Piazza Armerina. “un provvedimento di imputazione coatta per ben tre medici che ebbero in cura Mariella Grassia morta 4 anni e mezzo addietro dopo un breve ricovero nel reparto medicina dell’ospedale Chiello. L’inchiesta, è stata più volte sull’orlo dell’archiviazione, ma dapprima il GIP Francesca Cercone e poi il Gip David Salvucci hanno accolto le tesi sostenute dalla parte offesa con l’emanazione di un provvedimento di imputazione coatta per i tre medici che ebbero in cura Mariella Grassia durante il suo ricovero. Quattro anni e mezzo durante i quali i familiari assistiti e guidati dall’ avvocato Salvatore Spinello hanno condotto una vera e propria battaglia giudiziaria nei confronti degli indagati per giungere a fare chiarezza su quanto accadde nei giorni di ricovero e soprattutto nella notte tra il 12 e 13 aprile del 2005. Mariella Grassia giunse in ospedale durante la notte del 12 aprile 2005 a causa di un malessere influenzale. Per prudenza il medico del P.S. dispose il ricovero presso il reparto medicina dopo aver sentito dalla stessa paziente e dai familiari che sette anni addietro la stessa aveva sofferto di una forma di pericardite e che i sintomi lamentati erano gli stessi presentatisi allora. Da quel momento in poi iniziò un tragico percorso che nel breve volgere di un giorno condussero a tragica conclusione la vita della Grassia. Sostiene il GIP nel provvedimento di Imputazione coatta che “le valutazioni scientifiche rassegnate dai consulenti del pubblico ministero e da quelli degli indagati possono essere diversamente valutate, magari all’esito di un accertamento peritale effettuato nel contraddittorio delle parti e, quindi, con la presenza del consulente delle parti offese, il quale ha fortemente censurato, sulla base di una diversa lettura del materiale probatorio in atti, ed ecco la ragione per la quale al procedimento non può negarsi l’approfondimento dibattimentale.”
Agostino Sella
Agostino Sella