«Abiti indecenti», frustata in pubblico
IL SUDAN E I DIRITTI UMANI
Cinquanta frustate in pubblico come punizione per aver indossato «abiti indecenti». Una minigonna secondo alcuni, un paio di pantaloni, sostengono altri. Il tutto ripreso da una telecamera e poi postato su YouTube. In Sudan ha scatenato numerose polemiche il video fatto circolare in Rete da alcuni attivisti locali. Il filmato è stato girato nel luglio del 2009, probabilmente di nascosto e secondo Al Jazeera è stato diffuso il 10 dicembre scorso in occasione della giornata mondiale dei Diritti umani, per portare all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e sudanese il problema della violazione dei diritti delle donne nel paese africano.
POLEMICHE - Come era prevedibile, la diffusione del video ha scatenato, in poche ore, accese polemiche. Centinaia di utenti sudanesi hanno protestato tramite il web accusando la polizia di aver violato la legge e la Costituzione. Le immagini sono assai forti: la ragazza frustata finisce a terra e alza le braccia più volte implorando pietà, ma senza successo. Attraverso la Rete sono in molti a sostenere di aver assistito alla scena, spiegando che la donna punita è stata colpita senza un regolare processo e senza avere la minima possibilità di difendersi. Le associazioni per i Diritti umani di Khartoum hanno diffuso un comunicato nel quale chiedono l'apertura di un'inchiesta sulla vicenda e l'abolizione dell'articolo 152 del codice penale che punisce chi indossa «abiti indecenti».
La storia della ragazza frustata in pubblico ricorda quella di Lobna Ahmed Al Hoseini, la giornalista sudanese sotto processo nel 2009 in Sudan per avere indossato pantaloni in pubblico. Grazie alla campagna di sensibilizzazione dei media arabi, la reporter fu condannata a 200 dollari di ammenda, ma riuscì a evitare le frustate.
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