martedì 17 luglio 2012

Eleonora Germanà risponde a Maria Grasso. "Tutti i maltrattamenti sono gravi"

Gentilissima Presidentessa, rimango allibita dalle sue parole.

In qualità del ruolo che ricopre, quale coordinatrice di uno sportello antiviolenza, mi sarei aspettata un atteggiamento di solidarietà nei confronti di tutte le vittime, indipendentemente dal genere.
La mia tesi NON nasce né come provocazione, né con lo scopo di sottovalutare o minimizzare qualsiasi altro tipo di abuso: io ho voluto solamente approfondire una delle tante facce della violenza. Presidentessa, un tipo di maltrattamento non è più grave di un altro; che sia violenza sugli uomini, sulle donne o sui bambini IO LA CONDANNO IN OGNI CASO.

A mio parere la sua visione è alquanto femminista; lei parla di sole donne amorevoli, accoglienti, diplomatiche, tutte vittime di uomini insensibili, irresponsabili, manipolatori, ecc. ecc. ecc.; sa cosa sono questi? Pregiudizi, che si basano sulla convinzione profondamente radicata che l’uomo è il cattivo, la donna una povera vittima. Ma davvero crede che le donne siano tutte cosi? Gentilissima Presidentessa, lei si dimentica che le donne possono essere crudeli tanto quanto gli uomini, cosi come esistono uomini sensibili e amorevoli. E diciamolo pure: anche loro contribuiscono a dare la vita!!!
Lei sa dirmi perché nei giornali non leggiamo mai dei sentimenti di un uomo che perde la moglie o i figli o la casa dopo un divorzio, non leggiamo mai lunghe storie sul suo timore di risposarsi, sulla sua esperienza di depressione, il motivo per cui egli non denuncia la violenza domestica che subisce, i suoi pensieri di suicidio o quello che sente se non può mettere da parte abbastanza soldi per l'educazione dei figli? Le pagine femminili parlano molto, invece, delle storie intime delle donne: le esperienze di divorzio, di depressione, di violenza domestica, i secondi matrimoni, il doversi tenere in equilibrio, le battaglie contro le molestie e le discriminazioni; i reportage sono sia di carattere giuridico che emotivo; insomma veniamo a sapere tutto delle statistiche e delle lacrime. Perché i giornali ci fanno conoscere il dramma interiore nella depressione della donna e solamente le conseguenze esteriori e materiali nella depressione dell'uomo?

Lo sapeva che una delle statistiche citata più spesso dai sostenitori delle associazioni per la tutela contro gli abusi è che una donna ogni 15 secondi è vittima di violenze domestiche? Come lei saprà, tali sostenitori arrivarono a questa deduzione usando una delle conclusioni dello studio in questione, cioè: 1,8 milioni di donne all'anno sono vittime di aggressioni da parte del marito o del fidanzato. Ma sapeva anche che la stessa ricerca sostiene che 2 milioni di uomini all'anno sono vittime di aggressioni da parte della moglie o della fidanzata, che tradotto significa che un uomo ogni 14 secondi è vittima di violenze domestiche. Che mi dice Presidentessa? Era al corrente di questi dati?

Che non si parli del fenomeno non significa che questo non esista.

Ma davvero lei crede che gli uomini che vengono maltrattati siano accolti allo stesso modo di una donna? Ma poi accolti da chi Presidentessa. Lo sa perché gli uomini non denunciano i maltrattamenti? Un motivo fra tanti è che non esistono diffusamente sul territorio luoghi o strutture di accoglienza, come quelli già esistenti per la difesa della donna, dove possono farlo. In base alle mie ricerche, in Italia, sono davvero pochi i servizi attivi in loro favore, in Sicilia non ne è presente nemmeno uno, mentre la donna può trovare sostegno presso tanti gruppi di associazioni.

Inoltre volevo precisarle che non sono io a sostenere che “le donne abbiano un vantaggio in termini di violenza psicologica”, ma diversi studiosi. Dato il suo interesse a conoscere questa forma di maltrattamento, le riporto alcuni esempi che cito all’interno della mia tesi:




“La violenza psicologica viene esercitata principalmente attraverso dei rifiuti che cercano di colpire l’altro o umiliarlo nelle attività quotidiane o nell’intimità della coppia. Un altro comportamento utilizzato di frequente dalle donne è quello di dimostrarsi perennemente insoddisfatte; questo è un insulto e denigra l’uomo in ciò che è e che fa. Rientrano in questa categoria anche le pressioni, in caso di disaccordo su un qualsiasi punto di vista, che spingono l’uomo a soddisfare tutti i desideri della propria compagna piuttosto che sopportare un clima freddo e i ricatti di suicidio o tentativi di suicidio che sono un mezzo per rendere l’uomo colpevole della loro disperazione. Aggiungo inoltre le false accuse di abusi o maltrattamenti riferite ai padri per penalizzarli riguardo l’affidamento dei figli o ancora il mobbing giudiziario: poiché i figli sono quasi sempre affidati alla madre i soggetti vittimizzati in tal senso sviluppano stati di profonda angoscia, arrivando a non aprire più la cassetta per la posta o a non rispondere al campanello nel timore di vedersi recapitare ulteriori ingiunzioni” Che mi dice Presidentessa?




Purtroppo, molti non riconoscono questo come violenza, per cui ancora oggi se ne sottostimano i danni e la pericolosità.
Presidentessa, io in qualità di Assistente Sociale ma soprattutto in qualità di DONNA, apprezzo e condivido il lavoro che lei svolge, ma la invito ad approfondire la sua conoscenza a riguardo; la invito a leggere alcuni interessanti testi sull’argomento, la invito ad allargare la sua visione, la invito a riconoscere che la violenza NON E’ NE’ FEMMINILE, NE’ MASCHILE:LA VIOLENZA E’ DI GENERE, L’UNA NON ESCLUDE L’ALTRA.

Le invio alcuni titoli di testi che potranno esserle utili.
- Abused Men. The hidden side of domestic violence di P.W.Cook.
- L’homme Battu. Un tabou au coeur du tabou di S. Torrent
- La violence faite aux hommes. Une rèalitè taboue et complexe di Y. Dallaire
- La manipolazione affettiva nella coppia. Riconoscere ed affrontare il cattivo partner di P. Chapaux – Morelli – P. Couderc.

La invito inoltre a visitare il sito della GESEF (Genitori separati dai figli) http://www.gesef.org/sites/default/files/documenti/Violenze_in_famiglia_con_tabellegrafici.docdove potrà constatare una discreta percentuale di uomini vittime di violenza domestica.

E’ stato un piacere potermi confrontare con lei. La ringrazio

Cordiali Saluti E.G.

P.S.

Mi rivolgo inoltre a tutti coloro che hanno commentato il mio abstract. Volevo sottolineare che il mio intento era quello di mettere in luce un aspetto poco conosciuto. Perché non parlarne se anch’esso esiste? Perché non dare voce al silenzio di uomini abusati? Naturalmente esistono dati scientifici che testimoniano questo tipo di violenza, sarebbe pertanto opportuno analizzare più a fondo il tema in questione.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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