La faccia tosta del segretario del MPA di Piazza, Mattia dichiara merita il guinnes dei primati. Per fare dimenticare che il suo partito, l’MPA è il solo responsabile del fatto che 1800 famiglie e decine di comuni sono in difficoltà da 4 mesi e che, a Piazza, 68 lavoratori con i loro familiari sono privi di stipendio, ricorre al mezzuccio di dichiarare che è stato avvisato dal suo deputato regionale l’ARS ha iniziato l’iter per sbloccare i fondi che consentiranno ai cantero di servizio di riprendere fino al 31 dicembre.
Allora il loquace segretario dovrebbe spiegare ai lavoratori dei cantieri di servizio che l’emendamento presentato dal governo dell’MPA prevede il rifinanziamento per gli ultimi mesi del 2008, ma contiene una polpetta avvelenata per molti lavoratori.
Alla lettera b) del comma 5-ter, l’emendamento prevede che per potere lavorare nell’ambito dei cantieri di servizio i lavoratori potranno possedere la prima casa, ma non potranno possedere altri redditi, depositi bancari e, soprattutto, non potranno possedere neppure un metro quadro di terreno agricolo.
Questa ultima eventualità, in una città come la nostra in cui la proprietà contadina è tradizionalmente molto frazionata e in cui tutti possiedono anche un “tumulo” di terra, potrebbe provocare, dal primo gennaio, la fuoriuscita obbligata di molti dei lavoratori impegnati a Piazza.
I deputati del PD e, in particolare l’on. Galvagno, ha concordato con il segretario provinciale Giuseppe Arena e con le amministrazioni comunali interessate, una modifica che è stata presentata all’ARS, la quale prevede che il possesso, oltre alla prima casa, di piccoli appezzamenti di terreno agricolo i quali non producono redditi rilevanti, non impedisca ai lavoratori di partecipare ai cantieri di servizio.
Se alle 17 l’assemblea non dovesse accettare l’emendamento di Galvagno il numero dei lavoratori impegnati nei cantieri di servizio diminuirà.
Questa è la verità dei fatti che il segretario dell’MPA tenta maldestramente di nascondere.
Piazza, 5 novembre 2008, ore 15:00