giovedì 21 novembre 2013

Papa: "Per il mercato 'solidarietà' è una parolaccia"

ROMA - "Ecco perché la solidarietà è una parola chiave della Dottrina Sociale. Ma noi, in questo tempo, abbiamo il rischio di toglierla dal dizionario, perché è una parola incomoda, ma anche - permettetemi - è quasi una 'parolaccia'. Per l'economia e il mercato, solidarietà è quasi una parolaccia", con queste parole Papa Francesco, nel videomessaggio trasmesso al terzo Festival della dottrina sociale della Chiesa, che si tiene a Verona fino al 24 novembre, dal titolo "Meno disuguaglianze, più differenze", ha attaccato l'attuale sistema economico. "Chi opera nell'economia e nella finanza - ha aggiunto - è sicuramente attratto dal profitto e se non sta attento, si mette a servire il profitto stesso, così diventa schiavo del denaro. La Dottrina Sociale contiene un patrimonio di riflessioni e di speranza che è in grado anche oggi di orientare le persone e di conservarle libere. Il Magistero sociale è molto utile per non perdersi". Papa bergoglio, nel suo intervento, ha anche sottolineato come la cooperazione lo abbia sempre entusiasmato: "Io ricordo, ero ragazzo, avevo 18 anni, anno 1954 - ha detto - e ho sentito mio padre fare una conferenza sul cooperativismo cristiano e da quel tempo io mi sono entusiasmato con questo, ho visto che quella era la strada. Ho incontrato alcuni rappresentanti del mondo delle cooperative. Qui, in questo salotto, abbiamo avuto una riunione, mesi fa. Mi ha molto consolato e penso sia una buona notizia per tutti sentire che, per rispondere alla crisi, si è ridotto l'utile, ma si è mantenuto il livello occupazionale. Il lavoro è troppo importante", ha continuato il pontefice. "Lavoro e dignità della persona camminano di pari passo. La solidarietà va applicata anche per garantire il lavoro; la cooperazione rappresenta un elemento importante per assicurare la pluralità di presenze tra i datori del mercato", ha concluso Papa Francesco.  


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Inviato da iPhone di Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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