Cominciano, piano piano, ad emergere i retroscena della lunga notte di Sala d’Ercole. Ufficialmente, l’Aula ha approvato l’esercizio provvisorio per quattro mesi, la proroga dei contratti ai precari e la proroga degli Ato rifiuti, sempre per quattro mesi.
In realtà, durante i sofferti lavori parlamentari è successo altro. E’ avvenuto che, forse in parte inavvertitamente, i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle hanno sventato, di fatto, la stabilizzazione – sembra incredibile! – non di sei, ma di un gruppo imprecisato di dirigenti con contratto di diritto privato. Dirigenti a contratto, diventati tali (tranne pochissimi casi per i quali è stata fatta una selezione) grazie alle ‘raccomandazioni’ della politica che, se la legge fosse stata approvata, sarebbero diventati dirigenti a vita!
La storia, in alcuni passaggi, l’abbiamo raccontata qualche giorno fa pensando che si trattasse solo di un ristretto gruppo di dirigenti, non più di dieci. Invece, adesso, dopo aver consultato una montagna di documenti, scritti in stretto ‘burocratese’, viene fuori che la proroga – pronta per essere trasformata in ‘stabilizzazione’ – avrebbe riguardato un numero impressionante di soggetti, forse più di un centinaio. Incredibile!
Tutto questo in una Regione che ha già mille e 800 dirigenti, 900 responsabili di Unità operative, Aree o Servizi e altri 900 che non si capisce che cosa facciano. Incredibile! Tutto questo con la connivenza del Governo e, in particolare, di un partito che sta dentro questo Governo: l’Udc. Ma andiamo con ordine, anche per spiegare ai nostri lettori quanto sono imbroglioni alcuni dei parlamentari eletti nella nuova Assemblea regionale siciliana.
La mattina del 29 dicembre comincia a circolare il disegno di legge che proroga il contratto ai quasi 30 mila precari di Regione ed Enti locali. Il provvedimento va alla commissione legislativa dell’Ars competente: la quinta commissione (Lavoro), presieduta da Marcello Greco. Nel mezzo di questo provvedimento, nascosto ad arte tra Pip, Puc, Pac e altre sigle incomprensibili, c’è un riferimento alla legge che riguarda i dirigenti esterni all’Agenzia regionale per l’Impiego. Per essere precisi, è la legge che ha abrogato l’Agenzia regionale per l’impiego: la legge regionale numero 26, articolo 11, comma 12.
Questo ‘codicillo’ prevede la proroga di tutti i contratti in scadenza ai dirigenti a contratto che operavano nell’ex Agenzia per l’Impiego. La formulazione di questa norma è piuttosto strana. Infatti: come si fa a prorogare i contratti se l’Agenzia non c’è più?
Ripetiamo: la formulazione è strana, perché, a leggerla bene, potrebbe trattarsi di una norma ‘aperta’: in pratica, una norma che potrebbe essere estesa ad altri soggetti, naturalmente sempre a soggetti esterni all’amministrazione regionale, beneficiati con contratti di dirigenti di diritto privato. Possibile?
In questa fase – pomeriggio – il fatto che questa norma possa riguardare una pluralità di dirigenti esterni a contratto è solo un’ipotesi vaga a cui nessuno fa caso. Anche perché, all’ ‘affacciata’ i contratti da prorogare sembra siano sei (poi si scoprirà che sono nove). In ogni caso, si decide di ritirare la norma grazie a una battaglia condotta in commissione dai parlamentari grillini.
A sera inoltrata le carte cambiano. Nel testo, che è stato riscritto è sparito il riferimento all’Agenzia per l’Impiego. Anzi, sono spariti tutti i riferimenti normativi. Il Governo si presenta con un articolo unico in cui si fa riferimento a una proroga per tutti i dirigenti. Tutti chi?
I grillini pensano che si tratti di tutti i dirigenti dell’ex Agenzia per l’Impiego. In realtà – ma questo si scoprirà poi – chi ha scritto questa norma fa riferimento a tutti i dirigenti esterni alla Regione titolari di contratti di diritto privato. Quanti sono? Nessuno lo sa. L’unica cosa certa è che si tratta di raccomandati dalla politica di destra, di centro e di sinistra.
I parlamentari grillini, in questa fase, pensano che si tratti di uno stratagemma per salvare il contratto ai nove (e non sei) dirigenti a contratto dell’ex Agenzia per l’Impiego. E’ a questo punto che diventa chiaro il senso di quest’operazione: poiché si tratta di una proroga, i nove ‘fortunati’ potrebbero poi avere diritto a una ‘stabilizzazione’. Sarà così?
In realtà, come già accennato, i dirigenti ai quali rinnovare il contratto non sono nove, ma molti di più. Quanti? Non si sa. Si sa soltanto che si tratta dirigenti esterni a contratto con l’amministrazione regionale che, arraffando la proroga, potrebbero diventati dirigenti regionali a vita! Ma i parlamentari del Movimento 5 Stelle, in questa fase, forse non sanno che stanno per sventare un’operazione molto più grande di quanto appaia.
Pensando di bloccare la proroga’ ai nove dirigenti dell’ex Agenzia per l’Impiego, i grillini presentano, in quinta commissione, un emendamento che esclude dalla proroga-‘stabilizzazione’ i dirigenti dell’ex Agenzia per l’Impiego. L’emendamento viene approvato a maggioranza. A votare contro è l’ex numero uno della Cgil siciliana, Mariella Maggio.
Appena la notizia di quello che è avvenuto in quinta commissione arriva agli alti vertici dell’Udc siciliana scoppia un putiferio. Riunioni e contro riunioni. E’ già tarda sera. Marcello Greco riconvoca a sorpresa la quinta commissione e presenta un emendamento per sopprimere l’emendamento fatto approvare dai parlamentari del Movimento 5 Stelle. La commissione l’approva.
Si torna in Aula. Sono già le tre di notte. I grillini non si sono dati per vinti. Ripresentano in Aula l’emendamento, lo spiegano, lo motivano. E, soprattutto, chiedono il voto segreto.
L’emendamento dei grillini viene approvato di stretta misura, per appena due voti. La proroga dei contratti per i nove dirigenti a contratto dell’ez Agenzia per l’Impiego è ‘bocciata’.
E’ passata, però, la proroga per gli altri dirigenti. Quanti sono? E che proroga è stata approvata da Sala d’Ercole? Per quatto mesi, come sembra? O per altri cinque anni?
La norma, lo ripetiamo, è stata scritta in modo contorto. Siamo andati a consultare il sito della Regione. In base a una legge voluta dall’ex assessore alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, i nomi dei dirigenti esterni alla Regione a contratto dovrebbero essere visibili. Invece non ci sono.
Sala d’Ercole ha approvato una proroga (di quatto mesi? di un periodo più lungo?) ad un numero imprecisato di soggetti. I ‘fortunati’ restano senza volto. A questo, per una certa politica siciliana serve l’Autonomia: per garantire mega retribuzioni agli ‘amici’. Come si fa, in presenza di queste cose, a dare torto a chi vuole abolire l’Autonomia siciliana?
Eh già, perché saranno ‘esterni’, ma sono sempre dirigenti. Per ognuno di questi ‘sconosciuti’ c’è un contratto che varia da 90 mila a 140 mila euro all’anno.
Tutto questo mentre il 90 per cento delle famiglie siciliane, a causa dell’Imu, l’Imposta incostituzionale voluta dal Governo Monti, ha dovuto risparmiare pure sugli acquisti e sul pranzo di Natale e sul Capodanno.
Complimenti all’Udc, che difende e appoggia il Governo Monti e, contemporaneamente, all’Ars, propone proroghe per gli ‘amici’ dirigenti a contratto che, prima o poi, senza concorso, in barba alla Costituzione italiana, diventeranno dirigenti a vita…
Complimenti alla neo onorevole del Pd, Mariella Maggio, che difende i ‘raccomandati’ di sinistra…
Un grande plauso, invece, ai parlamentari grillini, gli unici a difendere la legalità e l’Autonomia siciliana in una Sicilia dove la legalità viene calpestata e dove l’Autonomia serve per favorire ‘amici’ alla faccia della Costituzione italiana.