giovedì 21 agosto 2008

"... è il momento di giocare 2..."

Ciao Agostino,
innanzitutto ben tornato dalle vacanze.
Volevo chiederti se ci facevi il favore di inserire nel tuo blog l'annuncio della serata di giochi per bambini che, noi di Progetto Città Nuova, stiamo organizzando per giorno 30.
L'appuntamento con "...è il momento di giocare 2..." è alle 21.00 in piazza stazione.
Ti ringrazio,
Alessio Pace
www.progettocittanuova.com

Il Dalai Lama accusa la Cina. «Lunedì ha massacrato 140 tibetani»

da www.corriere.it

Il leader tibetano in un'intervista a le monde. «la cifra deve essere confermata»

Secondo il leader spirituale, l’esercito cinese il 18 agosto scorso ha «sparato sulla folla» nella regione di Kham

PARIGI - Il Dalai Lama accusa l’esercito cinese di aver «sparato sulla folla» il 18 agosto scorso nella regione di Kham, nell'est del Tibet. Secondo il leader spirituale buddista, sarebbero stati uccisi circa 140 tibetani, cifra che «deve essere confermata». La denuncia del Dalai Lama è contenuta in un’intervista a Le Monde sul numero in edicola giovedì pomeriggio con la data di venerdì.

«SOLO A LHASA 400 VITTIME DAL 10 MARZO» - Secondo il Dalai lama, dall' inizio delle proteste in Tibet, il 10 marzo, «testimoni affidabili hanno riferito che 400 persone sono state uccise nella sola regione di Lhasa. Uccisi da colpi d'arma da fuoco, mentre i manifestanti erano senza armi». Il Dalai Lama ha affermato inoltre che «nessuna apertura c'è stata» nelle discussioni con Pechino. «Dopo le proteste di marzo e l'Olimpiade, avevamo creduto a dei segnali positivi. Siamo stati presto smentiti, i nostri emissari si sono trovati davanti a un muro». Il leader spirituale tibetano, che si trova attualmente in Francia, incontrerà venerdì mattina Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy in occasione della inaugurazione di un tempio buddista a Roqueredonde, nel sud del Paese. La Bruni sarà accompagnata dal ministro degli esteri Bernard Kouchner e dal segretario di Stato ai diritti umani, Rama Yade.

“Morire per lavorare” la mostra di Enzo Gemanà.

Piazza Armerina. Circa 3000 visite. E’ il risultato raggiunto dalla mostra dedicata alle “morti bianche” allestita da Enzo Germanà dal titolo “morire per lavorare” presso una “stanza a cielo aperto” del complesso dell’ex itis. La mostra aveva l’obiettivo di fare risaltare il triste problema delle morti sul lavoro grazie all’estro del 49enne artista piazzese. Germanà ha messo insieme una serie di materiali riciclati progettando una scenario suggestivo all’interno di un’area dimessa dell’ex industriale. Un esempio di come, anche con piccolissimi sforzi economici, sia possibile fare cultura nella città dei mosaici. Germanà ha messo realizzato la sua opera d’arte mettendo insieme materiali apparentemente slegati tra di loro come cassette di bottiglia riciclati in discarica, con dei caschi di lavoratori di cantiere edile, parti di materassi antichi, tappi di bottiglia e lenzuola bianche dove sono stati scritti una serie di numeri che ricordano i caduti sul lavoro. Inoltre, Germanà si è dilettato a dipingere alcuni temi colorati sui tombini delle fognature. Un’idea originale che in futuro potrebbe anche segnare un percorso nella città. L’arte espressa da Enzo Germanà rientra nel filone della “Bioarte”. Un segmento nuovo del panorama artistico nazionale che ha come obiettivo quello di legare la sperimentazione genetica e biologica all'esperienza artistica. Ma l’arte dell’artista piazzese in qualche maniera si differenzia e tende a valorizzare prodotti riciclati che diventano composizione artistiche, a volte volutamente labili. L’arte di Germanà, rispecchia la personalità di un personaggio che vive in un piccolo paese nel cuore della Sicilia che valorizza i punti di forza e di debolezza della personalità dell’isolano troppo spesso costretto, suo malgrado, ad emigrare. “Il mondo di questo artista – dicono di lui - è un labirinto magico fanciullesco, sovraesposto all’arte della natura e scolpita in essa da cui trarre forza ed incoraggiamento”.
Agostino Sella

Camerino e il sindaco

Piazza Armerina. Continua la lotta tra il sindaco ed il disoccupato. Giuseppe Camerino, che l’altro ieri ha desistito dalla sua protesta per la richiesta di un posto di lavoro a tempo dice “il sindaco mi promesso un lavoro di due anni. Per questo sono sceso dal tetto”. Il sindaco, Carmelo Nigrelli, invece dice “non è vero nulla. La lettera che ho inviato è chiarissima. Giuseppe Camerino potrà essere inserito nei programmi dei servizi sociali del comune, come del resto né potranno fare parte tutti gli altri disoccupati della città che ne hanno uguale diritto”. Ecco cosa dice una lettera di Camerino “Potevo resistere anche mesi sul tetto – dice il disoccupato - ma il sindaco Nigrelli ha fatto arrivare sul tetto un documento con il quale dichiara che sarà stipulato un contratto di lavoro biennale. Tale documento può essere utilizzato in via giudiziaria nel caso il Sindaco non mantenga l'impegno”. Ma le lettera del sindaco rivolta a Camerino è chiara e dice “dato il suo profilo professionale, in questo ambito sarà possibile inserirla nel primo gruppo di lavoratori che, nel prossimo mese di settembre, saranno avviati alle attività previste nelle schede del piano di zona, o in alternativa, nel programma di risanamento economico e sociale cofinanziato dalla regione che peraltro – continua la lettera del sindaco rivolta a Camerino – le è stato illustrato negli uffici dei servizi sociali”. Insomma, secondo la lettera del sindaco al disoccupato, Camerino sarà inserito nei piani di zona. “Prima della protesta ho incontrato Camerino – dice l’assessore ai servizi sociali Lina Grillo – è gli ho spiegato quali sono le opportunità per i disoccupati. Da allora non è cambiato nulla. Ha gli stessi diritti che aveva prima della protesta partecipando ai piani di zona”. Ma in città infiamma la polemica. “Anch’io sono disoccupato – dice un disoccupato – ma non mi sogno di andare sul tetto a protestare. Se lo facessero gli oltre 3000 disoccupati della città tutti i tetti sarebbero pieni di gente. Eppoi il comune non è un ufficio di collocamento. Può solo dare nuove opportunità”. Camerino nella sua lettera, sottolinea poi altre cose: “il sottoscritto non ha mai ricevuto espulsione ne da parte degli organi nazionali del Partito comunista dei lavoratori e ne da parte del sindacato dei Cobas. Mi sono dimesso prima di salire sul tetto per non imbarazzare il coordinatore Luigi Bascetta, ma non ha mai ricevuto alcuna espulsione. Poi – continua Camerino - vorrei aggiungere anche che certi gesti come quello in qui mi sono trovato io li sconsiglio tassativamente perchè non può essere che tutti i disoccupati si mettano in pericolo!”

Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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