Reggio Emilia accoglie il Presidente Giorgio Napoletano e le centinaia di persone che sono venute da fuori con le strade principali del centro storico addobbate dalle bandiere che hanno rappresentato un momento nel lungo cammino che ha portato all’Unità d’Italia. Si comincia con le bandiere della rivoluzione francese per passare a quella che il 7 gennaio di 214 anni fa sventolò, proprio per la prima volta, a Reggio Emilia e che poi si sarebbe evoluta diventando, con la Costituzione del 1948, la bandiera della Repubblica italiana.
Ma ci sono anche altre bandiere: quelle della Resistenza, della Brigata Garibaldi Monte San Pietro, della Brigata Fratelli Cervi di Reggio Emilia, di Giustizia e Libertà e le bandiere evocative: da quella delle Nazioni Unite a quella della Pace.
La Sicilia c’è, noi siciliani ci siamo. E non perché c’è il sindaco di Piazza Armerina invitato a incontrare il Presidente nella parte privata della sua visita al Museo dell’Istituto Cervi a Gattatico come comune più meridionale tra quelli che aderiscono all’Istituto, ma perché c’è il tricolore con la Trinacria che sventolò sui tetti di Palermo nel 1848, perché c’è il lenzuolo bianco che i siciliani nel luglio 1992 appesero a tutti i balconi come gesto di estrema indignazione per l’uccisione di PaoloBorsellino che seguiva di pochi mesi quella di Giovanni Falcone.
E tra le gente, per lo più reggiani o emiliani, ogni tanto si sente un accento agrigentino o catanese o ennese. Persone che lavorano qui, nella ricca Emilia, da un tempo non sufficientemente lungo per perdere la loro cadenza naturale e che qui danno il loro contributo per costruire il futuro dell’Italia.
Come lo diede negli anni Trenta e Quaranta il maestro elementare Salvatore Principato che da Piazza Armerina era andato ad insegnare a Milano e qui era entrato nella Resistenza di Giustizia e Libertà fino a finire fucilato in piazzale Loreto nel 1944.
La vicenda di Principato dà il senso di ciò che il Presidente Napoletano vuole rappresentare in questo 150° anniversario: la Resistenza fu l’ultimo atto delle lotte per l’Unità della Nazione. Il contributo dei meridionali fu importante tanto quanto quello dei settentrionali nella lotta partigiana. Per questo Piazza è socia dell’Istituto e per questo Piazza rappresenta la Sicilia qui.
Oggi qui, a Reggio Emilia, si coglie per le strade il significato dell’essere italiani, da Portopalo a Bolzano, qui si sente l’orgoglio di questa splendida appartenenza.
Fausto Carmelo Nigrelli
Sindaco di Piazza Armerina