A ben guardare la situazione dell’asilo nido comunale “ M. Schillaci” di Piazza Armerina saltano all’occhio subito, in maniera incantevole ed esaustiva, gli aspetti più ameni e fervidi dei risultati della privatizzazione di un servizio così delicato e così fondamentale per i risvolti che ha in termini solidaristici, di tutela sociale e di realizzazione di quella tutela sociale nei confronti della famiglia in genere. Gli stipendi si vedono con il telescopio ( l’ultimo risale alla tredicesima di dicembre 2011), le mansioni vengono “inventate” giorno per giorno, i “caporali” diventano “soldati” e i “soldati” trasformati, in base alle esigenze, in “ caporali di giornata”, misconoscenza delle più elementari norme contrattuali e mancato rispetto delle regole che sovrintendono ad un normale rapporto gestionale tra sindacato e parte datoriale. La scrivente O.S. aveva chiesto già diversi mesi fa la produzione di documentazione amministrativa che riguardava le condizioni del personale che vi opera. Ma, come al solito, per tutta risposta abbiamo avuto solo silenzio e indifferenza. Ma la nota più triste è che una struttura sociale così importante e rilevante per il benessere di tante famiglie sia stata abbandonata al suo destino dalle istituzioni che, in nome della ottimizzazione tanto decantata e del risparmio tanto agognato, stanno smantellando una struttura sociale che dovrebbe essere e costituire un fiore all’occhiello della comunità intera. Certamente, non è bello sapere che il personale sia demotivato, che gli educatori siano insufficienti realisticamente al numero dei bambini e che facciano i salti mortali per fare regolarmente il proprio lavoro, che il personale addetto alle pulizie abbiano carichi di lavoro inusitati e fuori da ogni contratto e puranche dalla ragionevolezza e dal buon senso!...Non è bello sapere che i sindacati vengano visti come la peste all’interno dell’asilo nido!....Vuol dire che dentro c’è qualcosa che non va!...E’ normale!...La presente O. S. investirà la conferenza dei capi gruppo consiliari delle varie problematiche perché la situazione dentro l’asilo nido è diventata insostenibile.
Il coordinatore provinciale COBAS
Luigi Bascetta
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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