vissuta come atto di amore a servizio del bene comune.
Un elemento della eredità spirituale e morale di don Luigi Sturzo è il concepire l'impegno politico dei cristiani come apostolato sociale nutrito da una profonda riflessione culturale.
In rapporto all'impegno socio - politico egli mostra una concezione profondamente morale della vita politica e sociale ispirata ai valori cristiani . La moralizzazione della vita pubblica è legata per Sturzo soprattutto ad una concezione religiosa della vita da cui deriva il senso della responsabilità morale e della solidarietà sociale.
Per don Sturzo il perseguimento del bene pubblico non può essere separato dalle virtù individuali. Tra le virtù dei politici egli cita la franchezza, la sincerità, la fermezza nel sapere dire anche i no, l'umiltà da cui scaturisce il senso del limite, il non attaccamento al denaro e alla fama, la competenza, la progettualità politica , la capacità di programmazione nel discernere i tempi politici, quelli parlamentari, quelli burocratici e quelli tecnici.
Oggi un tema caldo è quello del bene comune: come declinarlo?
Sturzo sostiene che il bene comune, del quale sono elementi integranti la cultura, la moralità e la religiosità oltre che l'economia, è un bene che deve puntare ad uno sviluppo integrale delle persone. Oggi per la realtà italiana è importante fare tesoro delle conclusioni della Settimana sociale dei cattolici Italiani del 2007 riprendendo la nozione di bene comune secondo la declinazione che ne offre la dottrina sociale della Chiesa tenendo conto delle nuove emergenze della nostra società. Una priorità mi sembra la riscoperta della vocazione educativa delle comunità cristiane attivando una larga alleanza educativa con le famiglie, la scuola e tutta la società civile nelle sue diverse componenti. Un'altra priorità è l'educazione ad una cultura del lavoro e non dell'impiego con un posto fisso per uno sviluppo locale che superi il divario fra Nord e Sud e tra centro e periferie nella grandi città anche del Nord.
“Passione per la libertà e per il Vangelo” è stato detto di lui : quella libertà che in ambito pubblico conduce ad apprezzare il valore della presenza della Chiesa nella sfera pubblica, una presenza importante – a volte anche di supplenza – pur se c’è chi la vorrebbe imbavagliare…
Sturzo ha sempre sostenuto strenuamente la libertà in tutti gli ambiti a quello economico a quello scolastico ed in modo particolare la libertà della Chiesa la quale riveste un ruolo pubblico e civile importante nel rispetto della legittima autonomia dello Stato. Sturzo, in considerazione dell’universale validità del Cristianesimo, rivendica alla chiesa, quale depositaria dei principi evangelici, il diritto-dovere di intervento per esprimere la propria opinione su questioni relative alla cultura e all’educazione e ad altri settori, a cui, in ogni modo, va riconosciuta una loro autonomia.
Cercare di imbavagliare la voce della Chiesa significa aprire la porta al totalitarismo culturale e politico. Questo rischio è sempre in agguato.
Che cosa, dell’attualità del pensiero di don Sturzo è secondo Lei realmente/concretamente attuabile oggi?
Alcuni elementi dell'attualità del pensiero e dell'azione di don Luigi Sturzo sono senso del diritto-dovere della partecipazione alla cosa pubblica al servizio della verità e dei più deboli, la difesa delle libertà civile a partire da quella per una scuola libera delle libertà civili” Don Sturzo, non ostante il carattere anticipatore di alcune sue intuizioni piuttosto che fornire delle ricette pronte all'uso rimanda ad un impegno dei cristiani di interpretare i “segni dei tempi” alla luce del vangelo, per un impegno sociale e politico vissuto come atto di amore verso il prossimo in dialogo con gli uomini del nostro tempo.

domenica 19 settembre 2004

Introduzione all'Assemblea diocesana su “ Chiesa comunione di persone .Da ‘collaboratori’ a ‘corresponsabili’: il dono della relazione filiale e frat

Piazza Armerina 18 settembre 2009
Mons. Michele Pennisi
0. Introduzione
Carissimi confratelli, fratelli e sorelle,
siamo oggi convocati in questa assemblea diocesana all'inizio del nuovo anno pastorale per una rinnovata esperienza e presa di coscienza del nostro essere Chiesa.
0.1 Vogliamo proseguire nella recezione degli insegnamenti del Concilio Vaticano II a cui siamo richiamati dal Magistero pontificio e dagli orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana in continuità con il cammino intrapreso dalla nostra Chiesa diocesana.
0.2.1 Tra i tanti eventi e documenti elaborati vorrei ricordare durante l'episcopato di Mons. Vincenzo Cirrincione il Piano Pastorale 1987-1990, il Convegno Ecclesiale diocesano del maggio del 1993 e la settimana pastorale del settembre dello stesso anno da cui ha preso origine il volume “Diversità di ministeri unità di missione” , la Missione popolare diocesana, le celebrazioni per il grande giubileo del Duemila .
0.2.2 Durante il mio episcopato vorrei segnalare il Seminario di studio su “La parrocchia di fronte alle sfide del Terzo Millennio” nel novembre del 2003, la preparazione e la celebrazione del Convegno ecclesiale di Verona, il Convegno diocesano su “La questione antropologica e la sfida educativa” del settembre del 2007 e quello dello scorso anno su “La Parola di Dio parola per l’uomo”.
0.2.3. Durante la Visita pastorale nei vari comuni ho apprezzato il fervore e l'impegno delle varie comunità ecclesiali nella recezione degli insegnamenti conciliari nella prassi pastorali , ma ho notato anche le difficoltà ad una assimilazione convinta di tali insegnamenti nella coscienza ecclesiale , situazioni di stanchezza e di scoraggiamento e difficoltà ad intessere relazioni positive fra gli stessi presbiteri, fra clero e laici, fra parrocchie e aggregazioni ecclesiali, fra praticanti e cristiani della soglia o persone lontane dalla pratica religiosa, fra comunità parrocchiale e abitanti del territorio.
0.3. Dopo essermi incontrato lo scorso anno con i presbiteri nei vari comuni ho pensato di incontrare quest'anno nei vari comuni i Consigli di Coordinamento cittadini, già auspicati nel Piano Pastorale del 1987 e la cui costituzione era fra le indicazioni operative date nel 1993 da Mons. Cirincione, ma che ancora non ho trovato operativi in tutti i comuni.
0.4 Dopo aver consultato gli organismi diocesani di partecipazione ecclesiale ed aver nominato una speciale Commissione che mi aiutasse nel discernimento comunitario della situazione della nostra Chiesa, sono arrivato alla conclusione che non basta celebrare all'inizio dell'anno pastorale un convegno con delle brillanti relazioni, ma bisogna delineare un progetto di chiesa su cui impegnarci per diversi anni attraverso un'azione di coscientizzazione capillare della base ecclesiale su alcuni valori fondamentali , un maggior coinvolgimento e una partecipazione da parte di tutti i membri del popolo di Dio e poi una verifica dei frutti che lo Spirito suscita.
0.5 Il tema che mi è stato suggerito e che ho fatto subito mio è “ Chiesa comunione di persone. Da ‘collaboratori’ a ‘corresponsabili’: il dono della relazione filiale e fraterna”.
Si tratta di approfondire l’identità di ogni cristiano come figlio di Dio e membro della Chiesa come “comunione di persone” per una rinnovata consapevolezza dell’appartenenza ecclesiale e una maggiore corresponsabilità, soprattutto dei fedeli laici, nella vita e nella missione della Chiesa.
La comunione ecclesiale è comunione singolare, tra uomini e donne, giovani e adulti, ricchi e poveri, studenti e maestri, sani e malati, potenti e deboli, vicini e lontani, clero e laici, perchè è una comunione segnata insieme dalla varietà e dall’unità all'interno della Chiesa una ,santa, cattolica ed apostolica, che ha in Gesù Cristo la pietra angolare e nei fedeli “le pietre vive” di questo edificio spirituale(I Pt.2,5).
Da questo deriva una programmazione della la vita pastorale diocesana basata sulla categoria della “relazione” (intesa come il nuovo e definitivo stato in cui il battesimo ci pone in relazione filiale con il Dio vivente nella comunione trinitaria e fraterna con tutti i membri del popolo di Dio.
0.6 Questo cammino comune che potremmo chiamare “sinodale” in senso letterale inizia oggi con questa Assemblea diocesana, continua con una riflessione comune fatta a livello parrocchiale e cittadino con l'aiuto di uno “strumento di lavoro” e un’indagine conoscitiva predisposta dai membri della Commissione, in preparazione del Convegno ecclesiale che si terrà a Novembre . Il cammino successivo con l'aiuto dei membri della Commissione servirà per approfondire e determinare praticamente le prospettive e le scelte pastorali adottate e curarne l’attuazione. Seguirà poi una verifica che con la collaborazione dei Vicari Foranei farò nei singoli comuni con i Consigli di Coordinamento cittadini.
0.7. Sento il dovere di ringraziare tutti i membri della Commissione ed in particolare don Rino La Delfa, nuovo preside della Facoltà Teologica di Sicilia a cui vanno i nostri più fervidi e cordiali auguri, che ha preparato lo “strumento di lavoro”, don Giuseppe Rabita che coordina dal punto di vista operativo l'attuazione del progetto, don Pino Daleo collaborato dalla dott.ssa Nuccia Morselli che hanno preparato i questionari per l'indagine e ne elaboreranno, il parrocodon Salvatore Zagarella che ci accoglie con squisita cortesia in questa chiesa, i presbiteri e i laici che modereranno e animeranno le assemblee zonali e coloro che animano dal punto di vista liturgico e organizzativo le varie fasi di questo cammino comune.
0.8 Dopo aver scelto il tema ci siamo accorti che la categoria della ‘relazione, che ha il fondamento nella vita della SS. Trinità, come fattore distintivo della persona e come elemento fondamentale nell’esperienza della comunione, che era stato già affrontato da mons. Mario Sturzo, oltre che essere stato rilanciato nel Convegno ecclesiale di Verona , è stato ripreso dal recente magistero di Benedetto XVI° sia nel discorso tenuto quest'anno per il Convegno ecclesiale della diocesi di Roma sia nell'ultima enciclica “Caritas in veritate” e costituisce anche il presupposto della scelta educativa che guiderà gli orientamenti per il prossimo decennio delle Chiese in Italia.
Lasciando a don Rino La Delfa la presentazione dello “strumento di lavoro” che poi sarà oggetto di discernimento comunitario, mi soffermerò su alcuni punti che offro alla vostra riflessione.
1. Il modello trinitario
La relazione ha il suo modello nella vita trinitaria nella quale la distinzione reale delle Persone divine risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre nella comunione perfetta. dell'unico amore.
Il Padre con il Figlio e lo Spirito Santo conducono una vita comunionale profondissima: ogni persona divina non è chiusa in se stessa in uno splendido isolamento ma è in relazione con l'altra in un circuito eterno di conoscenza , di amore , di dialogo, di inabitazione e di gloria reciproca .
La fede cristiana nella Trinità ci rivela un Dio che in quanto amore infinito è comunione di tre persone uguali e distinte: il Padre che ama, il Figlio che è l'amato, lo Spirito Santo che è amore del Padre e del Figlio.
Con Gesù Cristo il principio della differenza nell’unità che vive nel mistero della Trinità trapassa, in forza dell’Incarnazione, nella storia e diventa, secondo la legge dell’analogia, principio di comprensione e di valorizzazione di ogni differenza che non viene solo tollerata, ma esaltata e valorizzata.
In particolare, è lo Spirito santo – come vincolo di amore tra il Padre e il Figlio, tra il Signore Gesù crocifisso e risorto e la sua Chiesa – il principio sorgivo della comunione ecclesiale e insieme la legge nuova e la risorsa permanente per la sua quotidiana realizzazione storica. Emergono così la gratuità e la serietà della comunione ecclesiale: proprio perché segnata dalla speranza che viene dallo Spirito, essa è un dono e un compito. È allora la forza dello Spirito che sostiene – al di là di ritardi, lentezze, errori, mancanze, ecc. – il cammino della comunità cristiana verso una comunione autentica e costantemente tesa alla sua perfezione.
2. In continuità con il Convegno ecclesiale di Verona
Nel Documento finale dopo il Convegno di Verona si riassume la problematica che sarà affrontata nel quarto capitolo puntando su “una pastorale che converge sull’unità della persona ed è capace di rinnovarsi nel segno dell’attenzione alle persone dell’unità tra le diverse vocazioni, le molteplici soggettività ecclesiali, le dimensioni fondamentali dell’esperienza cristiana. ” “Al centro di tale rinnovamento- si aggiunge- sta l’approfondimento della comunione e del senso di appartenenza ecclesiale, con gli spazi di corresponsabilità che ne derivano e che riguardano a pieno titolo anche i laici, con l’urgenza di una nuova stagione formativa .
Al n. 20 si afferma che “ è fondamentale curare la qualità dell’esperienza ecclesiale delle nostre comunità, affinché esse sappiano mostrare un volto fraterno, aperto e accogliente, espressione di un’umanità intensa e cordiale.” Questa esperienza positiva deve mostrarsi:” nella comunità diocesana raccolta intorno al vescovo e innestata in una tradizione viva, che accompagna lo svolgersi dell’esistenza e rappresenta la possibilità per tutti di una fraternità concreta, di un rapporto intimo e condiviso con la Parola di Dio e il Pane della vita; nella parrocchia, Chiesa che vive tra le case, vicina alla gente; nella preghiera e nella liturgia, che ci rende partecipi della bellezza che salva”
“Mettere la persona al centro – afferma sempre il documento del dopo Verona- costituisce una chiave preziosa per rinnovare in senso missionario la pastorale e superare il rischio del ripiegamento, che può colpire le nostre comunità.”
Al n. 23. a proposito della “ cura delle relazioni” si dice che “durante il Convegno tre parole sono risuonate come una triade indivisibile: comunione, corresponsabilità, collaborazione. Esse delineano il volto di comunità cristiane che procedono insieme, con uno stile che valorizza ogni risorsa e ogni sensibilità, in un clima di fraternità e di dialogo, di franchezza nello scambio e di mitezza nella ricerca di ciò che corrisponde al bene della comunità intera”.
E importante gareggiare nello stimarsi a vicenda secondo l'esortazione di san Paolo(cfr. Rm.12,10).. Il Card. Tettamanzi nella prolusione al Convegno di Verona aveva fatto una rilettura ecclesiologica del comandamento biblico dell’«ama il prossimo tuo come te stesso», che ha declinato così: «ama la parrocchia altrui come la tua, la diocesi altrui come la tua, la Chiesa di altri Paesi come la tua, l’aggregazione altrui come la tua, ecc.».
Si tratta di realizzare relazioni interpersonali attente a ogni persona capaci di ascolto e di reciprocità. , senza sacrificare la qualità del rapporto personale all’efficienza dei programmi.
I pastori sono invitati ad ascoltare i laici, valorizzandone le competenze e rispettandone le opinioni.
I laici devono accogliere con animo filiale l’insegnamento dei pastori come un segno della sollecitudine con cui la Chiesa si fa vicina e orienta il loro cammino.
Superando contrapposizioni di tipo sociologico è importante in un’ottica autenticamente cristiana prendere coscienza che tra pastori e laici, esiste un legame profondo, per cui è possibile solo crescere o cadere insieme.
La corresponsabilità, è un’esperienza che dà forma concreta alla comunione, attraverso la disponibilità a condividere le scelte che riguardano tutti(cfr. n.24). Essa ha un luogo concreto di esercizio nella partecipazione agli organismi di partecipazione ecclesiale.
La comunione ecclesiale richiede una pastorale d'insieme sempre più “integrata” non come “un’operazione di pura ingegneria ecclesiastica” richiesta dalla esiguità delle forze in campo, ma come espressione della corresponsabilità diffusa che nasce dalla “spiritualità di comunione” e dalla conversione pastorale con stile missionario delle nostre comunità.
Alla base della scelta di quella che oggi viene chiamata “pastorale integrata” vi è la decisione di vivere la spiritualità di comunione, che precede ogni concreta iniziativa e purifica dalle tentazioni di personalismi e protagonismi, che portano a forme non evangeliche di competizioni. La concretizzazione della “pastorale integrata” dovrebbe armonizzare tutte le energie di cui la comunità ecclesiale dispone, facendole confluire, non nei mille rivoli delle diverse attività, ma dentro progetti comuni, pensati e realizzati insieme.
All’interno della nuova prassi della corresponsabilità c'è la valorizzazione delle aggregazioni ecclesiali e delle vocazioni dei fedeli laici che vanno formati ad essere protagonisti di un discernimento attento e coraggioso nella realtà secolare. Si tratta di una un'opportunità da cogliere in positivo per avere tutti (clero e laici) un vantaggio.
È necessario un rinnovato impegno della nostra Chiesa per sviluppare una più ampia e profonda opera formativa dei laici – singoli e aggregati – che assicuri loro quell’animazione spirituale, quella passione pastorale e quello slancio culturale che li rende pronti nella loro tipica testimonianza al servizio del bene comune, specialmente in campo familiare, sociale, economico, culturale, mediatico e politico.
La coscienza comune di tutti i battezzati di essere Chiesa non diminuisce la responsabilità dei presbiteri. Nell'ultimo convegno ecclesiale di Roma Benedetto XVI ha detto:”Tocca proprio a voi, cari parroci, promuovere la crescita spirituale e apostolica di quanti sono già assidui e impegnati nelle parrocchie: essi sono il nucleo della comunità che farà da fermento per gli altri”.
3. Risposta alla sfida educativa
Strettamente legata con la categoria di relazione sta quella di educazione, che nasce e vive di rapporti interpersonali e di relazione con gli altri secondo una gerarchia di prossimità che, iniziando dai genitori, si dilata alla famiglia, ai vicini, alla scuola, al variegato mondo del lavoro, tel tempo libero e delle vari forme di sofferenza e marginalità per estendersi poi al rapporto il creato e con le “circostanze” storiche.
L’educazione è, la capacità di mettere consapevolmente in relazione la persona con la realtà.
Un nodo centrale, è quello relativo alla verità delle relazioni valorizzando la distinzione dei ruoli per la crescita della persona: genitore-figlio, catechista-catechizzando, insegnante-alunno”, prete-laico.
Si tratta di attivare una pedagogia pastorale che educhi alla relazione.
La persona si mette in gioco nel rapporto interpersonale tra educatore ed educando. La relazione educativa è sempre vissuta nelle due direzioni: siamo sempre tutti educatori ed educati. Solo chi sa di essere sempre in cammino nella sua formazione permanente può essere un buon educatore. E viceversa: solo chi si rende responsabile della propria autoeducazione e della attiva stimolazione educativa di tutte le persone che incontra, si pone nella giusta condizione di discepolo.
Ieri su Avvenire il card. Angelo Bagnasco presentando il rapporto-proposta del Comitato per il pro­getto culturale 'La sfida educativa', ha detto che questo strumento ha “il pregio di non limitarsi alla segnalazione della debolezza e­ducativa che caratterizza la società odierna, comprese molte comunità cristiane, ma si spinge ad additarne le cause principali e sug­gerisce gli obiettivi da perseguire per tornare dall’esilio educativo in cui sembra essersi con­finata la civiltà occidentale”.
Per raccogliere la sfida educativa e superare l'emergenza si evidenzia la necessità di ritrovare il 'baricentro' dell’e­sperienza formativa, ossia una vera sapienza antropologica e una visione non riduttiva del fatto educativo.
Una autentica educazione non potrà avvenire senza l’opera paziente e qualificata di educatori credibili e autorevoli, capaci di 'generare' in un conte­sto di fiducia, di libertà e di verità.
Per la Chiesa la dimensione educativa , che interessa le relazioni tra persone e le proietta in un futuro carico di speranza, è fondamentale e strategica nello stesso tempo, perché interessa tutte le persone, abbraccia tutto l'arco della vita e tutti gli ambiti della esistenza umana.
La complessità del processo educativo richiede la scelta di far “rete” attorno ai luoghi di vita, alle istituzioni educative, alle famiglie e alle comunità ecclesiali; ciò comporta il riconoscimento e la fiducia reciproca, la messa in comune delle risorse umane, la comunicazione delle attività , la ricerca comune e la sperimentazione di progetti educativi condivisi.
Siamo troppo spesso “separati in casa”, non sempre dentro una comune progettualità, con uno spreco di energie umane non indifferenti.
Un’eccessiva frammentazione e strutturazione della pastorale, non riesce a farsi carico della vita reale delle persone, né riesce a unificare le diverse esigenze esistenziali, anzi, a volte sembra, che crei disorientamento e soffochi gli slanci e le energie vive.
Per questo il decen­nio pastorale che sta per a­vere inizio ruoterà attorno al te­ma portante dell’e­ducazione come è stato deliberato dall’ultima Assemblea generale della Cei e che noi abbiamo anticipato nel convegno del 2007 su “la questione antropologica e la sfida educativa”.
Questa scelta si pone in continuità con il tema del decennio che vol­ge al termine: «Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia» perché individua nella “emergenza educativa” il rischio cioè che si interrom­pa la trasmissione tra le ge­nerazioni dei valori essen­ziali della fede e della convivenza umana.
In conclusione invito ciascuno e tutti a camminare assieme verso la meta ,certo non definitiva ma importante , di una comunione fra le persone fondata sulla stima reciproca che porti ad una maggiore corresponsabilità pastorale, ad una partecipazione attiva a livello parrocchiale e cittadino alle varie tappe di questo cammino comune, per una testimonianza credibile di Gesù cristo speranza del mondo agli uomini e alle donne della nostra società.

domenica 15 agosto 2004

L'Omelia del vescovo per Maria Santissima delle Vittorie del 15 Agosto 2009

15 AGOSTO 2009 PIAZZA ARMERINA
ASSUNZIONE DELLA B.V.MARIA
PONTIFICALE PER MARIA SS. DELLE VITTORIE

Carissimi confratelli, distinte autorità civili e militari, Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Rappresentanti del Magistrato dei quartieri, cavalieri dei quartieri Casalotto, Canali, Castellina e Monte , sorelle e fratelli amati dal Signore,
La festa di Maria SS. delle Vittorie , patrona della città e della Diocesi di Piazza Armerina, costituisce uno dei momenti più espressivi della identità storica, culturale e religiosa di questa città . L'immagine di Maria SS delle Vittorie, si riallaccia alla vittoria del Conte Ruggero sui saraceni .
Oggi certamente il nostro rapporto con l'Isalm è diverso da quello dei tempi della conquista normanna: è tempo di dialogo interreligioso e interculturale e di integrazione sociale degli immigrati. Ma bisogna ricordare che il dialogo è possibile fra due soggetti coscienti della propria identità
Solo chi conosce la propria identità e quella dell’altro, consapevole delle differenze, può realizzare vera integrazione. Noi cristiani siamo chiamati a fare un discernimento per comprendere la nostra fede e rendere ragione della nostra speranza senza appiattirci su opinioni estranee al Vangelo.
Questa consapevolezza non comporta chiusura o intolleranza, ma sono la premessa per un fruttuoso discernimento sull Islam e per l'apertura ad un dialogo franco e sincero per un approfondimento salutare della nostra e dell’ altrui identità che non che portare frutti di rinnovamento.
Per consolidare la nostra identità religiosa , oltre naturalmente alla catechesi, alla pratica sacramentale e alla testimonianza della vita , è considerata fondamentale dalla stragrande maggioranza delle famiglie e dei giovani anche l'insegnamento della religione cattolica che , nel quadro delle finalità educative della scuola, concorre a promuovere l'acquisizione della cultura religiosa per la formazione dell'uomo e del cittadino e la conoscenza dei valori culturali del cattolicesimo che fanno parte del patrimonio storico del nostro Paese.
Il compito educativo oggi è diventato più difficile ed in molti parlano di emergenza educativa, che manifesta non solo la diffusa difficoltà ad educare, ma anche l’idea stessa di educazione.
Molti giovani vivono il presente con malessere e guardano al futuro con pessimismo ed angoscia e molti adulti (genitori, insegnanti, catechisti ed anche preti) si sentono incapaci di educare.
L'educazione oggi è messa a rischio dalle conseguenze del nichilismo che incomincia a serpeggiare fra le generazioni più giovani. Dal momento che in partenza si esclude che si possa raggiungere la verità e praticare il bene è inutile ricercare: vengono così censurate le domande fondamentali della vita.
Ogni tentativo educativo è visto come una indebita ingerenza nella propria vita. In una società che non è più caratterizzata dal riconoscimento di valori assoluti e dalla distinzione fra ciò che è bene e ciò che è male, si attenuta la capacità educativa della famiglia , la scuola è ridotta spesso a punto confuso di incontro e di scontro di pluralismi dispersi e di anonimato culturale e le parrocchie fanno difficoltà ad aggregare i giovani con proposte significative.
In nome di una sterile “neutralità”, che riduce l’insegnamento a un apprendimento di nozioni e di tecniche che non hanno nessun nesso con la vita, i giovani si sentono abbandonati alla loro solitudine e diventano sempre più incapaci di venire a capo del senso della loro esistenza. E se non ricorrono al suicidio diventano schiavi dell'alcol e delle varie droghe che la nostra società consumistica propina anche a basso prezzo.
Di fronte al ‘politeismo dei valori’, la mentalità corrente limita la linea di confine ad una certa tolleranza relativista, che è ben lontana dal rispetto autentico per l’altro e che invece genera disimpegno e qualunquismo culturale e può degenerare in violenza.
La crisi dei giovani è in gran parte derivata da una crisi degli adulti che spesso non danno testimonianza di coerenza di vita. Gli adulti hanno invece bisogno di riacquistare la giusta stima di sé, di essere aiutati a ripartire dal positivo della loro esperienza, di riscoprire la consapevolezza della loro responsabilità nei confronti delle nuove generazioni.
Di fronte al relativismo morale diffuso oggi nella nostra società la Chiesa ci presenta la figura di Maria Ss. Madre e vera educatrice del Figlio di Dio come un punto di riferimento sicuro.
La festa della nostra patrona Maria SS. delle Vittorie , che coincide con la solennità dell'Assunzione, la più antica festa mariana , ci dice che la nostra vita ha un senso ed è degna di essere vissuta perché la vittoria più importante di tutte sulla morte si è già verificata in Gesù Cristo Risorto ed in Maria SS.
L'assunzione di Maria SS. in corpo ed anima al cielo è un mistero unico e straordinario, che è destinato a colmare di speranza e di felicità il cuore di ciascuno di noi.
La Madre di Gesù Figlio di Dio è anche la nostra Madre . Papa Benedetto XVI , in occasione di questa festa, ci ha detto che “nel cielo abbiamo una madre. Il cielo è aperto, il cielo ha un cuore. L’odierna festa ci spinge a sollevare lo sguardo verso il Cielo, che non è quello fisico lontano da noi, ma coincide con Dio che è vicino a ciascuno di noi perché tutti noi siamo figli del Padre, tutti noi siamo fratelli di Gesù e tutti noi siamo anche figli di Maria, Madre nostra. E tutti siamo protesi verso la felicità. E la felicità alla quale tutti noi tendiamo è Dio”.
La fratellanza universale, che ha come fondamento la paternità di Dio e la maternità di Maria, non la si raggiunge eliminando le differenze, ma aprendo le nostri menti al dialogo animato dalla ricerca sincera della verità e all'accoglienza generata da una carità fattiva e gratuita.
Maria SS. aiuti a rendere presente anche la realtà del cielo cioè il primato e la gloria di Dio sulla terra per la realizzazione di un umanesimo integrale fondato sull'amicizia, la solidarietà e la reciprocità.
In Lei tutta l’umanità è coinvolta nel cammino verso Dio, e con Lei tutta la creazione, i cui gemiti, le cui sofferenze, sono – come ci dice San Paolo – il travaglio del parto dell’umanità nuova, si avvia verso i nuovi cieli e la terra nuova, in cui “abiterà la giustizia” e non vi sarà più né pianto, né lamento, perché non vi sarà più il peccato e la morte (cfr Ap 21,1-4).
“Guardando l’Assunta in cielo comprendiamo meglio che la nostra vita di ogni giorno, pur segnata da prove e difficoltà, scorre come un fiume verso l’oceano divino, verso la pienezza della gioia e della pace. Comprendiamo che il nostro morire non è la fine, ma l’ingresso nella vita che non conosce la morte. Il nostro tramontare all’orizzonte di questo mondo è un risorgere all’aurora del mondo nuovo, del giorno eterno”.
Nel canto del Magnificat - che abbiamo riascoltato nel vangelo- Maria Ss. loda Dio che ha compiuto meraviglie nella sua vita, e ci dice che l'avvenire non sarà dei prepotenti, di coloro che pensano di potersi permettere qualunque cosa perché ricchi e osannati, ma di coloro che vorranno attuare il Regno di Dio che è regno di santità e di grazia, di giustizia, di pace e di amore.
La speranza cristiana , che ha in Maria come dice Dante “una fontana vivace”, è una realtà già presente che plasma la nostra esistenza quotidiana, riportando le attese degli uomini e delle donne a contatto con l’origine stessa della vita e della giustizia, dell’amore e della pace.
Davanti al triste spettacolo di tanta falsa gioia e contemporaneamente di tanto angosciato dolore che dilaga nel mondo, dobbiamo imparare da Lei a diventare noi segni di speranza e di consolazione, dobbiamo annunciare con la vita nostra la risurrezione di Cristo.
Per questo noi pur guardando il cielo non possiamo dimenticare la terra.
E in questa festa non possiamo dimenticare i problemi della nostra città e diocesi: la crescita del senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie , la disoccupazione e la mancanza di una cultura del lavoro e della cooperazione, l’emigrazione forzata di tanti giovani, il fatto che tanti lavoratori anche di Enti pubblici(come la Casa di riposo San Giuseppe) non ricevono lo stipendio da mesi, il sovraffollamento delle carceri impossibilitate a realizzare il recupero e la rieducazione di chi ha sbagliato, come prevederebbe la nostra Costituzione.
In questi ultimi mesi ho preso posizione per il ridimensionamento degli ospedali di vari comuni della nostra diocesi: da Piazza Armerina a Niscemi, da Mazzarino a Gela e di altri servizi sanitari in altri comuni. Auspico che questi problemi siano risolti non con manifestazioni demagogiche e improduttive ma con il dialogo sereno e costruttivo e il contributo di tutti al bene comune.
Non è mio compito suggerire soluzioni tecniche o organizzative, ma facendomi interprete delle lamentele e delle preoccupazioni delle nostre popolazioni, invito tutte le Autorità competenti a rispettare le finalità dei benefattori fondatori degli Ospedali e a fare il possibile per tutelare e promuovere il pieno rispetto del diritto a strutture sanitarie qualitativamente efficienti a misura d’uomo , che garantiscano ai cittadini il fondamentale diritto alla salute e siano vicine ai bisogni delle persone malate.
Per una sanità a servizio dell’uomo si richiede il potenziamento dei servizi sanitari di emergenza e di pronto soccorso e dell’assistenza domiciliare e l’apertura di hospice che ci occupino dei malati lungodegenti o terminali. E’ fondamentale la promozione di tutta la vita dall'inizio al suo naturale termine e la tutela della salute e della vita di tutti.
Affidiamo alla Madonna, che veneriamo sotto il titolo di Maria Ss. delle Vittorie la nostra città i suoi abitanti , perché viva nella concordia e nella pace, preghiamo per coloro che sono chiamati a vario titolo al servizio di questa città , dei comuni della nostra diocesi perché orientino ogni loro sforzo nella ricerca del bene comune.
Affidiamo alla Madonna immagine e Madre della Chiesa la nostra comunità diocesana perchè diventi sempre più una comunità missionaria, le nostre famiglie perché siano chiese domestiche, i nostri malati perché trovino un senso alla loro sofferenza, i nostri emigrati perché trovino in lei un punto essenziale di riferimento per la loro fede.
L'intercessione di Maria SS. delle Vittorie corrobori la nostra fede illanguidita che ci rende certi della vittoria del Bene, sostenga la nostra debole speranza sulla via che porta alla gloria del cielo , ci rafforzi nel nostro impegno quotidiano animato dall’amore verso Dio e il prossimo .

domenica 8 agosto 2004

A Brolo: “Indietro nel tempo per conoscere Mario Sturzo”. Premiato il vescovo Michele Pennisi

Comunicato Stampa
Brolo –
Al castello dei Principi Lancia, lunedì 8 agosto, alle ore 21:00, Medievalia in collaborazione con l’Associazione culturale “L’Elefantino” organizza:
“Indietro nel tempo per conoscere Mario Sturzo”.
Mons. Mario Sturzo(1861 – 1941) fu vescovo di Piazza Armerina (1903-1941). Quest’anno ricorre il 150° dalla nascita e il 70° dalla morte del vescovo fratello maggiore di don Luigi Sturzo.

venerdì 6 agosto 2004

Ecco tutto il programma dell'estate piazzese 2009

PROGRAMMA
Giovedì 30 Luglio
Ore 12.00 Inizio dei festeggiamenti in onore di Maria SS. Delle Vittorie con il suono festoso delle campane e lo sparo di bombe.
Ore 19.00 Basilica Cattedrale: Solenne apertura del fercolo che custodisce la Sacra Immagine di Maria SS. delle Vittorie, celebrazione del Vespro unitamente alla Santa Messa

Da Venerdì 31 Luglio a Venerdì 14 Agosto
Ore 6.30 Funzioni religiose della “Quindicina Mariana”, nella Basilica Cattedrale, con preghiere e canti mariani che ricordano le vittorie riportate, con il glorioso Vessillo, dal Conte Ruggero sui Saraceni e la Materna protezione di Maria SS. Attraverso i secoli sulla Città e Diocesi di Piazza Armerina. Animazione liturgica da parte delle comunità parrocchiali, religiose ed ecclesiali della Città.
Ore 19.00 S. Messa nella Basilica Cattedrale.

Venerdì 31 Luglio
Centro espositivo Monte Prestami - Mostra di Cateno Sanalitro - visitabile sino al 15 Agosto.
Piazza Jazz 2009.
Da Domenica 2 a Domenica 9 Agosto
Ore 18.00 Palestra ex I.T.I.S. – Torneo pallavolo Polisportiva Armerina.

Domenica 2 Agosto
Ore 18.30 Museo Diocesano - Inaugurazione mostra Arte restaurata dalle Scuole d’Arte e dei Mestieri del Comune di Roma “Nicola Zabaglia” e “Arti ornamentali” e Le forme del silenzio personale di Angelo Scroppo - visitabile sino al 14 Agosto.
Piazza Jazz 2009

Lunedì 3 Agosto
Ore 21.00 Festa del quartiere Canali, musica e degustazioni.
Da Martedì 4 a Giovedì 6 Agosto
Atrio Biblioteca - Festa del libro.

Martedì 4 Agosto
Ore 21.30 Piazza Falcone e Borsellino - Marco Carta in concerto.

Mercoledì 5 Agosto
Ore 19.00 Il prezioso fercolo che custodisce la Sacra Immagine di Maria SS. Delle Vittorie, alla presenza del popolo in preghiera, dei giovani dell’associazione mariana, dei cavalieri dei quattro quartieri e dell’Amministrazione Comunale, sarà deposto dall’altare e collocato sul piano del Presbiterio. I giovani portatori, i cavalieri dei quattro quartieri, offriranno le lampade votive.
Ore 21.00 Piazza Senatore Marescalchi - “È il momento di giocare 3” a cura dell’Associazione culturale Progetto Città Nuova.
Ore 21.15 Ex Chiesa di S. Ippolito - Teatri di Pietra “Instrument 1 -/- 3” a cura della Compagnia Zappalà Danza.

Da Giovedì 6 a Venerdì 14 agosto
Ore 19.00 Novenario nella Basilica Cattedrale dinanzi al fercolo della Madonna deposto dall’altare e collocato sul piano del Presbiterio.

Giovedì 6 Agosto
Ore 21.30 Piazza Semini (Teatro) - 8° edizione Festival della Canzone Armerina a cura dell’Organizzazione Spettacoli Interlandi.

Venerdì 7 Agosto
Ore 21.15 Ex Chiesa di S. Ippolito – Teatri di Pietra “Arsura d’amuri” a cura della Folkstudio.
Ore 21.30 Atrio Biblioteca - Teatro “L’uomo, la bestia, e la virtù” Compagnia Teatrale Aquarius.

Sabato 8 Agosto
Ore 15.00 Azienda Agriturismo “Il Drago” - Gare di Tiro a volo a cura dell’associazione Tiro a Volo Il Drago.
Ore 19.00 Celebrazione per i benefattori della Basilica Cattedrale.
Ore 21.30 Atrio Biblioteca - Teatro “Taxi a due piazze” a cura della compagnia teatrale Il Sipario.
Ore 21.30 Piazza Duomo - 3° Edizione manifestazione “Cantiamo per essere solidali” con la partecipazione della compagnia Smile.

Domenica 9 Agosto
Ore 15.00 Azienda Agriturismo “Il Drago” - Gare di Tiro a volo a cura dell’associazione Tiro a Volo Il Drago.
Ore 18.00 Piazza Europa – III Trofeo Villa Romana a cura di A.S. Libertas Bellia.
Ore 19.00 Basilica Cattedrale - Celebrazione per le famiglie e consacrazione dei bambini alla Madonna. Parteciperanno i coniugi che celebrano le ricorrenze giubilari.
Ore 20.00 XIII Fiaccolata Mariana Padre Pio a cura della C.A.S.A. - Amici di Padre Pio.
Ore 21.15 Ex Chiesa di S. Ippolito - Teatri di Pietra “Omaggio alla Sicilia” di e con Miriam Palma.
Ore 21.30 Atrio I.T.I.S. - Selezione Concorso Miss Italia.

Lunedì 10 Agosto
Ore 18.00 Piazza Castello – Tiro con l’arco a cura dell’Associazione Sportiva Monti Erei.
Ore 19.00 Basilica Cattedrale - Celebrazione per le Forze Armate e tutti gli operatori dell’Ordine Pubblico.
Ore 21.30 Piazza Falcone e Borsellino - Spettacolo Tributo a Michael Jackson.

Martedì 11 Agosto
Circolo di Cultura di Piazza Armerina - Evento culturale: “Presentazione di opere letterarie di scrittori piazzesi”, “Mostra fotografica a tema libero” visitabile sino al 16 Agosto.
Ore 18.00 Basilica Cattedrale - Celebrazione Vocazionale: parteciperanno i sacerdoti, i religiosi che celebrano il 60°, 50°, 25° anniversario di sacerdozio.
Ore 21.30 Campo S. Ippolito - Pino Daniele in concerto. Ingresso: Poltrone (non numerate) € 26,00; Tribune e Parterre € 16,00.
Ore 22.00 Sino alle 03.00 - Basilica Cattedrale - Preghiera di Adorazione Eucaristica, condurrà la preghiera Padre Pietro Zorza.

Mercoledì 12 Agosto
Ore 18.00 Piazza Semini (Teatro) - 54° edizione Palio dei Normanni - Consegna delle armi ai Cavalieri giostranti.
Ore 18.30 Museo Diocesano – Presentazione del Corso di iconografia Bizantina.
Ore 21.30 Piazza Castello - Festa medievale

Giovedì 13 Agosto
Ore 18.00 Piazza Duomo - 54° edizione Palio dei Normanni - Consegna delle chiavi.

Venerdì 14 Agosto
Ore 17.00 Campo Sportivo S. Ippolito - 54° edizione Palio dei Normanni - Giostra del Saraceno.
Ore 19.00 Basilica Cattedrale - Solenni Vespri vigilari e Liturgia Eucaristica.

Sabato 15 Agosto
Ore 7.00 - 8.00 - 9.00 - 10.00 - 18.00 - 19.00 Basilica Cattedrale - S. Messe celebrate dinanzi alla Sacra Immagine della Madonna.
Ore 8.00 Suono festoso di tutte le campane della Basilica Cattedrale e sparo di bombe.
Ore 11.00 Solenne Pontificale celebrato da Sua Ecc. Mons. Michele Pennisi Vescovo di Piazza Armerina, con la partecipazione del Capitolo della Cattedrale, del Clero Cittadino, dei Vicari Foranei, del Seminario Vescovile, del Sovrano Ordine equestre del Santo Sepolcro Gerosolimitano, dell’Amministrazione Comunale Cittadina, dei Sindaci dei Comuni della Diocesi, del Prefetto, del Questore, del Presidente della Provincia Regionale di Enna e Caltanissetta.
Ore 12.00 Piazza Duomo - Benedizione delle autovetture. Saranno presenti i giovani paracadutisti del club “A.N.P.d’I. di Piazza Armerina”.
Ore 20.00 Solenne Processione del Glorioso Vessillo di Maria SS. delle Vittorie donato dal Papa Nicolò II al Conte Ruggero il Normanno e da questi portato sui campi di battaglia nella guerra di liberazione della Sicilia dai Saraceni. Parteciperanno Sua Ecc. il Vescovo Mons. Michele Pennisi, il Capitolo della Cattedrale, il Clero, il Seminario, tutte le organizzazioni Religiose della Città, il Sig. Sindaco, la Giunta e le Autorità cittadine, i Presidenti delle Provincie Regionale di Enna e di Caltanissetta, i Sindaci ed i Vicari Foranei dei comuni della Diocesi, il Sovrano Ordine Equestre del Santo Sepolcro Gerosolimitano.
Ore 24.00 Piano S. Ippolito - Giochi pirotecnici.
Da Domenica 16 a Sabato 22 Agosto
Ore 19.00 Basilica Cattedrale - Ottavario di preghiera in ringraziamento alla Madonna.
Domenica 16 Agosto
Ore 19.00 Il prezioso fercolo che custodisce la Sacra Immagine di Maria SS. delle Vittorie, alla presenza del popolo in preghiera, dei giovani dell’associazione mariana e dell’Amministrazione Comunale, sarà reposto sull’altare.
Ore 21.30 Piazza Falcone e Borsellino - Jenny B. in concerto.
Lunedì 17 Agosto
Centro Espositivo Monte Prestami - Mostra di Angelo Benivegna “I colori del sogno” - visitabile sino al 28 Agosto.
Ore 18.00 Piazza Garibaldi - V edizione del Palio delle Botti a cura del Comitato del Quartiere Castellina, musica e degustazioni.
Ore 21.30 Atrio Biblioteca - Teatro “S. Giovanni Decollato” Compagnia Teatrale Il Sipario.
Martedì 18 Agosto
Ore 21.30 Piazza Falcone e Borsellino - Nino e Alessandro Fiorello in concerto.
Mercoledì 19 Agosto
Ore 21.30 Piazza Boris Giuliano - Romano Bros. in concerto.
Giovedì 20 Agosto
Ore 21.30 Atrio Biblioteca - Spettacolo teatro e Musica con i Taverna Umberto Primo, Antonio Venturino e Giovanni Santangelo.
Venerdì 21 Agosto
Ore 21.30 Atrio I.T.I.S. - Commedia “U Paraninfu” con Litterio.
Sabato 22 Agosto
Ore 19.00 Basilica Cattedrale - Chiusura dei festeggiamenti: Santa Messa solenne all’ottava dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, solenne chiusura del fercolo che custodisce la Sacra Immagine di Maria SS. delle Vittorie.
Ore 19.00 Palestra ex I.T.I.S. – Torneo di Basket giovanile a cura dell’A.S.D. Roncalli.
Ore 21.30 Campo S. Ippolito - I ragazzi di Amici – ingresso € 16,00.
Ore 21.30 Teatro Garibaldi - Concerto di musica classica Quartetto Ecos a cura dell’Associazione Culturale Koiné.
Domenica 23 Agosto
Ore 18.30 Piazza Garibaldi - Gara Podistica IV Trofeo Maria SS. delle Vittorie a cura dell’A.S.D. Atletica Armerina Amatori.
Ore 21.30 Festa del palio, premiazioni e musica a cura di Filippo Leonardi Band.
Lunedì 24 Agosto
Ore 21.00 Piazza Crocifisso - Festa del Quartiere Monte, degustazioni e musica con Mario Altabella e Silvia Neri.
Ore 21.30 Atrio I.T.I.S. - Teatro “Signori e Signore” Compagnia Teatro e Storia.
Martedì 25 Agosto
Ore 21.30 Atrio I.T.I.S. - Spettacolo di animazione per bambini “Una nave carica di…” a cura del SUARÉ.
Mercoledì 26 Agosto
Ore 21.30 Piazza Boris Giuliano - Campo Avvelenato in concerto.
Giovedì 27 Agosto
Ore 21.30 Campetto Castellina - Spettacolo di ballo a cura dell’Associazione Sportiva Armerina Dancing.
Venerdì 28 Agosto
Ore 21.30 Atrio Biblioteca - Larry Franco Quintet, concerto internazionale di musica jazz, a cura dell’Associazione Culturale “Agorà”.
Sabato 29 Agosto
Ore 21.30 Piazza Falcone e Borsellino - Musical “Pinocchio” Accademia Symphony Dancing.
Domenica 30 Agosto
Ore 20.00 Area SIACE - Fiera di Piazza - Spettacolo equestre.
Ore 21.30 Piazza Falcone e Borsellino - Spettacolo di ballo a cura dell’Associazione Sportiva Special Dancing.
Lunedì 31 Agosto
Ore 21,30 Atrio I.T.I.S. - Classe 58 (Arancio live music) - Tributo ai Pooh.
Ore 21.30 Teatro Garibaldi - Concerto di Musica Classica a cura dell’Italian Ensamble.
Da Sabato 1 a Sabato 15 Settembre
Centro espositivo Monte Prestami - Suggestioni mediterranee - Mostra sul Futurismo.
Domenica 6 Settembre
Ore 21.30 Piazza Falcone e Borsellino - Spettacolo di ballo a cura dell’Associazione Sportiva Garden Dance.
Lunedì 7 Settembre
Ore 21.30 Atrio Biblioteca - Quintetto d’Ottoni Siciliano, concerto internazionale per ottoni, a cura dell’Associazione Culturale “Agorà”.
Nel corso della serata verranno attribuiti i premi “Start - Piazza Armerina città d’arte”.
Da Domenica 16 a Sabato 30 Settembre
Centro espositivo Monte Prestami - Maurizio Tomasello - Miron Traia - Mostra di pittura.

giovedì 8 aprile 2004

Riflessione sulla Pasqua.

Tra le varie ricorrenze, la cui tradizione si perde nei secoli, quella della Pasqua assume valenza particolare nella Storia dell'uomo perché proietta le sue radici in diversi campi della conoscenza quali la Teologia, l'Astronomia, la Filosofia, l'Antropologia, la Semiotica, la Metafisica e l'Ermeneutica.
Considerata la vastità dei campi della conoscenza su cui bisognerebbe "scavare"
è facile intuire che la presente dissertazione vuole essere soltanto una semplice guida, tra l'altro parziale, che rimanda ad una indagine più approfondita del tema.
Il termine Pasqua (Pesach) sta a indicare un "passaggio" ed implica un cambiamento ideologico o materiale o tutti e due insieme. Il passare oltre per gli antichi ebrei era come abbandonare una sponda di un fiume per conquistarne un'altra. In particolare la Pasqua è un evento che commemora, per gli ebrei, il "passaggio" dalla schiavitù d'Egitto alla libertà, in visione della terra promessa. Il significato più intimo della festa, il senso spirituale assunto nella coscienza popolare, si dovrebbe ricercare, comunque, nel periodo nomade degli ebrei che, in seguito alla conquista della libertà, "oltre-passando" il Mar Rosso (evento che prelude il futuro battesimo cristiano), vagò per quarant'anni nel deserto prima di insediarsi nella terra di Canaan. Anche il periodo di quarant'anni ha in questo caso un significato mistico che fa parte di quel sostrato tradizionale religioso popolare teso ad enfatizzare la propria Storia, e gli eventi della Natura, attraverso un simbolismo numerico. Possiamo soltanto dire, secondo la nostra logica, ciò che poteva rappresentare per quel popolo, senza peraltro affermare il significato reale che essa doveva assumere nella loro vita pastorale. I ritmi della vita erano, per necessità, scanditi secondo il ciclo delle fasi lunari e del continuo alternarsi del giorno e della notte. Essi si svolgevano secondo un ordine alternativo di 29 e 30 giorni solari. Ogni 18,6 anni le fasi della Luna si ripetevano e in antichità si pervenne ad un calendario ciclico lunisolare di 19 anni di cui 12 anni erano composti di 12 mesi lunari e 7 di 13 mesi. Le loro ricorrenze festive erano certamente legate ai ritmi delle lunazioni, e quindi a qualcosa di ciclico e spesso corrispondevano, senza identificarsi con esse, alle feste in onore del dio Marduk di Babilonia. Purtroppo, le riforme deuteronomiche e sacerdotali successive all'insediamento nel territorio di Canaan, ne hanno fatto perdere il loro significato arcaico. Se accettiamo, comunque, il concetto di "passaggio"
allora possiamo intenderlo nella sua accezione più estesa e riconoscere come prima Pasqua in assoluto, quella relativa al passaggio dalle tenebre alla luce, nel primo giorno della creazione. I cristiani anziché ricorrere a formule cicliche legate ad eventi naturali, con la celebrazione della Pasqua, fanno memoria del sacrificio gratuito compiuto dal figlio di Dio, che in tre giorni passò dalle tenebre alla luce, per la salvezza di tutti gli uomini (il numero tre vuole essere un richiamo alla economia salvifica trinitaria). In funzione di questa ricorrenza, nella liturgia cattolica, vengono indicate diverse forme di feste pasquali come la Pasqua di Resurrezione, la Pasqua epifania, la Pasqua fiorita, la Pasqua delle rose, ma bisogna anche dire che per i cristiani ogni Domenica è Pasqua di Resurrezione. Il simbolo Pasquale, a questo punto, sembra avere perso quella tipica aria campagnola che aveva in origine per elevarsi a simbolo di mistero cristiano, e non come qualcosa di segreto, incomprensibile e inaccessibile, ma come piano di salvezza, dalla schiavitù delle miserie umane.
Le prime comunità cristiane celebravano la resurrezione di Cristo nello stesso giorno della Pasqua ebraica, poi su ispirazione del testo evangelico e della festa pagana che cadeva nel Dies Solis fu deciso che doveva essere celebrata la domenica successiva nel Dies Dominica. Questa festività essendo legata ad un calendario lunisolare presentava alcune difficoltà non indifferenti per stabilire in anticipo il giorno della sua ricorrenza. Con il concilio di Nicea nel 325 d.C., alla presenza di 320 tra Vescovi e Monaci, furono fissati i criteri per stabilire in maniera continua la data della Pasqua cristiana. La decisione fu presa, tra l'altro, in un clima di dispute teologiche, cominciate cinque anni prima dal vescovo di Alessandria Atanasio contro l'eresia di Ario, alla presenza dello stesso Costantino che aveva dato al Sacrosantum Concilio un certo sapore politico. Fu stabilito in quella sede che la Pasqua si doveva celebrare ogni anno nella domenica successiva alla prima Luna piena che segue l'equinozio di primavera. La Pasqua cristiana assume importanza fondamentale per la comunità ecclesiale perché fissa anche le altre ricorrenze religiose come:
- La Domenica settuagesima che viene 63 giorni prima;
- Le Ceneri 46 giorni prima
- La prima Domenica di Quaresima 42 giorni prima
- L'Ascensione 39 giorni dopo
- La Pentecoste 49 giorni dopo.
Il criterio adottato non sembrò essere esaustivo; nel 325 quando il Concilio di Nicea fissò al 21 marzo la data dell'equinozio di primavera vi erano già tre giorni di differenza tra il calendario giuliano e i dati astronomici rilevabili anche da una ottima meridiana. Infatti il Sole era già passato dal punto equinoziale gamma, (detto anche Punto Vernale) il 18 marzo, dunque poter determinare la data della Pasqua con precisione e con grande anticipo per poter avvertire in tempo i fedeli e programmare le festività. A proporre una soluzione al problema nel VI sec. fu Dionigi il Piccolo, monaco sciita, che nel tentativo di uniformare il calendario seleucida, ebraico e romano, nel 526 determinò una tavola perpetua, di 19 "numeri d'oro" con le corrispondenti date dei noviluni, ottenuta sfruttando il Ciclo di Metone di 19 anni in base al quale la Luna piena ritorna alle stesse date dell'anno ed il ciclo di 28 anni con il quale ritorna a corrispondere la data dell'anno con il giorno della settimana a cui veniva assegnata una lettera. Quella a cui corrisponde una domenica veniva detta lettera domenicale. Il numero d'oro non è altro che il numero d'ordine nel ciclo di 19 anni e si ottiene dal resto della divisione dell'anno aumentato di uno per il numero 19. Es.: per l'anno 2002 si ha
2002+1=2003; 2003:19 dà come resto 5 che è il numero d'oro cercato.
2002+Questa
tabella abbinata alla lettera domenicale e al conteggio degli anni bisestili permetteva di calcolare la data di Pasqua di qualsiasi anno e sembrò risolvere il problema. Moltiplicando il ciclo di Metone e il ciclo dei 28 anni si ottiene 19x28= 532 anni che rappresenta il periodo con cui la Pasqua torna a ripetersi nella stessa data e nello stesso giorno della settimana del calendario giuliano. Se non ci fossero gli anni bisestili le lettere domenicali dei giorni della settimana si ripeterebbero ogni 7 anni, ma ogni 4 anni vi è un anno bisestile e quindi il ciclo diventa di 28 anni. Il ciclo di Metone essendo lunare presentò un piccolo errore che si accentuò con il passare dei secoli.
Nella seconda metà del XVI Sec. fu necessaria nuova riforma del calendario e Papa Gregorio XIII incaricò il medico e astronomo Luigi Lilio di Ciro, in Calabria, il quale presentò il progetto: Compendium novae rationis restituendi Kalendarium. Dopo la sua morte avvenuta nel 1577, l'esecuzione del progetto fu affidata al cosmografo italiano Egnazio Danti, all'astronomo tedesco Christopher Clavius della compagnia di Gesù ed altri studiosi. Il 24 febbraio
1582 fu decretata la riforma "inter gravissimas" e si cambiò da calendario giuliano a quello gregoriano. Per poter pareggiare i conti si passò di colpo dal giovedì 4 ottobre 1582 al venerdì 15 ottobre, annullando lo sfasamento di 10 giorni di anticipo con cui si presentava l'equinozio di primavera in quell'anno e fu individuato un criterio più preciso per la determinazione degli anni bisestili, basato su quanto segue: Il calendario gregoriano si basa sull'anno tropico, cioè sui ritorni successivi dell'equinozio di primavera, anziché sull'anno siderale che corrisponde ad una rivoluzione completa della Terra intorno al Sole. La durata di un anno tropico espressa in giorni solari medi è uguale a 365,24219 equivalenti a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45,2 secondi che sono stati espressi, per necessità, nella seguente forma
frazionaria: (365 + 1/4 - 1/100 + 1/400 - 0,0003) giorni solari medi. Tutto ciò tradotto significa che bisogna aggiungere un giorno ogni 4 anni, non considerare bisestili gli anni secolari anche se divisibili per 4 (1700, 1800), aggiungere un giorno negli anni divisibili per 400 (o le cui prime due cifre sono divisibili per 4; Es. il 1900 è stato un anno comune mentre il 2000 è stato bisestile), infine per correggere l'ultima esigua differenza, nel futuro, non saranno bisestili gli anni 4000, 8000, 12000 ecc.. La vicenda non passò inosservata e ci furono contadini che vollero essere pagati anche per quei 10 giorni mancanti e ci fu anche chi si sentì disobbligato a pagare il suo debito che scadeva in uno di quei giorni soppressi. Luigi Lilio nel suo compendium aveva proposto anche un ingegnoso sistema detto delle epatte per determinare con largo anticipo la data della Pasqua. L'epatta è l'età della Luna al 1° gennaio ed espressa in giorni interi (Il termine deriva dal greco epaktós che significa importato e indica il numero dei giorni di lunazione importati dall'anno precedente, cioè se l'ultimo novilunio si è verificato il 27 di dicembre, a fine anno l'epatta è 4) che abbinata alla lettera domenicale è stato possibile comporre una Tabula Paschalis formata da 7 colonne corrispondenti alle 7 lettere domenicali e con 30 righe riferite alle 30 possibili epatte in modo che, una volta fissato l'anno, fornisce immediatamente la data della Pasqua. Mentre il mondo cattolico accettò subito il cambiamento, alcuni paesi furono restii e si adeguarono soltanto nel XX secolo, altri ancora mantennero il loro vecchio calendario. Per le festività religiose la Chiesa mantiene lo stesso riferimento lunare adottato in seno al Concilio di Nicea e pertanto in base a quella decisione, alla flessibilità del ciclo lunare e al rispetto della domenica, nel nuovo calendario gregoriano, si può avere la Pasqua più anticipata possibile ed è quella che cade la domenica 22 marzo quando il plenilunio si verifica il sabato del 21 marzo; si è avuta nel 1818 e si riavrà nel 2285 e sono dette bassissime, mentre la Pasqua più posticipata possibile si ha quando il plenilunio cade il 20 marzo. Infatti il plenilunio successivo si verificherà il 18 aprile e se questo giorno è domenica la Pasqua cadrà la successiva domenica 25 aprile; si è verificata nel 1943 e si ripeterà nel 2038 e vengono dette bassissime. Si dicono basse le altre che cadono in marzo e alte quelle che cadono in aprile.
Saro Falsaperla

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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