domenica 15 luglio 2012

Quando la vittima è l'uomo. Il lato nascosto della violenza domestica.

Ospitiamo un'abstract della interessante tesi di laurea di Eleonora Germanà, che ci parla della violenza sugli uomini da parte delle donne. Un argomento insolito e scottante che guarda la questione con sotto altri punti di osservazione.



IL LATO NASCOSTO DELLA VIOLENZA DOMESTICA
Quando la vittima è lui


Da sempre un crescente interesse è stato diretto verso il tema della violenza domestica contro le donne dai loro partner maschili. Il presente contributo teorico nasce con lo scopo di mettere in luce l’altro lato della medaglia: spesso tra le mura domestiche il sesso forte si scopre debole, e nella coppia a subire abusi e violenze a volte non e' lei, ma lui.
Nel primo capitolo si sono voluti delineare i tratti salienti della violenza femminile; a fronte della violenza cieca e diretta dell'uomo, ne abbiamo una subdola e vendicativa, tipica della donna, che spinge a distruggere non solo il coniuge, ma il suo ruolo genitoriale, la sua posizione sociale e il suo equilibrio psicologico. Oggigiorno le donne picchiano, maltrattano, insultano, minacciano, rendono la vita impossibile con mirate azioni di stalking.
Per la maggioranza delle persone, parlare di uomini picchiati e maltrattati, appare poco credibile; alcuni la miniminizzano, altri ancora la negano. Tuttavia la realtà è ben altra. Questo tema è affrontato più sul continente americano che in Europa perché i movimenti che difendono i diritti dei maschi sono meglio organizzati e più attenti ai temi sociali, e perché l’argomento viene maggiormente diffuso tramite i mass media. In Italia invece, nessuno si preoccupa di monitorare ufficialmente il fenomeno. I mezzi d’informazione ci affollano la testa di casi quotidiani di violenza contro le donne; i Tg, i giornali inveiscono sull’uomo, lo dipingono come un mostro, un essere imprevedibile. Ma noi tutti sappiamo bene che non esiste una sola violenza. E’ dunque il pregiudizio sociale che porta ad ignorare la figura maschile nel ruolo di vittima, ad identificare l’uomo con l’aggressore.
Il dolore di essere umiliati dalla compagna di una vita, l'obbligo di mostrarsi virili a tutti i costi e la vergogna di ammettere l'inconfessabile, impediscono all’uomo di confidare di essere succube, un bersaglio. Contribuiscono le contromisure legislative che escludono ogni soggetto maschile dalla possibilità di tutelarsi dalla violenza domestica. Anche recandosi in commissariato gli uomini hanno scarse possibilità di essere presi sul serio, con livelli di comprensione ed accoglienza infinitamente inferiori rispetto alle donne. La donna che denuncia di aver subito una violenza ad opera del proprio partner acquista lo status di “vittima”; essa pertanto viene accolta, compresa, assistita, supportata. Un uomo che denuncia di aver subito una violenza ad opera della propria partner viene declassato con commiserazione allo status di “inetto”; egli, di contro, viene indotto a provare come minimo imbarazzo, se non addirittura vergogna, quindi è portato a nascondere la realtà. Il sommerso delle violenze subite da soggetti di genere maschile risulta pertanto stimabile in dimensioni enormemente superiori al pur considerevole sommerso di violenze non denunciate dalle donne.
Nel secondo capitolo vengono profilate le diverse forme di violenza sugli uomini. E’ opportuno sottolineare che la violenza domestica è quasi sempre un insieme di aggressioni fisiche, psicologiche e sessuali a cui si accompagnano spesso le deprivazioni economiche; pertanto non sono violenza solo le percosse, le ferite o le ossa rotte, ma anche le minacce, gli insulti, i riscatti, le umiliazioni, le derisioni. Si presume che le donne abbiano un vantaggio in termini di violenza psicologica, sebbene nessuna ricerca scientifica sia stata effettuata sulla prevalenza di questa forma di maltrattamento. La violenza di una donna è più spesso un atto invisibile, non eclatante, non lascia cicatrici o lividi evidenti ma raggiunge il profondo dell’animo umano devastandolo e depredandolo.
Esistono studi che rivelano altre notizie incredibili; essi mostrano che le donne picchiano più frequentemente e sono più portate a fare uso di armi tre volte più spesso degli uomini. Le deprivazioni economiche vanno dal ridurre al minimo il denaro di cui può disporre, al controllo asfissiante sul suo uso, al prosciugamento del conto bancario, al coinvolgimento forzato in spericolate operazioni finanziarie, al mancato pagamento dell'assegno stabilito dal Giudice in sede di separazione legale. Le donne inoltre colpiscono il proprio partner attraverso il rifiuto del rapporto sessuale.
Altra problematica emergente è l’uso strumentale della carta bollata: vale a dire l’utilizzo della denuncia per violenza di varia natura, pianificata per raggiungere obiettivi diversi da quelli dichiarati. Essa può essere un’arma di ricatto per ottenere vantaggi economici, uno strumento per allontanare il “nemico” dai figli con accuse costruite ad arte, una rivalsa per il piacere di vedere l’ex in rovina.
Accade spesso che i figli vengano plagiati, vengano usati come armi per infliggere indicibili dolori: la genitorialità del padre viene cosi annientata, la sua figura abbattuta e la sua immagine e reputazione viene infangata e distrutta. La “Sindrome da Alienazione Genitoriale” è una delle più gravi patologie da separazione, un disturbo psicologico che può insorgere nei figli, tipicamente a seguito del loro coinvolgimento in separazioni conflittuali non appropriatamente mediate. Essa è causata da una manipolazione mentale messa in atto da parte di un genitore patologico (genitore alienante) che porta i figli a perdere il contatto con la realtà degli affetti e a manifestare astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l'altro genitore (genitore alienato). Ciò che viene totalmente dimenticato è che si può smettere di essere marito e moglie, conviventi, amanti ma nessuno può smettere di essere padre o madre.
Nel terzo e ultimo capitolo vengono infine esposte alcune indagini nate con lo scopo di fotografare il fenomeno della violenza in famiglia di cui è vittima l’uomo/padre. Esse sono state effettuate da Centri e Associazioni che offrono un contributo a questo tema e tutte le ricerche hanno dato come risultato una considerevole percentuale di uomini maltrattati dalle loro compagne.
Inoltre, se la violenza subita dalle donne è quotidianamente comprovata dalla cronaca e supportata con Associazioni e Movimenti che si prodigano per la loro giusta tutela e difesa, lo stesso non si può dire per gli uomini. A dimostrazione di ciò sono stati individuati pochi sportelli attivi in loro favore e insufficienti Associazioni assistenziali.

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Tesi elaborata da Eleonora Germanà, Laurea  conseguita in Scienze del Servizio Sociale e del No-Profit alla Libera Università “Maria SS. Assunta “ (LUMSA) – Roma “S,Silvia” Palermo. col massimo dei voti, febbraio 2012.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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